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I più attivi nella discussione

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Le scelte del sindacato nel caso alitalia

Da Spinetta a Colaninno:

due trattative, stesso film

di DARIO DI VICO

Ma davvero l'arrivo di un compratore straniero risolverebbe per incanto il rebus Alitalia? Di fronte alla clamorosa incapacità dei sindacati di decidere l'avvio di una nuova fase, un'ipotetica trattativa con Lufthansa o Air France risolverebbe d'incanto tutti i problemi? Oppure il sindacalismo italiano sta solo giocando a rimpiattino pur di non rimettere in discussione il consociativismo aereo che governa da decenni la nostra compagnia di bandiera?

Per cercare di rispondere a queste domande varrà la pena ripercorrere il film degli ultimi giorni della trattativa con Cai e raffrontarlo con quanto accadde nell'aprile scorso quando il potenziale acquirente si chiamava Jean-Cyril Spinetta e aveva i galloni di numero uno del potentissimo network Air France-Klm. Partiamo da sabato sera 13 settembre quando al ministero del Lavoro a Roma i tre segretari generali di Cisl, Uil e Ugl (Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini) e il segretario della Filt-Cgil Fabrizio Solari incontrano i rappresentanti della cordata capeggiata da Roberto Colaninno. In una riunione di quelle che in gergo si chiamano «ristrette» si giunge a concordare due documenti distinti, uno che contiene i principi del Piano industriale e l'altro che invece riassume i punti chiave del nuovo contratto di lavoro. I quattro rappresentanti dei grandi sindacati siglano entrambi i documenti e, ormai a notte inoltrata, si danno appuntamento al pomeriggio della domenica per firmarli definitivamente. La riunione inizialmente prevista per le 18 slitta di un'ora e poi ancora di altre tre.

La novità è rappresentata dalla presenza al tavolo del leader della Cgil, Guglielmo Epifani, presenza che gli altri sindacalisti mostrando un certo fiuto giudicano da subito un'incognita. Nel suo intervento Epifani pone alcuni problemi di definizione del contratto e la replica di Colaninno sostanzialmente verte su un unico concetto: vogliamo introdurre in Alitalia i principi del contratto vigente per i dipendenti Air One anche perché quel documento è stato a suo tempo negoziato con i sindacati di categoria aderenti alle confederazioni. La discussione va avanti fino a circa le 2 di notte e la riunione si scioglie con la stesura di un comunicato congiunto. Le quattro confederazioni ribadiscono di essere d'accordo sul Piano industriale e si danno appuntamento a tempi brevissimi per ultimare il lavoro sul contratto. Dopo una nuova riunione condotta per lo più dai tecnici di entrambe le parti, mercoledì 17 il negoziato si sposta a Palazzo Chigi. E' presente il sottosegretario Gianni Letta e per la Cgil torna Solari.

Colaninno apre la riunione con un ampio intervento nel quale spiega la filosofia della sua avventura imprenditoriale. Afferma di credere nell'impresa in cui si è gettato e sostiene anche di non voler entrare in Alitalia «contro i lavoratori». Chiede dunque un clima di cooperazione senza però nessuna alterazione dei ruoli. «Gli imprenditori fanno gli imprenditori e i dipendenti fanno i dipendenti. E questo riguarda anche i piloti che non possono parlare come fossero un'associazione professionale». I guai di Alitalia, chiude Colaninno, derivano anche da una confusione che si è protratta per troppo tempo. Prende la parola il comandante Fabio Berti e ripropone la sua visione della compagnia e del ruolo dei piloti e ciò presta il fianco a una replica di Colaninno. «Il vostro discorso dimostra una filosofia opposta alla mia, non potete pensare di determinare le carriere e se vi ho offerto un contratto da dirigenti è perché comunque considero i dirigenti come dei dipendenti che non si sostituiscono all'imprenditore».

Entra in scena a questo punto Letta che giudica l'intervento di Colaninno come un chiaro appello alla collaborazione tra le parti e rivolto ai rappresentanti delle nove sigle sindacali presenti dice che «ciascuno di voi deve dire se si riconosce o no in questa filosofia e se ha intenzione di firmare entrambi i documenti». Piano industriale e nuovo contratto. Letta fissa anche un termine per questo pronunciamento: entro le 16 dell'indomani giovedì 18, orario e data fissati per l'assemblea di Cai. Dopo Letta chiedono di parlare Bonanni, Polverini e Angeletti che, con accenti diversi, dichiarano di condividere il discorso di Colaninno e confermano il loro sì. Parla anche Solari: «Debbo dire con rammarico che condivido gran parte delle cose dette da Colaninno. Anch'io sono per il rispetto dei ruoli e dei conti aziendali, questa filosofia è anche la nostra». Aggiunge però che in un'azienda di volo è decisivo il coinvolgimento e il consenso dei piloti e conclude così: «Chiedo un ultimo tentativo di riagganciare il negoziato e di coinvolgere chi non ha ancora espresso il suo consenso. Se questo ultimo tentativo non dovesse andare in porto ne prenderò atto ma almeno sarò in pace con la coscienza».

