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Parere su fiat 126


lazygirl

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Ciao a tutti, anche io ho una 126... E' la versione made by FSM, se non sbaglio dovrebbe essere polacca... Comunque, sopo 22 anni ancora va' che è una meraviglia, purtroppo è in garage da circa 2 anni (causa acquisto di auto nuova), ma ogni sabato la faccio trottare un po' per non farle perdere l'abitudine di "scodare"... Le 126 del periodo della mai avevano solo un difetto, il motorino d'avviamento... Nella mia si è rotto a 2000 km (dati riportati da mio padre) e fu sostituito da uno della FIAT 850 coupè... Ora aspetto qualche annetto per potermela godere nei raduni d'auto d'epoca e mostrare a tutti il mio gioiello

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  • 6 mesi fa...
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I più attivi nella discussione

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Ho visto solo oggi questa discussione sulla 126:se Lazygirl non l'ha ancora fatto, io Le consiglierei caldamente di NON separarsene mai! Lessi una volta da qualche parte che le 126 di quelle serie speciali (mi pare le Black,Brown poi c'erano pure le Silver e le Red) sono destinate in futuro ad avere un certo valore,relativo ovviamente,poi che io sappia un 'auto senza documenti si può reiscrivere al Pra. Secondo me,anche spendendoci un pò ne vale sempre la pena. E poi,dai,una 126 anche se non ha il fascino del cinquino fu sempre un'utilitaria storica:io la userei ogni giorno per i piccoli spostamenti...troppo carina!;)

Se un pianto ci fa' nascere, un senso a tutto il male forse c'è !

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  • 4 settimane fa...

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Fiat 126 - Maluch

La storia del "frullino" che motorizzò la Polonia

Quelli che se la ricordano sono sempre meno. Nelle città è diventata introvabile e i più giovani non la conoscono affatto. Chi ha ancora qualche rimembranza di lei, la bolla come la “poco degna” erede della 500. Ma lei, la Fiat 126 è molto più di quella che, a detta dei più superficiali, è un'insignificante scatoletta di lamiera. Nata nel 1972 dopo un periodo di sviluppo relativamente breve (le prime anticipazioni risalivano al 1969), la 126 era una diretta discendente della Nuova 500, dalla quale ereditava l'intera base meccanica con varie modifiche strutturali e un'estetica più razionale.

LA 126 IN ITALIA

La 126 potè così formalmente proporsi come erede della 500 con un design rigorosamente politically correct per il clima pesante dell'Italia di quegli anni. Le forme della 500 furono attualizzate mediante una mirabile opera di autentica “trasposizione estetica”. Le rotondità tipiche del modello d'origine furono sostituite da spigoli e linee tese che regalarono anche una manciata di cm in più di “aria” all'abitacolo. Di livello il design del frontale che risultava, si anonimo, ma proporzionato, con un'ottima integrazione tra estetica e razionalizzazione produttiva: i gruppi ottici, seppur direttamente derivati dalla più grande 127, si inserivano perfettamente in un insieme in cui tutto era funzionale alle esigenze industriali, senza però risultare sgradevole all'occhio.

L'interno subì il medesimo trattamento: molta meno lamiera a vista, finiture migliori e design moderno. La nuova utilitaria torinese, seppure di origini modeste, venne sviluppata con grande attenzione per la sicurezza. Non a caso la Fiat presentò negli Stati Uniti, contestualmente all'esordio della 126, i prototipi ESV, tre modelli sperimentali derivati dalla 124, dalla 128 e dalla 126 e destinati ad un programma statunitense di ricerca sulla sicurezza in auto. Con la rispettiva ESV, la 126 di serie condivideva il serbatoio di carburante in posizione di sicurezza (posteriore-centrale), le barre anti-intrusione nelle portiere, la scocca rinforzata a livello dei passaruota anteriori e il piantone dello sterzo snodato, per limitare le intrusioni nell'abitacolo in caso d'urto.

Tuttavia, l'Italia - ma non solo – continuava ad amare la 500, con le sue curve e le sue proporzioni Anni '50 e digerì con poca voglia la nuova, razionale, vetturetta. Tale accoglimento sembrò quasi previsto dalla Fiat che le affiancò, in quello stesso Salone di Torino del '72, anche l'ennesima – ultima - versione della 500, la “R”, dotata dello stesso bicilindrico “evoluto”, con cilindrata portata a 594 cc, sempre raffreddato ad aria.

