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Emergenza rifiuti a Napoli


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Inviato

Col permesso dei moderatori, vorrei chiedere se è possibile aprire una nuova discussione sull'emergenza rifiuti a Napoli.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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I più attivi nella discussione

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Inviato
Per me va bene parlarne...purchè non si cominci a spalare merda a destra e sinistra per non parlare di Napoli e i riifiuti.

allora puoi chiudere:mrgreen:........scherzo ma ne stiamo parlando già nell'altro topic

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Inviato

Ok, allora riporto l'aggiornamento sulla situazione:

Tre i feriti leggeri. Il Genio militare interviene a Caserta

Rifiuti, scontri a Pianura

Tensione altissima, lanciati sassi contro gli agenti. Nella notte cassonetti ribaltati nel centro di Napoli

0JU8ORJA--180x140.jpgCorteo anti-discarica a Pianura (Ansa)NAPOLI - Mentre i soldati del Genio militare iniziavano alle prime ore dell'alba la raccolta dei rifiuti su ordine del governo, le forze dell'ordine hanno sfondato il primo blocco stradale a Pianura, dove un centinaio di manifestanti del presidio anti-discarica ostruiva la circolazione. Agenti della polizia e carabinieri hanno aperto la strada ai 30 camion del Commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania, ma questi non sono arrivati in quanto sono stati fatti tornare indietro. Era questa una delle condizioni della trattativa tra forze dell'ordine e manifestanti, una mediazione che i presidianti non hanno accettato perché non hanno voluto sgomberare la strada. Durante la carica sono stati lanciati sassi contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con decisione. Un uomo che era salito su una pala meccanica è stato preso a manganellate. Tre in tutto i feriti leggeri. All'ingresso dell'area della discarica la tensione è altissima. I manifestanti hanno cosparso di olio alcuni tratti di strada e hanno rinforzato le barriere preparate nel corso della notte.

SCUOLE DESERTE - Le forze dell'ordine presidiano gli ingressi delle scuole a Pianura, ma gli alunni non sono arrivati perché i genitori li hanno tenuti a casa per il timore di scontri. Durante la notte, davanti agli ingressi degli edifici scolastici sono stati rovesciati cassonetti dei rifiuti. La dirigente scolastica del 72mo circolo didattico ha spiegato che anche molti insegnanti non sono riusciti a raggiungere il quartiere, completamente isolato, e sono presenti a scuola solo i docenti residenti a Pianura.

CASSONETTI RIBALTATI - In tutta Napoli alcuni ragazzini in motorino nella notte hanno ribaltato i cassonetti dei rifiuti, trascinandoli al centro delle strade per tentare di ostruire la circolazione. Sino a oggi questi episodi erano avvenuti prevalentemente a Pianura e nelle zone di periferia più provate dall'emergenza, ma lunedì sono accaduti anche nelle arterie principali e centrali del capoluogo campano. Le forze dell'ordine segnalano cassonetti ribaltati in corso Umberto, in via Giordano, in via Santacroce e in corso Vittorio Emanuele.

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RACCOLTA - Il Genio militare ha cominciato la raccolta straordinaria dei rifiuti a Caserta. L'operazione era stata annunciata domenica sera in seguito alla promessa del premier Romano Prodi, che ha garantito l'apertura delle scuole nelle province più colpite dall'emergenza. Nel comune di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, si procede invece alla raccolta dei rifiuti con mezzi ordinari. «Il Genio è sicuramente una misura, anche se è ovvio che occorre ben altro per risolvere alla radice un problema del genere», ha detto l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, in un'intervista al Messaggero.

07 gennaio 2008

E guardate qui:

Il caso e la tv araba

Cassonetti su Al Jazeera. L'Italia in mondovisione è roba da terzo mondo

L'emergenza rifiuti a Napoli finisce sulle televisioni di tutto il pianeta

Eravamo campioni di tv spazzatura, adesso solo di spazzatura. Un bel biglietto da visita! Le immagini dell'Italia che i telegiornali di tutto il mondo stanno mandando in onda riguardano la rivolta contro la riapertura della discarica di Pianura. Si vedono roghi, montagne di immondizia per le strade di Napoli, cariche di polizia e sassaiole, ambulanze, un autobus in fuoco. Persino Al Jazeera, versione inglese, ci ha trattato come meritiamo.

