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Vendita Alitalia


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Questo è il problema: in Italia i politici (tutti indistintamente) hanno dato prova soltanto del loro opportunismo anche riguardo alla questione Alitalia; purtroppo c'è tanta gente che per ignoranza o per buona fede sta cominciando a credere alla propaganda di Bersani & co., quindi qualunque sarà la soluzione proposta diranno che sarebbe stato meglio accettare il piano di AF.

Quindi per motivi patriottici si deve far fallire in Italia, nelle mani delle autorita' che tanto amate e stimate.

Ok. Ora capisco

ARTISTA-ALFISTA

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Quindi per motivi patriottici si deve far fallire in Italia, nelle mani delle autorita' che tanto amate e stimate.

Ok. Ora capisco

Semplicemente non è corrispondente al vero che il piano di Air France comportava meno esuberi, e soprattutto che desse maggiori garanzie di sopravvivenza, cose entrambe non vere.

Poi se riescono a salvarla che la salvino, ovviamente dopo aver drasticamente tagliato i rami secchi. Via 6000 persone, via AZ cargo, via AZ servizi, via Atitech ed altri centri manutenzione che saranno tra l'altro improduttivi quando gli MD80 saranno sostituiti dagli A320.

Quindi via i vecchi MD80 con i loro consumi elevati e dentro subito i 50 A320 di Air One e i due A330 sempre AP che questa non riesce a riempire (tra l'altro il 330 starebbe benissimo in livrea Alitalia), in attesa degli altri 12 A330 AP (più 12 opzioni). Con questi si coprano maggiormente le destinazioni estere, quelle più lucrose e profittevoli.

Abbiamo l'occasione di prendere 2 compagnie indebitate e in concorrenza improduttiva tra loro (Alitalia e Air One), metterle insieme, tornare ad avere l'80% del mercato interno (cosa che sia AF che LH hanno) e rimodernare la flotta (grazie agli aerei Air One) in breve tempo.

Per me se i sindacati non faranno un'opposizione incrollabile al piano, e se il petrolio non sale a livelli insani (oltre i 200 $/bbl) c'è la concreta opportunità di risanare almeno in buona parte e poi allearsi/vendere allo straniero.

Ricordiamo che Banca Intesa ha tutto l'interesse alla riuscita dell'operazione: dovendo riavere indietro 800 milioni di euro da Air One, farà in modo da utilizzare gli aerei di AP (che in pratica le appartengono) per risanare Alitalia e poi eventualmente venderla a prezzo pieno.

Modificato da Dodicicilindri

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

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Semplicemente non è corrispondente al vero che il piano di Air France comportava meno esuberi, e soprattutto che desse maggiori garanzie di sopravvivenza, cose entrambe non vere.

Poi se riescono a salvarla che la salvino, ovviamente dopo aver drasticamente tagliato i rami secchi. Via 6000 persone, via AZ cargo, via AZ servizi, via Atitech ed altri centri manutenzione che saranno tra l'altro improduttivi quando gli MD80 saranno sostituiti dagli A320.

Quindi via i vecchi MD80 con i loro consumi elevati e dentro subito i 50 A320 di Air One e i due A330 sempre AP che questa non riesce a riempire (tra l'altro il 330 starebbe benissimo in livrea Alitalia), in attesa degli altri 12 A330 AP (più 12 opzioni). Con questi si coprano maggiormente le destinazioni estere, quelle più lucrose e profittevoli.

Abbiamo l'occasione di prendere 2 compagnie indebitate e in concorrenza improduttiva tra loro (Alitalia e Air One), metterle insieme, tornare ad avere l'80% del mercato interno (cosa che sia AF che LH hanno) e rimodernare la flotta (grazie agli aerei Air One) in breve tempo.

Per me se i sindacati non faranno un'opposizione incrollabile al piano, e se il petrolio non sale a livelli insani (oltre i 200 $/bbl) c'è la concreta opportunità di risanare almeno in buona parte e poi allearsi/vendere allo straniero.

Lo so che sembra una domanda ingenua , ma ai sindacati chi l'ha da tutta questa potenza?:confused:

ARTISTA-ALFISTA

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Lo so che sembra una domanda ingenua , ma ai sindacati chi l'ha da tutta questa potenza?:confused:

Perdonami, ma non ho capito bene la domanda. A che potenza ti riferisci?

