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Vendita Alitalia


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Ma meglio così dai ;) Per una volta che abbiamo qualcuno che ha alzato i tacchi e se ne è andato sbattendo la porta ricordiamo questo momento memorabile e che serva da lezione per tutti negli anni a venire.

Basta col calare le braghe,con la gente che vuole darsi fuoco (un coglione meno da mantenere),con gli stronzi che fermano la ferrovia (cosa che va molto di moda) o con le solite minacce di scioperi e paralisi.

Si sono giocati credibilità e il miliardino di €€€ degli imprenditori, direi che a questo punto nessun pazzo voglia riproporsi e tra l'assurda offerta degli svizzeri e questa di Chavez allora meglio chiudere tutto anche subito

Ma io sono completamente d'accordo con te ;). Questo baraccone così com'è ora non può più andare avanti, e questo i piloti non l'hanno capito.

Meglio chiudere tutto e ripartire da zero con una compagnia sana, magari sotto l'egida di Lufthansa, che secondo alcune voci starebbe preparandosi a lanciare Air Dolomiti oltre il ruolo di piccola regional.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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I più attivi nella discussione

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(vedasi la sparata di ieri di Berti, oggi rettificata, per cui quest'ansia messa addosso ai piloti poteva portare ad incidenti).
su questo ti quoto in pieno , certe sparate se le dovrebbero tenere per se , tuttavia sul resto e' ovvio che per riuscire dev'esserci la massima serieta'e la massima disponibilita' da parte di tutti (se come al solito' qualcuno ne fara' una questione politica o di immagine personale allora non c'e nessuna speranza )

Sindacati lavoratori ,governo e amministratore incaricato devono perseguire quel progetto

lancio una ipotesi da fantascienza

se cai diventasse socia insieme ai lavoratori (in fondo ci mettono solo 150 milioni di euro ) contro i 300 offerti da loro forse una volta tanto si salvaguarderebbe l'immagine dell'Italia e non quella di partito !

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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Novita dal sole 24 ore

Gianni Dragoni per “Il Sole 24 Ore”

Air One resta fuori dalla nuova procedura di vendita dell’Alitalia. In questa sorta di «piano B» varato dal commissario Augusto Fantozzi' date=' con un invito pubblico che dà appena dieci giorni di tempo per presentare manifestazioni d’interesse per l’Alitalia o rami d’azienda, è esclusa dal perimetro la società di Carlo Toto.

Una novità non di poco conto poiché questa compagnia, secondo il progetto Fenice della cordata italiana Cai, doveva essere integrata con l’azienda pubblica. Ma nel nuovo round non poteva che essere così, poiché Air One è una società privata sulla quale non esercita un ruolo Fantozzi, nominato dal Governo per tentare di ricollocare, con una procedura affatto speciale, l’attivo dell’Alitalia, lasciando i debiti sulle spalle dello Stato, dei creditori e azionisti.

La nuova prospettiva aumenta gli interrogativi sul futuro delle attività di Toto nel trasporto aereo, contenute nella scatola Ap Holding, con circa 3mila dipendenti. L’indebitamento complessivo è superiore al miliardo di curo (su un fatturato di 800 milioni circa) ed Air One ha ricevuto l’intimazione da sette aeroporti italiani a saldare gli arretrati: solo la Sea di Milano ha chiesto il pagamento di circa 21 milioni.

Così impostata, la gara potrebbe portare un maggior interesse per Alitalia L’esclusione di Air One dal perimetro rende meno acuto il problema degli esuberi. Nel piano Cai l’elevato numero degli esuberi Alitalia (circa 7mila effettivi) teneva conto della necessità di inglobare nel nuovo gruppo i 3mila dipendenti di Air One ed Eas (handling), impiegati su rotte e attività sovrapposte ad Alitalia.

