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Vendita Alitalia


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I più attivi nella discussione

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Secondo me alle 23.59 trovano l'accordo,purtroppo :roll:

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Puntuale il parziale dietrofront:

Via libera da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma 5 sigle non ci stanno: «accordo stravolto»

Alitalia, Cai ritira l'offerta poi riapre

Gianni Letta: «C'è tempo fino alle 22»

I sindacati confederali dicono sì al lodo Letta, stop dagli autonomi. Sospeso il cda della nuova compagnia

ROMA - Mancano poche ore alla scadenza del termine per l'offerta d'acquisto da parte di Cai degli asset della vecchia Alitalia, fissata alle 22. Ma dal cda della nuova società esce una fumata nera. La decisione è infatti quella di non presentare alcuna offerta, dato che manca la firma delle associazioni dei piloti e degli assistenti di volo. Poco prima a Palazzo Chigi c'era stato l'estremo tentativo di trovare un terreno comune, con un documento messo a punto da Gianni Letta. Un testo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma non dalle sigle autonome Sdl, Avia Anpac, Anpav e Up (le categorie che rappresentano la maggior parte degli assistenti di volo e piloti). Il cosiddetto lodo Letta è un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si pone come «garante dell'intesa».

BERLUSCONI CONTRO I SINDACATI - In serata si provano a riannodare i fili. Il Cda della Cai viene sospeso e Gianni Letta invia una lettera alle nove sigle sindacali indicando come termine ultimo per la trattativa le ore 22. Il premier se la prende proprio con i rappresentanti dei lavoratori: «C'è una responsabilità grave se Alitalia fallisse da parte di chi non ha firmato? «Giudicate voi...». Berlusconi dice di non aver telefonato a Colaninno ma di averlo incontrato con Letta prima della riunione con i rappresentanti sindacali.

SCAJOLA: «MOMENTO DIFFICILE» - Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola definisce «incredibile» la scelta dei piloti e degli assistenti di volo di bocciare la proposta Cai. «Il governo - aggiunge - ha fatto tutto quello che poteva fare. È un momento difficile per l'Italia e per i lavoratori, dominato da chi non ha capito. Sulla decisione di Cai di non presentare un'offerta non c'è ancora un comunicato ufficiale, aspettiamo ciò che sarà scritto sul comunicato ufficiale».

PD: GOVERNO RIFERISCA - Il Pd, per bocca del capogruppo alla commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, chiede al governo di riferire in Parlamento sul fallimento della trattativa: «Il governo deve sentire la responsabilità di informare urgentemente, a partire dalle prossime ore, il Parlamento sullo stato della trattativa e su come intende risolvere la crisi Alitalia. Il silenzio del governo è assordante e inaccettabile. Si parla di una compagnia strategica per il nostro paese il cui fallimento avrebbe ripercussioni devastanti per decine di migliaia di lavoratori italiani». C'è infatti grande preoccupazione all'aeroporto di Fiumicino. Assistenti di volo e piloti si sono riuniti in gruppi spontanei davanti al centro equipaggi. Non mancano i dissensi alla sottoscrizione fatta dai sindacati confederali al lodo Letta. Due bandiere della Filt-Cgil sono state gettate a terra. «Sulle assunzioni in Cai c'è il libero arbitrio - commenta un assistente di volo -, non c'è alcuna garanzia sulle norme contrattuali e non sono stati rispettati gli accordi di Palazzo Chigi. Siamo sinceramente preoccupati per gli sviluppi della situazione».

«ACCORDO STRAVOLTO» - Le sigle autonome non hanno firmato anche per «le gravi esclusioni sociali che sono state avanzate dall'azienda nel documento, come quella delle donne in maternità e di coloro che assistono persone disabili». In alcuni casi si tratta di «veri mostri sociali», spiega il presidente di Avia Giuseppe Divietri, con l'azienda che ha la «discrezionalità assoluta sulle persone da assumere e quelle non da assumere». La denuncia avanzata nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi viene però respinta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che affermano che questa lettura è «da escludere categoricamente. È un'ipotesi priva di fondamento, assolutamente da smentire». E comunque i sindacati ricordano che, in caso di dubbi, si può sempre ricorrere alla mediazione della presidenza del Consiglio, così come previsto dal lodo Letta. «C'è stato il tentativo di stravolgere l'accordo raggiunto a settembre» denuncia il leader dell'Anpac Fabio Berti. Per il numero uno del'Unione piloti, Massimo Notaro, il risultato «è un progetto nano da un punto di vista etico e morale. Da quando, trentacinque giorni fa, abbiamo firmato l'intesa - spiega - abbiamo perso tempo». Duro l'attacco nei confronti degli altri sindacati: Berti si chiede come «chi ha dato l'ok abbia mai potuto farlo»

