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Moggi,io vittima degli Agnelli


Guest DESMO16

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A tutto campo/ Luciano Moggi ad Affari: "Le intercettazioni? Chiacchiere da bar". I giudizi dell'ex dg su Juve, Inter, Roma, Guido Rossi, Abete, Matarrese, Melandri, Donadoni, Calciopoli...

La voce è sempre la stessa, semmai è il numero dei telefonini che è cambiato: dai tre cellulari e le oltre 400 chiamate al giorno ad un solo numero "solo perché non ho fatto in tempo a passare in Svizzera a prendere le schede, è una battuta naturalmente...". Luciano Moggi, sereno, sorridente, ci riceve a Milano per parlare di calcio, dell'anno 2007, di quello che come ricorda l'ex direttore generale della Juventus "è stato il mio mondo per oltre 40 anni", delle ultime intercettazioni. In una parola 'Calciopoli bis'.

Luciano Moggi, dal maggio 2006 sono passati più di 18 mesi. Che sensazione fa vedere il suo nome ancora sulle prime pagine dei giornali per altre intercettazioni?

"Guardi, sono chiacchiere da bar che si fanno solitamente anche tra i dirigenti di calcio. Credo davvero che non ci sia ombra di reato. Vengono diffuse però con uno scopo, come per dire: guardate che cosa facevano. Loro così credevano di far presa. Chi ha letto risponde come rispondo io: non facevano niente".

Non la vedo sorpreso.

"E' un'ondata per riproporre la prima. Altrimenti si rischiava che fosse svanita. Però preciso subito una cosa: non mi riferisco ai magistrati, ma ad una parte della stampa che ha recitato un ruolo inteso a far male proprio alle persone".

Vede un 'disegno' dietro le nuove pubblicazioni?

"Il termine persecuzione è più appropriato".

In questi mesi si è detto: Calciopoli è stata la rovina del nostro calcio.

"(Pausa) Prendo spunto da quello che hanno detto alcune persone, e vorrei citare Guido Rossi quando è stato esautorato. Beh, l'ex commissario straordinario dichiarò testuale: 'mi avevano detto che facendo fuori i dirigenti della Juventus sarebbe cambiato il calcio invece il calcio non è cambiato e chi comanda vuole continuare a comandare'".

Guido Rossi era arrivato in Figc con uno scopo preciso, cercare di sanare il calcio italiano.

"Era arrivato ed aveva uno scopo. Ma vorrei citare anche altre parole per me significative, quelle del Pm di Napoli Narducci in una intervista alla Gazzetta dello Sport. In pratica il magistrato sostiene una tesi: 'sarebbe meglio non andare alle partite, ma è poi la passione che alla fine ti convince. Nel calcio, però, non è cambiato nulla'. Le dice niente questa dichiarazione?".

Prova amarezza per queste parole?

"No, magari possono giustificare una realtà: le mele marce non erano quelle che sono state indicate: Moggi-Giraudo. Credo che tutto quello che è successo sia stato più un'azione dimostrativa. Vorrei però anche ricordare che finora nessuno ci ha condannato e al processo sportivo non sono stati rinvenuti illeciti (se non la violazione dell'articolo 1); questa - mi passi il termine - 'crocifissione persecutoria' vuole dare l'idea che il calcio sia cambiato ma non è così".

A bocce ferme, riavvolgendo il nastro degli ultimi mesi, proviamo a dare un giudizio sull'operato dei vertici del calcio?

"Proviamo. Ma le anticipo subito...".

Prego.

"Cito ancora Guido Rossi e il Pm Narducci: il calcio non vuole cambiare e chi comandava vuole continuare a comandare".

Cominciamo dalla presidenza della Figc. Ad inizio aprile è arrivato Abete...

"Sì, la nuova presidenza, però, la conosco poco e non mi interessa nemmeno. Comunque le dico una cosa con estrema sincerità: se il calcio è questo... lo lascio volentieri agli altri. Ho cercato di dare al calcio e alle società che rappresentavo tutto me stesso ma evidentemente non è stato sufficiente. E vorrei anche aggiungere...".

Dica.

"Noi dirigenti della Juventus siamo stati vittime di lotte intestine... Ora faccio il giornalista, mi diverto e sono passato da essere criticato a criticare".

Gioco della torre. Chi butta giù tra Pancalli e Guido Rossi?