Autorevoli esperti che seguono questo calvario si chiedono se l’apertura della procedura decisa da Fantozzi sia sostanziale o piuttosto di facciata, analizzando ‘invito a presentare manifestazioni d’interesse reso pubblico ieri. Invito un po’ tardivo. Fantozzi è in carica dal 29 agosto. Ma fino a pochi giorni fa ha escluso di essere obbligato a fare, una gara, prendendo in considerazione un’unica offerta, la cordata italiana sorta con l’appoggio del Governo e del suo advisor, Intesa Sanpaolo. Nel frattempo, le riserve di liquidità della compagnia si sono assottigliate.

Perfino il presidente dell’Enac, Vito Riggio, finora tollerante sulla crisi finanziaria, ha fatto la voce grossa intimando a Fantozzi di presentargli un piano entro dopodomani, pena la revoca della licenza di volo. In realtà, è improbabile che sia Riggio a girare l’interruttore e a fermare i 140 aerei dell’Alitalia. Fantozzi ha dato tempo fino al 30 settembre per presentare manifestazioni d’interesse a «chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell’intervento nonché il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale».

È lecito attendersi, a meno che qualche creditore non perda la pazienza (come ha fatto l’ente aeroportuale israeliano, che ha bloccato conti e beni della compagnia per un debito di 350mila euro), che fino ai primi di ottobre si continui a lavorare per una soluzione. Air France-Klm e Lufthansa, come qualche aggressivo fondo di private equity, stanno alla finestra. Sono interessate ad Alitalia, soprattutto adesso che sono ammesse offerte dirette solo all’attivo o a parti del gruppo, escludendo debiti ed esuberi.

È difficile però che questi soggetti escano allo scoperto se non avranno la sensazione che una loro offerta per la polpa buona senza i debiti (come quella presentata dalla Cai) possa essere presa in considerazione dal Governo. Negli ultimi giorni sia il premier Silvio Berlusconi sia altri ministri hanno escluso la possibilità di un interesse di vettori stranieri.

Questo atteggiamento ingenera la sensazione che non vi sia una reale disponibilità politica ad accogliere offerte migliorative e che si continui a puntare sulla cordata Cai, con un lavoro di persuasione sulla Cgil, condotto anche da esponenti del Pd, accompagnato da qualche ritocco all’offerta e modifiche nell’azionariato. Diversi soci della Cai hanno accolto come una liberazione il no sindacale per votare il ritiro.

Sul piano tecnico, il giurista Piero Schlesinger, che con altri accademici aveva sollecitato Fantozzi a chiedere offerte in modo trasparente al mercato, ritiene «insoddisfacente» l’ultima mossa del commissario. «Si è già perso tempo, ma adesso non si è fatto un passo avanti. Tra altre carenze, nell’invito a offrire non c’è l’indicazione dei criteri in base ai quali verranno valutate le offerte». Alcuni si chiedono chi ci sia dietro Schlesinger. «Non c’è nessuno, né interessi politici né commerciali. Sono opinioni di un libero cittadino in relazione alla gestione della cosa pubblica», ribatte il giurista milanese.

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Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Oddio, quell'uomo prima di preoccuparsi dei sindacati potrebbe preoccuparsi dei pezzi di merda che sputa la sua azienda :roll:

Cmq, la CGIL sta perdendo tantissimi consensi per i suoi metodi dittatoriali....persino tra gli operai.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Le colpe sono tante per Malpensa 2000 e non solo politiche.

Chi voleva nel 2000 un hub così distante da Milano ma sopratutto così mal collegato a MIlano?Penso nessuno.

In quegli anni giravo ancora molto coi miei e ricordo che MXP era ernome ma vuoto ed aveva grossi problemi di gestione nonostante fosse solo ad 1/4 della capienza di passeggeri per il quale era stato previsto.

Per non parlare poi dell'accesso stradale ignobile con un'autostrada che nei primi anni presentava le nuove corsie e le vecchie dei lavori in corso mai cancellate...per non parlare poi dell'accesso stretto a due corsie negli ultimi kilometri.

