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Fiumicino è il nono aeroporto più grande d'Europa - I dati Eurostat

Fiumicino, con i suoi 32 milioni di passegeri, si è classificato al nono posto tra gli aeroporti europei nel 2007. E visti gli indici di crescita, che vedono il Leonardo da Vinci nel 2008 a oltre 36 mln di passeggeri, si può dire che in assenza di dati completi per tutta Europa l’aeroporto romano si classificherà al sesto posto per l’anno che si è appena concluso.

E’ quanto si evince dal rapporto Eurostat sugli aeroporti del Vecchio contintente appena pubblicato. La ricerca si riferisce all’anno 2007 e vede questa classifica. Al primo posto tra i più grandi aeroporti d’Europa si conferma Londra-Heathrow (68 milioni di passeggeri), seguito poi da Parigi-Charles De Gaulle (60), Francoforte (54), Madrid-Barajas (51), Amsterdam-Schiphol (48), Londra Gatwick (35), Monaco (33), Barcellona (32), Roma-Fiumicino (32), Parigi-Orly (26). Tra gli aeroporti delle grandi città fuori dalla top ten ci sono Londra-Stansted (all’11° posto con 23 mln), Milano-Malpensa (12° con 22), Manchester (15° con 21), Vienna (17° con 18), Atene (21° con 16) e Berlino (24° con 13).

Da segnalare che la tratta Roma-Milano è la seconda più frequetata di tutti i cieli europei con 2,5 milioni di passeggeri dietro solo alla Madrid-Barcellona con 4,6 milioni. Ricordo, inoltre, che Fiumicino, visto anche il trasferimento dei voli Alitalia da Malpensa avvenuto a inizio 2008, ha registrato tassi di crescita a due cifre e che secondo i dati italiani ha chiuso l’anno scorso a oltre 36 mln di passeggeri. Cifre che la pongono, considerando una crescita media degli altri scali europei, al 6° o 7° posto. Vedremo se la classifica 2008 confermerà questa previsione. Qui la classifica completa e tutti i dati.

daq 06Blog.it

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Ecco cosa pensano in questo momento i sindacati che hanno affossato AZ:

ALITALIA:CAPORETTO SINDACATI, SCONFITTI STUDIANO RIMONTA

di Paola Barbetti

(ANSA) ROMA - Con Alitalia, da ex carrozzone pubblico ad azienda in mano a imprenditori privati, si chiude un'epoca, quella del consociativismo sindacale e delle interferenze politiche. Gli economisti concordano: si volta pagina, niente sara' piu' come prima: ora gli obiettivi sono davvero profitti e soddisfazione del cliente. ''Finalmente in mano a un imprenditore vero, Alitalia dovrebbe diventare un'azienda vagamente normale, ma ci vuole un po' di tempo per cambiare la cultura, il dna'', dice Carlo Scarpa della Voce.it.

E i sindacati, volenti o nolenti, dovranno adeguarsi. ''Gli intrecci tra la politica italiana e i sindacati sono tra le cause che hanno portato al fallimento di Alitalia. Ora entrambi dovranno fare un passo indietro'', e' l'opinione dell' economista Tito Boeri. Concorde il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che rileva come nella vicenda del fallimento della compagnia ''abbia pesato la presenza di cattiva politica e cattivo sindacato, che hanno prodotto un'azienda con due milioni al giorno di perdite''.

Di certo, i nuovi padroni di Alitalia indietro non vogliono tornarci: ''Distinzioni dei ruoli, niente cogestione, Colaninno impostera' relazioni industriale ordinarie, modello Piaggio'', analizza Scarpa, delineando la nuova gestione di Roberto Colaninno, presidente della nuova Alitalia (che ha integrato Air One), affiancato dall'ad Rocco Sabelli. Della 'rivoluzione' in atto, solo alcune delle 9 sigle sindacali di Alitalia hanno preso coscienza, non tutte.

Alcune cercano di riorganizzarsi (Sdl), l'Anpac afferma che 'nulla e' cambiato', confederali e Ugl siedono al tavolo della trattativa. ''Per noi e' una Caporetto'', dicono senza mezzi termini in casa Sdl, il combattivo sindacato autonomo che conta iscritti sia tra i naviganti che tra il personale di terra. ''Abbiamo tutti subito una sconfitta storica, pesantissima - aggiungono -. Siamo bastonati, piegati in due ma non tutti tra noi se ne sono resi conto, alcuni si illudono come quelli della Prima Repubblica che brindavano mentre tutto intorno crollava''.

