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Scadono i termini per la vendita della flotta Alitalia: Embraer a Livingston?

da dedalonews.it

Sono ormai prossimi a scadere i tempi fissati dal commissario straordinario Augusto Fantozzi per cedere gli aerei di Alitalia non rilevati da CAI. Il bando pubblicato in dicembre fissava al 29 gennaio il termine per le manifestazioni d’interesse, seguito da un minimo di 20 giorni per la "due diligence" e da un minimo di sette per le offerte vincolanti. Da oggi in avanti, quindi, ogni giorno potrebbe essere buono per decidere.

Negli ambienti sindacali è diffusa la voce - alla quale non abbiamo trovato conferme indipendenti - di un’offerta per l’intera flotta di Embraer RJ145 già di Alitalia Express da parte di Livingston, la compagnia da poco ceduta da I Viaggi del Ventaglio e ora nelle esperte mani di Gianni Sebastiani. Si tratta di 14 aerei, costruiti nel 2000-2003 e che hanno accumulato da 10.000 a 15.000 ore di volo, oggi accantonati a Clermont-Ferrand. Gli aerei formano il 6° lotto del programma di vendita. Il loro impiego assorbirebbe da 120 a 150 piloti, pari ad un settimo circa dei cassintegrati Alitalia.

Due ATR 72-500 di Alitalia Express starebbero intanto prendendo la strada di Mistral Air. Si tratterebbe degli esemplari I-ATPA e I-ATSL, entrambi costruiti nel 1999, ma in questo caso a vendere non sarebbe Fantozzi. A differenza degli altri otto ATR raggruppati nei lotti 7 e 8, questi due biturbina non appartengono infatti alla vecchia Alitalia ma a società di leasing. La compagnia aerea di Poste Italiane intenderebbe trasformarli in cargo e destinarli al trasporto postale, riportando al proprio interno il lavoro in precedenza affidato ad Alitalia e Air One. Per questo compito sarebbe stato valutato anche il Fokker 50, ma la scelta sarebbe caduta sugli ATR 72. Poiché le macchine andrebbero a sostituire parte dell’attuale flotta di jet - due BAE 146 e tre Boeing 737, tutti in leasing - le ricadute occupazionali sono incerte.

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La COMPETIZIONE SULLA TRATTA MILANO-ROMA

Sabelli contro Trenitalia: riceve denaro

dallo Stato, ruolo ambiguo sul mercato

La risposta di Ferrovie: l'ad di Alitalia non sa di cosa parla, l'Alta Velocità non ha sovvenzioni pubbliche

ROMA - L'amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli attacca Trenitalia: «Le Ferrovie sono un nostro competitor sulla Roma-Milano, ma hanno denaro dallo Stato, quindi competiamo con un'azienda che non è un'impresa, il loro ruolo sul mercato perciò è quantomeno ambiguo». Questo perché, spiega, «nel 2008 Fs ha ricevuto dallo Stato 3,6 miliardi di euro, una cifra superiore del 17% rispetto al 2007». Così il numero uno della rinata compagnia aerea, intervenendo ad un convegno della Uiltrasporti, ha proposto a Trenitalia: «Cominciamo a separare la contabilità sulla Roma-Milano, confrontiamoci e vediamo se c'è una competizione unfair».

LA REPLICA - Sabelli non sa di cosa parla, replica però Fs che dice: «Stupisce il nervosismo dell'ad di Alitalia che fa capire di non sapere nulla della materia. Quelli dell'Alta velocità sono treni sul mercato, quindi non sovvenzionati dallo Stato». Le cifre di cui parla il numero uno della compagnia aerea riguarderebbero infatti le infrastrutture e non l'AV.

