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Veritas RS III Concept (Foto Ufficiali)


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Veritas RS III Concept

Rinasce un marchio leggendario dell’automobilismo sportivo tedesco

La fine della Seconda Guerra Mondiale aveva lasciato il pianeta nello sgomento: milioni di morti, città distrutte, infrastrutture seriamente danneggiate, economie al collasso, scenario sociale in condizioni inimmaginabili, caos politici…

In un profondo senso di smarrimento, l’Europa si rimboccò le maniche e ricominciò, nuovamente, un’altra ricostruzione. Anche l’automobilismo non si perse d’animo e seguendo il vecchio principio “di necessità virtù” ci fu anzi lo stimolo, con risorse disponibili pari pressoché allo zero, a mettere in pratica nuova idee.

E’ in quest’epoca che nacquero una moltitudine di piccoli marchi (alcuni nati a ridosso dell’inizio del conflitto e che solo adesso ebbero l’opportunità, paradossalmente, di esprimersi al meglio) che si cimentarono nell’unica pratica possibile: le competizioni. In Italia possiamo ricordare Ermini, Giaur, Taraschi, Stanguellini, Ferrari, Bandini, Moretti, Siata, Stanga, Bottega. Nelle loro piccole officine di provincia, costruivano telai tubolari con il poco acciaio disponibile, modellavano con sapiente maestria artigianale piccole e sinuose carrozzerie in alluminio, ottenendo minute ma affascinanti auto da corsa (nella forma di veloci e agili “barchette”) con cui partecipavano alle redivive competizioni dell’epoca scatenando passione, interesse e una piccola attività commerciale per tirare a campare.

VERITAS

Sullo scenario tedesco, Ferdinand Porsche, fuggito in Austria, produceva, con l’aiuto del figlio Ferdinand Anton Ernst (Ferry, per gli amici) in un capannone di legno a Gmund una roadster due posti tutta in allumino a cui diede il nome di 356. Come lui, molti altri si gettarono in questa nuova avventura. Come Ernst Loof, Georg Meier e Lorenz Dietrich che nel 1947 fondarono la BMW-Veritas, piccola factory produttrice di auto da corsa: attorno a un telaio tubolare in acciaio, una carrozzeria in alluminio e con il motore della BMW 328 anteguerra nacque un nuovo competitor tra le monoposto di F1 e F2 e il Mondiale Marche. Il successo non tardò ad arrivare, tanto che la stessa BMW impose di cambiare il nome del marchio, il quale divenne semplicemente Veritas.

Sul finire degli anni Quaranta la produzione poteva annoverare, seppur con numeri molto esigui, spider corsa, monoposto, e auto stradali: Komet, Saturn, Storpio e RS stavano ottenendo un successo di vendita sempre più soddisfacente, tanto che gli ordini raggiunsero numeri molto interessanti. Loof si dedicò alla progettazione e creò un nuovo motore 6 cilindri di due litri di cilindrata, che si dimostrò subito molto competitivo. Tuttavia si iniziarono a profilare non indifferenti difficoltà a causa delle scarse finanze a disposizione per acquistare i materiali e già all’inizio degli Anni 50 la produzione dovette sospendere. Loof aprì una nuova azienda, Automobilwerke Ernst Loof GmbH, nei pressi del Nurburgring dando inizio a una nuova stagione di vetture Veritas fino alla definitiva chiusura nel ‘52. Si stima che, complessivamente, siano state costruite circa un’ottantina di vetture.

VERITAS RS III CONCEPT

Sessant’anni dopo quell’iniziale slancio di intraprendenza, il marchio Veritas torna a riproporre qualcosa di speciale e straordinario nel panorama automobilistico grazie alla passione di sette persone che hanno iniziato la progettazione una nuova vettura. Il progetto è in piedi già da qualche tempo ma solo adesso se ne parla con un certo tono di ufficialità visto che la nuova auto sarà pronta definitivamente entro la fine dell’anno. Si chiama RS Concept III e sarà prodotta in un numero molto limitato di esemplari, non più di cinquanta. Ha le forme di una spider corsa (una barchetta, in sostanza) e vuole proporsi come nuovo punto di riferimento nel panorama delle vetture ad alte prestazioni: studiata per la pista, può essere, naturalmente, guidata anche su strada.

La struttura meccanica prevede un telaio tubolare a traliccio con carrozzeria in fibra di carbonio. L’RS III è lunga 4,99 metri, larga 1,97 e alta appena 97 centimetri. Due le configurazioni di meccanica: la prima propone un motore 8 cilindri a V, 5 litri, 480 CX, cambio manuale, 1.080 kg, 329 km/h, 0-100 in 3,6 secondi. La seconda opzione è rappresentata dal motore 10 cilindri a V, 5 litri capace di oltre 600 CV, cambio sequenziale, 1.170 chili, 347 km/h, 0-100 km/h in 3,2 secondi. In entrambi i casi la trazione è posteriore e l’impianto freni dispone di dischi da 380 mm di diametro anteriormente e 355 posteriormente, con ruote da 20 pollici che calzano pneumatici 285/30-20 e 335/25-20. E’ presente inoltre, un impianto di scarico in acciaio con catalizzatore. Naturalmente, per imprimere al meglio lo spirito delle antenate, la Veritas RS III non dispone di alcun dispositivo elettronico di assistenza alla guida.

IL FUTURO

Nei progetti di Veritas del 2009 c’è una versione coupé della RS III oltre a una nuova auto, la Veritas GT. Anche il programma di competizioni è molto ambizioso: nel 2009 il VLN Trophy e la 24 Hour del Nürburgring. Nel 2010 un nutrito programma di partecipazioni alle principali 24 Ore: Spa, Silverstone, Valencia, Bahrain e Nürburgring. Nel 2011 l’ingresso nel FIA GT Series con motorizzazione Lamborghini e nel 2012 la partecipazione all’ambita 24 Ore di Le Mans nella categoria prototipi.

[Via Vermot-ag.com]

Autore: Alvise-Marco Seno

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Molto particolare, bellissimi gli scarichi, decisamente originale come auto. Il motore dov'è accanto al pilota????

Comunque auto per gli happy few che hanno già in garage tutte altre supercar in commercio...

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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  • 1 mese fa...
Guest EC2277
Sul finire degli anni Quaranta la produzione poteva annoverare, seppur con numeri molto esigui, spider corsa, monoposto, e auto stradali: Komet, Saturn, Storpio
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la prima propone un motore 8 cilindri a V, 5 litri, 480 CX, cambio manuale, 1.080 kg, 329 km/h, 0-100 in 3,6 secondi. La seconda opzione è rappresentata dal motore 10 cilindri a V, 5 litri capace di oltre 600 CV, cambio sequenziale, 1.170 chili, 347 km/h, 0-100 km/h in 3,2 secondi. In entrambi i casi la trazione è posteriore e l’impianto freni dispone di dischi da 380 mm di diametro anteriormente e 355 posteriormente, con ruote da 20 pollici
Modificato da Regazzoni
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:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Per la serie: la TP questa sconosciuta. 8)

(A meno che la nuova tendenza del marketing sia fare inchiodate clamorose, vedi Twingo spot, Laguna spot, GPunto Spot)

vedi video sopra.. attorno ai 52 secondi...

Forse è per far notare che questa macchina non ha l'ABS

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