Vai al contenuto

Vendita Alitalia


Messaggi Raccomandati:

il governo si gioca veramente la faccia e la credibilità,ormai tutti i passeggeri sono contro Alitalia,ora veramente procediamo sencondo la legge...per una votla tanto e chi ha sbagliato se ne assuma le responsabilità.

Se per casoquesto sciopero rimanesse impunito dovrebbe esserci una sommossa popolare da parte di tutti i 56 milioni di italiani

Vada a finrie come vuole,ma se picchettano io sarei anche per le manganellate...anche perchè hanno picchettato pure equipaggi stranieri...leggevo di Thai,cazzo centrano loro?Boh

L'unica cosa che mi dà fastido è che solitamente più volano,più perdono e prima falliscono...se non volano risparmiano della liquidità e l'agonia continuerà ancora piùa lungo del dovuto

 

花は桜木人は武士

Link al commento
Condividi su altri Social

  • Risposte 1,4k
  • Creato
  • Ultima Risposta

I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Ti quoto in pieno. Chissà all'estero cosa ne penseranno di noi, e speriamo che non creino troppo problemi agli equipaggi e agli aerei delle compagnie straniere.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Dalla Stampa:

11/11/2008 (7:7) - REPORTAGE "Saremo il Vietnam di Colaninno & C."

alitalia_piloti01g.jpgpixel.gif

«Blocco subito», gridano i mille arrabbiati riuniti a Fiumicino. A trascinarli il dipietrino Pedica e il comunista Ferrando

ROBERTO GIOVANNINI

FIUMICINO (Roma)

Il coro sale alto nel cielo azzurro: «BLOC-CO-SU-BI-TO, BLOC-CO-SU-BI-TO». Sono mille, forse un po’ di più i dipendenti Alitalia riuniti alle undici di questa calda mattina di novembre nell’area antistante il «Crew Briefing Center». A scatenare la rabbia e l’entusiasmo dei presenti nel piazzale due oratori tanto infuocati nei toni quanto singolari come biografia politica. Il primo è il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, 47 anni. Non pare un bolscevico, ma senza mezzi termini Pedica invita i lavoratori Alitalia a «non fare uno sciopero diluito fino al 15 maggio; lo sciopero dev’essere fatto tutti i giorni da oggi in poi». Il secondo è una vecchia conoscenza: Marco Ferrando, il segretario del Partito Comunista dei Lavoratori, già parlamentare di Rifondazione non ricandidato da Bertinotti.

Lui invoca «il blocco del traffico aereo finché non si riapre il negoziato», suscita ovazioni, applausi a scena aperta, gli slogan più accesi. E apre la strada agli esponenti del «Comitato di Lotta e Sciopero» che subito dopo - notevole padronanza delle tecniche di gestione delle assemblee, che rivela una professionalità di origine settantasettina - presentano la mozione che vara il «blocco totale». Approvata con applausi da una selva di mani alzate. Comincia così il D-Day del Popolo Alitalia. Il giorno in cui i cinque sindacati autonomi del cosiddetto «fronte del no» non «tengono» più la rabbia di un pezzo importante della propria base. Il primo giorno - fatto curioso, ma è la verità - in cui la protesta e la mobilitazione contro Cai di Roberto Colaninno che va avanti ormai da due mesi produce conseguenze negative per i passeggeri e gli utenti.

Passeggeri furiosi, travolti dalla protesta «pignola» dei piloti, dal «blocco» del Comitato di Lotta, dall’incidente mattutino a Ciampino. Ma è ancora forte, fortissima anche la rabbia del personale contro la «rapina» operata dai «banditi della Cai», «pluripregiudicati e condannati» che compreranno per «quattro soldi» Alitalia «grazie a Berlusconi». «Banditi» che vogliono cacciare 10.000 persone e riassumere «tagliando diritti e salari» lasciando «a casa tutti quelli sgraditi». Facciamo un passo indietro. Torniamo agli istanti che seguono l’approvazione della mozione del Comitato di Lotta: qui c’è qualcosa che non torna. Sì, perché gli assistenti di volo si spostano verso il cancello del Crew briefing center, e qualcuno si siede per impedire fisicamente il passaggio al personale di servizio, obbligato a presentarsi fisicamente in quell’ufficio. Ma i piloti non vanno. Anzi, a ben vedere non hanno nemmeno votato la mozione. Si capisce subito che non ne vogliono sapere, del «blocco».