E i treni?Beh pare che solo da quest'anno arriverà il tanto atteso collegamento da MIlano Centrale, 8 anni di ritardo più o meno ma ce l'hanno fatta ;)

In queste situazioni come si poteva pensare di rendere Malpensa un hub?nonostante tutte le implicazioni politiche possibili,chi se lo sarebbe filato? Penso che a parte i milanesi che abitavano a Cadorna tutti preferivano e preferiscono Linate per andare in un hub serio ;)

Malpensa 2000:storia dell'ennesima cattedrale nel deserto italiana

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Noi siamo molto + simili alla germania, ed il multi-hub ci sta benissimo... ma se quelli continuano a amntenere il personale a roma, CAI, fenice, ACS Airlines, Odino Airways, Sticazziduri Volanti che sia, saranno sempre indietro...

Che falliscano...

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CASO ALITALIA, GIORNATA INTERLOCUTORIA. FINI: «ci sono ancora piccoli spiragli»

Berlusconi: serve una compagnia di bandiera. Veltroni apre: «Tre ipotesi»

Lettera al premier del segretario Pd: «Pronti a collaborare». Il Cavaliere insiste sulla «italianità» e si dice convinto: «Si farà». I piloti: «Nessun rischio per la sicurezza»

ROMA - Alitalia è agli sgoccioli e Walter Veltroni scende in campo per esortare il governo a prendere l'iniziativa. Intanto i tempi stringono sempre di più: il presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha ribadito che se il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, non riuscisse a presentare entro giovedì un piano di emergenza., la licenza sarà sospesa. Lo stesso Fantozzi ha poi fatto sapere che la compagnia di bandiera ha la capacità finanziaria necessaria per volare fino al 30 settembre «enza ripercussioni negative sull'esatto adempimento alle prescrizioni normative aeronautiche e sulla prestazione di un idoneo servizio alla clientela» e che una relazione in tal senso, oltre che dettagli sulla gestione della società, saranno forniti all'Enac entro il 25 settembre.

MEDIAZIONE CON LA CAI - Nel frattempo la Cai non è scomparsa: l'amministratore, Rocco Sabelli, e il presidente, Roberto Colaninno, sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E secondo quanto è fino ad ora trapelato la posizione della Compagnia è di attesa: la cordata di imprenditori italiani è pronta ad aspettare ancora, ma il piano Fenice non deve essere cambiato. In sostanza, la compagnia potrebbe ancora tornare in gioco. Ma la condizione, inderogabile, resta la firma di tutti i sindacati sui due documenti che formalizzano il piano di rilancio, l'accordo quadro e il contratto unico, giá sottoscritti da Cisl, Uil, Ugl e Anpav. E in serata Silvio Berlusconi conferma all'Ansa che, al di là dell'esistenza o meno di offerte dall'estero, vuole solo e soltanto una soluzione italiana, con l'idea fissa della compagnia di bandiera, così come aveva detto prima dell'estate quando era in campo l'offerta Air France: «Resto ancora convinto che si debba trovare una soluzione - dice Berlusconi - perchè l'Italia continui ad avere una sua compagnia di bandiera. E questo risultato si raggiungerà».

L'INGRESSO DI LUFTHANSA - In questo contesto si inserisce la possibilità di un coinvolgimento «anticipato» di Lufthansa, ovvero l'ingresso imediato di un partner straniero nella cordata - e si fa appunto il nome della compagnia tedesca con una partecipazione che sarebbe di minoranza ma superiore rispetto alle singole quote degli imprenditori italiani. Lufthansa, peraltro, puntando su Malpensa nella logica del multihub sarebbe una soluzione che piace alla Lega.

