Vai al contenuto

Vendita Alitalia


Messaggi Raccomandati:

Notizie varie:

Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli garantisce che i lavoratori in cassa integrazione riavranno il loro posto

FLAVIA AMABILE

Ministro Altero Matteoli, lei ha la delega per la vicenda Alitalia. Avevate raggiunto un accordo eppure i piloti annunciano ancora scioperi.

«Sì, ma non è chiaro contro chi. Contro la Cai che non ha messo piede in azienda? Contro l’Alitalia che è fallita?»

O più semplicemente contro il governo.

«E, già, contro quel governo che hanno ammesso che ha fatto mediatore come mai prima. La verità è che questo è uno sciopero anomalo ma il governo non permetterà che un sindacato autonomo ponga dei veti ad un’operazione che salva un’azienda e 12.600 posti di lavoro».

Che cosa farete?

«Vedremo. Innanzitutto aspetteremo il giudizio del Garante sugli scioperi, poi come ministro che ha la delega su questa vicenda valuterò se c’è interruzione di pubblico servizio e le azioni possibili».

E se i piloti invece dovessero protestare come durante quest’ultima settimana semplicemente applicando alla lettera il contratto di lavoro e creando ritardi?

In quel caso la questione diventerebbe di competenza del ministro Maroni».

I piloti chiedevano solo la riapertura della trattativa

«Non era possibile. Abbiamo condotto una trattativa, siamo arrivati a un accordo con una scoietà che è fallita grazie a una cordata di imprenditori che salverà migliaia di posti di lavoro. La Cai ha accettato molte delle proposte dei piloti, i sindacati hanno ottenuto quello che era giusto ottenere. I piloti sono importantissimi ma sono 2 mila e non possono impedire quest’operazione. Il governo ha ritenuto che il piano possa funzionare e io ritengo che dal prossimo anno si potrà anche iniziare a riassumere».

I sindacati chiedevano la riapertura della trattativa perché la Cai non ha mantenuto le promesse

«Non esiste»

Sulle madri esentate dal turno di notte, ad esempio.

«La Cai non ha mai detto nulla del genere. E comunque semmai sarebbe un problema delle assistenti di volo non dei piloti».

C’è anche il problema dei disabili e delle loro famiglie: a molti piloti interessa.

«Ma queste sono cose acquisite»

E allora perché non metterle nero su bianco come chiedevano i piloti?

«Perché non si può cambiare di continuo questa trattativa tenendola aperta all’infinito. Queste posizioni sono strumentali. Ora rimettono in discussione anche il part-time su cui avevamo trovato un’intesa che nessuno pensava di dover rinegoziare».

Secondo lei fra un anno si potrebbe tornare ad assumere. Ma chi verrà assunto?

«Che importanza ha?»

Molta. Forse servirebbe a chi sta protestando sapere che proprio loro verrebbero riassunti».

«Ma riassumere chi è in mobilità o in cassa integrazione è obbligatorio»

Obbligatorio?

«C’è un obbligo morale».

Ministro, nel mondo del lavoro l’obbligo morale serve a poco

«Lo garantisce il governo».

I piloti la ricorderanno questa promessa. A proposito, ma non le sembra un po’ strano trovarsi a combattere contro persone che spesso votano An?

«Questa dei piloti che votano An è una favola, ce ne sono tanti che votano anche a sinistra. E comunque se fosse vero mi dispiacerebbe due volte ma non modificherei le mie decisioni».

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

  • Risposte 1,4k
  • Creato
  • Ultima Risposta

I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Neppure io ci credo. Forse potrebbe esserci un accordo riguardante soltanto certe tratte, mentre il partner vero sarà AF (o LH, ma non credo).

Vedremo.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

cicchitto: «autentico ricatto». enrico letta: «priorità è partner»

Alitalia, si spacca il fronte del no:

«Sciopero subito». «Non opportuno»

Assemblea a Fiumicino, ritardi e voli cancellati anche a Linate e Malpensa. Appello dei sindacati: «Dobbiamo restare uniti»

ROMA - Si divide il fronte del no. Le cinque sigle che rappresentano piloti, assistenti di volo e personale di terra di Alitalia non hanno appoggiato la mozione votata all'unanimità dall'assemblea riunita a Fiumicino, che chiedeva il blocco totale immediato del trasporto aereo. Il presidente dell'Anpac Fabio Berti e il segretario nazionale Sdl Andrea Cavola hanno fatto appello all'unità. «Abbiamo un obiettivo che è identico - ha spiegato Berti -. La lotta non finisce oggi perché con un'azione traumatica avremmo una precettazione dopo 20 minuti. Non ci deve essere spaccatura, c'è una strada precisa, dovete avere fiducia». Pesanti le ripercussioni per chi vola, con molti voli in ritardo anche di tre ore e una dozzina di collegamenti cancellati. Gli "oltranzisti" hanno organizzato un sit-in bloccando l'ingresso al centro equipaggi.

