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Avanti Savoia.....


Guest DESMO16

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Guest DESMO16
I SAVOIA CHIEDONO DANNI ALLO STATO ITALIANO

ROMA - I Savoia chiedono i danni allo stato italiano: è quanto risulta da un servizio che andrà in onda a Ballarò. 170 milioni di euro è la richiesta di Vittorio Emanuele, 90 milioni quella di suo figlio Emanuele Filiberto, più gli interessi. Inoltre i Savoia vogliono la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.

La richiesta - informano gli autori della trasmissione - è arrivata circa 20 giorni fa con una lettera di sette pagine inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Romano Prodi dai legali dei Savoia Calvetti e Murgia.

Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto in un'intervista all'interno del servizio ci sono i danni morali dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell'uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Il segretario generale della presidenza del consiglio Carlo Malinconico spiega, secondo quanto anticipano i responsabili di Ballarò, che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità legate alle note vicende storiche.ANSA

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Ieri a "Porta a Porta" Emanuele Filiberto chiedeva

"una risposta costituzionale e corretta da parte del governo italiano".

Io gliela dò da parte del POPOLO italiano.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest DESMO16
AL SENATO DEPOSITATO DDL CALDEROLI PER RIPRISTINO ESILIO

- I maschi Savoia di nuovo in esilio. Lo prevede un ddl costituzionale della Lega, depositato questa mattina a palazzo Madama dal coordinatore del Carroccio Roberto Calderoli nel quale si prevede l'abrogazione della legge costituzionale dell'ottobre 2002 che a sua volta abrogò le norme transitorie che stabilivano l'esilio dall'Italia dei maschi di casa Savoia.

Nel dettaglio, Calderoli chiede di abrogare la legge costituzionale 23 ottobre 2002, n.1, facendo così rivivere gli effetti dei commi 1° e 2° della disposizione transitoria costituzionale, in quanto, come si legge nel testo del ddl: "L`esaurimento degli effetti dei commi 1° e 2° della XIII disposizione transitoria della Costituzione, determinato dall`approvazione della legge costituzionale 23 ottobre 2002, n. 1, non ha prodotto, come ci si sarebbe aspettato, un umile e discreto reingresso nel Paese dei discendenti maschi degli ex re di Casa Savoia, anzi. I comportamenti, in particolare di uno di loro, hanno procurato forte imbarazzo al Paese e attirato l`attenzione di un procuratore della Repubblica che è arrivato a disporne anche l`arresto cautelare", spiega il Vicepresidente leghista del Senato.

"Come se ciò non bastasse -denuncia ancora Calderoli - i sopraddetti discendenti arrivano oggi a richiedere allo Stato italiano un risarcimento dei danni a loro prodotti dalla XIII disposizione transitoria, nonché la restituzione dei beni degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, avocati allo Stato in esecuzione del 3° comma della sopra citata disposizione. Oltre al danno anche la beffa verrebbe da aggiungere, o meglio, oltre alla beffa anche il danno.

Appare quindi evidente la necessità di abrogare la legge costituzionale 23 ottobre 2002, n.1, facendo così rivivere gli effetti dei commi 1° e 2° della disposizione transitoria in oggetto, prima che in sede giudiziaria, qualcuno, in cerca di notorietà, possa dare loro ragione".

"Dopo che la storia li ha condannati - conclude- rischiamo oggi di far pagar dazio proprio a quel popolo che la loro dissennata politica e tutto quello che ne è seguito, ha dovuto subire"

da Apcom

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Guest DESMO16
MARIA GABRIELLA E MARIA BEATRICE: NON ADERIAMO ALLA RICHIESTA DANNI…

Lettera aperta di Maria Gabriella di Savoia e di Maria Beatrice di Savoia

Come componenti della Casa reale di Savoia teniamo a significare che non aderiamo in alcun modo alla richiesta di danni avanzata contro l’Italia da nostro fratello e da suo figlio Emanuele Filiberto. Nostro padre, il Re Umberto II è morto dopo un interminabile e sofferto Esilio avendo sempre cara l’immagine della Patria lontana. Italia innanzi tutto fu il punto di riferimento di ogni suo pensiero.

Vittorio e Figlio, che ormai rappresentano solo loro stessi, non sanno più chi convenire in giudizio: lo hanno fatto con noi sorelle, lo hanno fatto con nostra madre, lo stanno facendo con i cugini Amedeo e Aimone, con oltre una cinquantina di persone se è vero quanto essi stessi dicono; ora non è rimasto a loro che convenire in giudizio la nazione italiana, quella che i nostri antenati hanno servito.

Il presenzialismo di Vittorio e figlio presso i mezzi di larga informazione sono una continua fonte di angustie e di mortificazione per tutti noi. Le promesse di impiegare in opere benefiche le somme eventualmente ottenute, così come è avvenuto per gli Ordini dinastici, non sono più credibili e tali da giustificare l’iniziativa impolitica e inopportuna che hanno intrapreso.

