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bambini rapiti dallo Stato


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Ludo, dai... non è lo stato, è un manipolo di funzionari zelanti ed in cerca di pubblicità, e del solito ambiente che favorisce la caccia alle streghe.

Il giudice è da impalare, ma i funzionari di quell'ufficio dei servizi sociali sono da bruciare vivi con acido muriatico...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato
basiglio, il caso dei bimbi sottratti ai genitori

«Il disegno osé era una trappola»

I genitori: i nostri figli non c'entrano, picchiati perché meridionali

MILANO — «Erano in tre. Un vigile e due assistenti sociali. Mi hanno detto: "Stia tranquilla e non faccia scene, prepari le cose dei suoi bambini e ce li consegni". Li hanno portati via così. Senza una spiegazione. Da allora non li ho più visti». Il volto è pallido, come quello di suo marito. Lucia e Pietro hanno smesso di mangiare, da 41 giorni aspettano che Giorgia e Giovanni (9 e 13 anni, i nomi sono di fantasia) tornino a casa, in quell'appartamento di Basiglio — il Comune più ricco d'Italia — «dove forse non siamo degni di abitare». Trattengono le lacrime a forza. «Ci hanno trattato come terroristi. Ma né noi, né i nostri figli abbiamo fatto niente. Quel disegno non è della mia piccola».

Sarà il Tribunale per i minorenni di Milano a decidere sul futuro dei due fratellini. E a stabilire chi è il vero autore del disegno hard, trovato sotto il banco della bimba, con la scritta «Giorgia fa sesso con suo fratello per 10 euro». Il giudice che si sta occupando del caso ha rilevato «perplessità» sulla vicenda, facendo notare «dubbi consistenti » sulla mano (forse di una compagna di Giorgia) che ha tracciato la vignetta. Ma non è abbastanza per far tornare i bimbi a casa: Giorgia e Giovanni restano in due comunità diverse.

Mandare giù ancora. Stringere i denti. Sperare. Difficile per un padre e una madre che da oltre un mese non vedono i loro bambini. E che raccontano la loro versione: «Mia figlia — dice Pietro — è stata tante volte presa a calci e pugni dalle compagne di classe. La prendevano in giro perché noi non abbiamo un'auto sportiva, perché non le compro scarpe all'ultimo grido. Ma per me i regali hanno un valore. Se li vogliono, i miei figli devono dimostrarmi qualcosa ». Due bambini vittime del bullismo, della crudeltà dei loro coetanei. Ecco la verità di Pietro e Lucia, genitori disperati che continuano a ripetere: «Non facciamo mancare niente ai ragazzi ». Una famiglia normale. «Eppure i servizi sociali hanno interpellato mia moglie e me solo dopo averci sottratto i bambini ». La sera è il momento peggiore: «Chi ce la fa a mangiare con questo peso?». Il sospetto: «Ce l'hanno con Giorgia e Giovanni solo perché sono figli di meridionali». L'avvocato dei due coniugi, Antonello Martinez, parla di «pregiudizio e classismo da parte di una comunità ricca e intollerante». E Pietro conferma: «È come se stare a Basiglio fosse un peccato». Una versione smentita dal sindaco, Marco Cirillo: «Facciamo della solidarietà la nostra bandiera». Ancora: «Non siamo razzisti, qui vivono mille stranieri, di cui 350 filippini». Graziella Bonello, la preside della scuola di Giorgia e Giovanni, per questa sera ha convocato un consiglio di classe straordinario. Dice: «Siamo molto rammaricati. I bambini sono al centro della nostra missione educativa. Era doveroso segnalare questo caso». E poi ci sono le mamme — un gruppo, non tutte — pronte a riunirsi in comitato e marciare davanti al Comune: «Li conosciamo, sono gente per bene. Se c'è da firmare siamo pronti». Dieci, venti, cinquanta telefonate di solidarietà alla famiglia.

Domani Lucia e Pietro incontreranno per la prima volta la loro bambina. Il maschio no, l'hanno sentito al telefono solo due volte. «Lui è un duro, ma piange. E dice: "Papà ti giuro che non ho fatto niente alla Giorgia, tirami fuori di qui"». Gli amici della squadra di calcio gli hanno scritto una lettera: «Sappiamo che non puoi aver fatto nulla di male. Conta su di noi». Lunedì prossimo il Tribunale per i minorenni nominerà un grafologo che studi la scrittura di Giorgia, il 6 maggio sarà individuata anche una psicologa. Nel frattempo la Procura dei Minori di Milano ha aperto un'inchiesta per violenza sessuale a carico di ignoti. «Facciano tutti gli accertamenti necessari — si infuria l'avvocato Martinez — ma rimandino quei bambini a casa». Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, ieri ha chiesto al presidente del Tribunale dei minori di Milano «informazioni sul caso». Forse qualche speranza c'è. E Pietro pensa già al futuro: «Certo che torneranno nella loro scuola. I miei figli non hanno fatto niente, abbiamo la coscienza pulita. Rientreranno a testa alta».

