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Elezioni USA 2008


Tommitel

Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?  

59 voti

  1. 1. Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?

    • "Voterei per John McCain"
      15
    • "Voterei per Barack Obama"
      41
    • "Non saprei." oppure "Uno dei candidati indipendenti"
      4


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Boh, se solo i rep avessero tirato fuori un candidato meno grigio avrebbero potuto vincere a man bassa.

Semmai il contrario: se i dem avessero tirato fuori un candidato meno abbronzato, non ci sarebbe stata storia.

Forse non ci si rende conto del disastri che ha fatto il buon Dubja...:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Un presidente donna avrebbe fatto inorridire molti, non coloro che sono abituati ad aver un dirigente della multinazionale in gonnella, ma coloro che nella sperduta provincia tra una birra e l'altra considerano le donne come Preparalacenaesfornafigli

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Oh, ho visto solo ora..

Voterei sicuramente Obama, nonostante io sia di destra.

McCain è vecchio, già parte male, con l'avanzar del tempo l'aterosclerosi aumenterebbe.. e immagino i disastri che causerebbe :lol: . La Rottenmeier (Palin) è un'esaltata e la moglie di John sembra Paris Hilton da vecchia ..

 News al 02/12/2015: Mazda 2.

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Mah.

Al di là delle simpatie verso il negher ed all'odio verso qualsiasi faccia dell'America benpensante&conservatice&repubblicana, comincio a chiedermi cosa cacchio cambi in sostanza A NOI da queste elezioni. Obama, che da quelle parti passa quasi per socialista, da noi starebbe forse nell'ala riformista del PdL seduto vicino a Brunetta.

Detto ciò, e considerato che con il secondo mandato Bush si è realmente toccato il fondo che più sotto di così non si può, e che quindi comunque vada si cadrebbe in piedi.... ripeto, differenze sostanziali per noi?

Chi è più criminale, chi tiranneggia il suo popolo, o chi prima finanzia il tiranno, e poi rimpiazza la dittatura con l'anarchia?

(Niall Ferguson, trad. Rita Baldassarre, Corriere Della Sera 02/01/2007)

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Detto ciò, e considerato che con il secondo mandato Bush si è realmente toccato il fondo che più sotto di così non si può, e che quindi comunque vada si cadrebbe in piedi.... ripeto, differenze sostanziali per noi?

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io voto mccain.

obama lo vedo troppo come una montatura mediatica.

per quel poco che ho visto

i'm the Doctor, but beyond that, I.. I just don't know. I literally do not know who I am. It's all untested. Am I funny? Am I sarcastic? Sexy? Right old misery? Life and soul? Right-handed? Left-handed? A gambler? A fighter? A coward? A traitor or a liar? A nervous wreck? I mean, judging by the evidence, I've certainly got a gob.

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Guest DESMO16
Le pantere nere "Se Obama

perde scoppia la rivolta"

Dopo il complotto per uccidere il senatore la polizia rafforza le misure di sicurezza

MAURIZIO MOLINARI

INVIATO A TOLEDO (OHIO)

Se ruberanno la vittoria a Barack Obama aspettatevi dei disordini». A sei giorni dall’Election Day è l’ex Pantera Nera Garry Owens che lancia l’allarme sul rischio di scontri razziali post-voto, alzando il velo sui timori rilanciati dalla scoperta del complotto skinheads per uccidere il candidato democratico.