SIT-IN AL CENTRO EQUIPAGGI - Il blocco del trasporto era stato proposto dal «comitato di lotta», cui l'assemblea ha dato mandato di indire lo sciopero immediato di tutto il personale. Fabio Frati della Cub Trasporti ha spiegato che il comitato si è costituito spontaneamente per indire le assemblee in modo che nessuna sigla sindacale possa mettere il cappello sulle iniziative. Cavola (Sdl) ha detto che l'assemblea dei dipendenti Alitalia «continua ad oltranza», mentre il piazzale del varco equipaggi si divide tra i «fedeli» di Anpac, Avia, Up e Sdl, e il gruppo del «comitato di lotta» che ha bloccato con un sit-in l'ingresso al centro equipaggi impedendo l'accesso a piloti e hostess di altre compagnie aeree, anche straniere, costretti a raggiungere un ingresso secondario dell'aeroscalo. Berti e Notaro (Up) stanno cercando, senza successo, di far sciogliere il sit. I sindacati negano però che ci sia una spaccatura. «Il fronte del no non si è spaccato, piuttosto esistono fronti di lotta diversi» dice Berti. E Cavola: «La nostra risposta è decisa, molto dura e determinata ma nel rispetto della legge e nella volontà dei lavoratori. Credo che Alitalia sarà destinata a non volare per molto tempo se si continua con la irragionevolezza della Cai».

CONVOCAZIONI - Intanto il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi ha convocato nel pomeriggio tutte e nove le sigle sindacali per discutere della cassa integrazione. Anche il presidente della Commissione di garanzia sullo sciopero nei sevizi pubblici, Antonio Martone, incontrerà i sindacati autonomi giovedì alle 10 in merito allo sciopero di due settimane annunciato domenica. «Il presidente della Commissione ha rivolto un forte invito a soprassedere da ulteriori iniziative in violazione delle regole vigenti che possano recare grave pregiudizio al diritto alla mobilità garantito ai cittadini dalla Carta costituzionale» si legge in una nota.

«BATTAGLIA VA AVANTI» - L'assemblea era cominciata intorno alle 10.30. Circa 600 i partecipanti, tra cui un gruppo numeroso di operai di AZ Airport, riuniti sotto lo striscione «Alitalia. No a privatizzazione e precarietà. Nazionalizzazione». Le sigle sindacali presenti, Anpav, Avia, Anpac, Up e Sdl, sono quelle che non hanno firmato l’accordo con la Cai sui contratti, sottoscritto invece dai sindacati confederali. «La nostra risposta finirà quando avremo deciso che ci sono le condizioni per farla finire: quando saranno rispettati i principi di solidarietà, democrazia e di diritto al lavoro» ha detto il segretario nazionale dello Sdl, Paolo Maras. Capillari misure di sicurezza sono state predisposte dalle forze dell'ordine in tutta l'area e sono stati aumentati i controlli all'interno e all'esterno dei terminal.

RITARDI E VOLI CANCELLATI - Enormi i disagi per chi vola. Sono stati soppressi 17 voli diretti a Francoforte, Bologna, Monaco, Bari, Firenze, Verona, Varsavia, Catania, Boston, Praga e Palermo (due), Kiev, Sofia, Istanbul, Linate e Parigi. Furenti i passeggeri, che hanno preso d'assalto gli sportelli per le informazioni. Problemi anche negli scali milanesi di Linate e Malpensa, dove sono stati cancellati 7 volti in partenza e 8 in arrivo. I voli in partenza cancellati a Linate sono: quattro per Fiumicino, uno per Amsterdam, uno per Bruxelles e uno per Napoli. I voli in arrivo cancellati sono: cinque per Fiumicino, uno per Amsterdam, uno per Bruxelles e uno per Napoli. A Malpensa è stato cancellato un volo in partenza per Fiumicino. Molti anche i ritardi, dalle 8 in avanti, con punte di tre ore soprattutto per i voli internazionali. Bloccato anche un cargo MD11 dell'Alitalia che trasporta 10 miliardi di euro della Banca d'Italia. Sull'autostrada Roma-Fiumicino traffico molto sostenuto per il concomitante sciopero del personale delle Ferrovie e dei mezzi pubblici.

LUPI: «IRRESPONSABILI» - «La posizione dei piloti nella vicenda Alitalia è irresponsabile e senza giustificazioni. Se si proseguirà con questo atteggiamento ostile e di chiusura pregiudiziale si metterà a serio rischio il destino di migliaia di lavoratori che perderanno il posto - ha commentato Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera -. È sconcertante non comprendere che la proposta della Cai è l'unica risolutiva per evitare il fallimento dell'Alitalia».

CICCHITTO: «RICATTO» - Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, attacca il fronte del no. «È evidente quello che sta succedendo nel trasporto aereo: l'associazione dei piloti preferisce il fallimento dell'operazione Cai pur di non rinunciare ad avere un potere determinante nella nuova società. È evidente che ci troviamo di fronte a un autentico ricatto di fronte al quale la direzione Cai, il governo, le autorità preposte alla regolarità del traffico aereo, gli altri sindacati e lo stesso Pd devono resistere perché se lo subissero la Cai nascerebbe già morta». «Mi auguro che prevalga anche nelle sigle dei sindacati autonomi il senso di responsabilità» ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, in diverse interviste ai quotidiani, afferma che lo sciopero annunciato di due settimane «è una vera e propria dichiarazione di guerra, ma il governo non permetterà che un sindacato autonomo ponga dei veti a un'operazione che salva un'azienda e 12.600 posti di lavoro».