LA LETTERA DI VELTRONI - Nella lettera inviata al premier, Silvio Berlusconi (che, per seguire da vicino gli sviluppi della crisi, non parteciparà ai lavori dell'Assemblea generale dell'Onu a New York), Veltroni indica una serie di proposte per affrontare la crisi della compagnia (leggi il testo completo della lettera). Secondo il segretario del Pd, il governo «può e deve superare lo stallo» che sta portando Alitalia al fallimento. Veltroni chiede che l'esecutivo «convochi immediatamente le parti e determini un fatto nuovo: senza accettare né veti né soluzioni preconfezionate». «Di fronte all'incombere del fallimento - scrive Veltroni - il governo non può dire di avere già fatto tutto quello che poteva, perché non è vero». Il segretario del Pd indica «tre strade possibili»: primo, «che la Cai faccia un passo avanti verso le posizioni espresse dai sindacati, come le indubbie condizioni di vantaggio ad essa offerte dal decreto del governo consentono e richiedono»; secondo, «che ci si attivi per riprendere i fili di quei negoziati con soggetti esteri, che, da soli o con Cai, potrebbero acquisire, rispondendo al bando tardivamente pubblicato dal commissario, un ruolo rilevante nella salvezza e nello sviluppo di Alitalia»; terzo, «che il commissario, in rappresentanza di Alitalia, e su preciso mandato del governo, concluda immediatamente e positivamente una intesa con tutti i sindacati consentendo così poi a Cai e/o a compagnie aeree straniere di acquisire Alitalia, garantendone la sopravvivenza».

IL GOVERNO - A Veltroni risponde il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Mi sembra che il 'filosofo Catalano', al secolo il segretario del Pd, Walter Veltroni, ci ha detto delle cose ovvie. Ci dice che dobbiamo fare presto e bene invece di tardi e male: ne siamo convinti», afferma il ministro. Poi Sacconi ribadisce che «non risultano nuove manifestazioni di interesse per Alitalia». La linea del governo rimane al momento quella tenuta in questi giorni: l'unica strada possibile di salvezza per Alitalia è costituita dal consorzio Cai. E alle richieste del Pd, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, nel corso di Rainews 24, replica: «Berlusconi ha già svolto il suo ruolo, che era quello di mettere insieme le parti, i sindacati e gli imprenditori, nella loro indipendenza».

PALAZZO CHIGI- Intanto a palazzo Chigi si è tenuta una riunione sul caso Alitalia tra il premier Berlusconi, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, quello del Welfare, Maurizio Sacconi, e quello dei Trasporti, Altero Matteoli. Al termine della riunione il presidente della Cai Roberto Colaninno e l'amministratore delegato Rocco Sabelli sono stati convocati a Palazzo Chigi per un altro incontro (durato 45 minuti) con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Proprio Colannino ha dichiarato di valutare «positivamente» l'appello al dialogo con i sindacati di Alitalia lanciato da Veltroni.

ASCOLTARE LE PARTI - Dopo gli incontri a Palazzo Chigi, il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ha anticipato che Berlusconi risponderà a Veltroni. «C'è la disponibilità profonda del governo a capire le ragioni, superare gli ostacoli e smussare gli angoli e lavorare senza pregiudizi comprendendo che la proposta di Cai era l'unica di fatto concreta. È importante ascoltare e sapere ascoltare anche quelle parti che sembrano piu lontane». «Sono convinto, anzi, mi auguro che ci possano essere possibilità e che anche tra i piloti ci sia la possibilità di capire e ascoltare», ha aggiunto. «Spero che il grande lavoro di Gianni Letta e del ministro Matteoli porti dei frutti. Hanno fatto un lavoro enorme sotto la supervisione di Berlusconi», ha concluso.