"Nessuno dei due, hanno buttato giù me (ride ndr) e ora vedremo come si svilupperanno le cose. Guardi ho anche apprezzato le ultime dichiarazioni di Guido Rossi perché ha riconosciuto di essersi sbagliato dando giudizi su

alcune persone. Anche se l'ha fatto quando ormai era stato fatto fuori".

Un nome, un'associazione di idee. D'accordo?

"Dica".

Abete.

"(Pausa) vicepresidente della Figc da una vita...".

Matarrese.

"E' cambiato il calcio? Ricordo il cavallo di Gaucci solo per fare un esempio".

Il ministro dello sport Giovanna Melandri, criticata anche per le tragedie Raciti, Sandri.

"Ha avuto anche sfortuna perché ha dovuto fronteggiare realtà bruttissime come quello che è successo a Catania e non per colpe sue. Ha avuto, però, anche momenti felici: la vittoria ai campionati del mondo in Germania è stata una fortuna, è capitata nel momento giusto; viceversa chi aveva contribuito a quel trionfo ha dovuto guardare la partita in tv".

Le intercettazioni.

"Le ultime vorrebbero impedirmi di parlare: ma sono quarant'anni che sto nel calcio, conosco tutti, nessuno mi può impedire di parlare di calcio con chi mi chiede qualcosa. Non approvo il modo di come sono state pubblicate. Magari questa situazione può far comodo ad alcune società che ora agiscono in tranquillità, che possono, senza concorrenza, diventare grandi come la mia Juventus".

Si riferisce all'Inter?

"L'Inter, il Milan squadre che avranno dei vantaggi mentre la Juventus non sarà più quella di prima".

Fatto sta che qualcuno ha già ribattezzato le nuove intercettazioni come Calciopoli bis. Le leggo alcuni commenti dei dirigenti alla riunione di Lega.

"Prego".

Cairo: "ho risposto a Moggi per cortesia".

"Non è andata proprio così. Mi ha chiamato lui perché avevo scritto un articolo all'inizio del campionato nel quale criticavo la sua campagna acquisti esprimendo dubbi sulla forza della formazione. E' stato il presidente del Torino a tenermi un'ora al telefono. D'altra parte quello che avevo scritto sulle criticità del Torino si sta, purtroppo per Cairo, verificando ed io, che adesso faccio il giornalista-opinionista, non vedo perché non dovrei evidenziarlo".

Al presidente del Torino ha consigliato anche di non prendere Antonelli, attuale amministratore delegato.

"Le cose su Antonelli l'ho dette, ma si è trattato di un giudizio mio, personale. Era procuratore di giocatori e procuratore è rimasto".

Il presidente del Livorno Spinelli: "Se hai fiducia in qualcuno chiedi consigli"

"E' normale. Spinelli credo abbia detto una cosa che non lede né gli interessi suoi, nè quelli del calcio e non porta alcun ventaggio a me. L'amicizia e la stima sono parole che pochi conoscono, evidentemente Spinelli e Zamparini non sono tra quelli...".

Il presidente della Figc Abete: "Dalle intercettazioni ho scoperto un figlio che non ho"

"Vede, per Abete le intercettazioni valgono in senso contrario a quelle che valgono per me? Sa quante cose ho scoperto tramite le intercettazioni... parenti... da tutte le parti".

Ma possibile che il numero di Abete non ce l'avesse? Si è letto così...

"Certo che ce l'avevo, ci siamo sentiti più volte anche per scambiarci gli auguri di Pasqua. Avevo però cambiato il telefonino e quindi perduto il suo numero".

Tavecchio?

"Tavecchio è un caso particolare che difficilmente si può capire. In tempi passati ma recenti ha consumato le scarpe... (?) per venire a Torino a colloquiare con Giraudo, che era consigliere della Federazione, e anche con il sottoscritto. Parlava non certamente un linguaggio benevolo nei confronti di chi attualmente ha vicino. Punghellini era il suo cocco. Stranamente è cambiato tutto. Chissà perché? Conoscete il gioco delle tre carte?".

Il presidente di Lega Matarrese: "Basta fango su di noi, adesso non abbassiamo più la testa e guardiano tutti negli occhi"

"Lui fa fatica però... Se abbassa la testa è già piccolo poi cade per terra... (ride, ndr). Vorrei ricordare a Matarrese quando dice che 'chi ha sbagliato deve pagare' che il processo non è ancora avvenuto. Conosce evidentemente poco i diritti dell'uomo nonostante la lunga militanza in Parlamento, oppure li conosce quando fa comodo a lui. La presunzione di innocenza, probabilmente, non è una cosa che lui conosce molto bene. E poi con la storia del cavallo di Gaucci... beh non può andare a testa alta, mezza alta".