CASTELLI: «TROVARE ACCORDO» - Anche Roberto Castelli, sottosegretario per le Infrastrutture, ha parlato di Alitalia su Gr Parlamento. «O i piloti cercano di trovare un accordo ragionevole, cosa che hanno fatto le sigle confederali, oppure l'Italia resterà senza una compagnia italiana. I piloti dovrebbero oramai prendere atto che quel mondo non c'è più e che le compagnie aeree in tutto il mondo ormai operano su logiche come quelle proposte da Cai. Quindi generare profitto e non enormi perdite». E il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: «Approvati i provvedimenti dal Parlamento e consolidata una cordata forte e autorevole bisogna andare avanti. L'ostruzionismo in atto e il calendario di scioperi sono una risposta non accettabile. Bene fa il governo a rifiutare autentici atti di intimidazione e su questo avrà il convinto sostegno del Parlamento».

LETTA: «PARTNER PRIORITÀ» - Per Enrico Letta, ministro ombra del Welfare, «bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale e della vicenda Cai, ma sapendo che c'è bisogno di un partner straniero come prima priorità. Mi sembra che purtroppo i problemi stiano venendo al pettine, i grandi annunci su miracoli e sulle soluzioni miracolistiche fatti dal governo hanno lasciato il campo a una cruda e triste realtà. Credo che in questo momento vada sostenuta una soluzione di continuità e quindi bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale».

10 novembre 2008

Fonte: corriere.it

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Esplode il caos:

cicchitto: «autentico ricatto». enrico letta: «priorità è partner»

Alitalia, si spacca il fronte del no:

«Sciopero di 24 ore dalle 18 di lunedì»

Assemblea a Fiumicino, ritardi e voli cancellati anche a Linate e Malpensa. Il garante chiede la precettazione

ROMA - Il fronte del no si è diviso ma alla fine i dipendenti Alitalia riuniti a Fiumicino hanno approvato la mozione oltranzista: sciopero di 24 ore a partire dalle 18 di lunedì. Contrarie le 5 sigle sindacali: Anpac, Up, Sdl, Avia e Anpav., che sottolineano la «completa estraneità alla proclamazione» dello sciopero, ascrivibile ad un «non meglio specificato comitato di lotta». Lo sciopero selvaggio è stato deciso infatti da un'assemblea indetta da un comitato di lotta, autoproclamatosi, di circa 200 persone, di cui 130 hanno votato a favore, composta prevalentemente da assistenti di volo. Lo riferisce il coordinatore dell'Sdl Paolo Maras che dice di essersi speso «in prima persona e purtroppo inutilmente» contro questa forma di protesta. Per lo sciopero di 24 ore è già partita la richiesta di precettazione, come ha annunciato il presidente della commissione di garanzia sugli scioperi, Antonio Martone, il quale ha spiegato che lo sciopero è stato dichiarato in modo «improvviso, senza preavviso e senza garanzie delle prestazioni minime». Il presidente dell'Enac Vito Riggio ha chiesto al direttore generale Silvano Manera di istruire con urgenza un'inchiesta sui comportamenti in atto del personale Alitalia a Fiumicino.

LA ROTTURA - Le cinque sigle che rappresentano piloti, assistenti di volo e personale di terra di Alitalia non avevano appoggiato nemmeno la mozione votata in mattinata all'unanimità dall'assemblea di circa 600 persone (tra cui un gruppo numeroso di operai di AZ Airport), che chiedeva il blocco totale immediato del trasporto aereo. Il presidente dell'Anpac Fabio Berti e il segretario nazionale Sdl Andrea Cavola hanno fatto appello all'unità. «Abbiamo un obiettivo che è identico - ha spiegato Berti -. La lotta non finisce oggi perché con un'azione traumatica avremmo una precettazione dopo 20 minuti. Non ci deve essere spaccatura, c'è una strada precisa, dovete avere fiducia». Pesanti le ripercussioni per i passeggeri, con molti aerei in ritardo (fino a tre ore) e una quarantina di collegamenti cancellati, anche nei due scali milanesi.

SIT-IN AL CENTRO EQUIPAGGI - Protagonista della giornata è stato dunque il comitato di lotta. Fabio Frati della Cub Trasporti ha spiegato che si è costituito spontaneamente per indire le assemblee in modo che nessuna sigla sindacale possa mettere il cappello sulle iniziative. E la spaccatura è stata proprio tra i «fedeli» di Anpac, Avia, Up e Sdl, e il gruppo del comitato, che ha bloccato con un sit-in l'ingresso al centro equipaggi per alcune ore, fin verso le 16.20, impedendo l'accesso a piloti e hostess di altre compagnie aeree, anche straniere, costretti a raggiungere un ingresso secondario dell'aeroscalo. Davanti al varco è rimasto un presidio che va avanti a oltranza. I sindacati negano però che ci sia una rottura. «Il fronte del no non si è spaccato, piuttosto esistono fronti di lotta diversi» dice Berti. E Cavola: «La nostra risposta è decisa, molto dura e determinata ma nel rispetto della legge e nella volontà dei lavoratori». E Maras: «La nostra risposta finirà quando avremo deciso che ci sono le condizioni per farla finire: quando saranno rispettati i principi di solidarietà, democrazia e di diritto al lavoro».