I RITARDI - Ma L'attacco di Sabelli alle Ferrovie non si ferma. Se Alitalia avesse avuto gli stessi ritardi di Trenitalia durante le festività natalizie, ha detto l'ad, «credo che l'Enac ci avrebbe ritirato la licenza: su 571 convogli partiti tra il 20 ed il 24 dicembre e dal 3 al 6 gennaio il 64% è arrivato in ritardo e anche la mitica Frecciarossa registra mediamente un ritardo di 30 minuti», ha spiegato Sabelli citando un'indagine di Altroconsumo. Alla battuta di Sabelli, il presidente dell'Ente nazionale aviazione civile, Vito Riggio ha risposto: «Ma le Ferrovie sono dello Stato».

IL FUTURO - Intanto, sulla tratta Roma-Milano, Sabelli ha anche annunciato «un prodotto che tra due settimane potrà competere meglio con l'Alta Velocità, è un inizio ma a settembre sarà completo e competitivo». In particolare, ha spiegato, si ridurranno i tempi accessori, quelli che oggi complessivamente portano il volo Roma-Milano (e viceversa) ad una durata complessiva di 3 ore e 40 minuti (contro le 4 ore e 30 del treno Alta Velocità). Check-in, varchi aerei e 120 addetti dedicati solo al traffico aereo tra Roma e Milano, oltre a finger per il 90% degli aerei aiuteranno ad accorciare le attese a Fiumicino e a Linate per un risparmio di 25 minuti. Anche se «i piloti hanno il piede pesante e potrebbero ridurre la percorrenza della Roma-Milano a trenta minuti». Infine, da aprile Alitalia tornerà ad acquistare aerei, due nuovi al mese.

C.V.

03 marzo 2009

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Ognuno tira acqua al suo mulino.

Ad ogni modo, sia Alitalia che FS sono state e sono due carrozzoni che noi tutti abbiamo pagato profumatamente anche senza usarle.

Per tornare più al tema del topic, sembra certo che il nuovo servizio navetta che AZ lancerà per la FCO-LIN si chiamerà frecciaverde.

Che fantasia, nome scontato per far concorrenza alla frecciarossa FS.

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Alitalia: Fantozzi, da Mse ok vendita Atitech, Ams e Alicos

ROMA (MF-DJ)--Il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, comunica che oggi il Ministero dello Sviluppo economico "ha autorizzato, previo parere del Comitato di sorveglianza, l'avvio della procedura di vendita delle partecipazioni" detenute dalla compagnia in amministrazione straordinaria "nelle societa' Atitech, Alitalia Maintenance System e Alicos".

Il Ministero, si legge in una nota, "ha autorizzato la cessione delle predette partecipazioni al migliore offerente individuato all'esito della procedura di vendita, a condizione che il prezzo non sia inferiore al valore di perizia delle partecipazioni, regolarmente asseverato". com/rov

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da corriere.it

Alitalia mette all'asta i suoi gioielli

Il commissario Fantozzi fa cassa: in vendita quadri comprati in passato per arredare uffici e sedi estere

Sede Alitalia (Emblema)

ROMA - Stanno in un caveau blindato al piano sotterraneo del «quartier generale» alla Magliana. Un patrimonio che tra poche settimane finirà all'asta, come ha deciso il commissario liquidatore di Alitalia Augusto Fantozzi. Una collezione di quadri che comprende opere degli artisti più quotati del XX secolo, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, il futurista Gino Severini al quale l'ex compagnia di bandiera commissionò direttamente opere da esporre nella sede parigina. In tutto circa duecento pezzi in passato sparsi nelle rappresentanze che l'aviolinea aveva in giro per il mondo e negli uffici dei top manager. Fantozzi li ha recuperati uno per uno e sigillati nel sotteraneo sorvegliato dai vigilantes, in attesa che le tre case d'asta che ha contattato gli forniscano il preventivo migliore per la procedura di vendita (una voce che comprende spese d'imballaggio, trasporto e assicurazione) e soprattutto una stima esatta.