Il presidente del Coni Petrucci: Calciopoli ferita aperta ma Figc sta lavorando bene.

"Lasciamo perdere, non commento".

Hanno fatto molto clamore anche i dialoghi con l'attuale direttore sportivo della Juventus Alessio Secco. A Torino qualcuno mormora che Luciano Moggi sia ancora nei sotterranei della Vecchia Signora...

"Non ho bisogno di andare nei sotterranei della Juve perché di calcio non mi sono mai interessato e parlo di calcio in senso di formazione di squadra. Mi hanno chiesto a volte dei pareri ma non la Juventus né Secco. E d'altra parte gli acquisti della Juve lo confermano... non avrei preso né Almiron, né Thiago, né Andrade, né Boumsong. Poi sicuramente Ibrahimovic non sarebbe all'Inter, Mutu alla Fiorentina".

Nessun intervento quindi. La Juventus del 'cosiddetto' nuovo corso ha sempre preso le distanze da lei.

"C'è un motivo, non poteva essere diversamente".

Nell'ultimo cda della Juventus si è parlato però dei rapporti Moggi-Secco.

"Guardi, credo che il mercato della Juventus lo abbia fatto l'allenatore con i dirigenti e quindi anche con Secco ma credo che Secco non abbia l'ultima parola. E' un bravo ragazzo molto intelligente e se mi telefona e mi dice:devo parlarle, io lo ascolto. Ci siamo sentiti per gli auguri di Pasqua e quando è morto mio padre, credo che non sia un delitto. Secco è solo da ammirare e non lo voglio danneggiare".

Nel suo libro rivela a proposito dell'incontro con Berlusconi del settembre 2005: in passato mi avevano proposto di scendere in politica.

"Sì, è vero: me lo hanno chiesto in diversi ma credo che ognuno debba fare il suo mestiere".

Ha anche scritto: da mesi e mesi non vado più allo stadio. Non le piacerebbe tornare?

"Non ho voglia di andarci e non ne sento proprio la mancanza".

Qualche settimana fa ha dichiarato: mi piacerebbe andare al Milan. E' il suo sogno?

"Non ho detto proprio così. Ho solo detto che prima dovrei risolvere i miei problemi ma adesso non ne voglio proprio parlare. A questo punto potrei decidere di fare un altro mestiere, quello del giornalista-opinionista".

Bilancio del 2007. Cominciamo dal Milan: Champions, Supercoppa europea e mondiale per club. Merito più del presidente Berlusconi o di Ancelotti?

"Sono due cose diverse. L'allenatore coordina un gruppo e cerca di farlo lavorare per gli obiettivi che ha. La dirigenza ha la responsabilità di visionare e osservare come si svolge il lavoro complessivo, anche quello del tecnico.

Credo che tutti abbiano avuto un merito: sia Ancelotti, sia il gruppo, sia Galliani e Braida con Berlusconi. Una squadra è tanto più forte quando ha alle spalle una società che dà tranquillità e sicurezza ai giocatori".

E' questo uno dei segreti per arrivare al successo?

"Nel calcio - è tipico nell'atleta - la tranquillità può portare a raggiungere traguardi inaspettati. E il Milan credo che abbia amministrato molto bene il parco giocatori che ha".

Che cosa l'ha impressionata?

"Penso che il Milan abbia raccolto molto di più di quello che il parco giocatori poteva dare, vuoi per l'età, vuoi per altri aspetti (infortuni, mancanza di Ronaldo) che possono influire negativamente. Credo che abbia raccolto questi successi proprio per la bravura dei dirigenti e dell'allenatore e di quei giocatori di classe internazionale, dalla grande esperienza e 'tagliati' per le imprese internazionali. Un fatto un po' atipico. Una squadra di calcio quando è forte lo è sia dentro che fuori i confini nazionali. Il Milan ha invece dimostrato il contrario".

Si è parlato di un Dna europeo..

"Non solo europeo perché si parla anche di mondiale per club. D'altra parte la dimostrazione che ha dato il Milan a Yokohama penso non ci sia bisogno nemmeno bisogno di commentarla".