«EVITATA TRAGEDIA» - Il leader della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia, para gli attacchi: «Abbiamo evitato una tragedia sociale. Forse qualcuno non se ne è reso o non se ne vuole rendere conto. Finalmente abbiamo messo fine a una condizione di incertezza che pesava sulle famiglie e sul trasporto aereo, asset strategico del nostro paese». Sulla stessa linea Claudio Claudiani della Cisl: «Non capiamo chi ha firmato l'accordo a settembre e non l'ha fatto oggi. Qui non ci sono più spazi per rilanci». Secondo il segretario di categoria della Cisl il lodo Letta è «coerente con gli accordi di settembre». Il leader della Filt-Cgil, Franco Nasso, spiega che «la stesura dei contratti non è definitiva perché ci sono ancora dei punti con delle criticità, abbiamo firmato una premessa. Ma buona parte dei problemi è alle nostre spalle. Per noi - continua - che l'abbiamo sottoscritto significa stare nella traccia degli accordi di settembre». E auspica un «ripensamento» di chi ha respinto il documento. Roberto Panella dell'Ugl ricorda che la strada del fallimento era una strada concreta e «questo ci ha indotto a firmare».

DI PIETRO: «NUOVA ASTA» - Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si schiera invece dalla parte dei sindacati autonomi: «Il governo la smetta di dividere i lavoratori con ricatti e minacce per obbligarli ad accettare le proposte indecenti dei loro amici della Cai. E si adoperi affinché la nuova compagnia garantisca i diritti dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra. È questo il compito del governo, e non quello di fare da braccio armato degli speculatori. Adesso che la trattativa è fallita, il governo faccia un bagno di umiltà e rimetta all'asta ciò che generosamente aveva offerto a Cai. Sicuramente ci saranno compagnie aeree più valide e disponibili ad acquistare a prezzo più alto e migliori condizioni». Ben diversa la posizione di Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera: «Ci dispiace che, proprio ora che si comincia a vedere l'uscita dal tunnel per l'Alitalia, ci sia chi insista nel portare avanti una battaglia ideologica sulla pelle dei lavoratori: non possiamo non criticare la posizione dei piloti e degli assistenti di volo che non hanno firmato l'accordo per il rilancio della compagnia di bandiera».

SINDACATI IN ALITALIA - La rappresentanza sindacale di Alitalia è suddivisa tra sindacati confederali, autonomi e associazioni di categoria. Tra i confederali il sindacato più pesante è la Filt-Cgil che conta 2.200 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Alla Fit-Cils sono iscritti 2.050 lavoratori tra piloti, personale di terra e assistenti di volo, mentre alla Uil trasporti sono 1.900. Infine l’Ugl trasporti conta 1.030 iscritti. Tra gli autonomi, l’Sdl ha 1.650 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Le associazioni di categoria invece sono rappresentate dai piloti dell’Anpav e dell’Up che si sono unite e contano 1.200 iscritti su circa 3.000 piloti in totale. Infine gli assistenti di volo fanno capo ad Avia ed Anpav con rispettivamente 300 e 500 hostess e steward.

31 ottobre 2008

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ALITALIA: L’ESPERTO SOSTIENE, FALLIMENTO E’ AUSPICABILE

(AGI) - Roma, 31 ott. - Il fallimento di Alitalia sarebbe auspicabile per gli italiani perche’ scatenerebbe una guerra “benedetta a colpi di basse tariffe e buoni servizi” tra le compagnie straniere per conquistare il nostro mercato. Ne e’ convinto Marco Ponti, economista ed esperto di politica dei trasporti e professore al Politecnico di Milano. Per Ponti a questo punto, con il ritiro dell’offerta Cai, le ipotesi sono due: o la vendita a offerenti esteri, quindi Air France o Lufthansa, o il fallimento.

