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Progetto USA per produrre benzina dalla CO2


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Titolone giornalistico e belle parole che probabilmente rallegreranno l'opinione pubblica USA, dandole speranza di produrre ancora più CO2 di quella che già produce, fregandosene degli altri per qualche altro anno. :?

Entro un anno le prime dimostrazioni pratiche

Come produrre benzina dall'aria sporca

Green Freedom è il progetto per riciclare l'anidride carbonica e trasformarla in carburante

benza--180x140.jpg Il recupero dell'anidride carbonica e la sua trasformazione in benzina potrebbe contribuire a diminuire l'inquinamento (Ansa) LOS ALAMOS (USA) - Un riciclo virtuoso potrebbe permettere alle automobili di continuare a usare la benzina come carburante. E senza inquinare l'atmosfera.

L'idea – battezzata Green Freedom (libertà verde) – è stata approfondita dagli studiosi del Los Alamos National Laboratory e viene presentata in occasione del secondo Alternative Energy Now che si apre in Florida. La soluzione individuata dal team di ricerca prevede che l'inquinamento causato da anidride carbonica venga utilizzato quale fonte energetica da cui ricavare il carburante. Il processo contempla l'adozione di un procedimento elettrochimico per far sì che la CO2 emessa nell'atmosfera venga catturata per essere ritrasformata in benzina. Due piccioni con una fava: si pulisce l'aria e si produce benzina. empty.gif

CARBONATO DI POTASSIO – La novità tecnica di Green Freedom è il procedimento per raccogliere e convertire l'anidride carbonica in benzina, mentre le altre tecnologie necessarie per rendere il progetto realizzabile su larga scala sono già utilizzate dall'industria. Secondo il capo progetto, il ricercatore Jeffrey Martin, i prezzi di produzione sarebbero sostenibili: «Le prime analisi economiche di fattibilità indicano che Green Freedom sarebbe competitivo se paragonato alle altre forme di tecnologie per la produzione di energia pulita». Il nuovo procedimento elettrochimico implica l'uso di carbonato di potassio, che viene mescolato all'aria da riciclare. L'effetto del carbonato di potassio è di separare l'anidride carbonica dall'aria, la CO2 così ottenuta viene poi ridotta a benzina tramite ulteriori reazioni chimiche. Per costruire un primo impianto Green Freedom capace di ripulire l'aria sono necessari 5 miliardi di dollari, soldi che dovranno essere spesi dal consorzio industriale che si sta formando per rendere l'idea realtà. Le prossime fasi del progetto prevedono, dopo l'annuncio e i dettagli teorici di oggi, che la soluzione sia testata entro un anno e che un prototipo di stabilimento sia realizzato entro il 2010.

Cioè, se non l'ho capita male io...

...l'invenzione/progetto non si concentra su e non dice come produrre Idrocarburi dall' anidride carbonica, bensi come estrarre l'anidride carbonica dall'aria.

Il resto del processo, così insignificante, viene demandato a qualcun'altro, a tecnologie già esistenti.

Non importa che la chiave sia proprio quella di rigenerare un combustibile usando un combusto.

Come voler fare il legno con la cenere.

Le piante sanno fare qualcosa del genere da qualche milione di anni, ma di questo freghiamocene. Limitiamoci a dire che una volta raccolta la CO2 dall'aria (migliaia di metri cubi per tirar fuori qualche litro di carburante) il problema è risolto. La benzina resuscita da sola. :roll:

E poi lo sappiamo tutti che il CO2 è una fonte di energia vero? :lol:

Preferivo Eolo.:?

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Ingegnie' ma poi, con un tubo di caucciù posso collegare la marmitta con il serbatoio della benza direttamente?

ODDIO il moto perpetuo!! ecco l'invenzione che fara crollare la nostra attuale civiltà, infatti il 2012 è vicino ormai..

:clap

MeneS sponsored by L.S.D.M.

