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FIAT - Accordo con BMW


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Riporto parti di un articolo apparso sul sito ilsussidiario.net

I veri problemi di Fiat, oltre la crisi del settore

Il giorno in cui è stata firmata una storica joint venture con BMW, Fiat ha festeggiato l’evento con un rotondo -4,4%, doppiando la già pessima performance del mercato italiano e facendo segnare i minimi degli ultimi tre anni. L’annuncio di un’alleanza industriale era atteso dalla comunità finanziaria da mesi e rientrava perfettamente nelle strategie di Marchionne, che aveva più volte evidenziato l’esigenza di condividere con altre case i costi di sviluppo dei nuovi modelli. Se questa notizia fosse stata data alla vigilia della scorsa estate il titolo avrebbe probabilmente fatto segnare i nuovi massimi e sui giornali sarebbero stati versati fiumi di inchiostro sulla straordinaria storia di Fiat capace di risorgere dalle proprie ceneri e in grado di comunicare l’ennesima notizia positiva.

Dopo essere passata da 6 euro per azione a 24 in due anni, Fiat negli ultimi dodici mesi ha lasciato sul mercato più della metà della propria capitalizzazione senza che venisse comunicato alcun profit warning o che venissero rivisti i target del piano industriale. Per capire le ragioni di questa débacle, culminata nell’annuncio di cassa integrazione per la maggior parte degli stabilimenti italiani, occorre lasciare da parte per un momento l’analisi sulla singola società e cercare di capire cosa abbia mutato in modo così spiccato le attese degli investitori.

...

Entrando nel dettaglio, l’accordo dovrebbe prevedere l’impegno di Fiat a condividere la piattaforma di Punto e Mito che BMW potrebbe usare per la Mini e la fornitura da parte di Fiat dei motori diesel di piccola cilindrata, su cui Fiat ha un’indiscussa competenza tecnologica. Meno chiaro è invece il contributo che BMW darà a Fiat. Il comunicato parla di collaborazione per lo sbarco di Alfa Romeo negli Usa. Uno sbarco di cui si parla da più di 5 anni e mai avvenuto. Ogni tentativo di Fiat di entrare nel mercato “premium” europeo si è rivelato un fallimento e nel caso della Thesis è stato così colossale da mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza del gruppo. Fiat Auto, in un modo o nell’altro, ha bisogno di fare un salto dimensionale e tecnologico e di trovare un partner di lungo periodo disposto a condividerne lo sviluppo. L’accordo appena firmato va in questo senso ma al momento è del tutto embrionale. Non sarà certo la firma di un memorandum a risolvere i problemi strutturali di Fiat Auto, rimasta piccola in un mondo di giganti e per questo destinata a essere un operatore marginale. Mentre un’economia forte ne mascherava bene i limiti, una fase recessiva rischia di mettere a nudo il delicato equilibrio economico di Fiat e forse darà l’occasione a Marchionne per liberarsi finalmente dell’onere auto (tanta competizione e pochi margini). Come è ovvio BMW non è intenzionata a favorire la nascita di un concorrente serio e pericoloso nel “suo” segmento E. Molti hanno scritto senza pudore di un sostanziale regalone dei tedeschi agli italiani; noi, a bassa voce e con molto pudore, diciamo che BMW è anni che cerca un quarto marchio e che Fiat non ha la forza di sostenere Alfa né in Europa né in America.

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ah, il flop thesis è stato così colossale da mettere a repentaglio la sopravvivienza dell'intero gruppo? con tutto il rispetto, quest'articolo lo scriveva meglio un novantenne con l'alzhaimer. cos'è il sussidiario? la versione economica di dagospia? questa è disinformazione pura. del giornalista stesso, prima di tutto, che ha inanellato una quantità di cazzate infinita. anzi, per fortuna finita con l'articolo stesso. per il momento.

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ah, il flop thesis è stato così colossale da mettere a repentaglio la sopravvivienza dell'intero gruppo? con tutto il rispetto, quest'articolo lo scriveva meglio un novantenne con l'alzhaimer. cos'è il sussidiario? la versione economica di dagospia? questa è disinformazione pura. del giornalista stesso, prima di tutto, che ha inanellato una quantità di cazzate infinita. anzi, per fortuna finita con l'articolo stesso. per il momento.
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Una C SW....:)

vabbe' la competenza in ogni campo e' sempre merce piu' rara.

Personalmente mi capita di leggere traduzioni dall'inglese dove sempre Eventually diventa sempre eventualmente ed "Event Horizon" "Orizzonte eventuale", Nitrogen Nitrogeno, and so on.

E non parlo di topolino...:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Di quello che scrivono i giornalisti...proprio me ne frego. Non è raro vedere la classe E mercedes scambiate o nominata in "serie E"...o viceversa in BMW vedere scritto "Classe 5" invece di "serie 5" cito qualche numero che trovi in piazzeria di cambio auto, automobilismo...e menate varie...

