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16 minuti fa, Tony ramirez scrive:

continua a non spiegarsi il perché di tutti quei cerchi VW

In Renault avranno comprato troppe VW da smontare. :lol: 

Credo perchè tecnicamente e IMHO anche esteticamente somigliava al cerchio in lamiera della Supercinque.

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1 ora fa, nucarote scrive:

In Renault avranno comprato troppe VW da smontare. :lol: 

Credo perchè tecnicamente e secondo me anche esteticamente somigliava al cerchio in lamiera della Supercinque.

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Meh, non troppo, però forse era un tentativo di provare nuove strade che almeno prevedessero i 4 bulloni.

i cerchi Renault sono sempre stati un pò fuori dal coro, (un pò come Citroen) pieni con poche feritoie e i 3 bulloni.

Montare i cerchi golf può essere stato un clic per capire cosa sarebbe successo avvicinandosi al resto della produzione europea

 

www.idecore.it

www.madeineighties.it

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Dato che sono delle maquette "esplorative", forse giusto per vedere come "rendono" con una dimensione cerchio e/o gommatura definita nei capitolati e probabilmente il cerchio VW era quello che quello più "vicino" a questi parametri.

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20 ore fa, angeloben scrive:

 

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io in questi due schizzi ci vedo un'ombra di Volvo 480 o per lo meno un richiamo ma la volvo ha , almeno , 5 anni in più della supercinque però se non erro montava un motore Renault

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41 minuti fa, giopisca scrive:

io in questi due schizzi ci vedo un'ombra di Volvo 480 o per lo meno un richiamo ma la volvo ha , almeno , 5 anni in più della supercinque però se non erro montava un motore Renault

Anche io in questa:

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ho avuto la stessa suggestione di 480 più compatta

spacer.png

 

il cui disegno però dovrebbe risalire ad altra mano:

"furono coinvolti il centro stile Bertone e i designer Volvo Jan Wilsgaard, Rolf  Malmgren e John de Vries, tutti invitati a presentare le loro proposte che alla fine videro prevalere le idee di de Vries."

 

Fonte: Volvo 480: storia, curiosità; evoluzione (motor1.com)

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On 18/1/2024 at 17:52, angeloben scrive:

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A me questa ricorda tremendamente la Colt II Seie, che uscì proprio nel 1978. 

 

mitsubishi_colt_mirage_turbo_83.jpg

 

Comunque per la questione di Gandini, secondo me lui si concentrò soprattutto sul design degli interni, come accadde sulla più grande Renault 25. 

anti-c12.jpg

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On 16/1/2024 at 13:26, ROBERTANIUS scrive:

 

 

Grazie, stavo proprio apsettando la storia di questa Renault... ricordo che al tempo avevo iniziato ad acquistare AutoOggi è in uno dei primi numeri c'era questa. Se non ricordo male, la chiamavano Renault 2, quello che però mi sembrava di aver letto è che era un modello economico da posizionare sotto la Renault 5, una specie di antesignana della "twingo" o riedizione della 4 per la sua spartanità/economicità. Ma è passato tanto tempo e la memoria non è più quella dei bei tempi.

 O era 4R? Sì forse era 4R, AutoOggi se non sbaglio uscì nel 81 o 82...

 

 

Auto Oggi nacque alla fine del 1986. Non ricordo la mini-Renault sui primi numeri, nemmeno in articoli che guardavano al passato della Casa (dato che nel 1986-87 oramai l'epoca era già un'altra).

Parlarono diffusamente della concept Vesta 2, quello sì.

Poi, un paio di anni dopo credo, pubblicarono un servizio-scoop ("condito" solo da disegni, se non erro uno sketch di Alessandro Ferrari - che era anche redattore - più un disegno più tecnico* di Alfredo Zanellato che ogni tanto lavorava per AO) che trattava del ritorno della R4.

 

* in questo disegno Zanellato spiegava in che modo sarebbe tornata la R4, ossia come una derivazione della futura "X-57", erede della Supercinque. Insomma, un derivato "country" della prima Clio, di cui manteneva la fisionomia frontale per poi svilupparsi "à la R4 2.0" nel posteriore.

Cosa che poi non accadde, ovviamente. Tutto sparì fino a quando, verso la fine del decennio successivo, Renault mise in pratica la sua idea di vettura polivalente a metà fra l'auto ed il van, con il Kangoo.