RITARDI E VOLI CANCELLATI - Enormi i disagi per chi vola. Secondo calcoli non ufficiali sono salite a 50 nell'intera giornata le cancellazioni dei voli Alitalia in partenza all'aeroporto di Fiumicino e a almeno 45 quelle in arrivo. Tra le destinazioni soppresse fino alle 23, tratte internazionali, europee e nazionali. Notevoli anche i ritardi con punte fino a due ore e più nelle partenze e negli arrivi. Furenti i passeggeri, che hanno preso d'assalto gli sportelli per le informazioni. Problemi anche negli scali milanesi. I voli cancellati a Linate dal personale Alitalia sono 33, 17 voli in arrivo e 16 in partenza. Nello scalo milanese sono in fila ai check-in centinaia di passeggeri in attesa di difficili informazioni. Ai check-in Alitalia c'è infatti il personale della SEA Handling, che sta facendo di tutto per tranquillizzare i viaggiatori ripetendo che non è possibile dare il via alle operazioni di imbarco fino a quando non ricevono notizie precise dal personale di volo per ogni singolo aereo. A Malpensa invece sono stati cancellati un volo in arrivo e tre in partenza.

LUPI: «IRRESPONSABILI» - «La posizione dei piloti nella vicenda Alitalia è irresponsabile e senza giustificazioni. Se si proseguirà con questo atteggiamento ostile e di chiusura pregiudiziale si metterà a serio rischio il destino di migliaia di lavoratori che perderanno il posto - ha commentato Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera -. È sconcertante non comprendere che la proposta della Cai è l'unica risolutiva per evitare il fallimento dell'Alitalia».

CICCHITTO: «RICATTO» - Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, attacca il fronte del no. «È evidente quello che sta succedendo nel trasporto aereo: l'associazione dei piloti preferisce il fallimento dell'operazione Cai pur di non rinunciare ad avere un potere determinante nella nuova società. È evidente che ci troviamo di fronte a un autentico ricatto di fronte al quale la direzione Cai, il governo, le autorità preposte alla regolarità del traffico aereo, gli altri sindacati e lo stesso Pd devono resistere perché se lo subissero la Cai nascerebbe già morta». «Mi auguro che prevalga anche nelle sigle dei sindacati autonomi il senso di responsabilità» ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, in diverse interviste ai quotidiani, afferma che lo sciopero annunciato di due settimane «è una vera e propria dichiarazione di guerra, ma il governo non permetterà che un sindacato autonomo ponga dei veti a un'operazione che salva un'azienda e 12.600 posti di lavoro».

CASTELLI: «TROVARE ACCORDO» - Anche Roberto Castelli, sottosegretario per le Infrastrutture, ha parlato di Alitalia su Gr Parlamento. «O i piloti cercano di trovare un accordo ragionevole, cosa che hanno fatto le sigle confederali, oppure l'Italia resterà senza una compagnia italiana. I piloti dovrebbero oramai prendere atto che quel mondo non c'è più e che le compagnie aeree in tutto il mondo ormai operano su logiche come quelle proposte da Cai. Quindi generare profitto e non enormi perdite». E il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: «Approvati i provvedimenti dal Parlamento e consolidata una cordata forte e autorevole bisogna andare avanti. L'ostruzionismo in atto e il calendario di scioperi sono una risposta non accettabile. Bene fa il governo a rifiutare autentici atti di intimidazione e su questo avrà il convinto sostegno del Parlamento».

LETTA: «PARTNER PRIORITÀ» - Per Enrico Letta, ministro ombra del Welfare, «bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale e della vicenda Cai, ma sapendo che c'è bisogno di un partner straniero come prima priorità. Mi sembra che purtroppo i problemi stiano venendo al pettine, i grandi annunci su miracoli e sulle soluzioni miracolistiche fatti dal governo hanno lasciato il campo a una cruda e triste realtà. Credo che in questo momento vada sostenuta una soluzione di continuità e quindi bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale».

10 novembre 2008

Intanto, c'è il via libera dell'UE, ma il prestito ponte va rimborsato:

anticipazione del «sole 24 ore-radiocor»

Alitalia, da Ue via libera a operazione Cai

La Commissione boccia il prestito-ponte di 300 milioni ma sottolinea la non continuità tra vecchia e nuova società

BRUXELLES - L'Italia deve «prendere tutte le misure necessarie per recuperare l'aiuto di Stato incompatibile con il mercato comune da chi ne ha beneficiato, cioè l'Alitalia». È atteso per mercoledì il documento di valutazione della Commissione Ue sul prestito-ponte di 300 milioni di euro concesso dal governo alla compagnia di bandiera, ma alcuni punti del testo sono stati anticipati dal Sole 24 Ore-Radiocor. Il prestito sarà dunque bocciato come aiuto di Stato e dovrà «quindi essere restituito da Alitalia a condizione che siano rispettati gli impegni sulla vendita, controllata da un monitoring trustee (consulente finanziario indipendente, ndr)». La Commissione sottolinea però che «l'acquisizione da parte di Cai di alcuni attivi Alitalia, se avverrà a prezzi di mercato, non permette di stabilire una continuità economica tra la vecchia società Alitalia e la nuova struttura Cai». Quindi il prestito-ponte dovrà essere rimborsato da Alitalia e non da Cai. Infine, la Commissione ritiene che le misure prese dal governo italiano dovrebbero «permettere di arrivare a una vendita degli attivi Alitalia a un prezzo di mercato».