''Niente e' cambiato, pesi e misure sono gli stessi'', dice Stefano De Carlo, vicepresidente dell' Anpac, potente (finora) sindacato dei piloti. ''Anpac e Up si stanno unendo. Siamo aperti al dialogo con l'azienda a fronte pero' di una simmetria di disponibilita', ma il nostro tempo non e' infinito'', puntualizza.

Lunedi' prossimo sono in programma le prime 4 ore di sciopero della storia della nuova compagnia, proclamate da Sdl. Ma anche tra le file dei 'duri e puri' comincia a serpeggiare il timore che lo sciopero possa trasformarsi in un flop. E quasi quasi si spera in una precettazione ministeriale per evitare un banco di prova che si annuncia difficilissimo. ''I veri sconfitti sono Anpac e confederali - dice un dirigente sindacale che preferisce l'anonimato - vale a dire chi gestiva un potere dentro la vecchia Alitalia. Per noi autonomi cambia poco, visto che non comandavamo.

Ora Anpac e confederali se lo scordano di poter dire a Sabelli 'fammi questo', 'sistemami quest'altro'. E se l' Anpac piazzava i suoi nei posti da manager, nella manutenzione non si muoveva foglia senza la Cgil, lo stesso nell'handling con la Cisl: oggi tutto questo e' finito''.

''Non c'e' consapevolezza che si e' chiusa un'epoca e l'unica cosa da fare e' sedersi intorno a un tavolo e dar vita a una grande unita' sindacale, altrimenti questi ci tritano'', dice Andrea Cavola, del coordinamento nazionale Sdl. ''Ora il nostro avversario e' forte, intelligente e spietato e noi dobbiamo fare muro, smettere di beccarci uno con l'altro come i galli nel pollaio. In Sdl ci sono riunioni su riunioni per decidere la nuova strategia''.

''Abbiamo cogestito? Piuttosto il sindacato ha approfittato del vuoto di potere che c'era in Alitalia'', risponde De Carlo, comandante Airbus in cassa integrazione (il leader Anpac, Fabio Berti e' stato assunto). Rimpianti? ''Si' - risponde Cavola - avremmo dovuto far fallire Alitalia, con 20.000 persone in mezzo alla strada bloccavamo il Paese''. Rimpianti anche per l' Anpac: ''Per il fatto che - dice De Carlo - la prima offerta Air France non sia andata a buon fine. Alitalia e' nata politicamente ed e' morta politicamente. Si e' chiusa una storia, ora se ne apre un'altra, speriamo sotto migliori auspici''.

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Ecco il primo sciopero dell'era CAI:

TREMONTI: «Con la prima offerta di Air France Lo stato avrebbe speso uguale»

Alitalia, primo sciopero dell'era Cai

Astensione dal lavoro di 4 ore indetto dall'Sdl

FIUMICINO (Roma) - Il Sindacato dei lavoratori (Sdl) intercategoriale ha confermato per lunedì uno sciopero di quattro ore dei lavoratori Alitalia (dalle 10 alle 14), che passerà alla storia come «il primo dell'era Cai». Lo si apprende dal sito ufficiale del sindacato che, nel confermare l'agitazione, dà appuntamento «a tutti i lavoratori assunti, cassaintegrati e precari» al presidio che si terrà a partire dalle ore 9.30 presso il varco equipaggi dell'aeroporto di Fiumicino.

CONTRO LA NUOVA SOCIETA' - «Tutti siamo coscienti di quanto è accaduto in questi mesi sulla nostra pelle - scrive l'Sdl - migliaia di esuberi tra cassaintegrati e precari e condizioni di lavoro pesantissime. A questa lista si sono poi aggiunte altre questioni pesanti: criteri di assunzione applicati senza alcuna trasparenza; rifiuto, da parte della nuova società, di applicare la normativa sociale a tutela della maternità e paternità e dell'assistenza ai parenti disabili; incertezza oltre che per il destino delle società AMS e Atitech, anche per altri settori di Alitalia come, ad esempio, il Call Center». Dopo lo sciopero di domani, l'Sdl già annuncia, senza però indicare la data, che «ne seguirà presto un altro di 24 ore».

