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Il museo del paracarro


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il museo del paracarro

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di Roberto Gerola

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PERGINE. I paracarri possono raccontare la storia? Pare proprio di sì stando a quanto succede nel parco giochi ai Marenghi di Canezza. Con Dario Pegoretti come ideatore. Dipendente provinciale in pensione, è un campione di ciclismo con 39 anni di impegno, oltre 2000 gare e 459 vittorie: dilettante, amatore, ciclocross. Di strada ne ha fatta ed è passato davanti a migliaia di paracarri. E si è chiesto: perché non farne un museo (all'aperto visto che non si deteriorano?) abbinandoli ai nomi dei campioni di ciclismo? Detto e fatto (o quasi): il museo sta nascendo nel parco sotto casa (sua).

Già il suo lavoro in Provincia lo ha per certi versi facilitato: era responsabile dell'illuminazione nelle gallerie delle strade provinciali. Quindi conosceva e conosce l'ambiente. Chiedendo permessi a destra e manca (Comuni e Provincia) ha prelevato paracarri un po' da tutte le strade. Si tratta naturalmente di manufatti smessi, abbandonati, non più utilizzati. E passiamo al parco. Come tutti i parchi che si rispettano, e quello di Canezza è proprio bello (e recente), è dotato di stradine, piante e cespugli. Ebbene lungo queste stradine sono già stati collocati circa venti esemplari.

«Ma conto di arrivare a 50 per il 19 di luglio giorno dell'inaugurazione del museo, anche se poi evidentemente si tratta di un'esposizione in continua evoluzione». Solo che, il lato originale della faccenda è che ad ogni paracarro corrisponde il nome di un campione del ciclismo. Da una lato tutti i miti scomparsi: Coppi, Bartali, Girardengo, Guerra, Ganna, Ermanno Moser. Lungo un altro vialetto ci sono Gimondi con un paracarro della ss 47 Valsugana, Motta con un esemplare della sp 12 di Vignola (dove vinse la tappa), Mario Nicoletti (strada comunale di Levico), Merckx (altro paracarro della ss 47), Saronni (paracarro della Ss del Caffaro), Renato marchetti (Ss della Mendola), Francesco Moser (ss 612 di Cembra). Per Simoni c'è quello del Pordoi, per Paolo Voltolini il cippo «90» della Valsugana a Castelnuovo. Spesso è lo stesso corridore ha volere il paracarro di questa o quella strada.

«Per Pantani - annuncia Dario Pegoretti - ci sarà un esemplare della strada della Fedaia, per Marcello Osler (di Canezza) quello della Potenza-Sorrento (percorso che lo vide vincitore di tappa). C'è anche un extra: un cippo antico della passeggiata che Sigmund Freud compiva quando era a Caldonazzo e saliva ai Virti di Lavarone. Ma c'è da aggiungere che Dario Pegoretti (vive a Canezza dal 1971) ha fatto le cose sul serio: ha fondato l'associazione "Museo del Paracarro" con regolare direttivo e commissione scientifica (presieduta dl geologo Giulio Antonio Vanzo) che descrive il materiale del paracarro. C'è anche un sito internet (in fase di allestimento) col nome Museodelparacarro - consultazione immagini e storia, con la storia del paracarro, le sue confessioni e il curriculum di ciascun campione abbinato al paracarro.

Il mondo del ciclismo che Dario Pegoretti conosce benissimo, sarà presente all'inaugurazione: nomi celebri, giornalisti sportivi, personalità. Tutti il 19 luglio prossimo.(29 maggio 2008)

A Pergine nato il museo del paracarro | Trentino

carino, no? :)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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  • 3 settimane fa...

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