In realta’, ricorda Ponti conversando con l’Agi, Alitalia “e’ gia’ fallita”. Fantozzi, spiega l’economista, “a questo punto deve riaprire il bando e considerare gli altri offerenti. Il commissario aveva detto che c’era una lunga lista che era pronta a prendersi pezzi di Alitalia. In condizioni normali - prosegue - riaprire il bando dopo la scadenza non sarebbe possibile ma visto che e’ stata fatta una normativa ad hoc non si puo’ escludere che si possa aprire nuovamente a offerenti non italiani. O Fantozzi vende a condizioni piu’ favorevoli la compagnia e il debito ce lo accolliamo noi - un’ipotesi non facile - o la vende a pezzi e segue le norme standard. Non c’e’ dubbio che se non trova nessuno che la vuole nemmeno a condizioni piu’ favorevoli il fallimento e’ la strada obbligata. Ma ricordiamoci che Alitalia e’ gia’ fallita”. Anche quello di Cai, sottolinea ancora Ponti, “era tecnicamente un fallimento perche’ la normativa Ue chiedeva una discontinuita’, quindi Cai comprava un grande pezzo di Alitalia ma lasciava la cosiddetta bad company”. Per l’economista quindi “e’ difficile dire cosa accadra’” ma una cosa e’ certa: “Il mercato italiano continua a esserci con certe caratteristiche e ci sara’ solo la fila di quelli che vogliono entrarci. Si scatenera’ una guerra fra le compagnie straniere ma sarebbe una guerra benedetta, a colpi di basse tariffe e buoni servizi. Il fallimento non e’ buono per i dipendenti ma per i viaggiatori si’”. Anche se, precisa, “in caso di fallimento si apre uno scenario interessante e anche per i dipendenti non e’ una tragedia totale perche’ avranno un paracadute. Questo e’ un settore in forte crescita in cui e’ possibile ricollocarsi”. Secondo Ponti, Fantozzi finche’ potra’” fara’ volare il volabile ma cerchera’ in questi due tre mesi di vendere al meglio gli slot e gli aeroplani e di pagare i debiti. I servizi e le rotte che forniva prima Alitalia verranno venduti e qualcun altro subentrera’ e servira’ il mercato. Non e’ che Alitalia fa volare gli italiani - conclude - sono gli italiani che fanno volare Alitalia e ora faranno volare qualcun altro”. (AGI)

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Un'altra settimana di attesa:

Colaninno: "Entro la prossima settimana la risposta di Alitalia"

31 ott 22:16 Economia ROMA - La Cai non ha paura di un inasprimento del conflitto sindacale legato al no delle sigle autonome che rappresentano i piloti e gli assistenti di volo. Il presidente della societa', Roberto Colaninno, e' concentrato sulle prossime scadenze. "Entro la prossima settimana - ha spiegato uscendo dalla sede romana di Intesa Sanpaolo, in cui oggi si e' riunito il Cda - dovrebbe arrivare la risposta del commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi. (Agr)

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Non ci ho capito più niente

Neppure io :D

Intanto:

Via libera da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma 5 sigle non ci stanno: «accordo stravolto»

Alitalia, Cai presenta l'offerta vincolante

Berlusconi: «Ottimista, Letta ce la farà»

I sindacati confederali dicono sì al lodo, ma resta lo stop dagli autonomi. Matteoli: «Prevalga il senso di responsabilità»

ROMA - Dopo una giornata di passione Cai, la Compagnia Aerea Italiana, ha presentato l'offerta vincolante al commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi, per l'acquisizione di beni e asset. Cai si aspetta una risposta entro la prossima settimana. Lo ha deciso il cda della società, che si è riunito sotto la presidenza di Roberto Colaninno, dopo la firma dei contratti da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Resta il no delle cinque sigle autonome Sdl, Avia, Anpac, Anpav e Up. Dalla loro mancata firma secondo Colaninno «non sorgeranno problemi perché hanno firmato le quattro sigle confederali». Fantozzi ha comunicato che l'offerta della Cai sarà esaminata lunedì 3 novembre.

