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Il presente e il futuro di Pomigliano


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Fiat, Marchionne gela Pomigliano

Il Lingotto vuole tenere lo stabilimento, ma solo se la domanda non cala ancora

"Il nostro obiettivo è mantenere lo stabilimento di Pomigliano, a meno che non ci sia proprio un calo fondamentale della domanda". Per la prima volta dall'inizio della crisi dell'auto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, parla della situazione dello stabilimento Giambattista Vico. Lo ha fatto da Ginevra, dove è in corso il salone internazionale dell'automobile. E le sue parole non escludono, se dal mercato non giungeranno segnali positivi, la chiusura dello stabilimento napoletano.

Marchionne ha sottolineato come la situazione di Pomigliano sia complessa: "Se ritorniamo a un livello di normalità – afferma - il problema di Pomigliano si gestisce in tempo. Se invece il mercato dovesse continuare a scendere a questa velocità, non c'è nessun produttore che in Europa e nel mondo che può mantenere la capacità produttiva che ha". E il problema del Vico, per il Lingotto, è "difficile" perché la questione non è solo lo stabilimento, "ma è il tipo di prodotto che produce". Si tratta nel dettaglio di vetture Alfa Romeo di gamma medio alta: Alfa 147, a fine carriera, 159 e 159 Sportwagon, Alfa Gt. Vetture obsolete nel primo caso, troppo costose negli altri. E fuori della portata degli incentivi statali, che premiano le basse emissioni e l'ecocompatibilità.

"Stiamo cercando di capire bene quali sono le implicazioni del futuro – dichiara Marchionne - e di ricomprendere il mercato".

Dunque, il destino di Pomigliano sarà deciso esclusivamente dal mercato. Una posizione non esattamente tranquillizzante, visto l'attuale andamento delle vendite auto e l'orientamento dei governi a premiare con incentivi vetture di piccola cilindrata e poco inquinanti, mentre Pomigliano è specializzato in vetture di segmento medio-alto. E infatti i sindacati lanciano subito l'allarme: "Non era questa la risposta che avremmo voluto sentire sul futuro dello stabilimento della Fiat di Pomigliano ed i suoi lavoratori: siamo davvero preoccupati", affermano in una nota congiunta il leader nazionale e quello regionale della Uil, rispettivamente Luigi Angeletti e Anna Rea. "Grazie agli incentivi del Governo - fa notare la Uil - tutti gli stabilimenti riducono o azzerano le Cig ad eccezione di Pomigliano".

La Uil chiede l'apertura immediata di un tavolo nazionale e l'impegno del Governo per misure più mirate, ampliando gli ammortizzatori ed investendo nella ricerca. Si chiede a Fiat di trovare in tempi brevissimi risposte produttive per Pomigliano anche attraverso l'allocazione di parte dell'attuale produzione.

I?sindacati di categoria non sono meno teneri con Marchionne:?