Il bello (il brutto) è che le immagini di Napoli erano accostate, per uno strano destino, a disastri naturali, a inondazioni, ai grandi slum di Nairobi, le baraccopoli sorte sulle montagne di rifiuti. Dobbiamo rassegnarci: nella rappresentazione giornalistica internazionale rischiamo di apparire come un Paese del «terzo mondo», ammesso che questa definizione abbia ancora senso, un Paese che si fa sommergere e opprimere dai rifiuti, un Paese che un tempo dettava stili di vita e che ora naviga nell'immondizia.

Al Jazeera è la tv satellitare pan-araba che trasmette 24 ore su 24, come la Cnn. La sua sede è a Doha, capitale del piccolo emirato del Qatar; qualche anno fa è diventata all'improvviso famosa per aver trasmesso l'appello di Osama Bin Laden alla «guerra santa» contro gli Usa. Adesso possiede una rete in inglese: significa che è importante non solo per i Paesi arabi. E noi su Al Jazeera, come su altre all news, ci siamo finiti per la nostra incapacità di risolvere un problema vitale come quello del pattume: «Naples residents riot over rubbish», è rivolta a Napoli per i rifiuti. Sul sito di Al Jazeera, in coda alla descrizione della guerriglia, sono riportate sia le preoccupazioni del presidente Giorgio Napolitano che quelle di Romano Prodi: «Everybody's watching us, and I don't want Italy to give off this negative image». È proprio così: tutti ci vedono, persino nei Paesi arabi, e l'immagine che l'Italia offre di sé è negativa. Ed è la cosa più triste, infelice, dannosa che potessimo fare: fornire lo qualche spettacolo avvilente di un Paese che non è più in grado di smaltire i suoi rifiuti. A corredo della notizia, Al Jazeera propone la connessione con due vecchie vicende riguardanti mafia e camorra. Bingo! In questi anni, qualche bello spirito ha pensato che tutti i problemi potessero essere risolti in termini d'immagine, di apparenza, di moda.

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Sottovalutando un po' il reale. Che ogni tanto scuote il corpaccione e si prende le sue rivincite. Così, all'immagine che vorremmo dare di noi, si sostituisce l'immagine che gli altri hanno di noi.

Tempo fa, descrivendo Rai International sottolineavo l'aria di provincia e di mestizia che spira da quel canale. Rai International è l'immagine della Rai all'estero ma soprattutto è l'immagine globale del nostro Paese perché è l'unico canale di cui disponiamo nel mondo. Non siamo nemmeno in grado di sottotitolare in inglese il Tg1. Temo però che la situazione sia ancora più grave: la modestia della nostra tv riproduce bene l'emergenza attuale del nostro Paese. L'emergenza spazzatura, appunto.

Aldo Grasso

07 gennaio 2008

Fonte: corriere.it

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Inviato

Come dice giustamente Rick, ci si limiti a parlare dell'emergenza , ed al limite di come e' gestita senza indagare di colpe risalenti ad attila, Napoleone ( quello vero...:) ) o Pio IX.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Inviato
allora puoi chiudere:mrgreen:........scherzo ma ne stiamo parlando già nell'altro topic

Perchè l'altro topic era stato riaperto? Scusate, non me ne ero accorto.

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allora puoi chiudere:mrgreen:........scherzo ma ne stiamo parlando già nell'altro topic

L'altro topic è stato chiuso dai mods e lo trovo corretto.

Cogliamo l'occasione per un reset ;) lasciamo fuori le rivoluzioni francese,i Tanzi o gli omicidi di Bergamo che non centrano una mazza con Napoli ;)

 

花は桜木人は武士

Inviato
L'altro topic è statto chiuso dai mods e lo trovo corretto.

Cogliamo l'occasione per un reset ;) lasciamo fuori le rivoluzioni francese,i Tanzi o gli omicidi di Bergamo che non centrano una mazza con Napoli ;)

chiuso?........nn lo sapevo mica:roll:

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Inviato

IL CASO BASSOLINO

Il Pd e quel feudo inviolabile

Il fatto è che, per il centrosinistra, la Campania è diventata un elemento di grave disturbo

Di fronte a una città sommersa dai rifiuti, era prevedibile che partisse la caccia alle responsabilità politiche. E che l'attenzione si concentrasse su chi, nell'ultimo quindicennio, ha ricoperto le cariche di sindaco di Napoli, presidente della Campania e commissario per la gestione dei rifiuti.