Da parenti prossime vogliamo, ma per un’ultima volta, considerare queste iniziative come manipolate da operatori senza scrupoli, assetati di denaro e nemici di Casa Savoia, che spingono in una deriva di pretese strampalate.

D’altra parte è con rammarico che assistiamo alla presa di posizione governativa che, raccogliendo la polemica, parla in termini di rivalsa per i “noti fatti” della Dinastia. Bisogna avere consapevolezza delle epoche storiche e capire che nel merito si può anche sbagliare, e a tutti può accadere di rendersene conto voltandosi all’indietro, ma certamente nessuno dei re d’Italia mai poté essere incolpato di avere subordinato l’interesse della Patria a quelli personali.

COMUNE GAETA CHIEDERA' DANNI AI SAVOIA PER L'ASSEDIO DEL 1861…

Gaeta chiedera’ ai Savoia il risarcimento dei danni subiti durante la guerra contro il Regno di Napoli e l’assedio del 1861. Un’azione militare, spiega l’assessore comunale al Demanio Antonio Ciano, ’che danneggio’ gravemente le strutture urbane della citta’, obbligo’ gli abitanti al di fuori delle mura, il Borgo, ad andare esuli nei territori vicini e determino’ una conquista da parte dell’esercito piemontese fin nei pressi della fortezza’. "Sono passati poco meno di 150 anni dal terrificante assedio di Gaeta che vide la scomparsa della dinastia dei Borbone del Regno di Napoli su cui erano dal 1734 - spiega Ciano - L’avvenimento militare di quel tempo, che concludeva la conquista dell’Italia meridionale da parte di un esercito costituito da garibaldini, traditori e truppe piemontesi, non aveva mai avuto una preventiva dichiarazione di guerra e non aveva mai reso ufficiale il subdolo contrasto con il Regno di Napoli". "L’Amministrazione attuale - aggiunge l’assessore che oggi ha incontrato il legale incaricato di studiare le carte, l’avvocato Pasquale Tarricone - intende rinnovare questo doloroso momento storico, ricordare gli atti pubblici predisposti in proposito dagli amministratori del tempo e promuovere un’azione legale contro la famiglia Sabauda: e’ la prima responsabile di un’azione di preda, di crimini di guerra e di eccidi organizzati contro Gaeta e centinaia di citta’ dell’Italia meridionale".

COMUNE LUCANO CHIEDE RISARCIMENTO DANNI AI SAVOIA PER CAMBIO DI NOME…

’La richiesta di risarcimento danni presentata dai Savoia allo Stato italiano e’ assurda e immotivata. Ha piu’ motivi invece una richiesta di risarcimento danni da parte nostra perche’ il Comune di Salvia di Lucania cambio’ nome in Savoia di Lucania dopo l’attentato al re Umberto I’. Lo dice all’ADNKRONOS Michele Parrella, del Comitato Pro Salvia, che si batte per un referendum che ripristini l’originario nome del piccolo paese lucano. Il centro della valle del Melandro cambio’ denominazione nel 1879 per decisione del consiglio comunale in segno di deferenza alla monarchia dopo il fallito attentato al re Umberto I a Napoli avvenuto l’anno prima da parte dell’anarchico Giovanni Passannante, cuoco originario di Salvia. La decisione fu ratificata con un regio decreto. Da allora Salvia di Lucania si chiama Savoia di Lucania. "Anche se la procedura inizio’ dal consiglio comunale, quella decisione maturo’ in un contesto di forte pressione sul nostro paese per quanto accaduto’ - dice ancora Parrella. Il comitato ha lanciato inoltre l’anno scorso la proposta di tornare al nome originario attraverso un referendum. ’Al momento non abbiamo depositato alcuna istanza perche’ nel paese non e’ maturata la decisione di tornare al nome di Salvia - aggiunge Parrella -. Riteniamo pero’ che piu’ i Savoia vengono alla ribalta per le notizie come quella del risarcimento piu’ questa volonta’ puo’ crescere’.

adnkronos

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Guest DESMO16
Non pensavo in vita mia che sarei stato anche solo una volta d'accordo con quest'uomo

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Ed invece.....:)

E la sinistra «scopre» Calderoli: mostro di bravura e simpatia

Elogi per la gestione dell'Aula a Palazzo Madama. Cabras: sarebbe ottimo averlo. La Gagliardi: è un bolide

ROMA - «E' un Suv, un bolide, l'altra sera è stato proprio un mostro, di bravura e di simpatia ». Rina Gagliardi, senatrice di Rifondazione illumina l'altra faccia di Roberto Calderoli. «Quando lavora in Senato e soprattutto quando presiede, da mister Hyde torna ad essere il dottor Jekyll, il brillante medico protagonista del romanzo di Stevenson », dice Gagliardi.