Un voto all'anno del Milan? Ancelotti lo ha definito 'fantastico'

"Darei senza dubbi 10 anche perché se è vero che in campionato hanno stentato e stentano, hanno tre partite da recuperare (che sono potenzialmente nove punti) ma l'Inter ritengo che faccia il vuoto come ho detto all'inizio del campionato, quando pronosticai lo scudetto con 20 punti di vantaggio e sono sempre dello stesso parere. Ovviamente ritengo che il Milan sulle ali del successo di Yokohama potrà fare molto bene e riprendersi un posto in classifica consono alla sua immagine".

Passiamo all'Inter. La serata di Valencia è stata la pecca dell'anno. E' d'accordo?

"Valencia era una cosa ora c'è un'altra realtà. L'Inter è cresciuta, ha un giocatore che quando non c'è si sente, Ibrahimovic, che dà spettacolo e la possibilità ai compagni di segnare sfruttando i varchi che crea. E' un

condottiero, uno che accorcia e allunga la squadra a seconda di quello che succede in campo e tiene impegnata costantemente la difesa avversaria".

Ibrahimovic il valore aggiunto dell'Inter.

"Basta vedere le immagini delle partite: dietro a Ibrahimovic ci sono sempre due o tre giocatori e di conseguenza i compagni possono entrare in quei varchi. Credo che l'Inter abbia anche la possibilità di vincere la Champions. La ritengo una squadra superiore alle altre in Italia e in Europa".

I tifosi nerazzurri dicono che senza Moggi è cambiato tutto.

"Il problema fondamentale dell'Inter era quello di collezionare giocatori senza guardare alla capacità organizzativa della squadra. Ora gli acquisti sono stati

mirati, non so se per fortuna o perché capitati per caso. Fatto sta che adesso l'Inter è diventata la Juventus di qualche anno fa. Una squadra forte, potente e spettacolare proprio grazie a Ibrahimovic".

Un voto all'anno del club di Moratti?

"Sicuramente 9 per quello che sta facendo; dopo l'aspettiamo in Europa ma sono sicuro che farà bene".

Veniamo alla Juventus. Ranieri è stato accolto tra lo scetticismo.

"Per chi non conosce Ranieri. E' un discorso che fa chi non conosce l'allenatore e il calcio. Credo che Ranieri fosse la persona più adatta per il momento che stava vivendo la Juventus. Era una Juve che stava

arrivando in serie A e non aveva le credenziali giuste per dimostrarsi 'Juventus'".

Qual è stato il merito più grande del tecnico bianconero?

"Ha saputo unire il gruppo formato dallo zoccolo duro che poi alla fine ha fatto e fa vincere le partite: Trezeguet segna, Buffon para, Pavel Nedved può segnare, stesso discorso per Del Piero, Camoranesi è un elemento

indispensabile. A questo dobbiamo aggiungere anche il Dna della Juventus, abituata a combattere dal primo all'ultimo minuto, mentre altri combattono solo con la lingua...".

Hanno steccato i nuovi acquisti.

"La Juventus non ha avuto fortuna. I nuovi acquisti hanno complessivamente fallito, mentre, però, si sono evidenziate le qualità atletiche e tecniche di Legrottaglie e Chiellini che dovevano essere

venduti, sono rimasti e sono risultati i rinforzi, effettivi, della difesa, compreso il giovane Nocerino".

Secondo lei perché Thiago e Almiron non hanno saputo dare un valido contributo?

"Intanto Thiago e Almiron hanno praticamente lo stesso ruolo. Sono dei giocatori discreti, possono passare dalla panchina alla prima squadra ma non possono certamente partire in una squadra che ha ambizioni particolari. Il fatto di sbagliare giocatori capita. Andrade era un altro anche se si è infortunato: non sono insomma da 'Juve'".

Un voto ai bianconeri?

"Per quello che stanno facendo 10. Ho sempre avuto molta fiducia nei giocatori che ho lasciato, sempre campioni del mondo".

La Roma sembra recitare invece il ruolo di eterna inseguitrice.

"La Roma è una squadra particolare: ha un insieme di giovani di classe immensa che, come tutti i giovani, hanno però alti e bassi. Un Totti che dà sempre fiducia e autostima alla squadra anche se nelle partite più importanti rende meno di quello che dovrebbe. Credo però che alla Roma manchi un giocatore in particolare".

Quale?

"Se i giallorossi al posto di prendere due giocatori avessero preso uno tra Toni e Ibrahimovic, che portano scompiglio in area di rigore e non invadono staticamente solo una zona del campo, la Roma avrebbe fatto lo stesso cammino dell'Inter anche perché è superiore in dinamica ai nerazzurri e si

avvicina a loro come qualità tecniche: in una parola gli manca il trascinatore. Sono sicuro, tra l'altro, che Totti avrebbe fatto e farebbe molto di più se avesse davanti un tipo come Ibrahimovic o Toni".