VIA LIBERA - In pratica si tratta di un sostanziale via libera all'operazione Cai, la cui realizzazione sarà però sorvegliata da un gruppo di esperti indipendenti, cui si aggiunge la bocciatura del prestito-ponte, che viene considerato aiuto di Stato contrario alle norme Ue e quindi dovrà essere rimborsato dalla vecchia Alitalia: queste le decisioni che, salvo colpi di scena, saranno adottate prossimo dalla Commissione europea. La proposta predisposta dai servizi che fanno capo al commissario ai Trasporti Antonio Tajani è stata discussa dai capi di gabinetto dei membri dell'esecutivo comunitario e, secondo quanto si è appreso, ha ricevuto luce verde. Bruxelles autorizza dunque l'operazione di rinascita di Alitalia a condizione che siano rispettate alcune condizioni base, prime tra tutte la discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia e la cessione degli asset a condizioni di mercato.

LE TAPPE - Il documento passa in rassegna la storia recente di Alitalia e i punti fondamentali dell'analisi e della valutazione comunitaria. In prima battuta si sottolinea che l'Italia ha accettato che un monitoring trustee controlli «che le vendite degli attivi Alitalia siano fatti a un prezzo di mercato», indipendente dalle autorità italiane e da Cai, e prepari rapporti mensili dettagliati alla Commissione. Il governo ha due giorni di tempo dal momento in cui riceverà la decisione di Bruxelles per sottoporre all'esecutivo Ue una lista di una o più persone. In particolare dovrà rilevare «gli elementi o le difficoltà nel corso dell'esecuzione della vendita permettendo di constatare il mancato rispetto» degli impegni e fare «una valutazione del carattere del prezzo di mercato per la cessione degli attivi Alitalia», verificarne le modalità concrete, «effettuare valutazioni indipendenti». Una volta nominato il fiduciario (o i fiduciari), «entro due settimane dovrà esaminare l'offerta Cai e consegnare alla Commissione un rapporto esaustivo».

10 novembre 2008

Fonte: corriere.it

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

ALITALIA: ENAC APRE INCHIESTA SU SCIOPERI FIUMICINO

(ANSA) - ROMA, 10 NOV - Il presidente dell'Enac Vito Riggio ha chiesto al Direttore Generale Silvano Manera di istruire ''con urgenza un'inchiesta sui comportamenti in atto da parte del personale Alitalia a Fiumicino''. Lo rende noto un comunicato spiegando che ''obiettivo dell'inchiesta e' di verificare se le violazioni al Regolamento Comunitario n. 261 del 2004 di tutela dei diritti dei passeggeri siano imputabili direttamente all'azienda e dunque sanzionabili, ovvero nascano da comportamenti illegittimi da portare all'attenzione della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali''. (ANSA).

ALITALIA: FIUMICINO; OLTRE 40 VOLI CANCELLATI

(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 10 NOV - Alle 17,30, secondo calcoli non ufficiali, erano saliti ad oltre 22 i voli Alitalia in partenza da Fiumicino soppressi. Altrettanti quelli in arrivo. Notevoli anche i ritardi. Peraltro, non e' possibile per ora prevedere quali saranno le ulteriori conseguenze sull'operativo della Compagnia dello sciopero di 24 ore indetto dal 'Comitato di sciopero e di lotta'. ''La mozione - spiega Paolo Maras, Sdl Assistenti di volo - e' stata approvata con 130 voti a favore e 70 contrari. Il documento invitava i sindacati a dare la loro adesione, ma i rappresentanti Sdl, Anpac, Up e Avia non si sono pronunciati''. (ANSA).

ALITALIA: LINATE; CANCELLATI 33 VOLI, PASSEGGERI IN ATTESA

(ANSA) - MILANO, 10 NOV - Sono 33 finora i voli cancellati a Linate per lo sciopero proclamato dal personale Alitalia. Per la precisione sono stati cancellati 17 voli in arrivo e 16 in partenza. Nell'aeroporto milanese sono in fila ai check-in centinaia di passeggeri in attesa di difficili informazioni. Ai check-in Alitalia c'e' infatti il personale della SEA Handling, che sta facendo di tutto per tranquillizzare i viaggiatori ripetendo che non e' possibile dare il via alle operazioni di imbarco fino a quando non ricevono notizie precise dal personale di volo per ogni singolo aereo. A Malpensa invece sono stati cancellati un volo in arrivo e tre in partenza. (ANSA).

ALITALIA: UE, IMPEGNI DOVRANNO ESSERE RISPETTATI

(ANSA) - BRUXELLES, 10 NOV - La decisione dell'Ue sul caso Alitalia sara' adottata dalla Commissione europea senza essere messa in discussione. E' quanto si e' appreso da fonti vicine al dossier dopo che la proposta del commissario ai trasporti, Antonio Tajani, ha ricevuto il via libera da parte dei capi di gabinetto dei membri dell'esecutivo europeo. Nel gergo comunitario, la decisione su Alitalia approdera' quindi alla riunione della Commissione di mercoledi' prossimo come punto 'A' dell'ordine del giorno. Le stesse fonti hanno precisato che il via libera al piano di salvataggio di Alitalia e' condizionato al ''rispetto degli impegni assunti'' dall'Italia, a partire dalla vendita degli asset a prezzi di mercato e all'adozione di quelle misure destinate ad assicurare la discontinuita' tra la vecchia e la nuova compagnia. (ANSA).

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Non sono da denunciare scioperi come questi? Io sapevo di 5 giorni di preavviso come minimo o vale solo per la scuola?

Sì, ci vorrebbero 10 giorni di preavviso. Infatti i piloti sono stati precettati dal ministero, ma se ne sono fregati bellamente.