E sono contrarissimi anche i sindacalisti, i dirigenti delle cinque sigle - Anpac, Unione Piloti, Avia, Anpav, Sdl - che da due mesi alimentano la protesta del «fronte del no». «Non mandiamo allo sbaraglio i nostri - dice cupo Antonio Divietri, Avia - noi faremo soltanto iniziative nel rispetto della legge». «Dobbiamo valutare - mormora cauto Fabrizio Tomaselli, Sdl - certo come sindacati dobbiamo stare dentro i binari della legalità». «Legalità» significa rispettare le regole per la proclamazione degli scioperi, la cui violazione (a parte le conseguenze politiche) comporta una multa di 25.000 euro al giorno per le organizzazioni sindacali «colpevoli». «Legalità» è anche la parola magica per evitare l’autodistruzione del «fronte del no» attraverso la dissociazione dei piloti, gli unici in grado di avere una forza d’urto efficace nei confronti di Alitalia e Cai.

«Siamo gente ragionevole - dice un primo ufficiale pilota - le iniziative folli non fanno per noi. E poi, sappiamo bene che molti dei nostri non si batteranno ad oltranza. Se verranno chiamati dalla Cai accetteranno l’assunzione». Passa mezz’ora, e poco prima delle dodici si riaffacciano al «palco» i leader sindacali, la gente torna subito ad ascoltarli. Il primo è Fabio Berti: «Spaccarsi è una grandissima cavolata - strilla - abbiamo lo stesso obiettivo, ma il problema è trovare il modo giusto. Dobbiamo sapere che è una guerra lunga, e soprattutto non dobbiamo fare proteste e blocchi senza senso: ci precetterebbero in trenta minuti». Stesso discorso da Andrea Cavola, dell’Sdl: «Il blocco darebbe loro l’alibi che vogliono, aspettano un nostro passo falso».

Berti, Cavola e gli altri, illustrano una strategia diversa: andare avanti con gli scioperi proclamati fino a maggio 2009, proseguire con il puntiglioso rispetto dei controlli e delle procedure a terra e a bordo degli aerei. In altre parole, far capire alla Cai che sarà come nella giungla del Vietnam. E come spiega Cavola, «se c’è una lucetta che si accende e l’aereo non parte, siamo nella legge. Tra tre giorni, in modo democratico e legale avremo la paralisi del trasporto aereo». Una linea «moderata» che ai 400 del Comitato di Lotta non è andata giù, però. Berti e Notaro (Up) prima, Maras (Sdl) poi hanno provato a convincere coloro che erano seduti davanti al Cbc a sloggiare, ma senza successo. Il blocco del Cbc qualche ritardo lo ha provocato, anche se in realtà il personale intenzionato a lavorare (così come quello delle compagnie estere) aveva a disposizione molti varchi alternativi per passare. Alle 17 al varco si è presentata la Polizia: la gente si è alzata in piedi, c’è stata una specie di dibattito con gli agenti. Poi tutto è finito, anche se nella notte una specie di presidio è stato mantenuto. Quelli del «Comitato», in duecento, hanno votato una mozione che proclamava 24 ore di «sciopero». Matteoli li ha precettati, sicuramente alla fine dovranno pagare una multa da 50 a 400 euro a testa. Forse ci sarà una sanzione disciplinare fino a dieci giorni. Ma loro si sentono già fuori dalla «Nuova Alitalia».

11/11/2008pixel.gifEvitiamo un calvario al Paesepixel.gifpixel.gif

pixel.gifpixel.gifPAOLO BARONIpixel.gif

E’ l’ora della guerriglia, minimo sforzo e massimo danno. Senza nemmeno proclamare un’ora di sciopero piloti e hostess Alitalia ieri hanno bloccato i voli di Fiumicino e lasciato a terra il Paese.

Gesto irresponsabile nel giorno in cui già si fermavano bus, metro e ferrovie, e un incidente a un Boeing della Ryanair bloccava Ciampino. Non sono serviti i richiami del governo, del Garante degli scioperi e gli appelli al rispetto delle regole dei sindacati di categoria: è bastato che 3-400 persone (su 21 mila dipendenti del gruppo) autoproclamatesi «comitato di lotta Alitalia» si mettessero di mezzo picchettando i varchi di accesso dei dipendenti, per mandare in tilt il sistema. Non c’è infatti comparto tanto sensibile come quello del trasporto aereo dove un inconveniente nell’aeroporto più periferico può condizionare i collegamenti di buona parte del Paese, o dove una serie di ritardi negli arrivi e nelle partenze (com’è avvenuto ieri a Roma) si riverbera sull’intero sistema mandandolo letteralmente in tilt. Basta un seggiolino rotto per far scendere a terra i passeggeri e annullare un volo per Bruxelles.

