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Balocco ed altrove... Muletti Alfa del passato


PaoloGTC

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  • 2 settimane fa...

Visto che piove, piove, piove... cerchiamo di dare un senso a questa domenica pallosa.

Ecco un po' di documenti Alfa 6.

Per cominciare, tre immagini che fanno eco al discorso fatto giorni fa sulla Giulia prototipo superstite, vista oggi e paragonata alle spies di inizio anni '60.

Qui vediamo il prototipo Alfa 6 che ancora oggi esiste nei sotterranei di Arese, e che di recente è stato pubblicato da Salvetti nel suo "Alfa velate".

Sulle riviste dei tempi furono pubblicate le foto di due Alfa 6 prototipo con questa livrea, molto simili fra di loro, ma non del tutto uguali. L'altra era quella rugginosa che postai taaanto tempo fa in questo topic, paparazzata in centro a Milano. Dopo un'attenta analisi, posso affermare con certezza che questa è quella che dorme ad Arese.

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Uno scatto che si riferisce agli ultimi collaudi.

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L'interno dell'esemplare definitivo che fu paparazzato al Polo, con la scritta "MAR FALLEN" sul cofano e sul bagagliaio. Chissà che tipo di strumento è quello.

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Un crash test.

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Piccola pausa per via di un imprevisto in casa, tra poco proseguo. ;)

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Scusassero per l'interruzione. Riprendo da dove avevo lasciato.

Qui vediamo (fonte Web imprecisata perchè la foto viene da una pagina di rivista non specificata) una 6 dal camuffo direi.... incomprensibile. Qual'è lo scopo di una decorazione del genere? :)

In effetti non si riesce proprio a capire qualcosa della linea dell'auto. :)

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Passiamo alle immagini di una rivista che con le auto ha ben poco a che fare. Si tratta di Epoca dei primi anni '80, settimanale di attualità che ogni tanto pubblicava articoli sul mondo dei motori. In questo caso, si trattava di un testo riguardante la sicurezza delle automobili. Non parlava espressamente di Alfa Romeo, ma la Casa milanese aveva fatto la sua parte con il materiale fotografico su ricerca e collaudi per la sicurezza (Alfa Romeo ed Epoca erano molto legati, le pubblicità erano sempre presenti e spesso nelle rassegne sulle ultime novità nel mondo dell'auto, la nuova vettura Alfa Romeo era il soggetto di copertina o di apertura del servizio).

Qui vediamo una carrellata dei vari test cui venivano sottoposte le Alfa Romeo, e la 6 è protagonista.

Dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra, vediamo:

-il test di resistenza dei montanti alle pressioni in senso obliquo;

-il roll-over statico after-crash frontale per la verifica della perdita di liquidi;

-il crash test frontale (altro non è che la versione a colori della foto che ho postato in precedenza da 4R);

-il test di resistenza allo strappo per le cinture di sicurezza;

-la prova di sfondamento della portiera posteriore (fase iniziale della prova);

-il crash test verso barriera inclinata.

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Inoltre, in una foto più grande, Epoca mostrava la fine della prova di sfondamento della portiera.

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Devo fare un altro post ancora, non mi carica più le immagini. Sarà la pioggia. Ne restano ancora due.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ed eccoci al terzo post consecutivo (scusate, ma non è colpa mia, prendetevela con J-Gian :D).

Paparazzi d'officina... un'immagine del vano motore 6 durante il montaggio del propulsore naftone. ;)

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E per concludere, la chicca. Sinceramente ho questa foto in cartella da un sacco di tempo, e non l'avevo mai postata perchè alla fine si trattava semplicemente di una 6 senza targhe, colta su strada più o meno nel periodo della presentazione.

Stamane però ho deciso di andare a riprenderla, tanto per completare il caricamento del materiale che avevo su Alfa 6, e mi sono accorto di cose che non avevo mai notato per troppa fretta. La vettura ha le luci d'ingombro laterali ed un listello paracolpi all'altezza del diedro sulla fiancata, che mi pare non sia mai esistito sulle vetture in vendita.

Pensando soprattutto alle luci di ingombro, potrebbe quindi trattarsi della celebre 6 in versione USA di cui si parlò tanto tempo fa (e che il Fusi aveva indicato come prodotta in alcuni esemplari) in questo topic. Ci vorrebbe il Fusi. :)

Max, what do you think about this car?

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Per concludere con qualcosa da leggere riguardo l'Alfa 6, inserisco un breve articolo di Quattroruote, pubblicato ai tempi del lancio, che conteneva alcuni aneddoti riportati da Bruno Bonini, celebre collaudatore Alfa Romeo che si occupò anche di questo modello, e che purtroppo perse la vita a 71 anni a Spa Francorchamps nel 1994, durante le prove della Sei Ore, al volante di una Giulia GTA.

Ci tengo a precisare come dalla lettura, si possa dedurre che le considerazioni sul ritardo di Alfa 6 siano fatte da Quattroruote e non facciano parte delle opinioni di Bonini. Pare esserci una giustificazione sul ritardo accumulato dal progetto, e personalmente suona un po' come una dichiarazione benevola, perchè da altre fonti pare certo che la tiritera di Alfa 6 sia più lunga ed imputabile ad una gestione un po' raffazzonata. Pertanto mi è sempre sembrata una opinione "politically correct" quella che si legge qui sotto, che fu poi inserita insieme alle memorie di Bonini.

