Vai al contenuto

Crisi del mercato auto - Tagli alle produzioni e migliaia di licenziamenti


Messaggi Raccomandati:

l'industria dell'auto ha vissuto sopra le righe e la lezione degli anni 70 non è servita, anzi negli 80 han fatto pure peggio, per poi incominciare a raddrizzarsi la schiena nei 90..oggi si trovano con le macchine progettate per la seconda metà degli anni 90, con delle richieste da anni 2020..

di certo le auto sono più sicure, maneggevoli, economiche di gestione e durevoli (per chilometraggio, nel tempo è difficile dirlo) che una volta, però si portano appresso una produzione esageramente precoce e mal sviluppata, soprattutto nel lato fornitori..

image.php?type=sigpic&userid=879&dateline=1242680787

Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

Link al commento
Condividi su altri Social

  • Risposte 895
  • Creato
  • Ultima Risposta

I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

In ogni caso, dato che notizie così ce ne sono una o due al giorno ormai...

...e altre arriveranno a breve...

Di notizie già certe ma che non sono ancora arrivate alla stampa ce ne sono ancora...

E si parla di rottamazioni, come se fossero la panacea di tutti i mali!

Bah. :roll:

<<Scarface>>

Non esiste peggior ignorante di quello convinto di sapere...

Link al commento
Condividi su altri Social

Io comincio a pensare che la crisi stia scoraggiando un po' tutti i potenziali acquirenti, andando a intaccare tutte i gruppi e marchi. Poi, come detto in passato, in molti casi questo è dovuto più ad un fatto psicologico o di timore, più che ad un effettiva diminuzione della disponibilità economica.
Link al commento
Condividi su altri Social

Settore auto, la bufera continua fuori e dentro le piazze finanziarie

Finanzaonline.com - 24.10.08/11:04

Non arrivano segnali di ripresa dal mercato automobilistico mondiale. Anzi, il bilancio della crisi che sta colpendo l'industria delle quattro ruote peggiora di mese in mese. A confermare l'aggravarsi dello stato di salute di questo settore una raffica di "bad news" giunte dall'Europa tra ieri e oggi, che allontanano la speranza di una anche "timida" ripresa nel breve-medio termine.

Che la tensione sia alle stelle per il mondo auto lo dimostrano anche le performance in Borsa: in questo momento il Dj euro stoxx auto accusa un calo pari al 9,71 (il saldo da inizio anno è pari a circa -52%), con i principali titoli del comparto in profondo rosso. Tra le peggiori del comparto spiccano le francesi Renault e Peugeot rispettivamente in contrazione del 14,18% e del 13,50%. Lettera anche su Daimler che perde il 10,73%.

Dopo il profit warning lanciato nella seduta di ieri dalla tedesca Daimler, che ha abbassato le previsioni per l'intero 2008 e ha annunciato la sospensione del piano di buy back, a mercato chiuso, sono arrivati i risultati trimestrali da Renault. Anche la casa automobilistica transalpina ha corretto al ribasso guidance 2008 sulle aspettative di un rallentamento della domanda di auto a livello internazionale. Le nuove stime per l'anno in corso vedono il margine operativo tra il 2,5% ed il 3% rispetto al 4,5% della precedente guidance.

Ma le cattive notizie per il gigante d'oltralpe dell'auto non finiscono qui. Si è diffusa questa mattina la notizia secondo cui Renault ha intenzione di chiudere quasi tutti i suoi impianti in Francia per una o due settimane a partire dalla prossima. Lo ha reso noto Fabien Gache, membro del sindacato Confederazione sindacale internazionale, confermando una notizia anticipata dal Figaro.

Rimanendo sempre in territorio francese si apprende che anche il gruppo PSA-Peugeot Citroen, il secondo produttore di automobili in Europa, ha deciso di tagliare i suoi obiettivi di vendita e di utili per l'esercizio fiscale in corso dopo aver accusato nel terzo trimestre un calo dei ricavi del 5,2% a causa del rallentamento dell'intero mercato delle quattro ruote. I ricavi sono calati a 13,3 milioni di euro dai precedenti 14 milioni riportati nel medesimo periodo un anno fa. Peugeot ha così fatto sapere che il profitto operativo per il 2008 ammonterà all'1,3% dei ricavi, abbandonando il precedente obiettivo del 3,5%.

La crisi finanziaria globale frena anche la svedese Volvo. Dopo un primo e secondo trimestre di vendite e utili in crescita, uno dei maggiori produttori di mezzi pesanti, ha comunicato che i ricavi nel terzo trimestre sono calati più di quanto previsto. L'utile netto è precipitato a 1,98 miliardi di corone svedesi, in calo da 3,12 miliardi dello stesso periodo. Alla luce della debolezza del mercato europeo, Volvo si attende che il mercato dei mezzi pesanti cresca solo dello 0-5% nel 2008.

Link al commento
Condividi su altri Social

Mi spiace, ma non concordo con gli ultimi interventi dove si attribuisce il calo degli acquisti di auto a fattori psicologici o di timore per la crisi dovuta anche al catastrofismo della stampa.

Ci dobbiamo rendere conto che la crisi è reale e le conseguenze FORSE sono solo agli inizi.

