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Il ministro Bossi ai passeggeri italiani..(campagna ryanair)


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non credo proprio.

Ryanair fa tutto da Orio al Serio, è una posizione più che consolidata e accettata dal mercato.

Non credo che abbia tutto sto interessee a farsi concorrenza interna e per lo più high-cost..;)

utilizzando un strumento esclusivo e complesso come google si puo' facilmente verificare che Ryanair era molto interessata a malpensa ad es. questo e' il primo articolo in italiano della lista di google:

Il Giorno - Milano - Ryanair: "Malpensa deve diventare rapido e senza fronzoli"

ma nooooo che dici?? è in arrivo la tanto annunciata mega cordata che rilancerà la compagnia..e come bonus per festeggiare il lieto evento solo 5000 licenziamenti!

e allora perche' Ryanair dovrebbe lamentarsi di un evento tanto negativo per alitalia :confused:

si chiama viral marketing e serve proprio a far chiacchierare la gente sul perché e sul per come :lol:

si , ora il viral marketing va' molto di moda, ma bisogna saperlo fare e sapere cosa dire : come vuole la sagezza poplare "mai stuzzicare il borghezio che dorme":twisted:

Spererei ben di più!

in effetti, a paret i rancori e l'ideologia, sarebbe l'unico modo per avere una azienda sana

Modificato da owluca
Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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si , ora il viral marketing va' molto di moda, ma bisogna saperlo fare e sapere cosa dire : come vuole la sagezza poplare "mai stuzzicare il borghezio che dorme":twisted:

A parte tutto, ma Ryanair è veramente aggressiva e sfrontata dal punto di vista pubblicitario...

Tempo fa infatti, al seguito del fallimento di Alpi Eagles, Ryanair ha fatto pubblicare su alcuni quotidiani una sorta di ironico "ringraziamento ad Alpi Eagles" per esser fallita... :pz:o

Ci vuol fagato, ed anche un po' di cattivo gusto...

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Guest DESMO16

...intanto Ryan Air non se la passa bene..

Michael O'Leary annuncia le misure anti-crisi: «Abbasseremo del 5 per cento il costo dei biglietti»

Ryanair, utili in picchiata:

la crisi del low cost

Profitti giù dell'85% e tonfo del titolo in Borsa. Le società pagano gli effetti del caro-petrolio

MILANO — Una giornata da dimenticare per Ryanair, che lunedì in un colpo solo ha affrontato una trimestrale dai record negativi, un conseguente tonfo in Borsa e una multa da 54 mila euro per pubblicità ingannevole. Sui conti, le spie d'allarme erano state lanciate già qualche tempo fa, quando la compagnia guidata dall'eclettico Michael O'Leary aveva «congelato » premi e paghe di 46 senior manager. Lunedì Ryanair ha chiuso il trimestre (aprile- giugno) con l'utile in calo dell'85% a 21 milioni di euro e un crollo in Borsa (-22%) che ha condizionato tutti i titoli del settore. Il caro petrolio costa tanto alla low cost irlandese (+93% rispetto al 2007) che rischia di chiudere l'anno 2008/2009 con una perdita pari a 60 milioni di euro.

In «rosso», circostanza mai verificatasi da quando il titolo è approdato alla Borsa di Londra nel 1997. I 21 milioni di euro di utile contro i 138,9 dello scorso anno, sono un bel peso per il vettore low cost, che ieri ha fatto sapere che «ormai il combustibile rappresenta la metà delle spese affrontate dalla compagnia (contro il 36% di un anno fa)». Una crisi generalizzata che non ha saputo evitare nemmeno una delle più famose low cost. «Le condizioni di mercato sono state difficili nel secondo trimestre — ha commentato Michael O`Leary — per l'assenza della Pasqua nel suddetto periodo e l'impatto degli alti costi del petrolio.

Il prezzo del greggio è quasi raddoppiato dai 61 ai 117 dollari al barile e le previsioni per il resto dell'anno con l'emergere della recessione economica in Gran Bretagna e Irlanda dipenderanno dai prezzi del carburante a cui noi risponderemo con una politica di prezzo aggressiva». E infatti, come nel suo stile, l'amministratore delegato della compagnia ha subito cercato di aggiustare il tiro annunciando «contro la crisi finanziaria internazionale un taglio medio del 5% nel costo dei suoi biglietti» promettendo in futuro «abbondanza di prezzi stracciati».

Solo poco dopo è arrivata dall'Antitrust la condanna a pagare una multa di 54.100 euro per pubblicità ingannevole. Quale? Per i collegamenti da Roma, Pisa, Milano e Venezia «a partire da 10 euro, solo andata, tasse incluse » dell'aprile 2007, in cui la compagnia non aveva specificato i costi aggiuntivi relativi al pagamento con carta di credito. L'Authority ha specificato che in questo modo il prezzo finale «poteva risultare sensibilmente diverso da quello prospettato in pubblicità».

Corinna De Cesari

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