La 126 fu prodotta a Torino tra il 1972 e il 1985, subendo, tra varie versioni speciali, un aggiornamento nel 1977 (con motore portato a 652 cc) e uno nel 1983, quando ormai il modello era già cannibalizzato dalla Panda 30, che utilizzava lo stesso bicilindrico. Ma la 126 tenne duro e riuscì a conservare il proprio spazio anche a discapito della più piccola delle Panda, che successivamente fu obbligata a mollare la presa e a cederle il passo. Nel 1985, intanto, la produzione in Italia cessò e le nuove 126 vennero importate dalla Polonia e commercializzate come “Fiat 126 made by FSM”. Nel 1987 l'ultimo importante aggiornamento: il bicilindrico raffreddato ad aria cedette il passo ad una nuova versione derivata: un 704 cc con disposizione a sogliola e raffreddato a liquido. Varie modifiche estetiche e alla scocca permisero di ottenere anche un piccolo bagagliaio posteriore, a cui si accedeva mediante un inedito portellone, mentre l'abitacolo divenne più accogliente: era la 126 Bis che resistette – tra mille critiche derivanti dall'impianto di raffreddamento poco efficiente – fino al 1992, quando cedette il posto alla Cinquecento.

La storia italiana della 126: una vetturetta onesta, importante e infaticabile, ma che non è mai riuscita nell'intento di scalzare la vecchia 500 dal cuore degli automobilisti.

LA 126 IN POLONIA

La Fiat negli anni '60 guardava con enorme interesse ai paesi dell'area sovietica con i quali promosse attività di collaborazione industriale a vari livelli. La russa AVTOVAZ nel 1968 avviò la produzione della 124, mentre la polacca FSO nello stesso anno s'apprestava a produrre la 125P, modello che ebbe poi uno sviluppo autonomo e sfociò nella Polonez, prodotta dal 1978 fino alla fine degli anni '90.

Tuttavia la Polonia richiedeva una vetturetta che potesse essere realmente di ampia diffusione. Gli studi (se tale può essere definita l'attività burocratico-industriale degli ex paesi del “blocco”) giunsero agli anni '70 quando l'attenzione ricadde sulla moderna 127. Tuttavia l'eccessiva modernità – che ne facevano un modello complesso da industrializzare – fecero desistere la compagine tecnica italo-polacca che deviò sulla più modesta 126: ne avrebbero guadagnato gli utenti e il sistema produttivo.

La fabbrica polacca WSM, che produceva componenti, fu riconvertita alla produzione della 126 e con l'occasione le fu cambiato il nome in FSM. Due erano gli stabilimenti coinvolti: Tychy per la produzione di scocche e Bielsko Biala, dove avveniva l'assemblaggio. Il primo esemplare uscì dalle linee di produzione il 6 giugno del 1973 e fu subito successo. La distribuzione della vetturetta avveniva a livello centrale, secondo varie liste d'attesa. La 126 della Polonia filo-sovietica poteva essere acquistata da chiunque, mediante un particolare canale di vendita gestito dalla banca di stato: alla prenotazione veniva aperto un libretto di risparmio sul quale l'utente effettuava dei depositi per poter pagare la vettura alla consegna. Sul libretto maturavano interessi che, viste le liste d'attesa con tempi “pluriennali”, si tramutavano in una discreta convenienza per l'utente.

Per i polacchi quella vetturetta era come la manna dal cielo, poco importava se per ottenerla si dovevano aspettare anni. La richiesta, infatti, era di molto superiore alla capacità produttiva della FSM che, tra il 1975 e il 1992 fece anche da “supporter” strategico - produttivo sia per la stessa Fiat sia per il governo polacco, esportando le proprie 126 in mezzo mondo (dai paesi occidentali a stati “amici” come la Cina e Cuba, con cui la Polonia instaurò rapporti di interscambio).

Dagli anni Novanta, uscita dai listini “occidentali” Fiat, la 126 polacca continuò imperterrita la sua strada. Aggiornata nelle finiture e nell'estetica, con la fiancata e la linea di cintura ridisegnate e con un abitacolo rivisto – dotato di una strumentazione simile a quella della Cinquecento Sporting, con tanto di contagiri – proseguì ad oltranza la sua permanenza sul mercato. Ma dalla Polonia, prima di questi importanti aggiornamenti, giunsero tra il 1978 e il 1981 vari prototipi di 126 a trazione anteriore (che non ebbero il supporto di Fiat, impegnata a promuovere lo sviluppo e la commercializzazione della Panda), una piccola fuoristrada, una familiare e un'interessantissima versione cabrio, segno di quanto il popolo - e l'intero apparato produttivo - di Varsavia amava questa scatoletta su quattro ruote.

La 126 P, che in patria ribattezzarono “maluch” - bambino – e che con lo stesso nome fu successivamente commercializzata, fu prodotta nelle linee polacche per ben 27 anni, fino al 2000, per un totale di oltre 3.300.000 unità, più del doppio rispetto alle omologhe prodotte in Italia (circa 1.350.000).

Tre milioni di 126 polacche, tre milioni di scatolette che significarono, per tanta gente d'Oltrecortina il primo, vero, spiraglio di libertà.