Le parole di Solari vengono apprezzate dai presenti che le giudicano anche come una sostanziale adesione pur mitigata da alcuni distinguo. Prima che la riunione si sciolga Letta prende di nuovo la parola e riepiloga il lavoro fatto. Alcune risposte sono state chiare, altre vanno interpretate, altre sono state negative, «ora invito tutti a formulare una risposta scritta entro le 16 di domani». Lasciato Palazzo Chigi dai partecipanti alla riunione comincia il balletto delle dichiarazioni stampa che in buona sostanza fanno emergere chiaramente i mal di pancia in casa Cgil che si concretizzano con una notizia: giovedì alle 12 Epifani scriverà una lettera a Colaninno nella quale esporrà il punto di vista definitivo della sua confederazione. La lettera arriva alle 13.30 e contiene espressioni giudicate positive: «Le confermo la nostra adesione e la nostra firma all'accordo quadro», «insieme le confermo l'adesione e la firma del contratto per il personale di terra, dove tuttavia le chiedo che venga ripristinata una effettiva invarianza della condizione retributiva dei lavoratori a reddito medio/basso». Epifani prende atto delle disposizioni sul personale di volo e invita Colaninno a riflettere che si tratta di lavoratori non rappresentati dal sindacato confederale e conclude: «A partire dal giorno dopo la conclusione di questa fase continueremo a lavorare perché sia possibile quel consenso sociale più ampio di cui un'azienda di trasporto ha bisogno».

La lettera viene interpretata dagli uomini di Colaninno come un'adesione e lo stesso Letta si sbilancia a dire che «la quarta firma c'è». Ma è in arrivo un colpo di scena: mentre sta iniziando l'assemblea arriva a Colaninno e al governo una seconda lettera firmata da sei sigle (Filt-Cgil, Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e Sdl) che di fatto chiede la riapertura del negoziato. Il presidente di Cai interpreta la missiva come una controproposta che azzera tutto il lavoro di mediazione svolto. E manda all'aria il negoziato con la Cai e dà il via ai festeggiamenti di piloti ed hostess che salutano il fallimento del piano Fenice come se avessero vinto la Coppa del Mondo. Ma non era successo qualcosa del genere già cinque mesi prima? Il 2 aprile i protagonisti della trattativa per salvare l'Alitalia erano gli stessi rappresentanti sindacali ma dall'altra parte del tavolo c'era un signore arrivato da Parigi per comprare la compagnia italiana e inserirla mel maggior network aereo mondiale.

Ma Spinetta come Colaninno rappresentava una minaccia per il consociativismo aereo e in qualche maniera anche lui andava abbattuto. Basta prendere in mano la «nota unitaria» emanata da Filt Cgil, Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia, Sdl in quell'occasione assieme ai sindacati di categoria della Cisl e della Ugl, per constatare molte analogie. Anche in quel caso il documento stilato dalle sigle sindacali aveva un obiettivo preciso, fermare il negoziato presentando una sorta di contro-piattaforma che qualcuno definì «proposta killer». La tattica di marzo-aprile è stata identica a quella di settembre. Si tratta, si mostrano delle aperture ma al momento giusto arriva il rilancio finalizzato a far scappare a gambe levate il compratore. Ieri Spinetta oggi Colaninno, che posti di fronte all'aut aut sindacale hanno fatto ricorso pressoché alle stesse parole per gettare la spugna («tutto questo contrasta con la mia cultura d'impresa»).

Nel caso Air France l'improvviso cambio di rotta arrivò dopo 15 giorni di negoziato nel corso del quale il sindacato aveva ottenuto molto dai francesi. Per motivare il no allora i piloti arrivarono a dire che per un problema di dignità professionale non potevano andare in Cassa integrazione come tutti gli altri lavoratori. L'azzeramento della trattativa con i transalpini determinò poi le dimissioni dell'amministratore delegato di Alitalia, Maurizio Prato, e fu commentato dall'allora premier Romano Prodi con parole (profetiche) che oggi dovrebbero far riflettere: «I sindacati hanno rotto una trattativa seria, ora se ne devono assumere le responsabilità». Corsi e ricorsi, viene da commentare.