Di Antonio Bassolino oggi sono in molti a chiedere le dimissioni, dalla grande stampa all'intero centrodestra. Nella consapevolezza che si tratti di un nodo di estrema importanza, pratica e simbolica. E tuttavia rimane una buona metà del quadro politico che, sulle sorti del leader, ha scelto il silenzio. Inutile dire, assordante.

Non ha ritenuto di proferire parola, eccezion fatta per il battitore libero Antonio Di Pietro, l'intero governo. Non il ministro Amato, che pure ha da sbrogliare la matassa di un ordine pubblico diventato, nel Napoletano, pura finzione. Non quel Pecoraro Scanio che per mestiere dovrebbe dannarsi l'anima a fronte di una crisi ambientale ormai degenerata sul piano epidemiologico. Non lo stesso Prodi, il quale dichiara di voler mettere sotto tutela l'ingovernabile Campania (mostrando quanto poco ne ritenga affidabile l'amministrazione) ma evita di pronunciarsi sul punto strategico della sua leadership.

Altrettanto reticenti, d'altronde, sono i capi di quel Partito Democratico a cui pure appartiene il governatore. Rispettosamente nominato, pochi mesi orsono, tra i quarantacinque saggi del comitato promotore. In questi giorni, con le prime pagine della stampa nazionale e internazionale occupate dalla guerra dell'immondizia, Walter Veltroni e Massimo D'Alema hanno continuato ad incrociare le lame sulle ipotesi di riforma elettorale. Ignorando le sorti di un pezzo da novanta del loro Pd.

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Il fatto è che, per il centrosinistra, la Campania non è più soltanto un grande serbatoio di voti, la regione che ha portato Prodi a Palazzo Chigi e che promette a Veltroni un robusto appoggio sulla strada del partito senza tessere. È diventata un elemento di grave disturbo, un luogo dove si rischia di perdere faccia e consensi. E l'imbarazzo dei Democratici, già alle prese con un quadro nazionale pieno di insidie, diventa paralisi. Significativamente, nei mesi scorsi, a ipotizzare le dimissioni del governatore della Campania erano state personalità non irregimentate come Sergio Chiamparino e Massimo Cacciari.

Il caso Bassolino, d'altronde, non è che l'ultima conferma di quanto fragile sia diventato, in Italia, il rapporto fra centro e periferia. Nella Prima Repubblica, tra Palazzo Chigi e le amministrazioni regionali e comunali i legami erano intensi: un flusso di decisioni concordate, di pratiche amministrative, di risorse finanziarie. E per quei politici che facevano la spola tra Roma e le periferie, fu usata la categoria antropologica di brokers, mediatori. Allora peraltro erano i partiti, con la loro organizzazione disseminata sul territorio ma verticistica, a garantire una omogeneità ideale e operativa tra centro e periferie.

Molte cose sono cambiate, dagli anni Novanta. Il centro politico — il governo del Paese — assomiglia sempre più a quei sovrani del Sacro Romano Impero che governavano grandi territori ma con scarsi poteri, mentre le periferie ricordano il sistema dei feudi medievali, indisciplinati, spesso inaffidabili, eppure, per il sovrano, indispensabile serbatoio di uomini armati. Il feudo bassoliniano è stato sempre fedele al centrosinistra e ai governi amici, ma ha giocato a tutto campo sul proprio territorio. Forte delle sue reti politico- amministrative e ricco, grazie ai fondi europei, di grandi risorse economiche. Ripudiarlo, sia pure nella catastrofe, è evidentemente difficile. Ma le reticenze del governo e dell'Unione non fanno altro che segnalare il carattere acefalo e frammentato che sta assumendo, in Italia, la decisione politica.

Paolo Macry

corriere.it

Credo che questo articolo sia pienamente condivisibile, ed equilibrato nelle conclusioni, oltre che attinente all'argomento trattato, per questo l'ho postato.

Io ho sempre pensato che l'istituto delle regioni così come si è sviluppato negli ultimi anni sia stato un danno per il Sud; il federalismo va bene per la Lombardia o il Veneto, ma per la Campania il centralismo sarebbe necessario.

Fonte: corriere.it

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