"E' molto pesante il messaggio che lancia Marchionne da Ginevra", afferma il leader regionale della Uilm Giovanni Sgambati. Marchionne, spiega il sindacalista, "non esclude apertamente una possibile chiusura di Pomigliano. A questo punto - aggiunge Sgambati - è necessario che il governo assuma due provvedimenti importanti: una proroga della cassa integrazione ordinaria che possa superare le 52 settimane; stanziare risorse per la ricerca per aiutare Fiat a investire per prodotti che il mercato in futuro possa assorbire. E' l'unica strada - conclude Sgambati - per mantenere in vita lo stabilimento di Pomigliano, e sono le cose che da mesi stiamo dicendo". Dello stesso tenore le dichiarazioni di Giuseppe Terracciano, segretario generale della Fim Napoli: "Le dichiarazioni di Marchionne – afferma il sindacalista – testimoniano che le preoccupazioni espresse in questi mesi dal sindacato erano fondate. ora devono farsi sentire le istituzioni, a cominciare dal Governo, con l'obiettivo di garantire il futuro produttivo e occupazionale del Vico. La lotta intrapresa dai sindacati in queste settimane andrà avanti e sarà sempre più dura". Per Massimo Brancato, leader della Fiom Napoli, "il futuro di Pomigliano non dipende dal mercato, ma dalla volontà di Marchionne e della proprietà. Si assumano la responsabilità di indicare una gamma prodotto capace di aggredire il mercato. A fronte di queste dichiarazioni il Governo non può più traccheggiare: convochi urgentemente un tavolo di trattativa tra con Fiat e sindacati per definire gli interventi necessari per garantire il futuro dello stabilimento".Anche il segretario nazionale dell'Ugl, Giovanni Centrella, chiede che Marchionne "apra un confronto su un vero piano industriale". Il segretario provinciale Francesco Falco rincara la dose:? "Siamo pronti ad alzare le barricate. Se il mercato non si riprende il problema non sarà solo di Pomigliano ma nazionale". Aniello Pirozzi, Rsu del Fismic a Pomigliano d'Arco, annuncia: una delegazione di operai, domenica prossima, sarà al San Paolo con uno striscione, e chiederà ai vertici del Calcio Napoli di poter leggere una breve comunicazione sulla vertenza: "Vogliamo spiegare - dice Pirozzi - i motivi delle nostre proteste ai tifosi del Napoli (che domenica riceve la Lazio, Ndr) , ai quali chiedermo di unirsi a noi". "Noi possiamo competere sul mercato solo con prodotti nuovi e all'avanguardia - dice Gerardo Giannone, del Cantiere comunista della Fiat di Pomigliano -. Marchionne, quindi, si decidesse ad assegnarci una nuova missione produttiva e noi sicuramente faremo bella figura sul mercato come abbiamo sempre fatto".

Mentre attendono di saperne di più sul loro destino, i lavoratori di Pomigliano d'Arco sono sempre in cassa integrazione; riprenderanno la produzione il prossimo 9 marzo, per poi fermarsi nuovamente il 13. La cassa integrazione proseguirà fino al 20 aprile.

ildenaro.it

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

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"Vogliamo spiegare - dice Pirozzi - i motivi delle nostre proteste ai tifosi del Napoli (che domenica riceve la Lazio, Ndr) , ai quali chiedermo di unirsi a noi"

cosa gia' vista, incroci di interessi e connivenze poco chiare..

Marchionne, quindi, si decidesse ad assegnarci una nuova missione produttiva e noi sicuramente faremo bella figura sul mercato come abbiamo sempre fatto".

cazzo hanno fatto negli ultimi 15 anni?

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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esatto.. comunque gli ultras napoli e l'ala dura dei pomiglianesi hanno collegamenti.

Putroppo un falange degli ultras del napoli e' molto politicizzata e, per esperienza personale, non precisamente docile...

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Tifosi + manifestanti = guerriglia tipo discariche?

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Qualche tempo fa in trasferta a torino sono stati fanculizzati perfino dai tifosi regolari napoletani perche' piantavano casino anche con loro. Credo che il tifo sia solo una scusa. Si parla addirittura di qualche infiltrazione camorristica tra questi gentiluomini.. spero non sia vero

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Qualche tempo fa in trasferta a torino sono stati fanculizzati perfino dai tifosi regolari napoletani perche' piantavano casino anche con loro. Credo che il tifo sia solo una scusa. Si parla addirittura di qualche infiltrazione camorristica tra questi gentiluomini.. spero non sia vero

E' verissimo invece, purtroppo.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Come a mirafiori c'è il fior fior della curva juventina, piuttosto che torinista, come negli stabilimenti di milano c'è quella interista e milanista, gli ultrà, come sapete benissimo le curve sono anche pienissime di universitari di buonissima famiglia, di ragazzini delle superiori e di figli di papà che dopo la partita in curva vanno all'hollywood ecc...

Il problema secondo me (dopo aver visto anche Ginevra e lo stand) è che oltre a non avere un piano industriale per Pomiigliano, NON si ha un piano industriale per Alfa Romeo, una gamma di modelli arraffazzonati e per l'80% malriuisciti non si vendono ne se fatti a pomigliano ne se fatti a beirut o in polonia....

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