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Elezioni USA 2008


Tommitel

Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?  

59 voti

  1. 1. Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?

    • "Voterei per John McCain"
      15
    • "Voterei per Barack Obama"
      41
    • "Non saprei." oppure "Uno dei candidati indipendenti"
      4


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McCain è tutto fuorchè il tipico repubblicano guerrafondaio, e tantomeno fonda tutto sul petrolio. Tanto che nel 2000 prima di provarci da Rep era stato tentato dai Dem. E probabilmente avrebbe vinto...

Il problema è che oggi deve vendersi a quell'elettorato, ergo pani e pesci a profusione.

Mi baso sulle sue affermazioni sentite di recente, non dubito del fatto che ne pensi altre sia chiaro. Ovviamente sentendo un Rep che parla "SOLO" di trivellare e nucleare viene il dubbio (Obama cita anche altro, nei modi pure e' diverso), anche la sua posizione sulla guerra in Iraq ecc. ecc. Delle sue tentazioni Dem non ne sapevo niente e quindi mi baso sul presente, spero che ne pensi altre (anche se eticamente stona). In conclusione rimango della mia idea, lo vedo molto piu' Rep che Dem.

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Le 13 auto di John McCain

...e lo show motoristico-elettorale americano

Popolo strano, gli americani. Per loro tutto è show, e show inteso nella letterale accezione di "dimostrazione". Sono capaci di condizionare il pianeta con la loro "american way", per poi cadere in un niente nel peggiore degli isterismi "collettivo-finanziari" dal 1929 ad oggi (e trascinare dietro anche il resto del mondo). Ma non solo. Sono anche capaci di trasformare una campagna elettorale in qualcosa di molto simile ad un "circo Barnum". Non ci riferiamo ai candidati in sè, per carità: è un argomento che non ci riguarda. A solleticare le nostre menti è piuttosto l'immagine che Obama e McCain rivestono. Perché, citando recenti esternazioni in merito, se dal "lato Obama" abbiamo una Toyota Prius, ovvero il miglior esempio di prodotto d'importazione; la controparte costituisce l'unico baluardo nazionale rimasto (l'ultimo degno di credito), una Ford F150. E in ogni caso non è una bella situazione (chi vuol capire, capisca...).

A complicare un ragionamento già di per sè tagliente e contorto, ci si è messo anche il magazine NewsWeek che ha pubblicato una curiosa indagine. Sembra che, mentre Obama, con la dovuta furbizia del caso, abbia sostituito una Chrysler 300C HEMI con una più "intelligente" Ford Escape Hybrid - per rimanere in tema - dal canto suo il simpatico McCain non si sia fatto problemi, mantenendo i suoi sette (e dico sette...) garage tutti belli pieni.

Il Senatore Repubblicano vanta infatti un parco auto degno di una piccola azienda: non solo per numero di esemplari, ma soprattutto per i modelli scelti. NewsWeek elenca, tra gli altri, una Cadillac CTS del 2004 (usata quotidianamente), una sedan Honda e un SUV GMC del 2001, una Lincoln del 2001 e tre Gem elettriche. Insomma un guazzabuglio di macchine giusto per riempire dei locali vuoti, verrebbe da dire. Eh sì, perchè se proprio si deve vestire la parte del classico repubblicano "Made in USA" non si può avere una caterva di automobili così male assortita...

Insomma, sembra che il messaggio sia: Senatore McCain, cortesemente, acquisti almeno una Mustang!

Autore: Salvatore Loiacono

da OmniAuto.it

un po di gossip :)

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l senatore democratico aumenta il distacco nei sondaggi

e prepara un lungo video per la vigilia delle elezioni

McCain, spot al veleno contro Obama

sulla Palin l'ombra dello scandalo

Il candidato repubblicano accusa l'avversario di amicizia con un ex terrorista

di RAFFAELLA MENICHINI

John McCain esplode un'altra cartuccia avvelenata contro l'avversario democratico alla presidenza degli Stati Uniti. "Barack Obama è troppo pericoloso per l'America", è il refrain dell'ultimo, inquietante spot televisivo rilasciato dalla campagna del senatore repubblicano, tutto incentrato sulla presunta amicizia di Obama con un ex leader radicale degli anni sessanta, Bill Ayers: Obama e il "terrorista interno" Ayers "sono amici", dice la voce fuori campo mentre scorrono immagini di Obama e foto segnaletiche di Ayers e dei suoi compagni, responsabili durante la guerra in Vietnam di una campagna dinamitarda (che non fece vittime) per protestare contro il conflitto.

Obama, che all'epoca era un bambino, ha conosciuto Ayers, ora professore universitario a Chicago, nel '95 mentre correva per il primo mandato da senatore in Illinois, e in una recente intervista lo ha definito "un tizio del quartiere", minimizzando ogni rapporto.

McCain cerca con questa campagna di "segnare facili punti politici", ha commentato Obama, che a sua volta si prepara a lanciare un insolitamente lungo spot televisivo per il 29 ottobre, a sei giorni dal voto. Un video di mezz'ora, dice il sito Politico.com, che andrà in onda su Cbs e Nbc in prima serata, ma sui cui contenuti vige il segreto più stretto.