 

Quattroruote invece, credo a metà anni '80, pubblicò un servizio su quella che veniva definita "la R4 dei sindacati" (non ricordo bene la storia ora, sicuramente Angelo la potrà riportare meglio di me - anzi, mi scuso per la notevole assenza da parte mia presso questi lidi, quanta voglia di contribuire ci sarebbe... ma non c'è il tempo, sto vivendo un inferno con la casa - ma mi pare ci fossero di mezzo polemiche con l'azienda e che la vettura fosse nata da un gruppo interno indipendente).

Anche Gente Motori ne parlò.

 

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Era conosciuta anche come "Neutral" (vocabolo che era poi l'anagramma di Renault :D )

 

Se andiamo ancora più indietro nel tempo invece, prima del progetto 140, troviamo un paio di pagine di Gente Motori (dei tempi del bisnonno...) con le foto di quella che veniva definita come la "R2".... muletto riguardo al quale non ho mai trovato altre informazioni.

 

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R22.thumb.jpg.0063e243caa068439ab334b8b828ca00.jpg

 

Alcuni dettagli estetici mi ricordano la R5, ma l'aria generale è decisamente più datata se la paragoniamo alle modernissime soluzioni come i paraurti avvolgenti in plastica.

A meno che le foto fossero molto vecchie già ai tempi dell'articolo (magari riesumate per infiocchettare una fake news e riempire due pagine... succedeva..) non potrebbe nemmeno trattarsi di un muletto della 5 stessa, che uscì nel 1972 proprio come la rivista: questo articolo, così a memoria, dovrebbe essere di metà anni '70.

Quindi il mistero rimane.

 

On 18/1/2024 at 17:52, angeloben scrive:

 

 

Ma anche questa di Michel Jardin, sempre molto "fascionata" - dopo averli introdotti al grande pubblico, paraurti e protezioni di plastica dovevano evidentemente rimanere il tratto distintivo di R5... -  e con lo scalino nel finestrino anteriore  (domanda: chi sarà stato il primo a idearlo/proporlo?)

Renault_projet-140_disegno_1977-03-16_Michel-Jardin.jpg.7e73c5f86ebb9a61d8a6498803a65dd4.jpg

 

Anzitutto angelo un immenso grazie per tutto ciò che condividi e spieghi sempre con molta cura! Lo apprezzo tantissimo, e sono veramente dispiaciuto di poter solo passare ogni tanto con un piccolo contributo (cosa che accade da molto, parecchio tempo.... prima o poi mi libererò di 'sto fardello che mi angustia... ora rispondo anche al tuo pm :)  )

Riguardo lo scalino, a veder così sembrerebbe proprio che sia un'idea francese :) perchè quello di Cressoni sulla Cinquecento (poi scartato) è sicuramente successivo.

 

On 18/1/2024 at 17:52, angeloben scrive:

 

 

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Purtroppo abbiamo solo questa immagine posteriore, ma a me riporta chiaramente a qualcosa di Peugeot 205; quindi mi chiedo se Pininfarina possa entrarci in qualche

modo, anche se la collaborazione con Renault sarebbe una rarità per quel periodo...

 

Comunque, per ragioni che non conosco nei dettagli, lo stile della Supercinque (projet 140) è ufficialmente attribuito a Marcello Gandini.

Anche se io non ci ho mai visto molto di tipicamente suo... anzi, mi è sempre sembrata ben contenuta nei binari del design di casa Renault.  Ma ho letto da qualche parte che il punto fondamentale del contributo di Gandini fosse l'idea che l'erede della fortunatissima R5 dovesse essere un'evoluzione di questa, che fosse immediatamente riconoscibile come una R5 mantenendone cioè i tratti caratteristici.

E adesso - in tutti questi disegni, foto e informazioni sul progetto 140 - vedo che Gandini aveva fatto almeno una proposta molto distante sia da R5 originale che da Supercinque definitiva, mentre mi pare di vedere che le idee fondamentali delle forme e dei punti caratteristici della Supercinque fossero già in almeno un paio di modelli di provenienza interna, quella del veterano Juchet in testa.