Annachiara Sacchi

23 aprile 2008

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  • 4 settimane fa...
Inviato

Basiglio: fine di un incubo cominciato il 14 marzo, per un disegno osé

Tornano a casa i fratellini tolti ai genitori

La bambina arriverà stasera, il ragazzo giovedì prossimo. Da due mesi erano in comunità protette per ordine del Tribunale dei Minori

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MILANO - Fine di un incubo per i genitori di Basiglio: dopo due mesi, finalmente i loro due bambini tornano a casa. La sorellina, di 9 anni, dovrebbe tornare con i genitori già stasera; il fratello, di 13 anni, giovedì prossimo. Lo ha reso noto il legale della famiglia, Antonello Martinez: «Con il rientro a casa dei due bimbi è finalmente finito un brutto incubo durato 62 giorni che, a me personalmente, sono sembrati interminabili. Immagino con tristezza come lo siano stati per i genitori e, ancor più, per i bambini».

LA VICENDA - Tutto era cominciato il 14 marzo scorso. I servizi sociali di Basiglio si presentano all'improvviso a casa della famiglia, che sta festeggiando il compleanno del figlio maggiore. Senza dare spiegazioni prelevano i due fratellini e li sistemano in due comunità protette. Il giudice del Tribunale per i minorenni ha deciso così. Causa di tutto, un disegno «osè» che raffigura una bimba accovacciata su un ragazzino. Sopra, la scritta: «Giorgia (nome di fantasia) tutte le domeniche fa sesso con suo fratello, per 10 euro. A lei piace». La piccola chiarisce subito: «Macché, quello l'ha fatto la mia compagna per farmi dispetto, perché ho i dentoni e sono povera». I genitori confermano: «Il disegno era una trappola, i nostri figli sono discriminati solo perché meridionali» e meno ricchi dei compagni di scuola.

RESPONSABILITA' DA CHIARIRE - «L'unico ed esclusivo obiettivo che ci eravamo prefissati quel triste 14 marzo scorso è stato raggiunto - ha dichiarato l'avvocato Antonello Martinez - e quindi da oggi, senza avere più le mani legate e l'ossessiva pressione di sapere le due creature innocenti ingiustamente chiuse in due istituti lontano dai loro genitori, ci si deve necessariamente concentrare sui passi da effettuare in sede civile e penale, affinché chi ha delle responsabilità, di qualunque natura esse siano, in questa drammatica vicenda renda conto alla Giustizia ed all'opinione pubblica, cosicché casi come questo non si debbano più ripetere».

RINGRAZIAMENTI E CRITICHE - Il legale ha voluto ringraziare tutti coloro che lo hanno aiutato in questi giorni, cominciando dal gruppo di mamme di Basiglio, che si sono organizzate in comitati per sollecitare il ritorno a casa dei bimbi e il 6 maggio hanno organizzato un corteo di solidarietà, chiedendo che i due bambini fossero restituiti ai genitori il prima possibile. Martinez ringrazia anche gli esponenti della politica che «a prescindere dal colore di appartenenza, hanno interpretato con saggezza e lungimiranza il ruolo di chi si pone al servizio della collettività». Unica riserva il legale l'ha espressa per il sindaco di Basiglio, Flavio Cirillo, «uomo del quale non ho condiviso un solo gesto sia umano che istituzionale». Martinez ha inoltre ringraziato i periti di parte, Guizzardi e Casonato, il pediatra Benozzi, i media e «la nostra meravigliosa Italia che attraverso il popolo dei blog e a tantissime persone che con telegrammi, telefonate, fax e quant'altro mi hanno dato costanti segnali di solidarietà».

L'APPELLO: CHI SA PARLI - Il legale ha rivolto un appello affinché chi conosce i veri motivi della vicenda ora parli. «Chi vive a Basiglio conosce perfettamente i veri perché che hanno determinato questa tristissima storia. Non basta sapere! Coloro i quali hanno cognizione diretta devono testimoniare, devono vincere la paura e, come già successo in due occasioni, di cui una risolutiva per l'istruttoria civile, devono farsi coraggio e riferire a me, o meglio ancora direttamente all'Autorità Giudiziaria. Chi sa deve aiutare la Giustizia a scoperchiare completamente il nauseante pentolone che racchiude una delle pagine più squallide del nostro Paese».

16 maggio 2008

Tornano a casa i fratellini tolti ai genitori - ViviMilano

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