Già QR, considerato da molti il Guru in italia per le auto...fa di quelle cappelle....per cui...io mi fido solo di quello che mi dicono gli insider...e delle foto spia dalle quali si può dedurre qualcosa...ma dei giornalisti proprio no, anche perché solitamente parlano e cianciano a vanvera sulle doti dinamiche di una vettura, quando magari escono dall'ufficio e salgono sulla Austin Metro (con tutto il dovuto rispetto per coloro che hanno questa vettura). Io metterei persone competenti a scrivere certe cose, non banali giornalisti che oggi scrivono di auto e domani scrivono di quanto caldo fa in Sicilia.

poi la frase, lo diciamo sottovoce che BMW sta cercando un quarto marchio da anni.....ma suvvia siate seri giornalisti, dopo la catastrofe Rover BMW credo non abbia la minima intenzione, nel breve periodo 5/10 anni di acquisire un quarto marchio....poi con la recessione in atto men che meno.

in garage: MY22 BMW M3 Competition Xdrive G80 + MY22 Jaguar F-Pace SVR

 

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I veri problemi di Fiat, oltre la crisi del settore

Il giorno in cui è stata firmata una storica joint venture con BMW, Fiat ha festeggiato l’evento con un rotondo -4,4%, doppiando la già pessima performance del mercato italiano e facendo segnare i minimi degli ultimi tre anni. L’annuncio di un’alleanza industriale era atteso dalla comunità finanziaria da mesi e rientrava perfettamente nelle strategie di Marchionne, che aveva più volte evidenziato l’esigenza di condividere con altre case i costi di sviluppo dei nuovi modelli. Se questa notizia fosse stata data alla vigilia della scorsa estate il titolo avrebbe probabilmente fatto segnare i nuovi massimi e sui giornali sarebbero stati versati fiumi di inchiostro sulla straordinaria storia di Fiat capace di risorgere dalle proprie ceneri e in grado di comunicare l’ennesima notizia positiva.

Dopo essere passata da 6 euro per azione a 24 in due anni, Fiat negli ultimi dodici mesi ha lasciato sul mercato più della metà della propria capitalizzazione senza che venisse comunicato alcun profit warning o che venissero rivisti i target del piano industriale. Per capire le ragioni di questa débacle, culminata nell’annuncio di cassa integrazione per la maggior parte degli stabilimenti italiani, occorre lasciare da parte per un momento l’analisi sulla singola società e cercare di capire cosa abbia mutato in modo così spiccato le attese degli investitori.

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Entrando nel dettaglio, l’accordo dovrebbe prevedere l’impegno di Fiat a condividere la piattaforma di Punto e Mito che BMW potrebbe usare per la Mini e la fornitura da parte di Fiat dei motori diesel di piccola cilindrata, su cui Fiat ha un’indiscussa competenza tecnologica. Meno chiaro è invece il contributo che BMW darà a Fiat. Il comunicato parla di collaborazione per lo sbarco di Alfa Romeo negli Usa. Uno sbarco di cui si parla da più di 5 anni e mai avvenuto. Ogni tentativo di Fiat di entrare nel mercato “premium” europeo si è rivelato un fallimento e nel caso della Thesis è stato così colossale da mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza del gruppo. Fiat Auto, in un modo o nell’altro, ha bisogno di fare un salto dimensionale e tecnologico e di trovare un partner di lungo periodo disposto a condividerne lo sviluppo. L’accordo appena firmato va in questo senso ma al momento è del tutto embrionale. Non sarà certo la firma di un memorandum a risolvere i problemi strutturali di Fiat Auto, rimasta piccola in un mondo di giganti e per questo destinata a essere un operatore marginale. Mentre un’economia forte ne mascherava bene i limiti, una fase recessiva rischia di mettere a nudo il delicato equilibrio economico di Fiat e forse darà l’occasione a Marchionne per liberarsi finalmente dell’onere auto (tanta competizione e pochi margini). Come è ovvio BMW non è intenzionata a favorire la nascita di un concorrente serio e pericoloso nel “suo” segmento E. Molti hanno scritto senza pudore di un sostanziale regalone dei tedeschi agli italiani; noi, a bassa voce e con molto pudore, diciamo che BMW è anni che cerca un quarto marchio e che Fiat non ha la forza di sostenere Alfa né in Europa né in America.

Io invece questa parte dell'articolo la trovo razionale e concisa

ARTISTA-ALFISTA

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razionale, ma un po' generica e superficiale. Allora ford o gm, che mi pare stiano ben peggio al momento, vanno in controtendenza con questo ragionamento.

Il crollo di fiat è anche legato a doppio filo con l'aumento spropositato del petrolio, alle previsioni di vendita in italia nere e tanto altro.

La dimensione di fiat è una delle cause. Non l'unica.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Ford e Gm soffrono per motivi interni Usa ,Gm Europa per esempio ha registrato vendite record, la Ford va benissimo per esempio in Russia, oltre ad essere a player in quasi tutti i mercati

la dimensione Fiat a parte Il Brasile e' troppo legata all'Italia , altrove fa numeri marginali

ARTISTA-ALFISTA

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appunto.

I motivi interni usa però la stanno costringendo a vendere volvo e altri pezzi pregiati hanno già preso il volo. Alla fine la sostanza è la stessa. Secondo alcuni analisti, in un futuro prossimo la stessa Bmw potrebbe avere dei problemi in quel mercato

La dimensione di fiat non è una scelta degli ultimi anni, ma un dato di fatto causato da strategie che ormai sono preistoriche, in un mercato che non esiste più.

Napoleone in pochi anni ha siglato più di 30 JV con di tutto di più per tappare la falla. Per capire cosa succederà attorno a questo accordo bisogna aspettare, perchè la situazione non è ancora chiara.

Il problema è sempre lo stesso: finchè è andata bene, molti riuscivano a cambiare auto ogni due tre anni, vivendo al di sopra delle possibilità. Adesso le spese necessarie sono altre e (giustamente imho) il mercato ristagna.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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