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MAssì chissenefrega :D ormai chi ha capito ha capito,chi è ottuso e non vuole capire fatti suoi sinceramente ;) meglio che si chiuda e si riapra con assunzioni normali e civili come un'azienda seria :) e basta con queste trattative farsa

Tra l'altro venerdì leggevo che sarebbe stato un week-end "caldo" però di novità per ora non ce ne sono...o hanno agito sott'acqua oppure che accadrà domani?La mia paura è che l'errore di Fantozzi sia stato quello di calare un po le brghe e aver assicurato per troppi giorni l'operatività, così come anche l' ENAC poteva essere un attimino più dura,perchè se si continua a concedere spazio (e ore) a certa gente ci ritroviamo a Natale ancora in questa situazione

 

花は桜木人は武士

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QUalche novità

la decisione per rassicurare l'ue che l'acquisto e' aperto a tutti

Alitalia: lunedì sul sito ci sarà annuncio per aprire asta pubblica sulla compagnia

Lo anticipa a «Il Messaggero» il commissario Fantozzi. Martedì verrà replicato sui principali quotidiani

ROMA - Un annuncio da pubblicare lunedì sul proprio sito web per aprire un'asta pubblica di acquisto di acquisto di Alitalia sollecitando «offerte dal mercato».

Annuncio che sarà replicato poi sui principali quotidiani italiani martedì prossimo. Lo anticipa il quotidiano «Il Messaggero», citando il commissario della compagnia aerea Augusto Fantozzi, secondo il quale, dopo il ritiro della Cai, nessuno ha finora presentato offerte per rilevare le attività principali di Alitalia. Intanto, dopo che sabato il premier Silvio Berlusconi ha avvertito che non ci sono alternative all'offerta Cai e che Alitalia rischia il fallimento in breve tempo, in un'intervista apparsa sul «Sole 24 Ore» il ministro dei Trasporti Altiero Matteoli ha annunciato che, in mancanza dell'adesione di tutti i sindacati all'accordo con Cai, «fra qualche giorno metteremo gli aerei di Alitalia a terra, come vuole la legge». E se l'Enac aveva annunciato venerdì che Alitalia aveva davanti a sé al massimo 10 giorni, Matteoli spiega che «non c'è tutto questo tempo, in realtà, la decisione va presa prima».

ANNUNCIO PUBBLICO - Secondo il Messaggero, che pubblica un colloquio con Fantozzi, per l'acquisto delle attività di volo di Alitalia «al momento non è pervenuta assolutamente... alcuna offerta». Alla domanda se davvero nessuna compagnia aerea straniera è interessata a rilevare Alitalia, il commissario ha risposto con un secco «Proprio no... Nessuno si fa avanti. Del resto le offerte si fanno per iscritto e io non ho ricevuto nulla». Di qui la decisione di pubblicare lunedì sul sito web di Alitalia e martedì sulle pagine dei giornali l'annuncio dell'asta pubblica, scrive il quotidiano, per ufficializzare, dice Fantozzi «quello che sto facendo da tempo. L'asta - scrive il giornale - serve per mettere il timbro della trasparenza nelle procedure di vendita e dimostrare alla Ue che le modalità non sono discriminatorie verso nessuno».

PRESSING SUI SINDACATI - Nel frattempo, continua il pressing sui sindacati che non hanno accettato l'accordo con la Cai la scorsa settimana, nella speranza che la Compagnia Aerea Italiana di Roberto Colaninno accetti di tornare al tavolo, dopo il ritiro dell'offerta. E se sabato il segretario della Cgil Gugliemo Epifani, il cui sindacato è tra quelli che hanno bocciato l'accordo Cai, ha proposto di cercare un partner straniero, indicando la compagnia aerea tedesca Lufthansa , oggi esponenti di primo piano del Pd - sostengono con diversi accenti la proposta della cordata italiana. «Cai e sindacati devono recuperare i fili del confronto. Se poi nel frattempo emergesse una partnership internazionale aiuterebbe a chiudere l'accordo con assai maggiore serenità», ha detto in una intervista al "Sole 24 Ore" pubblicata oggi l'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema. D'Alema ha definito anche "gesti di grande responsabilità" la decisione della Filt-Cgil di ritirare una proposta alternativa a quella Cai e la telefonata fatta a Colaninno da Epifani per cercare di riaprire il confronto. E l'esponente del Pd ha espresso anche fiducia nel presidente della Cai. Enrico Letta, ministro ombra del Welfare del principale partito di opposizione, dice sulla "Stampa": «Spero che il sindacato sia pentito di avere detto no (all'accordo con Air France): dovrebbe saper spiegare alla base che oggi come allora il compromesso è necessario».