BRUNO BONINI E L'ALFA 6

Si è detto e scritto che l'Alfa a 6 cilindri è già un po' vecchiotta. In realtà essa ha subito, su per giù, lo stesso periodo di “incubazione” di tutti i modelli radicalmente nuovi (com'è il suo caso).

Venne infatti impostata nel 1973 sotto la direzione dello scomparso ing. Orazio Satta.

I tempi (crisi energetica) non erano dei più propizi per una vettura di una certa cilindrata, ma l'Alfa Romeo ritenne che fosse il caso di portare avanti il progetto. Il destino vuole che la 6 sia pronta per il lancio commerciale proprio quando il mondo occidentale è di nuovo alle prese con il petrolio.

"Il motore a 6 cilindri a V fu la prima parte della vettura a iniziare i collaudi e le prove. Montato su una 2000 fu facilmente camuffabile e consentì prolungate sperimentazioni su strada senza ricorrere ad alcun particolare accorgimento per celarne la presenza.

Alla fine del 1974 fu la volta del cambio. Per quest'organo vennero scelte le autostrade della Germania Occidentale, ove non esiste un limite di velocità.

All'inizio del 1975 venne deciso di montare lo ZF. Il fatto che la posizione della prima e della retromarcia siano ravvicinate rispetto ai cambi normalmente impiegati porrà qualche problema alla clientela Alfa più affezionata, ma non sarà difficile farci la mano.

Quando fu definita la carrozzeria (1977) si rese indispensabile celarne le sembianze mediante le solite “appendici”. Quando essa fu definitiva, comunque, la gran parte dei collaudi venne eseguita a Balocco, quasi sempre di notte.

In questa fase furono in particolare il cambio, i freni, il ponte, la trasmissione a venire “maltrattati”, secondo una prassi che prevedeva 35 cambi di marcia su un tracciato di 4 km dei 18 in totale percorribili a Balocco sfruttando l'intero impianto stradale.

Poi seguirono i collaudi impostati sulle accelerazioni e decelerazioni, sull'impianto elettrico e su altri particolari e in climi particolarmente freddi".

Per tutti i costruttori dell'Europa Occidentale il paese ideale per condurre prove a temperature abbondantemente sotto lo zero è la Svezia.

Capita sovente che essa sia meta di più d'un prototipo (Renault, BMW, Mercedes, Alfa Romeo, Fiat) nello stesso momento. I tesi di questo tipo durano in media da 40 a 50 giorni.

Calcolando che le Alfa 6 sottoposte al complesso dei test su strada sono state da 6 a 7, si può affermare che questa macchina ha percorso – in totale – non meno di un milione di chilometri prima di passare alla linea di montaggio.

Si ha così la riconferma dell'insostituibilità della strada come banco di prova. Bruno Bonini è all'Alfa Romeo da 40 anni e da 30 fa il collaudatore (suo padre era meccanico di Rudolf Caracciola nel periodo in cui il grande pilota tedesco fu all'Alfa Romeo).

Percorre, in media, circa 200.000 km l'anno.

Appartiene all'elite dei collaudatori che hanno il preciso incarico della messa a punto dei prototipi.

"Quando non esisteva la pista di Balocco," dice Bonini, "i collaudi e le prove venivano effettuati esclusivamente su autostrada e strade normali (spesso da Milano a Reggio Calabria e ritorno variando i percorsi). I piccoli interventi e il cambio dei pneumatici venivano effettuati a bordo di un autocarro".

Bonini iniziò la sua attività all'Alfa Romeo quarant'anni fa in qualità di motorista sulla 16 cilindri progettata da Ricart. Poi, con lo stesso incarico, seguì la 158 e la 159. Nel 1950 prese parte alla Carrera Panamericana come “secondo” di Felice Bonetto con la 2500 Freccia d'Oro.

Nel 1954 venne promosso al rango di pilota e partecipò, da solo, alla stessa gara.

Nella quarta tappa, la Leon-Durango, fu costretto al ritiro per incidente.

Un'idea dell'importanza dei collaudi su strada è lo stesso Bonini a darcela quando parla dei freni a disco, che l'Alfa Romeo non fu fra le prime ad adottare per la semplice ragione che non davano affidamento.

"Per conoscerne la resistenza allo sforzo, il servizio collaudi dell'Alfa elaborò nel 1955 una serie di test che prevedevano 150 colpi di freno in breve spazio con decelerazioni da 120 a 60 km l'ora e accelerazioni da 60 a 120".

"Percorrendo di preferenza la statale della Cisa (allora non c'era ancora l'autostrada da Fornovo a Pontremoli) ci si accorse ben presto" – ricorda Bonini – "della precarietà dei freni a disco su percorsi molto tortuosi e accidentati".

Fu soltanto negli anni '60 che tali freni vennero adottati regolarmente (seconda serie della Giulia).

Guarda caso i test dei freni a disco vennero diretti dall'ing. Carlo Chiti, oggi direttore generale dell'Autodelta e responsabile dell'attività sportiva della casa milanese.

Fine.

;)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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