Autore: Salvatore Loiacono

da OmniAuto.it

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Giusto ieri, per curiosità, ho guardato le inserzioni di 126 su ebay. La 126 è un giocattolino che mi piacerebbe avere fra qualche anno in garage, perchè meno inflazionata di 500, mini, A112, ma ugualmente piccola e simpatica... Ebbene, sono rimasto stupito, le quotazioni stanno gia salendo a qualche migliaio di euro per le più economiche :-((

Italia prendi esempio, a Ferrara siamo gia pronti per il futuro

:mrgreen::§

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Quand'ero ancora un pargolo la mamma di un mio amico aveva una fantastica 126 gialla con la quale andavamo al mare e mentre sua mamma prendeva il sole noi ci divertivamo piu' a fare le gincane col mitico mezzo:redd che non a fare i castelli di sabbia .... sara' per questo che ho imparato a nuotare tardi:(((:lol:

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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Mio papà ne ha avute due... La prima, che era la prima serie, aveva la leva della stufa sotto il divano posteriore... Mio padre mi dice sempre che era la scusa per toccare le gambe delle ragazze...

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Mio papà ne ha avute due... La prima, che era la prima serie, aveva la leva della stufa sotto il divano posteriore... Mio padre mi dice sempre che era la scusa per toccare le gambe delle ragazze...
acc non le fanno piu'macchine cosi' :(((:lol:

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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Eh... l'ultima foto che ha postato J, della Personal 4 rossa, son tanti ricordi.

Mamma ce l'aveva identica (si, quella finita sotto il balcone, ma non rivanghiamo qui che c'è già il topic :D) però con i paraspruzzi al retrotreno... con scritto "FIAT". :D

La levetta per il riscaldamento... :D che più che entrare aria calda entrava puzza di motore :D. Mi ricordo le due bocchette tonde di aerazione, là sotto, che mi pare avessero la chiusura a farfalla.

E come dimenticare il "push" per il lavavetri, per fare "squeeze squeeze" e far uscire l'acqua sul parabrezza (su quella di mamma non ha mai funzionato...)

Che macchinette... così spartane ed elementari... ma così vere. La leva del cambio era un pomello tondo... con un'asta e basta.

Perchè, in fondo qual'era la forma necessaria alla funzione? Un pomello tondo e un'asta, no?

Certo... era spartanissimo... e oggi c'è il superpomello con tre tinte con l'asta in pelle-finta pelle-gomma o quel che è, spessa, disegnata, moderna.

Ma dentro cosa c'è? Un'asta di ferro :D... è uno dei simboli imho di come sono cambiate le auto, per certi versi.

Della 126 di mamma mi piaceva il volante... aveva solo due razze ma rispetto a tanti volanti precedenti, non aveva quella corona che sembrava un tondino di ferro fatto a cerchio... era bella "cicciotta" da prendere in mano.

Le serie speciali erano davvero carine... Black, Silver e Brown... la Black specialmente (anche qui, la cito solo brevemente... ha già una storia a sè :D) come interni abbinati al nero con fascioni grigi... davvero carina. Rivederla oggi sarebbe un bell'oggettino.

http://www.126clubitalia.it/nuova_pagina_26_file/image008.jpg

Con la Bis per me finì tutto... non mi piaceva più. La finzione la stava già assalendo... copricerchi carenati, fascioni maggiorati... addirittura sulle ultimissime quella decals sul musetto, fra i fari, che cercava di creare un family feeling (!!!!) con le allora in auge mascherine in tinta di Tipo-Tempra e Uno 2a serie... ma non ho mai capito perchè fosse disegnata in quel modo... sembrava più Saab (rovesciata) che Fiat :D.

http://www.imperialautocollection.com/scuderia/FIAT126/12604.jpg

Modificato da PaoloGTC

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ribadisco che se trovassi una P4 Rossa non troppo marcia per qualche centinaio di euri la piglierei di corsa. La "mia" aveva il pomello del cambio trasparente con incastonate delle conchiglie.

Certo che eliminare lo spessore che si aveva attorno ai fari anteriori con una fetente cornice era troppo per la Fiat di allora.

Concordo con Paolo che con la Bis non era più lei, senza contare che con esso debuttò il motore più cesso che Fiat abbia mai prodotto negli ultimi 30 anni.

PS Sti pazzi del club della 126 sono pure delle mie parti... quasi quasi gli scrivo.

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Davvero un peccato che non se ne vedano più.

Cioè, ok... meno male che ora le mamme vanno in giro con airbag e abs... va bene va bene va bene.

Però... che traffico che c'era una volta.... ognuna era a modo suo... ti passava davanti la 126 ciof ciof ciof ciof... e magari era seguita da una Dyane prenprenprenprenpren :D:D... ieri sera non riuscivo a capire se avevo davanti una Alto, una Splash, una Agila o una i10 :D

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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