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[Topic Ufficiale] Addio Malpensa


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Nello scalo

Dai passeggeri ai negozi

fine del sogno del Nord

«Qui volano solo i tagli»

MILANO — «Sa cosa mi fa rabbia? Quando Malpensa è stata inaugurata, nel '98, scaricavo bagagli nel piazzale, sotto la pancia degli aerei. Lo scalo era finito solo per i due terzi, arrivare fin qui era un'avventura. Adesso che potremmo funzionare a regime, ci portano via i passeggeri. Che senso ha?». Mauro G. ha passato dieci dei suoi 35 anni in aeroporto.

Come andrà a finire nei prossimi 10 è tutto da vedere. Così le sue considerazioni iniziano e finiscono con un punto interrogativo. D'altra parte le certezze, quando si parla di Malpensa, sono fatte di tagli e segni «meno». Fino al 30 marzo 2008 Alitalia aveva 1.238 frequenze settimanali targate Mpx. Da allora il declino è stato inesorabile: oggi siamo a quota 185. I passeggeri Alitalia sono diminuiti dell'87,9% (gennaio 2009 rispetto allo stesso mese del 2008). La perdita è stata almeno in parte compensata da altre compagnie (in particolare Lufthansa e Easyjet). Se si considerano tutti i vettori, il taglio dei passeggeri è del 32%. Comunque un terzo in meno. Più dei numeri parlano le storie delle persone. «Laggiù c'era il negozio dove ho lavorato fino a fine febbraio — racconta Miriam Gentili, ex commessa della boutique Valentino —. Poi la casa madre ha deciso di abbassare la saracinesca. E sa cosa le dico? Al posto loro avrei fatto la stessa cosa: il fatturato mensile era sceso da 70 a 12 mila euro». Come Valentino hanno chiuso Trussardi, Diesel, uno dei due punti vendita Gucci. Persino i cambiavalute sono in cassa integrazione e il beauty center non esiste più. Sea (la società controllata dal Comune di Milano che gestisce Linate e Malpensa) ha tagliato 500 posti di lavoro mentre la cassa integrazione riguarda 800 dipendenti a rotazione (ma se si considerano tutte le aziende dell'aeroporto — comprese Alitalia, catering, cargo — a casa sono in più di 2.000). Tutto perduto? Denaro buttato i 4,5 miliardi di euro investiti per creare Malpensa, collegamenti stradali esclusi? Da sempre convinto della possibilità di rilanciare l'aeroporto come un vero e proprio hub è il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi.

Da quando Alitalia ha suonato la ritirata, ha fatto di tutto per creare le condizioni adeguate all'arrivo di nuove compagnie. E i risultati non sono mancati. Lufthansa ha basato 8 aerei a Malpensa e la compagnia low-cost Easyjet continua a investire. «La Lega ha fatto 14 accordi bilaterali tra Stati per limitare l'immigrazione. Peccato non abbia messo lo stesso impegno nel promuovere la liberalizzazione delle rotte su Malpensa», attacca Nino Cortorillo, segretario generale Filt-Cgil della Lombardia. In effetti Sea chiede la revisione di una trentina di accordi bilaterali. Ad oggi ne sono stati rivisti 4 (Corea del Sud, Israele, Egitto e Cina), mentre Enac ha dato autorizzazioni provvisorie su 3 destinazioni (Hong Kong, Moldova, Bielorussia). «La liberalizzazione aprirebbe la strada a nuove compagnie e questo potrebbe non piacere ad Alitalia», continua Cortorillo. Se l'alternativa è tra Malpensa e Alitalia, il Nord non ha dubbi. Il primo a rivendicare «cieli liberi su Malpensa» è il presidente della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli: «Malpensa rappresenta un grande investimento sostenuto dallo Stato, è un bene collettivo che appartiene all'Italia intera. Chiediamo al governo di impegnarsi decisamente per l'emergenza. No al monopolio di una sola compagnia». Prove tecniche di fronte del Nord, quindi. Ma per salvare Malpensa questa è davvero l'ultima chiamata.

Rita Querzé

14 maggio 2009

L'intervista al sindaco

Ma la Moratti: non mi sento tradita

Abbiamo investito e Milano ce la può fare

MILANO — «Lo sviluppo dell'aeroporto di Roma Fiumicino è assolutamente compatibile con quello dello scalo di Milano». Il sindaco Letizia Moratti vuole partire da qui. Legge e rilegge le dichiarazioni del presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, e si convince: «Milano e Roma non sono in concorrenza. Noi come azionisti Sea procediamo con le scelte di investimento e i risultati di crescita dei passeggeri su Malpensa, più 7,9% rispetto all'aprile scorso, ci danno ragione». Il sistema Milano, secondo il sindaco del Pdl, ha le gambe per andare da solo, con l'appoggio del governo «che non è mai venuto meno».