«Quando entro in Aula, do un'occhiata per vedere chi presiede, e in cuor mio spero che sia Calderoli», sostiene Manuela Palermi, dei comunisti italiani. Non è solo perché conosce meglio di chiunque «ogni piega del complicatissimo regolamento» del Senato, non solo perché detta i tempi delle votazioni. Ma anche, e forse soprattutto, perché riesce a mettersi in sintonia con le corde umane dei senatori. «Giovedì sera, erano quasi le 23

e 30- dice Willer Bordon - il presidente del Senato Franco Marini non era nemmeno uscito dall'emiciclo, lui s'aggiusta la sedia e fa questo siparietto straordinario: "Ragazzi la ricreazione è finita", con una levità, un garbo e una decisione, che ha cambiato il clima dei lavori». Sì, perché fin dai tempi di Cicerone « senatores boni viri, Senatus autem bestia ». E lui, Calderoli, quella bestia riesce a domarla, blandirla, piegarla, addirittura, sedurla.

«Avere un Calderoli nel centrosinistra sarebbe come avere un asso nella manica », afferma Antonello Cabras dell'Ulivo.

Prima mette in guardia la maggioranza.( «Il fumo fa male alla salute anche del governo, perché se si va fuori a fumare poi il governo cade»). Poi fulmina i «pianisti » (quelli che votano per altri colleghi): «Chi vota per due, va all'inferno ». Il «cavadenti» (viene da una famiglia di dentisti), insomma, è un battutista nato. «Gli capita spesso, è molto simpatico, anche

in transatlantico o in commissione, è solo quando diventa leghista, cioè ritorna mister Hyde, che è insopportabile», conclude Palermi. «Ha uno humor padano, un po' difficile per me che sono di Napoli, ma è proprio un peccato che sia uno xenofobo », conferma Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione. «Tra noi c'è una cordialità reciproca», aggiunge Nicola

Latorre. La camaraderie con i colleghi senatori si svolge però tutta all'interno del Palazzo, perché Calderoli non frequenta molto la Roma dei locali e dei ristoranti. «Una volta mi disse che non conosceva "Il Bolognese", visto che al ristorante non ci va, preferisce cucinarsi da solo» aggiunge Gagliardi che si definisce «compagna di fumo» del

vicepresidente nelle salette predisposte a fianco dell'Aula. Naturalmente, il «Calderul », lo sa che con le sue trovate ad effetto, colpisce nel segno «e ci gigioneggia su» (Bordon). «Che dire di lui? Che è ottimo, sì lo trovo simpatico, quando non supera i limiti» afferma Vittoria Franco (Ds). Nella scorsa legislatura una volta però li superò, facendo un apprezzamento pesante alla senatrice Dato. «Ma subito, senza neanche attendere il mio

intervento - ricorda Bordon allora capogruppo - si scusò pubblicamente e poi in privato inviò alla Dato un gran mazzo di fiori».

Corriere

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Come volevasi dimostrare, dopo l'"operazione simpatia", svoltasi dai "savoiardi" per rientrare in Italia, ecco che fan vedere il loro vero volto: quello delle arpie. Soprattutto, il "re" dimostra ancora una volta (ma ce n'era bisogno ancora?) di che pasta sia fatto: l'opposta del padre. Quindi, mi autocensuro.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Guest DESMO16
PRINCIPE GIOVANNELLI: RICHIESTA RISARCIMENTO MOSSA SBAGLIATA…

’Una mossa sbagliata la richiesta del risarcimento per danni di 260 mln di euro presentata dai Savoia allo Stato italiano. A volte mi domando da chi vengano consigliati’. E’ quanto ha dichiarato all’ADNKRONOS il principe Guglielmo Giovannelli Marconi. ’Dopo il ritorno dall’esilio - ha proseguito - sarebbe stato piu’ giusto aspettare che si fossero calmate le acque. Si tratta di una richiesta che giunge, oggi, inaspettata e inadeguata’.

STROZZI GUICCIARDINI: IL RISARCIMENTO? MANCANZA ASSOLUTA DI CLASSE...

ientrata dal lungo esilio, da semplici cittadini - ha aggiunto la discendente della ’Gioconda’ - Ma chiedere 260 mln di euro e’ stata una mossa sbagliata. La storia dei Savoia e degli attuali rampolli non e’ sempre stata luminosa. Ognuno ha diritto di chiedere cio’ che vuole, ma c’e’ modo e modo - ha concluso - Se poi i Savoia cercavano un po’ di pubblicita’, ci sono indubbiamente riusciti

adnkronos

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ahah, che farlocchi..ma dico, un pò di regale dignità no, vero?

che stiano zitti e meditino sul passato nemmeno troppo remoto.

E se gli revocano il diritto di stare in Italia, tanto meglio, anch'io mi accodo a quelli che una tantum saranno d'accordo con il simpatico calderoli.

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