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Uno studio simile è in corso pure in europa. Il giornalista che ha scritto il pezzo iniziale è bene che usi la penna per seminare. Un foro con la penna, un seme come si usava e si usa nell'agricoltura primitiva.

the EU-funded ELCAT (Electrocatalytic gas-phase conversion of CO2 in confined catalysts) project (earlier post) wrapping up, the project partners took stock at a final meeting in Brussels.

They agreed that the project had proven the feasibility of gas-phase CO2 conversion in a catalytic process that recycles carbon dioxide into liquid hydrocarbons and alcohols. However, they said that more work is needed before the technology can be put into operation.

The idea behind the ELCAT project, which received around €85,000 in funding under the New and emerging science and technologies (NEST) theme of the Sixth Framework Programme (FP6), was born when researchers at the University of Messina, Italy, observed an electrocatalytic reaction which could be carried out at room temperature and atmospheric pressure: With carbon dioxide confined inside carbon micropores, and electrons and protons flowing to an active catalyst—noble-metal nanoclusters—gaseous carbon dioxide was reduced to a series of hydrocarbons and alcohols.

The products of the reaction were surprisingly similar to those of the Fischer-Tropsch (FT) process. A process that could generate FT-like products in useful quantities—an outcome that cannot be achieved without some difficulty in the FT process—at room temperature and atmospheric pressure could help to considerably reduce carbon dioxide and at the same time generate new raw materials. However, this catalytic reaction created new problems, namely a quick deactivation of the catalyst and poor productivity. In addition, it is a case of gas-phase electrocatalysis, a phenomenon which has barely been studied by scientists, as the focus has traditionally been on the liquid phase.

Three organizations are involved in addition to the University of Messina, Italy: Fritz-Haber-Institut der Max-Planck-Gesellschaft in Berlin, Germany; Université Louis Pasteur in Strasbourg, France; and University of Patras in Patras, Greece.

The project partners are determined to continue their work, even though the ELCAT project is ends at the end of February. According to their estimates, electrocatalytic gas-phase conversion of CO2 could be ready for application in about 10 years, and could help to cut global CO2 emissions by 5%, complementing other strategies.

Carbon storage has its limitations because there are space limitations and in this case, we try to convert this greenhouse gas directly to fuel. Therefore, it’s complementary. But I think it’s much better to convert than to store.

—Siglinda Perathoner of the University of Messina

Non è il solo progetto di recupero del CO2, altrettanto interessanti sono quelli dell'australiana EESTech Inc ( the Purenergy CO2 Capture System (CCS). This is supposed to be the world's first pre-engineered, modular CO2 capture system that can be retrofitted onto existing power plants or any large industrial greenhouse gas emitter. ) e della De Carbit(The DECARBit project is an investigation paid for by the European Union to study carbon capture technologies during the precombustion process of coal and gas. Norway is also part of the project, via SINTEF (Norway does not belong to the EU).

Current carbon capture techniques, mostly post-combustion, use chemicals applied directly to the resulting fumes of combustion. This is an expensive and complex process. DECARBit tries a different approach: instead of capturing CO2, the idea is to capture as much carbon as possible before the combustion, which leaves a hydrogen-rich fuel. The idea is making carbon atoms form CO (carbon monoxyde) molecules which become CO2 with water (more or less like this: CO + H2O CO2 + H2). This leaves a much cleaner fuel, rich in hydrogen and it's actually a current process of obtaining H2.

This is not the only carbon capture project SINTEF is working in: up to five concurrent projects are being coordinated by this Norwegian entity, together with the EU. Norway is a country pioneer in carbon capturing: back in 1996 Statoil used an empty natural gas reservoir to store CO2.)

.

... Le Alfa del futuro, Mazda a parte, dovrebbero essere ingegnerizzate là. Ma io dovrei comprare un'Alfa fatta dagli ingegneri della Chrysler ?

( Cit . Giugiaro da Quattroruote )

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