VIA LIBERA DELLA UE - Resta inoltre in piedi la condizione vincolante del via libera da parte dell'Unione europea che attesti l'assenza di aiuti di Stato in merito al prestito ponte da 300 milioni di euro (decisione attesa per il 12 novembre) e dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato, che dovrebbe arrivare nella seconda metà di novembre. Secondo indiscrezioni riportate dai media francesi, il 12 novembre dovrebbe essere anche il giorno in cui Cai annuncerà la scelta del partner straniero: in corsa sempre Air France e Lufthansa, mentre sembra più lontana l'ipotesi di British Airways, con la quale però non sono stati sospesi i contatti. Ora la Cai ha una trentina di giorni per mettere a punto tutto i dettagli della nuova compagnia aerea: il commissario Fantozzi ha infatti detto di avere liquidità fino al primo dicembre.

TRATTATIVA RIAPERTA - Il Cda della Cai è tornato a riunirsi dopo una fumata nera, con la decisione di non presentare alcuna offerta seguita al no delle associazioni dei piloti e degli assistenti di volo. Ma in serata si sono aperti nuovi spiragli: la trattativa è stata riaperta grazie alla mediazione di Gianni Letta e il presidente Colaninno e l'amministratore delegato della società Rocco Sabelli hanno lasciato la sede di Banca Intesa a Roma per raggiungere Palazzo Chigi. «L'intesa con le quattro sigle sindacali e la presentazione di un'offerta per Alitalia rappresentano un primo passo, siamo ancora all'inizio e c'è tanto da fare», ha commentato Sabelli, riconoscendo che «la regia del governo è stata importante nell'ultima fase, il momento era grave». Berlusconi se l'è presa con i rappresentanti dei lavoratori per la mancata firma: «C'è una responsabilità grave se Alitalia fallisse da parte di chi non ha firmato? «Giudicate voi...». Ma poi si dice ottimista: «Letta ce la farà anche questa volta, esisterà ancora una compagnia aerea italiana».

IL LODO LETTA - Poco prima a Palazzo Chigi c'era stato l'estremo tentativo di trovare un terreno comune, con un documento messo a punto da Gianni Letta. Un testo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma non dalle sigle autonome Sdl, Avia, Anpac, Anpav e Up (le categorie che rappresentano la maggior parte degli assistenti di volo e piloti). Il cosiddetto lodo Letta è un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si pone come «garante dell'intesa».

ASSEMBLEA LUNEDÌ - In serata i sindacati confederali sono tornati a Palazzo Chigi, su richiesta di Letta, «per perfezionare la sottoscrizione dei contratti collettivi, consentendo così alla Cai di presentare l'offerta per Alitalia nei termini previsti e prima della scadenza» spiega un comunicato di palazzo Chigi. Resta invece il secco 'no' dei cinque sindacati autonomi, che stanno valutando una posizione comune ma sono d'accordo nel non firmare l'accordo. «Anpac, Unione Piloti, Sdl, Avia e Anpav confermano il giudizio negativo sul metodo del confronto odierno e sui contenuti dei documenti proposti per la firma» si legge in una nota. Le cinque organizzazioni hanno organizzato per lunedì un'«assemblea informativa di tutti i lavoratori coinvolti nel progetto Cai».

«PREVALGA RESPONSABILITÀ» - «Un altro significativo passo avanti è stato compiuto con il positivo concorso di tutte le grandi confederazioni sindacali, il ruolo fattivo del governo e la conferma della volontà di promuovere una nuova compagnia di bandiera da parte della società Cai» ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, aggiungendo che «ancora una volta i profeti di sventura sono stati smentiti». Soddisfatto anche il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli: «Alla fine è prevalso, come abbiamo sempre auspicato, il senso di responsabilità. Con la firma sui contratti e sull'accordo complessivo da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la nuova Alitalia potrà davvero decollare. Auspico che anche le altre sigle sindacali aggiungano la loro firma dimostrando analoga responsabilità». Il ministro delle Riforme Umberto Bossi dice di non capire l’interesse dei sindacati a far fallire Alitalia: «Se la vogliono far fallire alla fine fallirà. Io mi auguro che invece trovino l'accordo».