Tutto quanto illustrato non lo devono fare i sindacati, ma le banche. I sindacati devono solo evitare di andare al muro contro muro.

A settembre, quando ormai tutti saranno tornati dalle vacanze (e quindi i voli dei vacanzieri non saranno stati danneggiati) sarà illustrato il piano definitivo per Alitalia. A quel punto, se cominceranno scioperi ad oltranza, la compagnia fallirà; se invece sfruttando gli ammortizzatori sociali si riuscirà a giungere presto all'accordo, vedrai che la compagnia si salva, e questo senza calarsi le braghe con i francesi, regalargli tutte le rotte italiane, dargli gli slot di Malpensa, ecc.

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Lo so che sembra una domanda ingenua , ma ai sindacati chi l'ha da tutta questa potenza?:confused:

60 anni di politica di merda...e milioni di pecore che in 60 anni hanno buttato giù frottole a non finire senza mai porsi qualche domanda

Personalmente spero che prima o poi scoppi uno di quegli scioperoni come è accaduto in UK anni fa e l'anno scorso in Francia...sono pronto a scontare anche 2 settimane di disagi se vuol dire togliere potere a questi muri parlanti di sindacati...sopratutto i 3 amichetti confederati

 

花は桜木人は武士

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60 anni di politica di merda...e milioni di pecore che in 60 anni hanno buttato giù frottole a non finire senza mai porsi qualche domanda

Infatti.

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Ma Sembra che in Italia se non sono d'accordo i sindacati non si fa nulla.;)

In genere sì, ma di fronte al ricatto di perdere 6000 posti e comunque avere ampi provvedimenti di ammortizzazione sociale oppure accollarsi la responsabilità di far chiudere l'intera Alitalia (20.000 dipendenti, più un indotto di dimensioni simili) vedrai che l'accordo coi sindacati si trova ;)

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Inviato (modificato)

Alitalia, Matteoli "bacchetta" Scajola su ipotesi di nuova Marzano salvaimpresa

ROMA - Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, si dice «meravigliato» dall'ipotesi avanzata dal collega Claudio Scajola su possibili modifiche alla legge Marzano per l'Alitalia e ricorda che occorre attendere il «verdetto» dell'amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera che ha avuto l'incarico dal governo di trovare una soluzione per la privatizzazione della compagnia di bandiera» che arriverà solo a fine mese.

MATTEOLI - «Su Alitalia mi meraviglia molto quello che ho letto. Siamo tutti concordi sul fatto che Passera finisca il suo lavoro - dice il ministro interpellato dai cronisti a Montecitorio - solo dopo possiamo prendere delle decisioni. Dobbiamo aspettare che Passera finisca e non me la sento di esprimere nessun giudizio anche per quanto riguarda decisioni future».

Per il ministro è dunque «prematuro» parlare di modifiche alla legge Marzano. «Poi - prosegue Matteoli - abbiamo l'obbligo di prendere delle decisioni ma dobbiamo aspettare che Passera finisca e a fine mese presenti la prima situazione di quello che ha registrato».