Non si sente delusa, Letizia Moratti. E non condivide le posizioni da barricate della Lega. Signor sindaco, la scelta di Fiumicino come hub di Alitalia era nell'aria, ma adesso è ufficiale. Come la vede? «Per noi non cambia nulla. È stato ufficializzato che si passa dall'hub territoriale ad uno di carattere nazionale che opera su tutto il territorio, ma ciò non pregiudica affatto il futuro del nostro sistema. Basta guardare i dati». Che cosa dicono i dati? «Dal primo mese di Malpensa senza Alitalia siamo cresciuti. Se confrontiamo l'aprile 2009 con lo stesso mese 2008 i numeri di Malpensa sono molto positivi, in controtendenza con tutti gli aeroporti europei simili che hanno registrato un decremento di 7-8 punti. La politica degli investimenti ha pagato. Da qui al 2015 abbiamo un piano da un miliardo e 400 milioni di euro, nel 2008-2009 abbiamo investito circa 200 milioni. Il risultato sono 390 movimenti settimanali di cui solo 180 Alitalia».

Il governo, però, non ha difeso la centralità del sistema Milano in Italia. «Non è vero. Il governo ha concesso su nostra richiesta la liberalizzazione dei diritti di traffico. Ho avanzato questa richiesta in una riunione con il presidente Berlusconi ed è stata tradotta in un emendamento che è poi passato. Gli effetti si stanno già vedendo». Anche dalla maggioranza si sono levate proteste rispetto alla scelta di Fiumicino come hub. Lei si sente tradita? «No, per nulla. Ripeto: più delle valutazioni personali parlano i dati. E dimostrano che la politica messa in atto da noi azionisti di Sea, in collaborazione con il governo, ha portato a risultati positivi in un momento difficile». Qual è il futuro del sistema aeroportuale del Nord Italia? «Con questa liberalizzazione dei diritti di traffico e grazie agli accordi bilaterali ai quali stiamo lavorando con i ministri Matteoli e Frattini credo di poter dire che pensiamo di continuare a svilupparci rispetto a un sistema europeo che da qui al 2020 vedrà 60 aeroporti in saturazione». Un futuro di espansione, quindi? «Sì, di ulteriore espansione. Come in tutte le cose esistono rischi e opportunità, ma i nostri investimenti sono stati capaci di attrarre vettori su Malpensa e lo saranno sempre di più». In conclusione Alitalia per Malpensa non è l'ago della bilancia? «Non lo dico io, lo dimostrano i dati. Nove aerei in più di Lufthansa, 7 in più di Easyjet, 7 voli settimanali di Emirates». E Linate? «Lo scalo di Linate è molto collegato a Alitalia. Adesso, inoltre, sconta la concorrenza con la Freccia Rossa. Comunque continua a essere un aeroporto con una sua validità e miglioreremo i collegamenti con la città attraverso i metrò, in particolare con la MM4».

Rossella Verga

14 maggio 2009

corriere.it

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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I più attivi nella discussione

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Veramente scandaloso che non ci sia ancora un metrò che arriva a Linate, solo la concorrenza ha dato l'impulso al miglioramento...

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Il mio sito "Gruppo Hainz": http://www.gruppohainz.it - I miei articoli su Automotivespace http://www.automotivespace.it/author/enzo/ - E quando ci sarà il nuovo sito di Autopareri anche su http://www.autopareri.com - I video del salone di Ginevra 2012 http://www.youtube.com/playlist?list=PL7CA738888644DB9

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L'importante è che liberino gli slot:roll:, se poi Alitalia vuole fare HUB a Fiumicino o Levaldigi poco mi cale, tanto chi vola per lavoro sceglie Lufthansa.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Contatti con compagnie locali, vogliamo raggiungere tutta la Penisola»

«Investiremo su Milano. E’ il mercato del futuro»

Il capo di Lufthansa Italia, Heike Birlenbach: il governo ci dia pari opportunità

LONDRA — «Heike Birlenbach, piacere». Lufthansa Italia ha lo sguardo biondo di una manager di 43 anni. Stretta di mano ferma e curriculum pesante (quasi vent’anni di lavoro alle spalle e in contemporanea università e master), Birlenbach dal primo marzo è il numero uno della nuova linea aerea. Italiana a tutti gli effetti. Oggi la signora è di nuovo china sui libri. «Sto studiando la vostra lingua — racconta —. Veramente ho iniziato da poco. Ma conto di sapermi esprimere al più presto. D’altra parte abbiamo grandi ambizioni. Vogliamo partire da Malpensa per diventare la compagnia aerea preferita dagli italiani. E non c’è tempo da perdere».

Guardi che Alitalia se ne è andata da Malpensa. Sicuri che valga la pena investire sull’hub nella brughiera? «Se Alitalia se ne è andata avrà i suoi motivi. E non è detto che siano tutti industriali. Per quanto ci riguarda, l’aeroporto ha un futuro importante. Gli otto aerei che abbiamo basato a Malpensa e le undici nuove destinazioni (otto europee e tre nazionali, ndr) sono solo l’inizio: a nostro parere questa è una delle aree con le maggiori potenzialità in Europa».