«ACCORDO STRAVOLTO» - Le sigle autonome non hanno firmato anche per «le gravi esclusioni sociali che sono state avanzate dall'azienda nel documento, come quella delle donne in maternità e di coloro che assistono persone disabili». In alcuni casi si tratta di «veri mostri sociali», spiega il presidente di Avia Giuseppe Divietri, con l'azienda che ha la «discrezionalità assoluta sulle persone da assumere e quelle non da assumere». La denuncia avanzata nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi viene però respinta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che affermano che questa lettura è «da escludere categoricamente. È un'ipotesi priva di fondamento, assolutamente da smentire». E comunque i sindacati ricordano che, in caso di dubbi, si può sempre ricorrere alla mediazione della presidenza del Consiglio, così come previsto dal lodo Letta. «C'è stato il tentativo di stravolgere l'accordo raggiunto a settembre» denuncia il leader dell'Anpac Fabio Berti. Per il numero uno del'Unione piloti, Massimo Notaro, il risultato «è un progetto nano da un punto di vista etico e morale. Da quando, trentacinque giorni fa, abbiamo firmato l'intesa - spiega - abbiamo perso tempo». Duro l'attacco nei confronti degli altri sindacati: Berti si chiede come «chi ha dato l'ok abbia mai potuto farlo»

«EVITATA TRAGEDIA» - Il leader della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia, para gli attacchi: «Abbiamo evitato una tragedia sociale. Forse qualcuno non se ne è reso o non se ne vuole rendere conto. Finalmente abbiamo messo fine a una condizione di incertezza che pesava sulle famiglie e sul trasporto aereo, asset strategico del nostro paese». Sulla stessa linea Claudio Claudiani della Cisl: «Non capiamo chi ha firmato l'accordo a settembre e non l'ha fatto oggi. Qui non ci sono più spazi per rilanci». Secondo il segretario di categoria della Cisl il lodo Letta è «coerente con gli accordi di settembre». Il leader della Filt-Cgil, Franco Nasso, spiega che «la stesura dei contratti non è definitiva perché ci sono ancora dei punti con delle criticità, abbiamo firmato una premessa. Ma buona parte dei problemi è alle nostre spalle. Per noi - continua - che l'abbiamo sottoscritto significa stare nella traccia degli accordi di settembre». E auspica un «ripensamento» di chi ha respinto il documento. Roberto Panella dell'Ugl ricorda che la strada del fallimento era una strada concreta e «questo ci ha indotto a firmare».

DI PIETRO: «SPECULATORI» - Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si schiera invece dalla parte dei sindacati autonomi: «Il governo la smetta di dividere i lavoratori con ricatti e minacce per obbligarli ad accettare le proposte indecenti dei loro amici della Cai. E si adoperi affinché la nuova compagnia garantisca i diritti dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra. È questo il compito del governo, e non quello di fare da braccio armato degli speculatori». Ben diversa la posizione di Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera: «Ci dispiace che, proprio ora che si comincia a vedere l'uscita dal tunnel per l'Alitalia, ci sia chi insista nel portare avanti una battaglia ideologica sulla pelle dei lavoratori: non possiamo non criticare la posizione dei piloti e degli assistenti di volo che non hanno firmato l'accordo per il rilancio della compagnia di bandiera».

SINDACATI IN ALITALIA - La rappresentanza sindacale di Alitalia è suddivisa tra sindacati confederali, autonomi e associazioni di categoria. Tra i confederali il sindacato più pesante è la Filt-Cgil che conta 2.200 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Alla Fit-Cils sono iscritti 2.050 lavoratori tra piloti, personale di terra e assistenti di volo, mentre alla Uil trasporti sono 1.900. Infine l’Ugl trasporti conta 1.030 iscritti. Tra gli autonomi, l’Sdl ha 1.650 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Le associazioni di categoria invece sono rappresentate dai piloti dell’Anpav e dell’Up che si sono unite e contano 1.200 iscritti su circa 3.000 piloti in totale. Infine gli assistenti di volo fanno capo ad Avia ed Anpav con rispettivamente 300 e 500 hostess e steward.

31 ottobre 2008(ultima modifica: 01 novembre 2008)

Il veto è rotto

di Dario Di Vico

È una prova di coraggio. La Cai, la cordata di imprenditori capeggiata da Roberto Colaninno, ha deciso di andare avanti nonostante il veto di piloti e hostess. E' una novità importante e insieme una sfida. Le antiche regole del consociativismo italiano fino a ieri prevedevano il contrario: in simili casi ci si fermava. Senza il consenso di tutte, ma proprio di tutte, le organizzazioni di rappresentanza si lasciava cadere la penna e ci si alzava dal tavolo. Stavolta no ed è importante che le tre grandi centrali sindacali più l'Ugl di Renata Polverini abbiano deciso di non far mancare la loro firma. Abbiano varcato il Rubicone.