«Il valore? Per adesso abbiamo solo una vaga idea - spiegano dagli uffici Alitalia-. Una cinquantina di pezzi sono considerati di pregio. Mentre dal resto ci aspettiamo ben poco». Per dare un'idea delle cifre in ballo, a giugno un dipinto di Severini intitolato «La Danseuse» è stato venduto da Sotheby per 21,4 milioni di euro, diventando così l'opera futurista più costosa mai venduta all'asta. I soldi incassati serviranno per saldare le centinaia di imprese dell'indotto e le liquidazioni dei dipendenti. Un ex dirigente Alitalia in pensione parla di collezione di «inestimabile valore. Ci sono pitture di Giuseppe Capogrossi, Renato Guttuso, Mario Sironi, Fortunato Depero, Ottone Rosai e Massimo Campigli, così come sculture di Giacomo Manzù e Mario Ceroli. Quadri acquistati a partire dagli anni Cinquanta quando la compagnia era il biglietto da visita dell'Italia e le pitture venivano esposte nelle sale d'aspetto e sui velivoli che attraversano l'Atlantico e il Pacifico».

In vendita anche terreni per 47 ettari - collocati dietro gli hangar di Fiumicino - su cui per ora non ci sono altro che erbacce e pozzanghere. Il valore è cospicuo: 120 milioni di euro che stanno nelle disponibilità di ciò che resta della vecchia Alitalia, diventata - a tre settimane dall'avvio delle attività della Cai di Colaninno - la «bad-company» alle prese con l'esercito di fornitori in attesa di fatture vecchie anche di 3 anni.

Alessandro Fulloni

09 marzo 2009

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Nuova Alitalia, primi due mesi di Cai. Aerei semivuoti e biglietti sottoprezzo

Un decollo difficile per la società di Colaninno e soci. La perdita 2009

rischia d'essere il doppio del previsto

ALESSANDRO BARBERA

ROMA

Aerei semivuoti. Biglietti venduti a prezzi inferiori agli obiettivi di redditività. Cambio sfavorevole. Conflittualità sindacale latente. Voli accorpati e ferie aggiuntive ai piloti per evitare sprechi. Se avessero saputo della tempesta che stava per abbattersi sull’economia mondiale, probabilmente Roberto Colaninno e gli altri soci della nuova Alitalia non si sarebbero avventurati in un decollo così difficile. Non più tardi di un mese fa, era il primo febbraio, il socio di maggioranza relativa, Jean-Cyril Spinetta, ha definito lo shock che sta subendo il traffico aereo mondiale «3-4 volte superiore quello dell’11 settembre». A febbraio la holding di cui è presidente - Air France-Klm, che proprio ieri ha ottenuto il via libera di Bruxelles all’ingresso nell’azionariato di Alitalia - ha perso l’8,1% dei passeggeri. I concorrenti di Lufthansa registrano -9,3%. British Airways non prevede il ritorno all’utile prima del 2011, l’agenzia di rating Standard and Poor’s ha degradato a «junk» - spazzatura - la solvibilità della compagnia. Anche se sottratta sine die agli impietosi giudizi della Borsa, la nuova Alitalia non fa eccezione. I vertici rivendicano di aver migliorato la puntualità dei voli, di offrire un servizio regolare ed efficiente. Ma a due mesi dal battesimo - era il 12 gennaio - le prospettive di ritorno all’utile, previsto per il 2011, sono lontanissime.