 

 

Escluderei che ci fosse uno zampino Pinin in Renault a quel periodo: conversando col turbolento :D Fumia su questo e quello, non è mai uscito nulla al riguardo. Mi disse però che la genesi di 205 fu abbastanza anomala: le proposte venivan su come funghi sia "di qua" che "di là" ma quella che conteneva il seme che fece dire "così! Facciamola così!" ossia l'idea-base - secondo le memorie di Enrico - venne da uno sketch di pessima qualità, realizzato da un addetto ai lavori la cui mansione principale non era nemmeno quella del bozzettaro.

Egli ricorda che era bianco e che non si capiva quasi niente di ciò che la mano aveva voluto esprimere (insomma uno di quei disegni ben poco realistici) ma qualcuno lo vide e disse "aspetta un po'..."

La palla venne passata a chi con la mano ci sapeva fare, e nacque la proposta che poi si fece strada fra le altre.

Insomma... secondo le memorie di Enrico il vero "papà" della 205 oggi rimane un "signor nessuno". :) 

 

Riguardo invece il papà della Supercinque... beh non voglio aprire una polemica e non voglio far sembrare che la mia adorazione per Giugi mi faccia guardare alle altre celebrità del design automobilistico con un po' di disprezzo, ma personalmente ritengo che Gandini sia un altro di quei designer con molti meriti... forse troppi.

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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5 ore fa, PaoloGTC scrive:

Quattroruote invece, credo a metà anni '80, pubblicò un servizio su quella che veniva definita "la R4 dei sindacati" (non ricordo bene la storia ora, sicuramente Angelo la potrà riportare meglio di me - anzi, mi scuso per la notevole assenza da parte mia presso questi lidi, quanta voglia di contribuire ci sarebbe... ma non c'è il tempo, sto vivendo un inferno con la casa - ma mi pare ci fossero di mezzo polemiche con l'azienda e che la vettura fosse nata da un gruppo interno indipendente).

Anche Gente Motori ne parlò.

Si, il progetto Neutral nacque da una proposta sindacale.

Più precisamente negli anni 80 la Renault stava affrontando una grave crisi e per questo si misero in atto misure per ridurre i costi - siamo nel periodo in cui fu abbandonata la Formula Uno - e tra queste rientrava la chiusura del impianto di Bilancourt.

I sindacati scontenti si misero in moto per realizzare quella che secondo loro era l'auto di cui la marca della losanga aveva bisogno in quel momento : un utilitaria economica che prendesse il posto della R4 e che fosse assemblata in Francia.

Il progetto Neutral - il cui nome non era solo un anagramma di Renault ma indicava anche la sua natura scarna ed essenziale - fu sviluppata dai sindacati con l'aiuto di ex-dipendenti Renault, e fu presentata nel 1986 dopo meno di un anno di sviluppo riuscendo così a dimostrare la fattibilità dell'idea davanti alla dirigenza. Quest'ultima ignoro il progetto ritenendolo infattibile, ma il modello fu un successo pubblico e diede forza alle rivendicazioni sindacali.

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«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.>> Albert Einstein.

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6 ore fa, PaoloGTC scrive:

Quattroruote invece, credo a metà anni '80, pubblicò un servizio su quella che veniva definita "la R4 dei sindacati" (non ricordo bene la storia ora, sicuramente Angelo la potrà riportare meglio di me - anzi, mi scuso per la notevole assenza da parte mia presso questi lidi, quanta voglia di contribuire ci sarebbe... ma non c'è il tempo, sto vivendo un inferno con la casa - ma mi pare ci fossero di mezzo polemiche con l'azienda e che la vettura fosse nata da un gruppo interno indipendente).

Anche Gente Motori ne parlò.

 

Neutral1.thumb.jpg.c8fea0e22224021aafc7fdcf95b2568e.jpg

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5 minuti fa, L' informatore d'auto scrive:

Il progetto Neutral - il cui nome non era solo un anagramma di Renault ma indicava anche la sua natura scarna ed essenziale - fu sviluppata dai sindacati con l'aiuto di ex-dipendenti Renault, e fu presentata nel 1986 dopo meno di un anno di sviluppo riuscendo così a dimostrare la fattibilità dell'idea davanti alla dirigenza. Quest'ultima ignoro il progetto ritenendolo infattibile, ma il modello fu un successo pubblico e diede forza alle rivendicazioni sindacali.

Beh, capisco che la dirigenza ignorò il progetto. Con tutto il rispetto per i sindacati, ma da queste foto sembra il risultato di un lavoro fatto da un appassionato di fai da te nei fine settimana liberi.

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