21 settembre 2008

 

花は桜木人は武士

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ho letto con interesse gli articoli postati !

difficile fare una valutazione , ma sicuramente questa intransigenza di una piccola parte dei dipendendi alitalia e di un sindacato a questo punto (direi ottuso )

su questo vorrei dire una cosa

Io non so' cosa alla fine possano guadagnarci da un fallimento (sia il sindacato ribelle che quella piccola parte di dipendenti che lo sostengono ) ma quello che mi fa' incavolare di piu' e' che a rimetterci sara' una maggioranza che invece aveva si difeso dei diritti(secondo me sacrosanti ) e ottenuto finalmente delle garanzie sul suo lavoro !

Qualunque siano i motivi (politici, personali o economici ) Stavolta qualcuno la responsabilita' di un tale disastro se la dovra' prendere !

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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della comapgnia di banderuola importa poco a nulla, si tratta del solito carrozzone strapagato dai contribuenti, speriamo l'aggravio non si moltiplichi, grazie ad una miriade di dipendenti fancaxxisti, che definire lavoratori é un offesa a chi duramente si fa un mazzo per portare a casa lo stipendio.

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I PLIOTI: «VOGLIAMO PArtecipare all'acquisto dELLA COMPAGNIA»

Alitalia, Berlusconi: «La Cgil fa disastri»

Online l'asta per altri acquirenti

Il premier: «Sindacato irresponsabile». L'Enac avverte: «Senza piano finanziario, licenza sospesa fra 3-4 giorni»

ROMA - «Alitalia vola con una licenza provvisoria. Se non arrivasse un piano finanziario nel giro di 3-4 giorni la licenza verrà sospesa». Il presidente dell'Enac Vito Riggio non ha dubbi: la compagnia ha i giorni contati. D'altra parte anche il commissario straordinario Augusto Fantozzi, riaprendo la trattativa dopo il ritiro dell'offerta di Cai, già domenica ha indicato una scadenza («Chi è interessato si faccia avanti entro il 30 settembre» ha detto) confermata poi lunedì intorno alle 10.30: sul sito di Alitalia è stato pubblicato l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia ( leggi). Nella premessa, Fantozzi, specifica, riferendosi alla Cai, che «l'unica significativa offerta pervenuta, e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata» e sottolinea di voler quindi «verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione».

«CGIL IRRESPONSABILE» - Nel frattempo la Cgil e il suo leader Gugliemo Epifani sono stati oggetto di un nuovo e duro attacco da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Il sindacato è irresponsabile, agisce per far saltare l’accordo senza pensare ai danni per il Paese» ha detto il presidente del Consiglio intervistato da Affaritaliani.it. «Sono degli irresponsabili. Non guardano al bene del Paese e ai guai sociali che potrebbero derivarne», ha replicato Berlusconi a chi gli chiedeva se fosse «più facile battere la Lazio o il leader della Cgil Epifani». «Stanno facendo di tutto - ha spiegato il Cavaliere - per far saltare l’accordo. Hanno perfino definito gli imprenditori della cordata Cai dei "banditi", con il risultato di scoraggiarli e demotivarli. Ora la loro ricetta produrrà disoccupazione e disastri. Ma loro vanno avanti... Che roba! Incredibile».

I PILOTI - I piloti intanto fanno sapere di voler partecipare all'acquisto di Alitalia. Il comandante Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione Piloti, intervistato da Rtl 102.5, ha anticipato una delle iniziative che oggi l'Up annuncerà insieme ad Anpac, Fdl e Avia in una conferenza stampa. La più importante, afferma Spinazzola, è «la possibilità da parte dei dipendenti dell'Alitalia di partecipare all'acquisto e quindi al salvataggio dell'azienda. Non si tratterà di un azionariato dei lavoratori, ma di una partecipazione diretta». Alla domanda su come possa reagire la Cai, Spinazzola ha risposto: «È un'iniziativa aperta a tutti e senza pregiudiziali nei confronti di nessuno, tanto meno l'ingegner Colaninno e la sua cordata».

22 settembre 2008

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