Ora la polizia sta prendendo i loro nominativi a Fiumicino e Linate.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

E il governo annuncia la linea dura: «Pronti a ricorrere anche alle norme penali»

Trasporto aereo, nuova giornata di disagi

La precettazione riporta assistenti e piloti al lavoro, ma molti equipaggi sono incompleti. Voli cancellati a Roma e Milano

ROMA - Un'altra giornata di passione attende i viaggiatori in partenza con i voli Alitalia. Nonostante la precettazione decisa dal governo dopo l'indizione di 24 ore di sciopero senza preavviso da parte di gruppi autonomi di assistenti di volo e piloti è probabile che i disagi per i viaggiatori continuino per tutto quest'oggi, anche oltre le 18, termine inizialmente fissato per la conclusione dell'agitazione. Il governo, per bocca del ministro dei Trasporti Altero Matteoli, si dice fiducioso del fatto che la situazione di emergenza possa rientrare, ma al tempo stesso è pronto a compiere ulteriori passi e a ricorrere a misure penali qualora la mobilitazione selvaggia dovesse continuare.

VOLI CANCELLATI - La giornata si è aperta con alcune cancellazioni di voli. A Fiumicino si è incominciato con due voli annullati in partenza e due in arrivo; a Milano Linate le cancellazioni in prima battuta sono state otto. Già a metà mattina gli annullamenti tra Roma e Milano risultavano essere una ventina. E' però molto difficile prevedere quanti potranno essere nell'arco della giornata perché fino all'ultimo momento la compagnia non è in grado di sapere con certezza quali equipaggi vengono completati e quali no. La conseguenza è che molti passeggeri vengono comunque fatti avviare ai cancelli di imbarco, senza però la certezza di una effettiva partenza.

PROCEDURE AL RALENTY - La situazione è destinata a peggiorare perché se anche i lavoratori decidessero di adeguarsi in toto all'obbligo di rientro in servizio imposto dall'esecutivo, occorre fare i conti con le mancate partenze di lunedì che in diversi scali rendono impossibile la composizione degli equipaggi. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da SkyTg24 in ambienti della compagnia di bandiera, potrebbero essere a rischio almeno la metà dei voli Alitalia previsti a Fiumicino. Situazione analoga per gli scali milanesi e delle altre grandi città. A compromettere l'operatività degli aeroporti potrebbe contribuire la decisione dei lavoratori di aggirare la precettazione attuando una diversa forma, legale, di mobilitazione. Vale a dire l'applicazione pedissequa delle procedure previste dai manuali, che comporta un allungamento di tutti i tempi di imbarco e decollo, con conseguente impossibilità di garantire partenze regolari.

NOTTE ALL'AEROPORTO - Restano intanto la rabbia e le perplessità dei passeggeri rimasti a terra. Molti di loro si sono sfogati ai microfoni di radio e televisioni e con gli inviati dei quotidiani, esprimendo rabbia nei confronti della mobilitazione selvaggia e arrivando in acluni casi ad auspicare perfino la chiusura della compagnia. A Fiumicino in molti hanno trascorso la notte dormendo per terra o sulle panchine delle sale d'attesa, aspettando di avere notizie circa un possibile riposizionamento su altri voli in partenza quest'oggi. A Linate nelle prime ore della mattina si è invece registrato un insolito calo di presenze, con diversi banchi - soltamente affollati, soprattutto di viaggiatori pendolari sulla tratta Milano-Roma - quasi deserti. Per contro si è registrato un aumento delle prenotazioni di biglietti per il tragitto in treno con gli Eurostar.

LINEA DURA DEL GOVERNO - Dal canto suo, il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, si augura che la precettazione contro lo sciopero sia sufficiente a rimettere ordine nella situazione dei voli. Altrimenti sarà costretto a ricorrere a norme di carattere penale perché, ha spiegato intervenendo a Canale 5, «vuol dire che si metteranno nella completa illegalità». «Il governo non consentirà - ha aggiunto - che una sigla sindacale autonoma possa paralizzare gli aeroporti e soprattutto non consentirà che una sigla possa mettere il veto a una società che vuole investire e che salva 12.600 posti di lavoro». Medesima linea dal Viminale: «Quello che è avvenuto ieri, il picchetto davanti all'aeroporto, non potrà più avvenire - ha commentato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni -, così come non dovrà più avvenire lo sciopero selvaggio, perchè è una violazione della legge». Ci troviamo di fronte, ha sostenuto Maroni, «a comportamenti illegali che noi intendiamo contrastare per garantire i cittadini e i loro diritti, in primo luogo quello di muoversi».

11 novembre 2008

IL CASO ALITALIA

Berlusconi chiama Colaninno:

il governo è al vostro fianco

E Letta il mediatore dice sì alla linea dura

L’allarme era scattato domenica. Berlusconi si era affrettato a chiamare i soci Cai per evitare che nella cordata si aprissero nuove crepe, tali da compromettere l’«operazione Az». E ancora ieri mattina il premier ha voluto sincerarsi che tutto filasse per il verso giusto.

Perciò Berlusconi ha sentito Colaninno ed altri imprenditori della società: «A tutti— racconta il Cavaliere—ho detto che il governo è al loro fianco, che li ringraziamo per quanto stanno facendo e che continueremo a seguirli, ad essere loro vicini». Le tensioni sindacali—culminate ieri con la paralisi dei cieli—avevano provocato nuove tensioni nella cordata, e il presidente del Consiglio lo riconosce quando spiega che «in momenti come questi sale la voglia di dire "ma chi me lo fa fare". Invece no, bisogna andare avanti. E così sarà».