Posti vuoti, pochi ricavi

L’amministratore delegato Rocco Sabelli in questi giorni ha puntato il dito sulla concorrenza sussidiata della Freccia Rossa sulla Roma-Milano. Nelle difficoltà di decollo della nuova Alitalia i treni ad Alta velocità delle Fs incidono però pochissimo: per ogni 5 punti percentuali di passeggeri persi rispetto al piano, l’impatto negativo sui conti non supera i 20 milioni di euro. Inoltre i passeggeri languono su tutte le tratte: il primo report interno riservato sul mese di gennaio - l’unico finora disponibile - descrive uno scenari da brivido: su cento posti offerti la nuova compagnia nata dalla fusione fra Alitalia ed Air One ha riempito mediamente 45 posti su 100, 43 sui voli nazionali, 44 sugli internazionali, 57 su quelli intercontinentali. Nello stesso mese del 2008 la somma delle due compagnie calcolava 51 posti occupati su 100 sui voli nazionali, 55 sui voli internazionali, 73 su quelli intercontinentali. «Il primo mese non fa testo, i dati sono in costante miglioramento», sottolinea Sabelli. Secondo le sue stime, a metà febbraio il coefficiente medio si sarebbe assestato al 55%, a inizio marzo avrebbe raggiunto anche «picchi» del 60%. Si tratta del doppio rispetto ai primi giorni di operatività, ma siamo ancora 11 punti sotto l’obiettivo del 71% previsto dal Piano Fenice. Un’ancora di salvezza per i conti è il prezzo del petrolio: calcolato nel piano a 128 dollari al barile, oggi non vale più di 48. A conti fatti, si tratta di minori costi per circa 500 milioni di euro. D’altra parte è peggiorato il cambio: se a fine agosto un euro valeva 1,58 dollari, ora oscilla fra 1,25 e 1,27. Questa variabile, piano alla mano, vale 300 milioni di minori ricavi. In virtù di questi numeri - spiegano ai piani alti di Alitalia - il coefficiente di riempimento per soddisfare i target di piano sarebbe sceso al 65%.

L’offerta a 99 euro

C’è un però: le stesse carte del piano indicano - a parità di ricavo medio sui biglietti venduti - che ogni punto in meno di «load factor» rispetto alle previsioni peserà in negativo sul conto economico per 55 milioni di euro. E nell’ultimo mese Alitalia, come tutte le altre compagnie a caccia di passeggeri, ha messo in vendita 1,6 milioni di biglietti nazionali (andata e ritorno) a 99 euro. Si tratta del 10% dei biglietti che il piano prevede di staccare in tutto l’anno in Italia, venduti però alla metà dei ricavi medi previsti dal piano. Insomma, se il 2009 confermasse un coefficiente medio del 60%, secondo le prime stime che circolano in azienda la nuova Alitalia potrebbe chiudere il primo anno con un rosso vicino ai 500 milioni di euro, duecento milioni in più rispetto ai 291 milioni previsti. Colaninno e Sabelli sperano nella stagione estiva, quando gli aerei di solito si riempiono di turisti: ad agosto 2008, a fronte di un coefficiente medio annuo del 68%, Alitalia ha riempito 77 posti su 100. La crisi però non era ancora esplosa. E le indiscrezioni raccontano che il piano di voli estivo avrà solo tre destinazioni in più.

I piloti in trincea

D’ora in poi le politiche commerciali saranno decisive. Ma la casella chiave della direzione business - quella che sovrintende a vendita, distribuzione e politiche di network - è ancora vuota e assegnata ad interim a Sabelli. Nonostante molti colloqui, l’ad non ha ancora trovato un manager di razza disponibile alla sfida. Quel che sembra decisamente cambiato è il clima sindacale: lasciati fuori dalla porta della Rsu aziendale i ribelli di Anpac, Unione Piloti e Sdl, Sabelli per ora deve trattare solo con i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L’Anpac però conta fra i suoi iscritti almeno la metà dei piloti assunti, e ha proclamato il suo primo sciopero per l’8 aprile: sarà il banco di prova della sua forza all’interno della nuova azienda. I piloti lamentano il mancato rispetto degli impegni presi a Palazzo Chigi, il rischio di perdita del brevetto per i colleghi in cassa integrazione, ma soprattutto l’assegnazione di ferie e riposi «obbligatori» sia sul breve che sul lungo raggio. Sarebbe il segno delle difficoltà di Alitalia a riempire i posti: secondo quanto risulta da alcune fonti interne e sindacali, soprattutto sulla tratta Roma-Milano, nella quale sono previsti almeno due aerei l’ora, nell’ultimo mese la compagnia ha accorpato voli targati Alitalia ed Air One, risparmiando così su carburante e personale.

lastampa.it

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Ecco il primo:

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