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Andamento carburanti 2008


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A proprosito di benza, su quattroruote c'è un articolo sui carburanti, su come risparmiare ecc.. solite cose note, ma comunque interessante avere un supporto in più nell'acquisto di una nuova auto. In particolare: benzina, diesel, GPL o metano?

Comunque lo stile di guida fa tanto: io agli esordi avevo una media di 8.7L/100Km ora 5.4L/100Km (99% città)

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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Comunque lo stile di guida fa tanto: io agli esordi avevo una media di 8.7L/100Km ora 5.4L/100Km (99% città)

Con quale auto?

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Con quale auto?

C3 1.4 72CV benzina. L'obiettivo è 4.99, ce la posso fare, anche se in una città come Milano e dintorni è difficile. Inoltre l'aerodinamica poco curata della C3 rende difficile anche guadagnare in quel poco extraurbano che faccio.

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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Gonfia al massimo consentito le gomme

e quando le cambi compra quelle ad alta scorrevolezza ti michelin energy

E' soprattutto in città che risparmi con gomme gonfie e scorrevoli,

presente il discorso sull'attrito di primo stacco?

Quindi ogni volta che ti fermi e riparti fai meno fatica

ecco un link utile

GasSavers.org - Fuel Efficiency, Save Gas and Gas Mileage Forum

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Un altro disinteressato che parla....:roll::roll::roll::roll:

Cmq su LaStampa di lunedì c'erano i dati del consumo MONDIALE di petrolio.

Aumentato del 2% dall'anno scorso ad oggi (da 84 e spicci a poco meno di 86 milioni di barili al giorno).

Mentre il prezzo al barile è raddoppiato.

Non stanno speculando alla stragrandissima....no no.......::~

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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Guest DESMO16
Petrolio sopra 142 dollari Luce e gas volano: +4%

Roma - Record a ripetizione per il petrolio che frantuma anche il muro dei 142 dollari. I future sul Light Crude Usa di agosto hanno segnato un rialzo fino a 142,26 dollari e quelli sul Brent fino a 142,13.

Rincari nelle bollette Il caro petrolio pesa sulle bollette degli italiani. Dal prossimo primo luglio, secondo quanto reso noto dall’Autorità dell’Energia, le tariffe aumenteranno del 4,3% per l’elettricità e del 4,7% per il gas. Dall’inizio dell’anno, i rialzi passano così all’8% per la luce e al 7% per il gas, livelli inferiori al 51% fatto segnare dal petrolio.E ai rincari, avvertono gli esperti, è meglio abituarsi. Secondo il presidente di Federpetroli Italia, Michele Marsiglia, un barile a 170 dollari entro poche settimane "non è impossibile". Basta calcolare i prezzi delle ultime tre settimane, ha spiegato, "per vedere che ad ogni assestamento di qualche punto di dollaro a barile in meno, dopo pochi giorni è corrisposto un aumento di circa 2 dollari in più, se l’andamento è questo, 170 dollari sono la prossima tappa, senza alcuna meraviglia". E mentre la Coldiretti avverte che il crollo dei mercati finanziari oltre a far segnare il record del petrolio ha spinto al massimo storico anche i mangimi per gli animali da allevamento e quindi anche i costi di produzione di carne e latte, Vito Riggio, presidente dell’Enac, sottolinea che l’aumento del prezzo del petrolio rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema del trasporto aereo italiano. "Se le previsioni su una ulteriore crescita del prezzo del barile si verificheranno - ha affermato - temo che a settembre tutte le aviolinee italiane vivranno una crisi drammatica, al limite della sopravvivenza".

Petrolio e minaccia della Libia Ma a spingere di nuovo verso il massimo le quotazioni del greggio è anche la minaccia della Libia, che ha ventilato la possibilità di tagliare la produzione perché il mercato - asseriscono i vertici della compagnia nazionale Noc - é "sufficientemente rifornito". Una visione supportata dai dati positivi sulle scorte americane relative alla scorsa settimana, sostiene Tripoli. La Libia è al terzo posto tra i principali produttori petroliferi africani dopo Nigeria e Angola. A prendere la parola é stato lo stesso numero uno della Noc, Shokri Ghanem. Nessuna menzione sui tempi di questa possibile decisione o sull'entità del 'taglio' produttivo libico. "Stiamo soppesando questa mossa - ha dichiarato - a causa delle minacce e delle intimidazioni contro l'Opec. Dobbiamo proteggere i nostri interessi". Ghanem ha fatto esplicito riferimento alle minacce di sanzioni contro l'Iran contro il suo programma nucleare e alle normative Usa che permettono azioni legali contro l'Opec per fare pressioni sul 'cartello' dei paesi produttori perché alzino le quote.