Sull’«italianità della compagnia di bandiera» Berlusconi ci ha messo la faccia e non vuole sorprese. Il passaggio di questi giorni è stato certamente meno drammatico rispetto a quanto accadde il 31 ottobre, quando al momento della firma del contratto Cai fu sul punto di passar la mano, spiazzando il premier. Da allora il Cavaliere monitora quotidianamente la situazione, grazie a Gianni Letta. Il sottosegretario alla presidenza per una volta si è trasformato in falco, e per proteggere l’«operazione Az» ha avallato la linea dura del ministro Matteoli, con la precettazione dei lavoratori che ieri hanno aderito allo sciopero. Si è trattato di un segnale politico rivolto agli acquirenti di Alitalia ma anche ai sindacati confederali che avevano sottoscritto l’intesa, e che al riguardo avevano chiesto «garanzie» al governo e alla cordata. Palazzo Chigi le ha mantenute, e anche Cai — tramite l’ad Sabelli — ha assicurato che non convocherà più tavoli di trattativa per le sigle rimaste fuori dall’accordo.

Come non bastasse, l’esecutivo è pronto a nuove mosse se fosse necessario. Non è un caso che il titolare delle Infrastrutture abbia chiamato ieri Maroni, «perché— avvisa Matteoli — in caso di scioperi selvaggi dovrà essere il Viminale a intervenire. Non è pensabile che venga bloccato il Paese. Non lo tollereremo e non lo permetteremo». È il blackout del sistema a preoccupare il presidente del Consiglio, perché non c’è dubbio che l’opinione pubblica scarica per ora sui lavoratori di Az le responsabilità della paralisi nei cieli, ma se la situazione si protraesse a lungo sarebbe il governo a pagarne le conseguenze. La precettazione serve per prepararsi a ogni eventualità. Tuttavia, siccome — per usare un’espressione di Confalonieri — «Berlusconi non è la Thatcher», il Cavaliere confida che non si arrivi a un drammatico braccio di ferro, e dell’ex premier inglese preferisce citare un motto: «Chi governa non può abbattersi di morale». Berlusconi non vuol fare la parte della Thatcher, d’altronde non è questo lo scenario che si ipotizza a Palazzo Chigi.

Il prossimo via libera di Bruxelles alla vendita di Alitalia farà partire infatti il timing che porterà Az in mano alla Cai entro il primo dicembre. Ma Sabelli è al lavoro con gli avvocati perché già la prossima settimana si decidano i criteri di selezione e si passi all’assunzione del personale. Tutto dovrebbe quindi avvenire prima dello sciopero proclamato per il 25 novembre. I lavoratori a quel punto saranno posti dinnanzi all’aut aut: accettare le nuove condizioni o perdere la cassa integrazione. «A quel punto — come sottolinea Matteoli — chi non sarà più dipendente non avrà più titolo a entrare nelle zone aeroportuali ». Più chiaro di così... Il governo mette ancora in conto un periodo di disagi, il ministro delle Infrastrutture ammette che «l’operazione non sarà indolore». Nel frattempo Berlusconi continuerà a «star vicino» e a «ringraziare» gli imprenditori della cordata. Perché, fin dall’inizio, il premier sa qual è l’anello debole, la vera incognita dell’«operazione Az»: Cai.

Francesco Verderami

11 novembre 2008

CAOS SCIOPERI

«Meglio se fallite».

La rivolta dei passeggeri

Bloccati a centinaia a Fiumicino e Linate. Hostess sotto assedio, interviene la polizia

ROMA«Vergognatevi». «È meglio se fallite». «Siete privilegiati e vi lamentate pure... ». Sono durissimi i commenti di migliaia di passeggeri, rimasti ieri a terra negli aeroporti di Fiumicino, Linate e Malpensa, tra bagagli smarriti e poche informazioni: al termine della giornata saranno un centinaio i voli annullati solo nella capitale, oltre ai cento partiti con ritardi fino alle 6 ore. Analoga scena a Milano: una cinquantina le cancellazioni.

Allo sciopero bianco dei piloti, che hanno imposto il blocco a tutti gli aerei non in linea al cento per cento con le regole Enac, si è sommata la rivolta selvaggia degli assistenti di volo. Nel principale scalo romano, verso le sei del pomeriggio, intervengono addirittura i poliziotti: formano una specie di cordone per difendere il personale di terra e calmare un gruppo di viaggiatori furibondi quando alcune hostess si allontanano da un check-in assediato. C’è chi le rincorre. «Ma che, scioperate pure?», urla un imprenditore veneto. Equivoco subito chiarito: è solo il cambio turno. Tullia, 50 anni, titolare di un albergo a Perugia, è diretta a Londra per la Fiera mondiale del turismo: «Che schifo, hanno lasciato un Paese a piedi. Sono 20 anni che guadagnano tanto, troppo. Basta privilegi».