Le richieste di piloti e hostess sono semplicemente irragionevoli: non è possibile infatti che una società privata consenta 300 distacchi sindacali a tempo pieno, che permetta alle associazioni dei dipendenti di metter bocca sulle carriere e persino sulla politica degli acquisti. L'Anpac, l'Up e le altre sigle avevano firmato il contratto proposto dalla Cai— che riconosce la dirigenza ai comandanti—ma per rimettere tutto in gioco è bastato che a Fiumicino si facesse largo l'idea che il governo, dopo aver offerto aiuto alle banche, alla fine non avrebbe fatto fallire la compagnia di bandiera. È la nazionalizzazione dell’Alitalia l'obiettivo non dichiarato di piloti e hostess ed è perciò importante che i sindacati confederali abbiano scelto, seppur tra contraddizioni e ripensamenti, la privatizzazione.

Vedremo se i lavoratori dell'Alitalia aderiranno al contratto offerto loro dalla Cai e vedremo anche se Anpac e Up si spingeranno fino a bloccare aerei e scali. Il paragone con Ronald Reagan e con la storica battaglia contro i controllori di volo suona forse esagerato, ma sarebbe un errore sottovalutare il valore politico e civile del braccio di ferro che si aprirà nelle prossime ore. La verità è che il nostro è un Paese incredibile. Una porzione di mondo in cui è facilissimo distruggere, quasi impossibile costruire. Si parli della razionalizzazione della spesa scolastica, della lotta all'assenteismo o della chiusura del ciclo del consociativismo aereo, la dura realtà è che siamo un Paese che non vuole fare veramente i conti con la crisi.

Continuiamo a prendere sotto gamba il crollo dei mercati finanziari e la lunga recessione che ci si prepara. Non vogliamo prendere atto che se l'America cade ha la capacità di riprendere a correre in poco tempo, ma se è l'Italia ad ammalarsi gravemente non esistono sufficienti anticorpi né animal spirits in grado di risollevarla. Gli storici argomenteranno che non possediamo un autentico spirito nazionale e che ciò rappresenta un nostro sempiterno handicap. Ma forse siamo già oltre, stanno venendo meno sentimenti come la solidarietà e la generosità che erano stati una componente fondamentale delle nostre migliori stagioni. Nella commedia tricolore c'è sempre qualcuno che pur di non rinunciare a una quota minima dei suoi privilegi preferisce mandare tutto a monte, dare un calcio al tavolo. Senza accorgersi che così prende a calci il futuro.

01 novembre 2008

corriere.it

Modificato da Dodicicilindri

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continuo a meravigliarmi dell'ottusità di certa gente. Meriterebbero davveo il fallimento. Peccato che questi sindacalisti lungimiranti, ben immanicati politacamente, riuscirebbero a trovare lavoro a discapito dei più.

Circa le parole di Di Pietro, beh che dire...credo che se berlusconi regalasse un milione di euro a ciascun italiano, vedrebbe qualcosa di marcio, di sporco e via discorrendo...

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Alitalia: lunedi' assemblea sigle che non hanno firmato accordo

01 nov 12:47 Economia FIUMICINO - I lavoratori Anpac, Up, Sdl, Avia e Anpav, che non hanno firmato l'accordo con Cai si riuniscono lunedi' alle 15 nell'aeroporto di Fiumicino per un'assemblea informativa. ''Non siamo d'accordo con chi dice che ieri abbia prevalso il senso di responsabilita' - spiega Cesare Albanese, dell'Sdl - sono stati calpestati i diritti dei lavoratori''. (Agr)

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Al TG5 ho sentito che ormai la CAI assumerà per via singola in base all'anzianità e alla distanza residenza-luogo di lavoro ;) a meno di una rivolta Lunedì penso che sarebbe la soluzione migliore e auspicata da tempo, evitando così di svendere "l'hardware" ma selezionando i lavoratori

 

花は桜木人は武士

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