L'IPOTESI DI SCAJOLA - Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, aveva annunciato mercoledì che la legge Marzano sarebbe stata modificata perchè «in Italia ci sono grandi aziende in crisi» e l'aggiornamento servirà per accompagnarle«. Pur senza nominare Alitalia, la deduzione che servirà alla compagnia aerea è logica per via delle sue difficoltà. I tecnici del ministero stanno lavorando »sulla razionalizzazione della normativa« per »avere strumenti utili». Un'accelerazione per la messa a punto definitiva, che potrebbe servire per intervenire su Alitalia, potrebbe arrivare quando si stringeranno i tempi sull'operazione. Cioè intorno alla seconda metà agosto. Intesa SanPaolo, ha ribadito il responsabile della Divisione Corporate investment banking, Gaetano Micchichè, sta lavorando di buona lena sul piano industriale. Che dovrebbe prevedere da un lato una società in cui conferire la flotta (ridotta rispetto all'attuale Alitalia e comprensiva anche degli aerei ordinati da AirOne) che verrebbe data in leasing alla società operativa Alitalia-AirOne (con personale di volo ridimensionato delle due compagnie e manutenzione sottobordo e leggera, attualmente in Alitalia Fly). In questa società verrebbe investito intorno al miliardo di euro e vi potrebbero partecipare quelle banche che vantano crediti nei confronti dei due vettori. Le attività di terra di Alitalia servizi resterebbero fuori assieme al relativo personale. Dall'operazione complessiva ci sarebbero tra i 5 e i 6mila esuberi in totale (circa 4mila di terra e 2.000 di volo, ma si sta ragionando se salvare le attività di Alitalia Airport). Nell'incastro fra i vari tasselli dovrà inserirsi una bozza di accordo con i sindacati. Che non appare in discesa, vista la reazione accesa alle indiscrezioni sulle migliaia di esuberi (peraltro, anche il rinnovo di tutti i contratti potrebbe essere un nodo non facile da sciogliere). Il governo dovrebbe intervenire con ammortizzatori sociali per i quali occorre verificare la copertura finanziaria come, del resto, bisognerà fare per il fondo di solidarietà per il trasporto aereo.

corriere.it

ALITALIA: CERTET BOCCONI, ROAD MAP PER RILANCIO IN 12 MESI

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - Per il rilancio di Alitalia, il Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo (Certet) dell'Universita' Bocconi - che ha elaborato un progetto per Federmanager che sara' consegnato nei prossimi giorni a governo, Parlamento e ministeri competenti - indica una road map che va seguita nell'arco dei prossimi 12 mesi. Il percorso prevede creazione di una holding con due societa' operative (Alitalia e AirOne) e dismissione di Volareweb, con mantenimento di una quota rilevante di azioni da parte del ministero dell'Economia, attraverso una controllata; superamento delle problematiche antitrust; revisione del regime di accordi bilaterali tra l'Italia e Paesi extra-Ue per liberalizzare l'accesso ai mercati; rinegoziazione e sviluppo delle partnership internazionali; ridisegno del ruolo degli aeroporti nel sistema aeroportuale milanese; privatizzazione completa attraverso la cessione delle quote di Alitalia ancora in possesso da parte della controllata del ministero dell'Economia.

La capacita' competitiva di Alitalia e' molto bassa per cui qualsiasi operazione di rilancio deve passare da un allineamento dei costi di produzione rispetto ai concorrenti diretti, anche attraverso la revisione delle regole sulla gestione del personale per incrementarne la produttivita'.

AirOne puo' contribuire in tempi molto rapidi a ridurre i costi medi di Alitalia e al suo rilancio, eliminando duplicazioni di network, riducendo costi di acquisto di aeromobili e consumi di jet fuel, razionalizzando i sistemi di vendita soprattutto all'estero. L'operativo si baserebbe su due hub e cinque basi mentre e' necessario il ripensamento completo del ruolo di Volareweb, per evitare sovrapposizioni.

In una fase successiva, la nuova societa' potrebbe avviare negoziazioni con una delle tre mega alleanze (SkyTeam, alla quale Alitalia appartiene ed e' vincolata da penali rilevanti, Oneworld o Star Alliance), in una posizione di forza differente, anche in virtu' dell'importante quota di mercato domestico controllata (prossima al 70%).

Dal punto di vista tecnico, l'operazione di medio-lungo periodo in cui lo Stato e' solo di supporto alla transizione, il 49,9% di Alitalia dovrebbe confluire dal ministero dell'Economia in una societa' partecipata quale Fintecna, che gia' detiene la quota di maggioranza di AZ Service. Fintecna e Air One costituirebbero una holding in cui far confluire gli asset di entrambe le societa', che rimarrebbero operativamente separate per mantenere i brand. Ad affiancare i due azionisti, dovra' esser chiamato un istituto finanziario o un fondo di investimento di primaria rilevanza che possa contribuire ad innalzare il rating di Alitalia/AirOne (previa decisione di aumentarne il capitale sociale), necessario per poter ottenere dal mercato capitale di debito a tassi in linea con i competitori internazionali per le operazioni di rilancio. Questo aspetto risulta fondamentale per negoziare accordi, alleanze e/o scambi di capitale azionario in posizione meno svantaggiosa con i possibili partner esteri capofila di grandi alleanze mondiali.