Anna Lauro, assessore al turismo del comune di Amalfi, diretta anche lei alla fiera londinese, aggiunge: «Non so se partirò. Credo che la protesta sia una cosa seria e lo sciopero improvviso un’altra. Perché nessuno ci ha informati? Che succederebbe se i medici d’improvviso chiudessero una sala operatoria?». A pochi metri da lei c’è Michael Carter, 32 anni, americano, insegnante in vacanza in Europa. È incredulo: «Mai vista una cosa del genere: solo in Italia...». Ai terminal nazionale e internazionale di Fiumicino, davanti ai banchi delle informazioni, si formano lunghe code con punte di mille viaggiatori in attesa di aggiornamenti. C’è persino chi, riuscito a salire a bordo, è stato invitato a sbarcare: è successo in mattinata sull’Az 60 per Madrid. Lo racconta ancora sconcertata Ileana Petri: «A un tratto una hostess ci ha informato che dovevamo scendere. Ci ha detto: tutto nasce dalla guerra tra piloti e Cai...». «Sinora sono stato solidale con loro, hanno molte buone ragioni per arrabbiarsi—commenta Mario Gerbin, imprenditore diretto ad Accra e rimasto pure lui a terra — ma l’agitazione senza preavviso danneggia tante persone che lavorano.

Il diritto di sciopero è sacrosanto, ma la legge deve essere rispettata». Caos anche ai nastri del trasporto bagagli, con le valigie accumulate in sala riconsegna dopo essere state imbarcate e poi sbarcate per via della cancellazione dei voli: molti passeggeri hanno dovuto attendere ore prima di poterle ritirare. Luigi Tomiazzo, imprenditore veneto sulla rotta di Djerba, taglia corto: «Ho il volo cancellato, non so quando partirò. Avevo appena ripreso a viaggiare Alitalia, per darle fiducia. Dopo quanto accaduto oggi, basta: addio, compagnia di bandiera». Tino Peggion, suo collega, pure lui diretto in Tunisia, è ancora più duro: «Meglio che fallisca, se non è competitiva la sua sopravvivenza, è solo un danno e un peso per le tasche degli italiani ». Rabbia e rassegnazione, la stessa, facce cupe, le stesse, anche tra i tanti passeggeri ostaggi di Linate. Come a Roma, già dalla mattinata, ritardi e cancellazioni nei voli Alitalia. «Lo sciocco sono io che ancora una volta mi sono fidato a prenotare con loro — protesta un avvocato che doveva rientrare a Roma — ma è l’ultima volta! ». «Almeno ci dessero informazioni precise — sbotta un collega napoletano — sapremmo cosa fare». Molti riescono a partire con altre compagnie. Altri rinunciano al viaggio e si mettono in fila per il rimborso. Qualcuno si prepara a passare la notte su una sedia. È l’epilogo di una giornata storta.

Francesco Di Frischia

11 novembre 2008

Lunedì e' rimasto coinvolto nel blocco anche un cargo di Alitalia con il prezioso trasporto

A terra anche l'aereo di Bankitalia

con un carico di 10 miliardi di euro

Sulla vicenda è scattato il riserbo assoluto, «per ovvie ragioni di sicurezza»

ROMA — L'aereo, un Md-11 cargo dell'Alitalia, si ferma a rullaggio appena iniziato. La nebbia del disservizio scesa su Fiumicino per l'assemblea dei lavoratori della ex compagnia di bandiera blocca anche questo volo. Che, si saprà quasi subito vista l'agitazione nata attorno al fermo in pista, porta un carico molto prezioso: ben 10 miliardi di euro in biglietti di banca appena stampati. Sono della Banca d'Italia e sono destinati in Germania.

Inutile chiedere i particolari alla stessa banca centrale: il riserbo è assoluto, «per ovvie ragioni di sicurezza» si afferma. Non c'è da insistere, sarebbe ben strano del resto che si diffondessero i particolari di un viaggio tanto prezioso se non altro per non fornire tentazioni a chi proprio onesto non è. Si può però immaginare che si sia trattato di un carico ben protetto da personale addestrato e ben dissimulato nello smistamento dei carichi.

Non altrettanto bene programmato, visto che un certo disordine a Fiumicino c'era da aspettarselo in questi giorni di protesta. Fatto sta che, dopo un po' di agitazione, e un po' di ritardo, l'aereo è riuscito a partire per la sua destinazione. Grazie a un'escamotage neanche troppo sofisticato: il volo è diventato di Stato e quindi beneficiato dall'urgenza.

Le banconote sono partite, in mazzette da 100, poi riunite in ballette da 10 mazzette, 1.000 biglietti in tutto e poi inscatolate assieme alle altre fino a fare 10 miliardi. La Banca d'Italia, nello stabilimento di via Tuscolana, non stampa l'intera gamma dei biglietti in euro, ma solo quelli da 20 assieme a molti altri Paesi della zona euro, da 50 con Germania, Spagna e Belgio (53 miliardi in totale), e da 100 da sola per quest'anno (130 milioni di «pezzi» per 13 miliardi di valore) e con l'Austria nel 2009. Già, perché i Paesi di Eurolandia si dividono la produzione di biglietti, come di monete, sulla base di quantità e valori decisi ogni anno dalla Bce.

S. Ta.

11 novembre 2008

corriere.it

Penoso spettacolo, come al solito, quello a cui stiamo assistendo qui in Italia. In quest'ultimo anno sono fallite in tutto il mondo tante compagnie, alcune molto famose e piene di storia, eppure questa indecenza la sto vedendo solo in Italia.

Peccato che sia così difficile reclutare piloti, perchè fossi Colaninno li licenzierei tutti questi qui per assumerne di nuovi provenienti da altre compagnie.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.