Investimenti esteri E a proposito dell'Opec, è preoccupante lo scenario avanzato dal presidente dell'organizzazione, l'algerino Chakib Khelil, secondo cui il barile potrebbe raggiungere i 150-170 dollari entro l'estate. Una corsa che, secondo Khelil, potrebbe essere innescata dall'Europa. "Tutto dipenderà dalla Banca centrale europea e dalla possibile decisione di rialzare i tassi di interesse - ha spiegato il numero uno dell'Opec -. A quel punto, credo che il prezzo del petrolio aumenterà ", ha aggiunto, escludendo però che il barile possa toccare quota 200 dollari. In Italia l'allarme per gli effetti del caro-greggio resta alto.

Le prospettive delineate dal Centro studi di Confindustria, dicono che i prezzi del petrolio "arresteranno la loro corsa", ma si manterranno sugli "elevati livelli correnti". Per quest'anno è così attesa una media sui 120 dollari al barile, 47 in più rispetto al 2007, mentre per l'anno prossimo si prevede una media a 130 dollari. Nel rapporto sugli scenari economici messo a punto dai tecnici di Confindustria, si legge che per vedere una vera inversione di tendenza bisognerà attendere il 2009: da prossimo anno di farà "significativa la probabilità del verificarsi di un calo delle quotazioni del petrolio a 90 dollari al barile".

Petrolio sopra 142 dollari Luce e gas volano: +4% - Articolo - ilGiornale.it del 27-06-2008

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Comunque lo stile di guida fa tanto:

Fa molto di più di tutti gli altri accorgimenti messi assieme e spacciati come miracolosi.

Io con la Clio sono sceso fino a 6L/100km nel tragitto casa-lavoro-casa, e con la Golf arrivavo addirittura sotto i 4.5L/100km

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest DESMO16
Petrolio/ L'inazione di governi e imprese rischia di portare a tassi reali più elevati nel momento peggiore/

Sabato 28.06.2008 10:35

Non è tempo di previsioni sul petrolio, come ha capito a sue spese un collega serio e attendibile come Alessandro Fugnoli che solo giovedì scriveva: "il greggio sembra comunque entrato negli ultimi giorni in una fase di consolidamento. Incapace di toccare i 140 dollari, trampolino per i 150, sta in realtà provando a ripiegare sugli alti 120". Ripiegamento fallito, si direbbe, per cui vale la pena di interrogarsi, come fa lo stesso Fugnoli (a Cesare quel che è di Cesare) sul come mai le elites occidentali non siano ancora in grado di prendere delle contromisure che non siano quelle sterili della "caccia all'untore" di manzoniana memoria.

Mentre i politici italiani, europei e statunitensi paiono interrogarsi su come "tagliare le unghie alla speculazione" il Nymex ha fatto sapere ufficialmente che le posizioni lunghe dei non commerciali (ossia le scommesse rialziste fatte dai vituperati fondi) sono ai minimi degli ultimi 16 mesi. Eppure il prezzo sale, anche perchè in sede Opec al di là degli sguardi mesti di circostanza sembra si sorrida sotto i baffi, pronti a bilanciare un annuncio di incremento produttivo quello dell'Arabia Saudita (200 mila barili in più al giorno da luglio, contro i 500 mila inizialmente promessi, ma con l'intesa di alzare del 50% gli attuali livelli, già record, di produzione entro il 2018), con la minaccia di un taglio, quello libico (di quanto non è dato sapere, la produzione attuale è di 1,73 milioni di barili al giorno).

L'inazione di governi e imprese occidentali (ci si sarebbe aspettato che dopo tre anni di continui rincari almeno a livello pubblicitario si tornasse a valorizzare la "risparmiosità" di un motore o di un elettrodomestico, come negli anni Ottanta, invece non se ne vede traccia al momento) è un gioco pericoloso, in parte tuttavia inevitabile perché le riserve di petrolio a buon mercato disponibili negli anni Settanta, quelli del primo shock petrolifero, si sono nel frattempo quasi esaurite e per essere rimpiazzata impongono alle compagnie di sostenere un costo industriale sempre maggiore. Insomma, il prezzo del greggio non potrà calare al livello di tre anni or sono neppure "tagliando le unghie" ai cattivi speculatori né sperando che la Cina passate le Olimpiadi decida di tirare il fiato e rallentare la propria crescita (ipotesi improbabile, se non altro per le necessità di ricostruzione post-terremoto).

Tuttavia se abituarsi ad un prezzo del petrolio e dunque dei relativi derivati è un fatto ineluttabile, il non proporre alcuna soluzione concreta al problema, a fronte di una crisi economica sempre più evidente che già tocca il reddito delle famiglie negli Usa come in Europa, è un gioco rischioso. L'inflazione da petrolio e materie prime, infatti, a un certo punto viene percepita dal mercato e dal pubblico non come un effetto "una tantum" destinato a riassorbirsi, ma come segnale dell'avvio di una fase lunga di inflazione sempre più elevata. Una percezione se anche non dovesse tradursi (come invece avvenne negli anni Settanta e Ottanta) in una rincorsa salariale rischia di indurre una richiesta di tassi reali più elevati, proprio in un momento in cui l'economia è sull'orlo di una stagnazione.

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