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Crisi del mercato auto - Tagli alle produzioni e migliaia di licenziamenti


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Nell'unico Paese europeo dove le vetture a batteria hanno

una certa diffusione, in Inghilterra, sono crollate le consegne

Sorpresa, anche l'auto elettrica

é in crisi: vendite a meno 58%

L'auto elettrica, proprio il modello che tutti oggi indicano come l'unico in grado di scacciare la crisi è a sua volta in crisi: nell'unico Paese europeo dove le vetture a batteria hanno una certa diffusione, in Inghilterra, le consegne da gennaio ad ottobre sono crollate del 58%.

Lo rivela l'ufficio Ice di Londra precisando che il numero delle 'electric car' vendute nei primi dieci mesi dell'anno è più che dimezzato passando dalle 347 alle 156 unità. Il trend negativo ha avuto ripercussioni sui distributori londinesi di auto elettriche, e in particolare su Nice Car che dalla scorsa settimana è in amministrazione controllata.

Attualmente le auto elettriche in circolazione nel Regno Unito (ibridi esclusi) sono 1.100. Un buon risultato che aveva spinto due mesi fa il ministro dei Trasporti britannico, Geoff Hoon, a presentare un pacchetto di misure per favorire lo sviluppo delle 'green cars'. Il piano governativo prevede 115 milioni di euro di incentivi per l'acquisto di auto elettriche e per il lancio di 100 veicoli-test ai quali si aggiungono 23 milioni di euro che saranno investiti nel settore della ricerca e dello sviluppo della auto 'ecologiche'.

da la Repubblica.it

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Niente crisi per la Kia

I primi 11 mesi del 2008 sono meglio di tutto il 2007

La crisi non è uguale per tutti: ci sono marchi che riescono a sopperire alle difficoltà del mercato riscontrando un andamento delle vendite positivo nonostante il calo globale delle immatricolazioni. Uno dei cotruttrori che, per il momento, sembra soofrire meno situazione della difficoltosa situazione del settore auto è la Kia che, nel periodo che va da gennaio a novembre 2008, ha ottenuto un risultato di vendite superiore a quello di tutto il 2007. Con 1.272.689 unità vendute nelle totalità dei mercati in cui è presente ha ottenuto una crescita del 10,1%, superando nettamente il dato di 1.269.164 unità raggiunto durante tutto l'anno precedente.

Hyoung-Keun Lee, Senior Executive Vice Presidente responsabile della divisione Affari Internazionali ha dichiarato : "Malgrado la difficile situazione economica Kia è riuscita a crescere ancora globalmente e in novembre il nostro best seller è stato il SUV Sportage, mentre modelli strategici come la cee'd continuano ad ottenere buoni risultati. Il lancio del nuovo crossover Soul nei primi mesi del prossimo anno ci rende poi molto fiduciosi che la gamma Kia sia ben posizionata per stimolare un'ulteriore crescita nel 2009." Un'affermazione che ostenta sicurezza, ma che non tiene conto delle flessioni di vendita Kia in alcuni territori.

Infatti, nonostante la crescita considerevole ottenuta sul mercato cinese (+33,9%) e coreano (+16,8%) e il lieve incremento in quello europeo (+0,7%), nel Nord America il marchio Kia ha subito un calo del 6,3%. Anche in Italia nel mese di novembre la casa coreana ha registrato una diminuzione delle vendite del 24,11%, (una percentuale inferiore a quella generale che si attesta intorno al 29,46%), la flessione è stata contenuta dalla buona accoglienza riservata alle versioni a GPL: attualmente l'86% delle Picanto, il 65% delle cee'd e l'84% delle Sportagevendute sul nostro mercato sono bifuel.

Autore: Valerio Verdone

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Fallisce in extremis la trattativa fra democraatici e repubblicani. Senza

i 14 miliardi di dollari sarà impossibile arrivare fino al prossimo marzo

Niente aiuti per l'auto Usa

GM, Ford e Chrysler sul baratro

di VINCENZO BORGOMEO

L'incubo si è avverato: l'auto americana verrà lasciata a se stessa, abbandonata a una crisi senza precedenti perché il Senato federale americano non è riuscito a trovare una soluzione di compromesso sul piano di salvataggio dell'industria automobilistica da 14 miliardi di dollari.