«L’America è una nazione dove i neri hanno ancora solo l’1 per cento della ricchezza dei bianchi e dove il 30 per cento dei nostri figli vive in povertà - dice Owens, parlando da Seattle, la città dove dal 1968 al 1972 si occupò dei programmi di istruzione per giovani afroamericani per conto del movimento nazionalista delle Pantere Nere -. Ora in molti sentono che la vittoria di Obama possa portare un cambiamento atteso da secoli, portare maggiore giustizia ed equità, se ciò non dovesse avvenire a causa di brogli saranno in molti a scendere nelle strade, è finita da tempo la stagione delle sofferenze in silenzio». Hilary Shelton, capo dell’ufficio di Washington dell’organizzazione-ombrello degli afroamericani «Naacp», concorda: «Se l’Election Night finirà come in Florida 2000, con il furto del risultato da parte dei repubblicani avallato dalla Corte Suprema, potrebbero esservi forti proteste». Il reverendo nero Jesse Jackson, candidato alla presidenza nel 1984, sente il polso dei militanti e preannuncia: «Risponderemo con la disobbedienza civile». Il suo piano è l’«occupazione non violenta di Washington».

Lo sventato attentato a Obama ha aumentato la tensione. Barack si è affrettato a dirsi «non preoccupato dai complotti», sminuendo l’importanza «dei neonazisti in Tennessee e razzisti in Pennsylvania» anche perché «a proteggermi sono gli uomini migliori del servizio segreto». Ma molti militanti nazionalisti neri lo ritengono un ingenuo. «Obama crede nell’America post-razziale ma si tratta di un’illusione», afferma Ashanti Alston, leader degli «Anarchisti neri». Il web del «Black Talk Radio Network» invita il popolo afro a «tenere bene aperti gli occhi ai seggi» considerando un «potenziale pericolo» lo schieramento di contingenti di reparti di polizia antisommossa dove si voterà. «Bisogna tener presente - osserva Shelton, parlando da Washington - che lo schieramento in massa di forze di polizia e militari attorno ai seggi può avere un effetto intimidatorio su molti cittadini con il diritto di voto nati in Paesi come Haiti dove la presenza di divise comporta oppressione, non certo democrazia». Per i siti web dei nazionalisti neri il Pentagono avrebbe già identificato le truppe scelte da schierare attorno ai seggi e si tratterebbe di «reparti provenienti dall’Iraq». Ciò che accomuna Owens, Jackson, Alston e Shelton è la convinzione che il vantaggio di Obama è talmente consistente, anche grazie al sostegno di un grande numero di bianchi, che «non vi saranno dubbi e la vittoria arriverà netta».

Ma per Mark Potok, presidente del «Southern Poverty Law Center» di Montgomery in Alabama, proprio questo è lo scenario capace di portare a «disordini razziali da parte dei bianchi». «Uno dei due neonazisti anti-Obama è Daniel Cowart - spiega Potok - e fa parte della Supreme White Alliance, un gruppo ben organizzato e molto pericoloso, simile ad altri che potrebbero reagire male ad una vittoria di Obama; già esprimono malessere sull’ipotesi che avvenga e il passo verso la violenza è breve». «Anche io credo che Obama vincerà ma proprio per questo - aggiunge il direttore del Center -. Temo aumenteranno le violenze dei suprematisti, fra di loro c’è già un forte sentimento di irritazione per quanto sta avvenendo e appena arriveranno i risultati si trasformerà in rabbia, si tratta di una minoranza ma ben organizzata, armata e motivata». I nuovi particolari sul complotto degli skinheads avvalorano questa ipotesi: i due arrestati hanno sparato in almeno un’occasione contro i vetri di una chiesa nera in Tennessee.

Da qui la decisione dell’Fbi di rafforzare lo schieramento di agenti nelle città considerate più a rischio di tensioni razziali. «Queste tensioni non devono sorprendere - aggiunge Shelton -, ci stiamo avvicinando ad un momento storico per una nazione dove molti bianchi non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi di avere per presidente un non bianco ed in qualche maniera era prevedibile che si ponesse il rischio di disordini». Owens guarda oltre il risultato delle urne: «Per chiudere la questione razziale in questo Paese bisogna che qualcuno inizi a dire la verità su come è stato fondato, perché i principi di democrazia, libertà e diritto alla felicità vennero scritti nella Costituzione da una generazione di leader che possedeva e sfruttava gli schiavi».

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