Un altro intoppo burocratico blocca per ore a terra un cargo con ben 10 miliardi di euro in contanti della Banca d’Italia, mentre un verbale da redigere può far perdere anche sei ore ad un volo intercontinentale. E così per un’intera giornata. Saltano coincidenze ed appuntamenti di lavoro, chi ha scelto l’aereo in assenza del treno e deve rientrare a casa resta a piedi, e giustamente si infuria. In centinaia e centinaia ieri hanno assediato i banchi informazione per protestare, mentre sui tabelloni degli arrivi e delle partenze uno dopo l’altro i voli «Az» sparivano nel nulla.

Gli arruffapopolo al grido di «blocco subito» hanno preso il sopravvento sugli apprendisti stregoni sindacali. La situazione è sfuggita di mano un po’ a tutti. Ad Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl, che ieri mattina si sono presentati in assemblea a Fiumicino con un pacchetto di 14 giorni di sciopero già proclamati sperando di placare gli spiriti più ribelli; al governo, che di fronte a proteste selvagge si ritrova con le armi spuntate di una legge anti-scioperi che ormai ha fatto il suo tempo; e anche alla Cai, che dopo essersi assicurata il consenso di Cgil, Cisl e Ugl pensava di essere in una botte di ferro. Le cronache di queste giornate dimostrano l’esatto contrario: la telenovela-Alitalia richiederà ancora tante puntate. Se non si interverrà in qualche modo, e le esperienze del passato insegnano che non basta precettare i «ribelli» com’è avvenuto ieri sera in extremis, sarà un calvario per il Paese. E a farne le spese saranno, per l’ennesima volta, i cittadini-contribuenti-utenti.

L’operazione Cai, certamente non perfetta, onerosa per le casse pubbliche, salva comunque 12.600 posti di lavoro e garantisce 7 anni di ammortizzatori sociali a tutti gli altri. Se gli accordi sindacali hanno delle incongruenze si possono aggiustare, ed il governo se ne è fatto garante. Ma per far questo occorre sedersi attorno ad un tavolo, bisogna fare i sindacalisti con la «s» maiuscola, e soprattutto bisogna creare consenso attorno alla vicenda Alitalia non certo far imbufalire chi viaggia trattandolo a pesci in faccia e dicendo paga, taci e arrangiati.

:roll::roll::roll:

Senza parole

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

purtroppo in Italia succede questo quando si cerca di colpire qualche "casta"....la settimana scorsa ci son stati i baroni delle università, oggi succede con i piloti..........:roll:

Modificato da Arcy79

firma_arcy4.jpg

lostjn58qh5cg0.gif

Link al commento
Condividi su altri Social

Sì, purtroppo è così.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Da Bruxelles arriva l'ok della Commissione europea al piano di salvataggio dell'Alitalia che ha formalmente approvato le decisioni proposte dal vicepresidente responsabile dei trasporti, Antonio Tajani, con cui si dà, a determinate condizioni, luce verde all'operazione Cai. E si giudicano illegali gli aiuti di Stato per 300 milioni di euro erogati alla compagnia con il prestito ponte: per Bruxelles i fondi, in base al principio della discontinuità tra la vecchia e la nuova Alitalia, dovranno essere rimborsati allo Stato dalla 'bad company''.

TAJANI, E' UNA VERA PRIVATIZZAZIONE

L'operazione di salvataggio e rilancio dell'Alitalia notificata a Bruxelles rappresenta una "vera privatizzazione". Lo ha detto il vice presidente della commissione Ue, Antonio Tajani, illustrando il via libera giunto oggi da Bruxelles all'operazione Alitalia. Secondo Tajani le decisioni prese dalla commissione europea sul caso Olimpic Airlines e quelle sul trasporto aereo in Italia "dimostrano che in questo campo si può reagire all'attuale crisi andando in controtendenza rispetto ad altri settori", cioé dando più spazio al mercato e registrando un arretramento della presenza pubblica. "Non è un caso - ha sottolineato ancora Tajani - che altre compagnie vogliano acquistare quote" della nuova Alitalia. In Italia, ha detto ancora Tajani, "non solo ci sarà una nuova compagnia interamente privata e più piccola dell'attuale Alitalia. Ma questo permetterà anche a nuovi operatori di essere presenti sul mercato" garantendo maggiore concorrenza.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Martedì 11 Novembre 2008, 8:46

Alitalia: stretta per l'alleato, Air France in pole position (Sole)

ROMA (MF-DJ)--Si avvicina il momento della scelta del partner estero della nuova Alitalia, scrive il Sole 24 Ore, potrebbe essere "consacrato nelle prossime ore", con un incontro tra il numero uno di Cai Roberto Colaninno e quello di Air France Jean-Cyril Spinetta, su cui pero' non vi e' conferma ufficiale.