LUNEDI' IL VIA LIBERA AD AIR FRANCE - Ma lunedì, sciopero a parte, è una giornata fondamentale per la nuova compagnia: dopo il decollo operativo, infatti, avvenuto martedì 13, lunedì alle 15, a Milano, l’assemblea straordinaria dei soci della compagnia si riunirà per approvare le modifiche allo statuto necessarie per recepire l’accordo con il vettore franco-olandese. Il nuovo testo, che fissa la sede legale della compagnia a Milano, è composto da 27 articoli ed è stato redatto dagli studi legali Bonelli Erede Pappalardo per Alitalia e dall’americano Debevoise & Pimpton per conto di Air France. Tra le modifiche che verranno inserite nel documento, il diritto di recesso di Air France-Klm che può essere esercitato nel caso in cui «anche uno soltanto» degli accordi di collaborazione con Alitalia venga meno per responsabilità imputabili alla compagnia italiana. Altra novità riguarda la durata del cda che scadrà il 12 gennaio 2012, quindi prima del previsto, mentre servirà il voto favorevole di almeno 10 soci per vendere Alitalia o Air One. I termini dell’accordo, la cui durata è al 2050 salvo proroga, prevedono che Air France-Klm versi 322,4 milioni di euro per l’acquisto del 25% del vettore italiano compreso un sovrapprezzo di 155 milioni che comprende un premio di 40 milioni. L’ingresso nel capitale dovrà avvenire entro il 31 marzo ed è subordinato alle autorizzazioni dell’Antitrust e all’approvazione dell’assemblea dei soci all’aumento di capitale riservato e alle modifiche dello statuto.

SINERGIE E LOCK-UP - Le sinergie previste complessivamente ammontano a 720 milioni e una delle clausole dell’accordo prevede per Alitalia il diritto di recesso se queste non dovessero essere raggiunte almeno al 50% nei tre anni: in questo caso la compagnia italiana ha un’opzione per l’acquisto del 25% in mano francese. Altro punto qualificante è il vincolo di lock up della durata di quattro anni e cioè fino al 12 gennaio 2013. I vincoli del lock-up, secondo quanto previsto dall’accordo, decadono nel caso di quotazione in Borsa, possibile a partire dal 28 ottobre 2011. L’accordo stabilisce inoltre due categorie di azioni: categoria ’A’ e ’B’. Le prime, ordinarie, assegnate ai soci italiani, le seconde a quelli franco-olandesi. Entrambe le categorie hanno gli stessi diritti patrimoniali e amministrativi ma Air France-Klm gode di un diritto di recesso di cui potrà avvalersi nel caso di risoluzione degli accordi per motivi imputabili ad Alitalia.

TREMONTI - Per lo Stato l'operazione Alitalia portata a termine con Compagnia Aerea Italiana non è costata più di quanto lo sarebbe stato con la prima offerta Air France, ha detto intanto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «Per come era stata fatta l'offerta sarebbe costato uguale - ha detto Tremonti rispondendo a una domanda di Fabio Fazio, nel corso della trasmissione di RaiTre Che tempo che fa - Stiamo parlando di un'invenzione», ha comunque precisato Tremonti, ricordando che «Air France ha fatto un'offerta e poi è stata ritirata».

18 gennaio 2009

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La storia infinita

Le 5 iniezioni hanno questo scopo:

- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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La sdl vuole mostrare che ancora esiste, dopo essere stata tagliata fuori da confederali, ANPAC e UP.

Comunque i disagi per i viaggiatori non dovrebbero essere eccessivi.

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Se lo dice Tremonti mi fido...è uno che più che alle sterili polemiche politiche (per quelle c'è Chicchito e Berlusca) è abbastanza duro con i maghi indovini,gli analisti e gli espertoni che non ci prendono mai e rompono le palle o fanno danni

 

花は桜木人は武士

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Quoto.

D'altro canto il piano AF prevedeva comunque una marea di licenziamenti (da coprire con gli ammortizzatori sociali) e avrebbe poi portato al fallimento di Air One con successivi licenziamenti, e magari necessità di ripianare il buco di 1 mld di € che avrebbe subito Banca Intesa.

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Sono d'accordo con te.

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