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Inizio del crollo economico?


Guest DESMO16

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i coglioni in giro ci son sempre.. affaracci loro

Le banche in qualche caso però ci hanno messo del proprio

Caso Parmalat a parte...viene da chiedersi quali banche/persone/enti per prime hanno iniziato a creare questa bolla...chi ha fatto pressioni sulle banche affinchè iniziassero a regalare soldi anche a chi non dava sufficenti garanzie?

E' finito il capitalismo o è finito una specie di social-capitalismo dove tutti potevano avere accesso a tutto ?

Oggi sul giornale che ha letto Martin c'è un bell'articolo sulle ragioni profonde diquesta crisi :roll: ma NON voglio credere a quello che ho letto, o almeno non mi auguro davvero che sia in parte vero...

 

花は桜木人は武士

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Guest DESMO16
New York, 22:48

WALL STREET CROLLA A -7,33%,NASDAQ -5,47%

Nuova giornata nera a Wall Street, la settima di seguito, dove il Dow Jones ha perso oltre il 7% facendo registrare un'ennesimo crollo per il timore che le misure adottate siano insufficienti per far fronte alla crisi. In chiusura di contrattazioni il listino delle blue-chip ha perso 668 punti pari al 7,33% chiudendo a 8.579,19 punti, scendendo sotto quota 9.000 per la prima volta dall'agosto del 2003 . Esattamente un anno fa il Dow Jones aveva superato i 14.000 punti.

WALL STREET CROLLA A -7,33%,NASDAQ -5,47% | News | La Repubblica.it

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Guest DESMO16
Borsa: crollano le europee, Londra perde oltre il 10%

10 ott 09:11 Economia

MILANO - Crollano in apertura tutte le principali Borse del vecchio continente. Londra e Francoforte cedono subito addirittura il 10%. Debacle anche Parigi (-6,46%). Tra tutte le europee Piazza Affari e' stata quella che ha aperto perdendo meno (-3,57%). (Agr)

Borsa: crollano le europee, Londra perde oltre il 10% Corriere Della Sera

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E' la fine del capitalismo.

20 anni esatti dopo il crollo del comunismo

Non credo proprio. Piuttosto è la fine della speculazione basata sulle carte che girano, denaro che magicamente sembra riprodursi, e purtroppo non è così.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

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Non credo proprio. Piuttosto è la fine della speculazione basata sulle carte che girano, denaro che magicamente sembra riprodursi, e purtroppo non è così.

Finanza ed economia reale sono strettamente connesse.

Il primo pilastro sta cadendo.

Il secondo tra breve.

Ricordiamoci che la crisi del '29 inizialmente fu solo finanziaria.

Si trasferì alle imprese solo 3 anni dopo.

Quindi il peggio (oggi) deve ancora venire

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Per gli economisti interessantissimo articolo apparso sul corriere

La distruzione creatrice

Crisi finanziaria senza precedenti, Usa entreranno in una fase nuova della propria storia, nulla sarà più come prima

di BERNARD-HENRI LÉVY

Certo, siamo sull'orlo del baratro. Questa crisi finanziaria è senza precedenti. Gli Stati Uniti entreranno in una fase nuova della propria storia, dove nulla sarà più come prima: né il modo di regolazione dei mercati; né il modello consumistico che era al centro dell'etica capitalista.

E non sarà più come prima nemmeno il famoso «American dream», al cui proposito pochi sanno, in Europa, che la realizzazione più clamorosa era l'acquisto di una casa, con o senza subprime. Certo, i primi a beneficiare di questa rovina sono tutti i fanatici, talebani o altri, consapevoli che i 700 miliardi di dollari che serviranno a riacquistare alle banche i loro prodotti tossici equivalgono, più o meno, al costo della grande operazione antiterroristica che si sarebbe potuta compiere in Afghanistan o nelle zone tribali pachistane e alla quale l'America impoverita sarà costretta a rinunciare. Senza parlare dell'incertezza che, cosa perlomeno inquietante, nessun responsabile politico è capace di eliminare in maniera chiara: i famosi 700 miliardi, per esempio, corrisponderanno al riacquisto di crediti o a una partecipazione azionaria nel capitale delle istituzioni vacillanti (il che non è la stessa cosa e farebbe dello Stato federale un autentico «Stato azionista» seguendo il modello svedese o finlandese)? O saranno finanziati da prestiti? Se sì, sottoscritti da chi? Siamo così sicuri che il contratto di fiducia che regge i rapporti degli Stati Uniti con il resto del mondo resti sufficientemente solido perché i fondi sovrani indiani, cinesi o del Qatar si precipitino su un nuovo titolo che avrà come inconveniente, fra l'altro, di svalutare quello che già detengono?

Insomma, per queste ragioni e altre ancora, è giusto dire che viviamo un evento colossale, forse inaugurale, di cui siamo lungi dal vedere tutte le conseguenze: l'inizio di una nuova era; una sorta di anno zero del capitalismo nuovo; l'equivalente, per il capitalismo, fatte le debite proporzioni, di quello che fu per il comunismo il crollo del Muro di Berlino. Resta il fatto che l'evento ha avuto anche un altro aspetto, sul quale trovo sia un peccato che i commentatori, europei in particolare, non insistano maggiormente. La rapidità di reazione, prima di tutto, che la cacofonia di queste ultime ore non smentisce. Il pragmatismo, cioè il coraggio di alti funzionari che, come il segretario al Tesoro Harry Paulson jr., per tutta la vita hanno creduto al capitalismo deregolato, l'hanno considerato vangelo e, in una notte, si sono convertiti ai principi dell'economia diretta dallo Stato.

Il vigore del dibattito democratico che è seguito, che ha visto senatori e congressmen rifiutare di lasciarsi ingannare e, ancor meno, di cedere al panico o al ricatto e imporre al potere esecutivo un certo numero di emendamenti la cui lista sembra non sia chiusa: uno scaglionamento del versamento dei 700 miliardi secondo un calendario debitamente controllato dalle Camere; un codicillo che dà al popolo sovrano un potere di controllo sulla remunerazione di dirigenti che hanno portato le loro imprese al naufragio e che, d'ora in poi, non hanno altri diritti se non quello di raddrizzare il timone; misure aggiuntive in favore dei nuovi senza tetto espulsi dalle proprie case o dei piccoli imprenditori strangolati dal rarefarsi del credito. Per quanto riguarda la storia dei fondi sovrani, in particolare di quelli cinesi, ci sono due possibili interpretazioni: la caduta finale di un «impero» riacquistato come rottame dall'incarnazione stessa di quello che lo nega; oppure un'astuzia della Storia che consente di legare come mai prima il dispotismo asiatico cinese al suo grande avversario storico e, così, di stroncarlo. Ciascuno è libero di scegliere e scommettere.

È Schumpeter che parlava delle turbolenze, anche drammatiche, che scandiscono la storia del capitalismo come di fasi di «distruzione creatrice». Ed è John Galbraith che caratterizzava il capitalismo stesso come una strana macchina che trova la propria energia nella crisi, sia nella depressione o la disfatta, sia nel successo. Le crisi stanno al capitalismo come gli scandali alla democrazia. Secondo alcuni, questi scandali sono la prova che la democrazia non funziona più, mentre secondo altri il fatto stesso che scoppino dimostra la sua incoercibile vitalità. Ebbene, lo stesso vale per la crisi attuale: una probabile cura dimagrante planetaria, una messa in dubbio generalizzata dopo tempi di esuberanza folle e la dimostrazione che il sistema, checché se ne dica, è sempre vitale. traduzione di Daniela Maggioni

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