Intanto Lufthansa si e' detta disposta a contenere la sua quota nel capitale della nuova Alitalia entro il 20%, rispetto a ipotesi di acquisire il 49% o piu': l' a.d. della compagnia tedesca Wolfgang Mayrhuber, scrive il quotidiano, avrebbe fatto una proposta dettagliata a Colaninno e Sabelli in cui valorizza il modello con piu' hub.

Dall'altra parte c'e' il modello Air France, centrato sullo scalo parigino Charles De Grulle: ai francesi Colaninno e Sabelli hanno chiesto un impegno per ripristinare i voli intercontinentali diretti dall'Italia, in particolare da Malpensa, lo scalo piu' penalizzato dai tagli al network Alitalia.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Alitalia: Cai sceglie Air France (MF)

13/11/2008 8.38

MILANO (MF-DJ)--Il partner estero di Cai e' stato sostanzialmente gia'

scelto e non parla tedesco come il ceo di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber,

bensi' francese. L'annuncio formale arrivera' solo martedi' 2 dicembre,

ventiquattr'ore dopo che il primo aereo della nuova Alitalia sara'

decollato (sempre che non subisca qualche ritardo per ragioni sindacali),

ma la decisione e' gia' stata presa, tanto che il vertice Cai avrebbe gia'

informato il governo.

E' quanto riporta il quotidiano MF, aggiungendo che Air France

apportera' alla nuova compagnia circa 200 mln portandosi a casa il 20% del

capitale. Sara' per• un matrimonio diverso da quello ipotizzato lo scorso

anno, e non solo Air France non prendera' il controllo della Magliana,

accettando il ruolo comunque determinate di partner industriale, ma anche

il baricentro del piano industriale sara' molto diverso.

Air France, a conclusione della trattativa con Cai, ha infatti accettato

che l'hub milanese, pur pericolosamente vicino a Parigi, continui ad avere

un peso determinante nel sistema a 6 scali studiato da Cai. Del resto, il

presidente Roberto Colaninno aveva posto l'accettazione della filosofia

multi-base come una delle condizioni centrali per trovare l'intesa durante

la trattativa con tutti e tre i candidati al ruolo di partner industriale.

Lufthansa, nonostante fosse piu' in linea con la filosofia multi-base di

Cai, fino all'ultimo ha chiesto una quota maggiore e un peso determinante

nelle scelte operative. Quanto a British Airways, nonostante i colloqui la

trattativa vera e propria non e' mai decollata. Sulla scelta pero' hanno

pesato anche altre valutazioni: il business generato dall'alleanza Sky

Team, alla quale partecipano Alitalia ed Air France, avrebbe un riflesso

negativo sull'equity per circa 200 mln. Rompendo con Air France, non solo

Cai avrebbe dovuto rinunciare a un simile valore, ma si sarebbe dovuta

accollare un costo aggiuntivo di quasi 250 mln di penali, che non

avrebbero potuto ricadere sulla bad company. Un altro tassello importante

che ha portato alla scelta di Air France e' stata poi l'analisi dei flussi

passeggeri da e per i paesi di riferimento delle tre compagnie. Italia e

Francia si scambiano ogni anno molti piu' passeggeri di quanti se ne

scambi l'Italia con Germania e Inghilterra.

A questo punto il problema principale per Colaninno sara' far digerire

questa scelta a Sea (la societa' aeroportuale che gestisce Malpensa e

Linate). Inoltre se, come probabile, continuera' la battaglia sulla

liberalizzazione degli slot di Malpensa, per Cai (che si e' candidata

subentrare in tutti quelli targati Alitalia) potrebbero essere dolori.

red/cmo

(fine)

Fonte: molanofinanza.it

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Che balla quelal sui passeggeri :roll: non ci credo nemmeno se mi fanno vedere i dati...il nord italia è molto più legato alla baviera che a parigi e in LH lo sanno benissimo,altrimenticome si spiega un tal successo di AirDolomiti che è nata e cresciuta sui pendolari veneto lombardi?

A parte questo...direi che non si poteva fare altrimenti: era stata allontanata AF mesi fa perchè pretendeva troppo,oggi pure LH pretendeva meno di AF ma cmq troppo purtroppo non si poteva fare finta di nulla

Per il resto...non sono per niente fiducioso ma vabbeh,speriamo che nel giro di 2/3 LH sia fortemente presente sul nostro territorio

 

花は桜木人は武士

Link al commento
Condividi su altri Social

Mah, neppure io sono fiducioso. Ora saranno contenti Bersani & company ;)

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.