Per ora i sondaggi confermano lo stato di salute della campagna democratica, con un vantaggio che anche oggi si è allungato per Obama: 5 punti percentuali (48% a 43%) secondo la rilevazione Reuters/C-SPAN/Zogby, con un balzo ulteriore di consensi per il senatore nero tra le donne (da 9 a 12 punti di vantaggio), i giovani, gli ispanici e gli indipendenti (fra cui guida le preferenze di 10 punti). Dati che possono allarmare McCain, anche se - avvertono gli esperti - il fattore razziale rimane un'incognita troppo grande in grado di sfidare ogni ingegneria sondaggistica. Ne siano un esempio i casi di altri candidati neri apparentemente trionfanti - secondo i sondaggi - che poi caddero al momento del voto: l'ex sindaco di Los Angeles Tom Bradley, sconfitto alla carica di governatore della California nel 1982 dopo aver dominato nei sondaggi della vigilia. O Doug Wilder, che nel 1989 non divenne governatore della Virginia pur conducendo le previsioni elettorali di 10 punti. Entrambi avevano in comune con Obama il colore della pelle.

"L'effetto Wilder è uno dei misteri di questa elezione", dice Steffan Schimdt, politologo citato dalla France Presse, che spiega come molti elettori dichiarino di preferire un candidato nero per timore di essere tacciati di razzismo, ma poi alla fine non lo votino davvero. "In un'elezione così serrata un margine di incertezza del 2-4% può fare la differenza", spiega l'esperto.

Qualche ombra intanto si addensa anche sulla campagna repubblicana. E' infatti atteso per oggi il risultato dell'inchiesta per abuso d'ufficio ai danni di Sarah Palin. La candidata repubblicana alla vicepresidenza avrebbe fatto licenziare il capo della polizia dello Stato dell'Alaska Walt Monegan che si era rifiutato di cedere alle sue pressioni perché allontanasse uno dei suoi uomini, ex marito della sorella della Palin e da lei accusato di maltrattamenti.

Nella vicenda è coinvolta tutta la famiglia Palin, a partire dal marito della governatrice Todd, che ieri per la prima volta ha accettato di testimoniare e in una dichiarazione giurata ha smentito di aver mai fatto pressioni su Monegan e ha sostenuto che sua moglie lo ha licenziato perché non era soddisfatta della sua "gestione finanziaria" e del "reclutamento degli agenti". Oggi il procuratore di Anchorage renderà pubblico l'esito dell'inchiesta, aprendo un potenziale nuovo fronte di polemica nella campagna elettorale.

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La Commissione parlamentare dell'Alaska ha concluso l'inchiesta che da tempo vedeva

la governatrice sotto inchiesta per il licenziamento di un poliziotto

Palin colpevole di abuso di potere

Brutto guaio per la vice di Mc Cain

Il capo della sicurezza si era rifiutato di licenziare l'ex cognato

della Palin colpevole di aver divorziato dalla sorella

WASHINGTON - Sarah Palin colpevole di abuso di potere. Lo ha deciso la Commissione parlamentare dell'Alaska che da tempo, assai prima della sua investitura, aveva in carico il caso del licenziamento del responsabile della sicurezza pubblica dello stato di cui è governatrice.

Secondo la commissione l'unico motivo che ha portato al licenziamento di Walter Monegan era legato ad una disputa familiare: l'uomo si era rifiutato di licenziare l'ex-cognato della Palin, un agente statale che si era messo in contrasto con la famiglia della governatrice perchè impegnato in una dura causa di divorzio con la sorella della Palin.

I sostenitori della governatrice dell'Alaska, la candidata alla vicepresidenza da parte di Mc Cain, affermano che l' inchiesta etica dei parlamentari dell'Alaska ha motivazioni politiche. I media Usa hanno battezzato "Troopergate" l'inchiesta sulla Palin.

I dodici parlamentari dell'Alaska che hanno partecipato ai lavori della commissione etica hanno votato all'unanimità per rendere pubblico il contenuto del rapporto.

L'ombra dello scandalo ha accompagnato Palin fin dall'inizio della sua nomination. Esplode ora a meno di un mese dalle elezioni. E condizionerà in maniera forse definitiva la corsa alla Casa Bianca.

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Era una cosa nota fin dagli inizi. Mc Cain quando la scelse conosceva già questo problema ma decise di correre il rischio. Vedremo se ci ha azzeccato o no.

Due considerazioni:

1.Imho brutto autogol, se confermato, è il classico comportamento arrogante da potente appartenente "sistema corrotto" che Sia MC che la palin tanto criticano.

2.A me il figlio down esibito durante i comizi come un trofeo non so se fa ridere o piangere.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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ha rischiato perchè cmq i voti degli "integralisti cristiani" con lei se li prende...certo..cosi però perde quelli dei moderati e degli indecisi, che gia non la vedevano di buon occhio...

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