Infine, nel mercato internazionale, l'indiana Jet Airways o la russa Aeroflot, vorrebbero ampliare la propria rete a livello europeo e mondiale e stanno cercando una partnership con un vettore che possa offrire un'ampia rete di feederaggio a supporto delle attivita' di lungo raggio verso un aeroporto del sud Europa. Alitalia potrebbe fare al caso per Sud America, Mediterraneo e Sud Europa da Malpensa o in seconda opzione da Fiumicino. (ANSA).

ALITALIA: POLICE VA AVANTI, NON PENSO A COMMISSARIO

(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Il presidente di Alitalia, Aristide Police, va avanti sulla strada della continuita' aziendale. Una linea che esclude l'ipotesi di un commissario e, quindi, della divisione dell'azienda in 'good e bad company'. Prospettiva su cui starebbe lavorando l'advisor Intesa SanPaolo nella stesura del piano di risanamento e rilancio della compagnia. E che dovrebbe prevedere la modifica della legge Marzano, sulla crisi delle grandi industrie, da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico. Ma e' una soluzione, quella dello spezzatino di Alitalia, che non piace al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli. Una linea certa, quindi, non c'e' ancora e a definirla sara' la politica.

Police ha ribadito che in azienda si lavora ad una soluzione che prevede la continuita' aziendale ''perche' se si fosse in una situazione fallimentare dovrei essere io ad attivarmi'' per avviare la procedura. Rimango fermo - ha precisato il numero uno di Alitalia - alle dichiarazioni del ministro che ha parlato di una soluzione in continuita' aziendale''. Proprio ieri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, aveva detto che e' prematuro parlare di modifiche alla legge Marzano sulle procedure concorsuali. Una posizione divergente da quella del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che due giorni fa aveva parlato di aggiornamento allo studio della legge Marzano sulla crisi delle grandi industrie. Secondo indiscrezioni di stampa, Intesa Sanpaolo dovrebbe presentare al consiglio di amministrazione di Alitalia, il 18 luglio (anche se non c'e' ancora una convocazione del board per quella data) un piano per lo 'spezzatino' della compagnia sfruttando le modifiche della legge Marzano. Ma il management della compagnia sarebbe contrario a far proprio questo progetto senza prima valutarne tutti gli aspetti non avendo partecipato alla sua stesura. L'aggiornamento della legge Marzano potrebbe prevedere il fallimento della 'bad company', quindi, responsabilita' penali per gli amministratori. Che hanno dato l'ok ai conti.

Sulle modifiche alla legge Marzano si sta ancora ragionando come del resto sulla ineluttabilita' di dividere l'Alitalia in una 'good company' in cui far confluire la parte operativa assieme a quella di AirOne, lasciando fuori dal perimetro le attivita' di terra (salvando forse solo quelle che riguardano gli scali aeroportuali) che costituirebbero la 'bad company', caricata della zavorre delle perdite, da mettere in liquidazione. Una ipotesi che non piacerebbe ai sindacati.

Nulla e' ancora deciso e forse nulla di ufficiale si sapra' sino a ferragosto. Altrimenti, il rischio di scioperi sarebbe di difficile gestione, con ripercussioni sul rientro dalle vacanze. Sara' molto probabilmente il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che attraverso il Tesoro e' l'azionista di riferimento di Alitalia con il 49,9% a indicare la strada da percorrere, avendo dato massima fiducia all'advisor per una soluzione definitiva. (ANSA).

Modificato da Dodicicilindri

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Bla bla bla...tutti parlano,la Bocconi poi :lol: dopo che ho visto come fanno gli esami i miei amici la considero fumo

Io mi collego alle parole di un serio giornalista di Radio 24 che alla domanda di un radioascoltatore sul perchè non parlassero di Alitalia da risposto: non ne parliamo perchè per ora sono tutte speculazioni o proposte pubblicitarie,fino ad almeno a dopo le vacanze è tutto fuffa e non voglio perderci tempo

 

花は桜木人は武士

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