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Balocco ed altrove... Muletti Alfa del passato


PaoloGTC

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Oh capperi c'è un Albertw degli anni '70! Gira 'sta Sud, gira gira!

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Oh capperi 2 c'è anche qui, gira 'sta 116 scappa scappa scappa!

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(source: L'Automobile Sport Mecanique)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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  • 3 settimane fa...
  • 2 settimane fa...

Ecco bravo sylar che quelle due lì son tre mesi che mi dimentico di postarle :D

Nel frattempo, qualcosa di leggermente più arretrato in senso temporale, ma decisamente più sportivo, con un debutto piuttosto difficile.

Siamo all'inizio del 1967.

Il giorno 7 (un sabato) di quel lontanissimo mese di gennaio, l'Autodromo di Monza chiuse i cancelli e mobilitò le guardie del parco affinché nessun occhio curiosone potesse assistere alle prove del nuovo prototipo costruito dall'Autodelta.

Era però sufficiente mettere in atto delle misure del genere per stuzzicare l'interesse dei curiosi del settore, e grazie (oppure a causa, a seconda dei punti di vista) ad uno di essi, il mondo dell'automobilismo sportivo ebbe modo di scoprire cosa stava bollendo in pentola in casa Alfa.

Erano presenti a quelle prove l'Ingegner Luraghi, l'Ingegner Chiti e altri tecnici addetti al servizio di assistenza alla vettura. Le prime indiscrezioni parlavano di una macchina equipaggiata con un motore a otto cilindri a V di 90° ad albero piatto, con due valvole per cilindro ed una potenza che poteva aggirarsi sui 240 cv. Sempre secondo le “lingue lunghe” il prototipo poteva essere dotato sia di motore a carburatori che di una versione con il sistema di iniezione Lucas.

Cambio di costruzione e progettazione Alfa Romeo; filtravano anche le prime notizie sul telaio, costituito da due elementi, anteriore e posteriore, in lega di magnesio, collegati da due strutture a sezione circolare in lega leggera in cui era contenuto il carburante.

Sospensioni anteriori a quadrilateri e posteriori del “tipo Lotus”. Dalle foto, gli addetti ai lavori dell'epoca potevano dedurre che i cerchioni avevano un diametro di 13”, in lega di magnesio, del tipo già adottato ai tempi per la TZ. Si riteneva che i pneumatici fossero della misura 5.00x13 all'anteriore e 7.00x13 al posteriore.

La vettura, della quale balzava immediatamente all'occhio la presa dinamica di notevoli proporzioni posta sul cofano posteriore, che portava aria al propulsore, si presentava di nuovo aspetto nei confronti di quella vista non molto tempo prima.

Le modifiche più vistose riguardavano: il parabrezza allungato, la parte anteriore e la posteriore che ora risultava più alta.

Alla guida del prototipo, che aveva fino a quel punto inanellato parecchi giri sulla pista junior, era il pilota collaudatore dell'Autodelta, Zeccoli.

Le prove però, possiamo dire oggi, non erano destinate ad avere un lieto fine. Nella tarda mattinata, durante uno dei giri di prova, il prototipo invece di entrare nella variante junior proseguiva diritto, eseguendo poco dopo una serie di testacoda a causa del fondo ghiacciato in quel tratto di pista, terminando la carambola contro una rete metallica di protezione che si trovava a bordo pista.

In seguito la vettura si incendiava e a nulla servivano i tentativi del personale dell'Autodromo per estinguere le fiamme.

Il pilota Zeccoli, sbalzato (pare sia stato lui a lanciarsi dall'abitacolo) fuori dal prototipo pochi metri prima che si arrestasse contro la rete, sulle prime sembrava in gravi condizioni, ma in seguito agli esami clinici effettuati all'ospedale dove era stato prontamente trasportato l'allarme rientrò, e se la cavò nel migliore dei modi.

Nella stessa giornata fu sottoposta a collaudo anche una GTA con lo stesso motore del prototipo, l'8V di 2000cc.

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Fonte: Auto Italiana - 1967

Qui invece abbiamo la 33/3 in tutte le salse ed in varie situazioni, colta dall'obbiettivo in quel di Balocco.

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Fonte: Auto Italiana - 1969

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Colgo l'occasione per postare questa foto, in cui si può vedere l'Ing. Chiti insieme a diversi modelli in scala della "famiglia" 33 usati per i test nella galleria del vento (in un certo senso sono anche loro dei muletti). Da notare l'intruso in primo piano.

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  • 1 mese fa...

Ecco lo strano mulo CentoBravantasei :D.

Dalla rivista AUTO, la quale lo presentò in realtà come primo mulo dell'erede di 145-146, così costruito, con allargamento al retrotreno e montaggio dell'intero frontale di 156 (stando all'articolo la vettura iniziava ad uscire dai cancelli in un periodo in cui la 156 era già uscita e prima non s'era mai vista, quindi non poteva trattarsi di un semplice vecchio mulo di 156 ancora in giro, ed in effetti manco io l'avevo mai vista in precedenza. Prima dei prototipi di 156 con la carrozzeria definitiva, i muli si erano presentati sotto forma di Tipo allargate a cinque bulloni e 155 nella stessa modalità).

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A seguire, prototipo di 166 fotografato in America, accompagnato (sempre sulla rivista AUTO) da un articolo pieno di interrogativi. Si perchè stando "alle" foto (ma se ne vedeva soltanto una) la vettura era stata fotografata in un'area privata Ford, e di conseguenza ci si interrogava su cosa stesse accadendo, se per caso questo non volesse dire una futura partnership del tipo Fiat-GM o Fiat-Chrysler. Io non ricordo nulla del genere ma non conosco abbastanza i dietro le quinte di quegli anni per dire. Mi limito solo a ripetere che di queste foto se ne vedeva soltanto una e a vedere così quella poteva essere un'area privata Ford così come un piazzale di stoccaggio di vetture nuove di un concessionario o di un deposito di spedizioni import-export. Dalla foto non si riesce a capire se l'area sia realmente privata e chiusa oppure la 166 stia semplicemente passando davanti ad un dealer con lo stock all'aperto...cioè, voglio dire, là dietro c'è uno scuolabus....

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Chiudo la sequenza con un paio di foto di uno dei primi muli definitivi di 147, paparazzato nel napoletano. (sempre da AUTO)

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Luce targa da muletto.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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