Allora siete pronti a introdurre voli intercontinentali dall’autunno? «Abbiamo grandi ambizioni ma nello stesso tempo vogliamo procedere con gradualità».

Un modo per dire che la crisi del mercato aereo sta rallentando i vostri progetti? «La crisi c’è, ma i risultati su Malpensa sono ottimi. I nostri aerei hanno avuto un coefficiente di riempimento del 60 per cento nel primo mese di attività: un risultato straordinario».

Allora quale sarà il prossimo passo di Lufthansa Italia?

«Vogliamo servire ancora meglio il territorio nazionale italiano. A oggi colleghiamo Malpensa con Bari, Napoli, Roma. Abbiamo già in mente altre città».

Quali?«Non è il caso di entrare in dettaglio. Non vorrà farmi svelare le nostre strategie alla concorrenza! Posso dire soltanto che stiamo valutando se ampliare i collegamenti con i nostri aerei e/o attraverso partnership con altre compagnie italiane. Abbiamo contatti in corso. Poi, quando il mercato sarà pronto, penseremo ai voli intercontinentali».

L’aeroporto di Malpensa vi soddisfa? «Stiamo lavorando con Sea (la società controllata dal Comune di Milano che gestisce Linate e Malpensa, ndr) per creare un parcheggio dedicato ai nostri passeggeri. I collegamenti da Milano con il Malpensa express sono adeguati. Ma stiamo trattando sconti con le Ferrovie Nord (che fanno capo alla Regione Lombardia, ndr) per chi presenta un biglietto Lufthansa. Dimenticavo: la nostra lounge a Malpensa sarà rinnovata entro l’estate di quest’anno».

State assumendo?«Formalmente Lufthansa Italia nascerà entro maggio. Assumeremo 200 persone, di cui 50 piloti. Tutti italiani, naturalmente. La base degli equipaggi sarà Malpensa. Abbiamo già ricevuto migliaia di curriculum».

Anche da ex dipendenti Alitalia?«Molti».

Cosa vi aspettate dal governo italiano?«Come compagnia italiana pagheremo le tasse in Italia, abbiamo tutti i doveri di un’azienda tricolore, contiamo di avere pari opportunità».

Anche a Linate?«Su Linate abbiamo chiesto di poter operare un volo per Roma ogni ora. Sappiamo che l’aeroporto è saturo, che c’è una lunga lista d’attesa. Insisteremo».

Pronti anche ad andare per vie legali per chiedere più concorrenza? «Non escludiamo nulla. Se rilevassimo qualche irregolarità certo, potremmo rivolgerci alle autorità europee».

Perché avete scelto proprio l’Italia per fondare una compagnia aerea? «La strategia multihub è la nostra risposta all’esigenza di coprire il mercato europeo. Non ci sono tanti territori dove puoi entrare e cominciare da zero. In Italia abbiamo trovato una fetta di domanda non coperta proprio al Nord. Sia chiaro, non guardiamo solo al milione e trecentomila persone che abitano a Milano ma ai dieci milioni di lombardi. L’area di riferimento di Malpensa arriva fino alla Svizzera».

Per concludere, con Lufthansa Italia, Malpensa può diventare un hub? «Come ho detto, secondo noi le potenzialità sono straordinarie. Non credo che i viaggiatori del Nord vogliano andare a Roma per poi imbarcarsi su voli intercontinentali. Siamo qui per restare. La concorrenza e un mercato regolato in modo equo ci daranno ragione».

Rita Querzé

15 maggio 2009

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Loro sono al 60% di loadfactor e Alitalia al 40, cosa c'è che non funziona?

Le 5 iniezioni hanno questo scopo:

- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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In realtà penso che ormai siano entrambe un po' più su. AZ si sta attestando su un 60% scarso (ma a botta di offerte e promozioni), LH sta sicuro oltre il 65% ormai.

Ad ogni modo, spesso il LF è un dato ingannevole se preso da solo. Puoi vendere i biglietti a 0,01 € e hai LF del 100%, ma sei in perdita secca, oppure puoi avere LF del 50%, ma ci guadagni. E' qui che sta la capacità di una compagnia aerea.

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Speriamo ci sia capacità in AZ!!!! in tutti i sensi

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- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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Ne dubito. Secondo me andranno avanti ancora un po' col giocattolo, e poi lasceranno tutto ai francesi.

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E così togliamo un'altra bandierina, ma forse funzionerà meglio??

Le 5 iniezioni hanno questo scopo:

- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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Chissà, secondo me se arrivano i francesi e la riducono ulteriormente a compagnia ancora più regionale, potrebbe funzionare meglio.

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