Il piano, varato dall'amministrazione del presidente uscente George W. Bush, era già stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti, ma a metà del suo iter legislativo è stato stroncato in modo definitivo. Motivo? I democratici erano favorevoli e i repubblicani contrari e alla fine la trattativa si è arenata drammaticamente sulla pretesa dei secondi di parificare i salari dei dipendenti del comparto Usa a quelli pagati dai concorrenti stranieri. Un'impuntatura impossibile da risolvere e che ha stroncato le trattative, cui hanno partecipato ovviamente anche rappresentanti dei sindacati di categoria. Trattative che, però sono fallite proprio in extremis, quando sembrava che potessero andare a buon fine, e conseguentemente ha avuto esito negativo la successiva votazione in sede procedurale: giunta anch'essa, stando alle indiscrezioni circolanti negli ambienti parlamentari di Washington, a pochi voti dai sessanta necessari per il via libera al provvedimento.

Il punto ora è capire cosa succederà. Teoricamente il ministro del Tesoro, Henry Paulson, potrebbe ripescare gli aiuti a favore dell'auto dal pacchetto di 700 milioni di dollari, a suo tempo stanziato per soccorrere banche e istituti finanziari, a loro volta travolti dalla grave crisi globale in atto. Ma bisogna vedere se i repubblicani riusciranno a fare pressioni perché questo avvenga. In igni caso la Casa Bianca ha già manifestato in via ufficiale il proprio "disappunto" per l'esito dell'iter legislativo alla camera bassa.

La situazione per GM, Ford e Chrysler a questo punto si fa drammatica: i colossi del settore senza i prestiti che avrebbero consentito loro di operare almeno fino al 31 marzo prossimo hanno i giorni contati. La situazione peggiore è quella della GM che non ha risorse sufficienti per arrivare fino al 31 dicembre e che quindi potrebbe essere costretta a dichiarare bancarotta. Uno scenario apocalittico: si calcola che costerebbe agli Usa qualcosa come 7 milioni di posti di lavoro. Ma anche Chrysler non sembra potercela fare a superare questa crisi, mentre Ford potrebbe - teoricamente - accedere ai fondi della sua fondazione.

(12 dicembre 2008)

ciao ciao GM?

bene, saran gran cacchi per tutti.

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La situazione per GM, Ford e Chrysler a questo punto si fa drammatica: i colossi del settore senza i prestiti che avrebbero consentito loro di operare almeno fino al 31 marzo prossimo hanno i giorni contati.

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Ora la palla, pardon, il tappo a bush. Spero che questa volta abbia un rigurgito di buon senso

Modificato da simonepietro

... Le Alfa del futuro, Mazda a parte, dovrebbero essere ingegnerizzate là. Ma io dovrei comprare un'Alfa fatta dagli ingegneri della Chrysler ?

( Cit . Giugiaro da Quattroruote )

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È ciò di cui hanno bisogno: di razionalizzare i marchi, il prodotto, l'organigramma, la rete di vendita e via elencando. Ma con l'elefantiaca struttura burocratica che si ritrovano (ho l'impressione che nemmeno la FIAT sia così paralitica) l'unico modo possibile temo che sia proprio quello di radere tutto a zero e ricominciare dalle macerie; peccato che così facendo i dipendenti pagheranno, come al solito, il prezzo più alto.

Inoltre è curioso notare come la General Motors sia, nonostante le apparenze, messa peggio della Chrysler.

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a sostegno di ciò che ho scritto sopra...

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"We're joined at the hip with our Detroit brethren in manufacturing," said Irv Miller, group vice president and chief spokesman at Toyota Motor Corp.'s U.S. sales subsidiary. Whatever the U.S. government proposes to keep the U.S. automakers afloat, "we support it," Miller said.

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Jeffrey Smith, assistant vice president for corporate affairs at American Honda, told reporters, "Honda supports measures that would maintain the short- and long-term viability and stability of the auto industry."

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da detroitnews.com

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