BOSSI,LUFTHANSA? SÌ,MA NON PENSO ENTRI IN CAI - Intanto il leader della Lega Umberto Bossi in un passaggio dell'intervista ad Enrico Lucci delle «Iene», registrata lunedì pomeriggio, che sarà trasmessa martedì prossimo, ha risposto così sul possibile interessamento di Lufthansa per Alitalia: «Lufthansa? Sì, ma non penso accetti di entrare nella società Cai finchè l'Alitalia è conciata così male». È meglio il fallimento o la Cai? Chiede Lucci. «La cosa migliore è la Cai, il fallimento - risponde Bossi - è un dramma». «Alla fine - incalza Lucci - come andrà a finire? Io - risponde il 'Senatur' - continuo a essere ottimista e alla fine credo che si troverà una via d'uscita ragionevole».

I PILOTI - Sul fronte dei piloti c'è da segnalare il dietrofront rispetto alle dichiarazioni di lunedì secondo le quali lo stress generato dalla vicenda sui comandanti avrebbe potuto portare a un «rischio incidenti». «Mai detto che i piloti di Alitalia sono stressati e che i passeggeri devono per questo temere, come riportato da molte testate giornalistiche» ha scritto in una nota il presidente dell’Anpac, Fabio Berti. «Il riferimento ai pericoli legati alla sicurezza - precisa - era legato esclusivamente a ipotetici futuri contratti che non tengano sufficientemente in considerazione i livelli di fatica e stress degli equipaggi, e non al contratto attualmente in vigore».

ENAC - Dai microfoni di «Panorama del Giorno», su Canale 5, anche il presidente dell'Enac, Vito Riggio, tranquillizza i passeggeri: «Stanotte il comandante Berti mi ha mandato un messaggio nel quale esclude che la sua dichiarazione riguardi la situazione in atto, credo che si riferisse a un eventuale rinnovo contrattuale effettuato sotto stress. Del resto a quanto ci risulta le operazioni di volo si stanno svolgendo in condizioni di assoluta sicurezza. Per essere ancora più certo già da questa mattina due ispettori dell'Enac controlleranno la situazione dei piloti, ma si tratta di professionisti già certificati dall'Ente». Lo stesso Riggio lunedì aveva specificato che Alitalia ha tempo sino a giovedì per presentare un piano di rilancio credibile, altrimenti rischia la sospensione della licenza di volo. Anche il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi aveva spiegato che, in mancanza di novità, avrebbe sospeso il volo degli aerei entro il prossimo 30 settembre.

SLOT - Con la sospensione della licenza di volo, ha spiegato ancora Riggio, gli slot Alitalia «rimangono congelati per un periodo di tempo breve», ma il 25 ottobre comincia la stagione invernale e «nel caso di un fermo prolungato le compagnie europee ci chiederebbero un autorizzazione provvisoria a volare per mete europee e noi lo dovremmo dare perchè non si può lasciare il paese senza collegamenti aerei».

FINI - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vede invece ancora degli spiragli sulla vicenda Alitalia e invita le parti a proseguire nel confronto. «Ci sono stati degli egoismi - afferma Fini - delle chiusure che definire corporative è dire poco, ma ci sono, almeno per qualche giorno ancora, dei piccoli spiragli e tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'Alitalia devono lavorare affinchè rimangano aperti e si allarghino ancora di più». «Credo che la vicenda Alitalia - ha sottolineato Fini - preoccupi tutti i cittadini italiani senza eccezione alcuna e preoccupa anche il Presidente della Camera, il quale non può che esprimere l'auspicio che prevalga la ragionevolezza» per un «interesse autenticamente nazionale e che riguarda tutti i lavoratori senza eccezione alcuna». «Io non da oggi considero tutte quelle politiche volte a garantire ai lavoratori la possibilità di partecipare ad eventuali utili aziendali una via moderna da percorrere»: lo dice il presidente della Camera facendo un indiretto riferimento alla vicenda Alitalia. Secondo Fini, quella della partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali «è una via che non può essere archiviata senza sperimentarne e valutarne gli aspetti positivi, che in altri paesi si sono già registrati».

23 settembre 2008

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