In questi anni si è vissuto come su un treno in corsa, dove si poteva comprare di tutto e spesso con soldi che non si avevano; c'è stata un'euforia collettiva alimentata da banche e compagnie finanziarie che sul debito hanno gonfiato gli stipendi di manager, specialisti, analisti e via dicendo. I debiti sono stati impachettati in prodotti finanziari venduti ad altre banche, e da queste rimpachettati e ceduti nuovamente a banche ed alla clientela; un giro perverso che non aveva più fine, finché qualcuno ha cominciato a non pagare più le rate dei debiti perché queste continuavano a crescere con l'aumentare dei tassi. La pentola è scoppiata, ed anche oggi, anniversario del crollo del 24.10.1929 le borse stanno crollando, imperterrite senza freno. I posti di lavoro cominciano a calare ed a mancare e non solo nei paesi stranieri: nel nostro nord-est le assunzioni sono crollate del 70% rispetto all'anno scorso. Comincia effettivamente ad esserci anche una diminuzione della capacità economica da parte dei privati, sfiancati in questi anni da aumenti di tutto.

Recentemente mi sono capitate in mano le bollette di luce, telefono e gas della metà degli anni 80: un bimestre di corrente si aggirava in media sulle 40-60 mila lire pari a circa 20-30 euro; ora quando va bene la mia bolletta si aggira sui 120-140 euro al bimestre, ma il mio reddito non si è quintuplicato ! E potremmo fare mille altri esempi.

Come ho già detto nella discussione sul crollo economico, temo che la festa sia finita, e che dovremmo adottare uno stile di vita diverso; come dire che se prima ci sentivamo tutti "ricchi", forse ora ci sentiremo "diversamente ricchi".

Modificato da steve61
Link al commento
Condividi su altri Social

Mi spiace, ma non concordo con gli ultimi interventi dove si attribuisce il calo degli acquisti di auto a fattori psicologici o di timore per la crisi dovuta anche al catastrofismo della stampa.

Ci dobbiamo rendere conto che la crisi è reale e le conseguenze FORSE sono solo agli inizi.

...

Il fattore psicologico è una plausibile concausa che spiegherebbe il forte ritiro anche in settori e segmenti (auto) dove il bacino di acquirenti è composto da persone che non hanno la minima preoccupazione di bollette, aumento del costo della vita e rincari della benzina.

E' un bacino di utenza che dovrebbe sentire la crisi con tempi un po' più dilatati e rispondere (contraendo acquisti e spese) con alcuni mesi di ritardo.

E invece negli ultimi 3 o 4 mesi si è ritirato tutto.

Ecco quindi che più che un "patire la crisi", come avviene per la stragrande maggioranza del bacino di clienti, per le fasce alte e altissime c'è più un "sentire la puzza della crisi" che sembra far correre ai ripari prima di sentire davvero la morsa della crisi stessa. ;)

Link al commento
Condividi su altri Social

Non posso che concordare con Manuel...

Purtroppo è un cane che si morde la coda, perchè paradossalmente la paura della crisi non farà altro che aumentare gli effetti della crisi (che già da soli basterebbero...), e di conseguenza anche la paura stessa.

E così via..

Facile a dirsi, ma la cosa migliore da fare per migliorare la situazione... sarebbe CERCARE di ignorarla.

Ovviamente non si può... ;) (e non si deve nemmeno)

Ma d'altra parte si sa... gli economisti passano i primi 6 mesi dell'anno a fare previsioni, e gli altri 6 mesi a spiegare perchè le previsioni erano sbagliate. :lol:

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

Link al commento
Condividi su altri Social

Il fattore psicologico è una plausibile concausa che spiegherebbe il forte ritiro anche in settori e segmenti (auto) dove il bacino di acquirenti è composto da persone che non hanno la minima preoccupazione di bollette, aumento del costo della vita e rincari della benzina.

E' un bacino di utenza che dovrebbe sentire la crisi con tempi un po' più dilatati e rispondere (contraendo acquisti e spese) con alcuni mesi di ritardo.

E invece negli ultimi 3 o 4 mesi si è ritirato tutto.

Ecco quindi che più che un "patire la crisi", come avviene per la stragrande maggioranza del bacino di clienti, per le fasce alte e altissime c'è più un "sentire la puzza della crisi" che sembra far correre ai ripari prima di sentire davvero la morsa della crisi stessa. ;)

Ma se si fosse ritirato tutto, allora non si venderebbe nemmeno un'auto, ed il calo sarebbe del 100% e non del 10-20% come avviene ora. Per chi non ha problemi (o crede di non averne) l'auto se la compera comunque; per chi invece comincia a risentirne, al di là del fattore psicologico, guarda in primis il proprio portafoglio e forse comincia ad avere dei dubbi: se tutto è aumentato tranne lo stipendio, come posso continuare a spendere ? E per chi teme di perdere il lavoro il problema si sta facendo veramente serio. Qui in provincia a Volargne, c'è il centro logistico di BMW Italia: una cinquantina di addetti al magazzino, che sembra, vengano messi in mobilità per far diminuire i costi con affidamento della gestione ad una cooperativa. Queste 50 famiglie si fanno influenzare o guardano la realtà ?

Link al commento
Condividi su altri Social

Non posso che concordare con Manuel...

Purtroppo è un cane che si morde la coda, perchè paradossalmente la paura della crisi non farà altro che aumentare gli effetti della crisi (che già da soli basterebbero...), e di conseguenza anche la paura stessa.

E così via..

Facile a dirsi, ma la cosa migliore da fare per migliorare la situazione... sarebbe CERCARE di ignorarla.

Ovviamente non si può... ;) (e non si deve nemmeno)

Ma d'altra parte si sa... gli economisti passano i primi 6 mesi dell'anno a fare previsioni, e gli altri 6 mesi a spiegare perchè le previsioni erano sbagliate. :lol:

Quello che descrivi "è" la crisi! ....... La crisi è la Paura che gli investimenti non siano remunerati....... la paura non fa investire e crea altra paura ...... fino a che si arriva a un punto basso dove si inverte la tendenza ............. adesso tocca capi quanto è basso sto punto. :b26

Bisogna guidare straniero per capire il "PIACERE DI GUIDA ITALIANO"

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.