Anche Ibrahimovic agli inizi era stato accolto con scetticismo.

"Quando sono andato a vedere Ibrahimovic, prendendolo, tutti mi dicevano che era un giocatore che non segnava. A parte il fatto che ero stato sempre di un parere diverso: (non ho mai visto nessuno calciare da 30 metri come

Ibrahimovic). Ibra l'ho sempre visto sia come goleador sia come uomo che creava gli spazi necessari impegnando la difesa avversaria costantemente. Al primo anno della Juve infatti segnò 16 gol e Trezeguet divenne capocannoniere del campionato. Adesso nell'Inter Cruz ha segnato già 9 gol anche giocando a volte spezzoni di partite. Vi dice niente questo particolare?"

Dopo Kakà, pallone d'oro, c'è Ibrahimovic?

"Non so se dopo Kakà c'è Ibrahimovic o prima del brasiliano. Se diciamo che sono alla pari già facciamo un favore al giocatore del Milan".

Capitolo nazionali. Donadoni è stato molto criticato ma alla fine ha centrato la qualificazione a Euro 2008.

"Lo confesso: ero uno dei primi che ha criticato questa scelta però quando si sbaglia è giusto poi riconoscerlo. Intanto ho visto un uomo refrattario a tutte le cose brutte che i media avevano diffuso su un suo possibile avvicendamento in panchina. Questo credo sia stato importante, anche perché resistere in un ambiente difficile come quello della nazionale non è semplice. C'è una cosa

che mi impressiona...."

Prego.

"Quando la nazionale segna un gol i giocatori si ricordano sempre di Donadoni. E lo si vede anche nelle interviste. Una cosa positiva per il ct, da buon amministratore del gruppo. Anche perché l'allenatore della nazionale è atipico, si chiama allenatore per modo di dire, si potrebbe definire selezionatore, che deve capire chi può essere a disposizione. Donadoni evidentemente essendo stato giocatore sa che i calciatori vanno sentiti, va data a loro la giusta importanza".

Cosa non le convinceva di Donadoni?

"La mancanza di pedigree internazionale. In pratica l'esperienza".

Capello di esperienza ne ha da vendere. Ora è il ct

dell'Inghilterra.

"Mi auguro che l'Italia non abbia qualche scontro decisivo con lui. Capello è un vincente e saprà trasferire la sua mentalità anche ai giocatori inglesi nonostante alcune loro bravate".

Moggi lo avrebbe visto meglio alla guida della nostra

nazionale?

"Adesso parlare della Nazionale italiana non è neppure giusto perché Donadoni sta facendo bene: c'è da dire che Capello sta bene in qualsiasi squadra".

Milan sul tetto d'Europa, campioni del mondo in carica. Si aspettava quest'anno per il calcio italiano?

"L'anno è stato più che positivo. Non dimentichiamo che il Milan ha vinto anche il mondiale per club e la nazionale si è qualificata agli Europei. Meglio di così non si poteva. Mi aspettavo soprattutto l'esplosione dei giocatori di qualità che abbiamo".

L'anno 2007 di Moggi? E' uscito un libro, si è aperto il processo per Calciopoli, le nuove intercettazioni...

"Un po' carente sicuramente il mio lavoro ha dato più risultati agli altri che a me stesso. Infatti i frutti se li godono in tanti meno io. Ripenso alla squadra campione del mondo: nella finale di Berlino c'erano 9 giocatori più Lippi, i fisioterapisti...

Rimpianti...

"Credo di aver dimostrato che il lavoro fatto fosse di ottima qualità. E' vero che non c'è stato un ringraziamento, tutto il contrario ma la vita bisogna penderla per quello che è. D'altra parte mi è capitato un ciclone probabilmente perché abbiamo lavorato troppo bene alla Juventus non avendo mai chiesto soldi agli azionisti, mentre altre società spendevano all'impazzata e i risultati erano sempre stati carenti. Se avessimo fatto peggio probabilmente la storia sarebbe stata un'altra".

Domanda da direttore sportivo: al Milan serve Ronaldinho?

"In una società che ha già Pato e Kakà, Ronaldinho non ci sta, e abbiamo fatto anche la rima (ride, ndr)".

Per finire: la sorpresa dell'anno 2007?

"Le dichiarazioni di Abete e Matarrese sulle intercettazioni... (ride)

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