Tutto sull'aviazione civile

[Dodicicilindri]

Chissà che paura avranno avuto i passeggeri seduti sul lato sx dell'aereo. Ad ogni modo, ancora una volta bisogna complimentarsi con la bravura dei piloti.

[victormola]

Chissà che paura avranno avuto i passeggeri seduti sul lato sx dell'aereo. Ad ogni modo, ancora una volta bisogna complimentarsi con la bravura dei piloti.

A quindi sono atterrati sani e salvi?!

[Dodicicilindri]

A quindi sono atterrati sani e salvi?!

Sì, così sembra

[victormola]

Sì, così sembra

Sai com'è.. Il video finiva con l'aereo che ripartiva.. Un film senza finale

(per fortuna a lieto fine )

[Dodicicilindri]

In effetti quello che ha ripreso il video avrebbe potuto filmare anche il secondo atterraggio (o magari l'ha fatto e non l'hanno messo su internet).

Ad ogni modo meno male che è finita bene, se no staremmo piangendo 150 persone.

[Autodelta85]

Ad ogni modo, ancora una volta bisogna complimentarsi con la bravura dei piloti.

Esatto fa piacere come in un mondo sempre più elettronico e pioniere delle tecnologie digitali il pilota possa fare ancora una grandissima differenza.

Tanti sono gli incidenti aerei scampati per "prontezza del pilota" segno che la scuola di formazione a livello mondiale funziona e che per fortuna un cervello umano sarà sempre superiore ad una macchina

[Dodicicilindri]

Esatto fa piacere come in un mondo sempre più elettronico e pioniere delle tecnologie digitali il pilota possa fare ancora una grandissima differenza.

Tanti sono gli incidenti aerei scampati per "prontezza del pilota" segno che la scuola di formazione a livello mondiale funziona e che per fortuna un cervello umano sarà sempre superiore ad una macchina

Quoto in pieno. Se ti fai un giro sul forum di md80, vedrai che una delle dispute più frequenti lì (eh sì, ogni forum ha le sue) è quella di chi afferma che a pilotare un Airbus non ci sarebbe gusto perchè dotato di troppa elettronica di controllo e soprattutto del sidestick fly by wire invece che della tradizionale cloche dei Boeing. Ecco, quello che hai detto dovrebbe essere riportato su quel forum a chiare lettere: l'elettronica aiuta (e magari toglie anche un po' di gusto nel pilotare), ma alla fine è sempre l'uomo che fa la differenza.

[Autodelta85]

l'elettronica aiuta (e magari toglie anche un po' di gusto nel pilotare) , ma alla fine è sempre l'uomo che fa la differenza.

Coi giusti distinguo un aereo civile è giusto che abbia il top della sicurezza attiva visto le tante persone a bordo,farcire un ultraleggero di elettronica penso tolga veramente il piacere di volare (anche se ahimè non so cosa si possa provare di persona), penso che non ci sia nulla di divertente o esaltante nel guidare un 747 a pieno carico Happy, così come di certo non è esaltante guidare una Classe S come autista

[Dodicicilindri]

Concordo pienamente sul discorso della sicurezza attiva (tra l'altro io sono a favore del sidestick e degli Airbus). Per quanto riguarda il piacere del volo su un liner, ahimè non posso risponderti. Da un punto di vista razionale non ci dovrebbe essere nulla di emozionante nel pilotare un 747 o un A380 a pieno carico, eppure i piloti amano spesso così tanto il volo che anche una tale esperienza è per loro gratificante (anche senza bisogno di effettuare tonneau o virate a 9 g)

Penso infine che un atterraggio in condizioni difficili o in un aeroporto di quelli dall'orografia complicata su un bestione del genere causi comunque una bella scarica di adrenalina.

[Dodicicilindri]

Una autorevole testimonianza:

Altaquota

Aereoporti pericolosi?

di Pietro Pallini

Ostacoli a ridosso della pista, vicinanza dei monti o del mare, città. Ma non c'è da preoccuparsi: in realtà piste pericolose non esistono. Parola di pilota. I Viaggi

Ci sono aeroporti che la voce popolare definisce "pericolosi" e naturalmente viene spontaneo chiedersi: ma se un aeroporto è pericoloso, perché viene permesso di atterrarci? La risposta è che non esistono, in realtà, aeroporti pericolosi. Ci sono, è vero, aeroporti sui quali atterrare può essere più complicato che in altri: i problemi più grossi vengono dalla presenza di ostacoli a ridosso dell'area aeroportuale, che limitano le possibiltà di manovra, mentre la vicinanza di mare e monti facilita la formazione di venti vorticosi e nubi temporalesche, e la vicinanza di aree ad elevata urbanizzazione impedisce spesso l'allungamento delle piste.

Si è così costretti a porre una serie di limitazioni: dimensioni, peso e velocità degli aerei, visibilità minima richiesta, vento massimo ammesso e così via. Se si rispettano queste regole, il "pericolo" non c'è. La nostra penisola è particolarmente ricca di questi aeroporti "difficili" (basti pensare a Palermo, Genova, Firenze e Reggio Calabria, dove il sentiero di avvicinamento è addirittura curvilineo), ma ce ne sono in tutte le parti del mondo e il più famoso di tutti era il Kai Tak, il vecchio aeroporto di Hong Kong. Ora hanno letteralmente spianato un isolotto per costruirne uno più moderno e più "facile", ma chi ci è atterrato anche una sola volta (e io sono tra questi) non lo dimenticherà mai.

Seguendo la rotta di avvicinamento strumentale, si sbucava dalle nuvole basse, quasi sempre presenti in zona, e si continuava a vista puntando verso una colossale scacchiera dipinta sul fianco di una collina poi, in mezzo alle case, si cominciava a intravvedere una linea di luci sequenziali lampeggianti che improvvisamente piegava a destra e, in fondo alla fila di luci, si materializzava una specie di lungo molo che dalla terraferma irta di grattacieli si protendeva verso l'antistante isola di Hong Kong: quella era la pista, e lì, disinserito il pilota automatico, si andava ad atterrare al termine di una secca virata che iniziava a soli duecento metri di quota per concludersi un attimo prima che le ruote toccassero terra.

I passeggeri seduti ai finestrini del lato destro dell'aereo avevano l'impressione di "entrare" nei balconcini delle case sottostanti, mentre quelli seduti a sinistra si vedevano proiettati di colpo verso il cielo... E i piloti? I piloti, davanti, si divertivano: finalmente un aeroporto dove l'uomo riprendeva il sopravvento sui confortevoli, ma asfissianti, automatismi della macchina.

* Pietro Pallini è pilota di voli intercontinentali

(02 luglio 2007)

fonte: repubblica.it