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Europa e aiuti al settore auto


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Io continuo ad essere scettico sull'impatto del provvedimento. Di certo qualcosa si otterrebbe, ma è utopistico pensare di tornare alle vendite degli scorsi anni drogando così il mercato. E poi resta sempre da vedere se, avuti i 2500 €, la gente abbia o voglia spendere i restanti 10.000.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Personalmente accantonerei per il momento l'idea di incentivi alla rottamazione, per concentrarmi su altri obiettivi, ad esempio:

a) l’introduzione di una sorta di «Tremonti-ter» che preveda la detassazione, parziale o totale, del reddito d’impresa o del lavoro autonomo reinvestito in beni strumentali, al fine di ridare impulso alla vendita dei veicoli commerciali, nonchè favorire le flotte aziendali, vero traino del mercato.

B) anticipare l’ammortamento da quattro a due anni, allo scopo di favorire il ricambio delle flotte, e l’innalzamento dei limiti della quota annua di ammortamento (oggi fissata al 40% su 18mila euro) almeno al 50% su 36mila euro

Si tratta di due espedienti abbastanza semplici che forse darebbero un pò di ossigeno al settore.

Poi il problema è sempre nelle banche: se il sistema creditizio non inverte la tendenza ci sarà ben poco da fare; devono assolutamente riprendere a concedere crediti a famiglie e imprese.

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Solo ieri negli Usa 45.000 licenziamenti di cui 20.000 alla Caterpillar, altri 7.000 alla Ing (Olanda), e chissà quanti altri.

L’intervento di Marchionne è indubbiamente dettato dalle prospettive veramente pessime sull’economia nel brevissimo periodo, ed è quindi una sollecitazione al governo affinché siano presi provvedimenti immediati e robusti. Speriamo che non si guardi comunque al solo comparto meccanico in generale ma anche ad altri comparti in sofferenza, anche se di dimensioni minori.

Ma Marchionne conosce già anche i primi dati sul mese di gennaio 2009, che nelle prime tre settimane vedono il gruppo attorno al 26% complessivo del mercato (Sole 24 Ore di oggi); su un mercato proiettato sulle 170.000 immatricolazioni, con un calo del 27% circa rispetto allo scorso anno, sembrano star bene solo Ford vicina al 10% (grazie a Ka e Fiesta), VW attorno al 9,3% per l’ottimo andamento di Golf VI ed Audi al 6,8% con A4 nella top ten. Forse ci sarà un po’ di delusione per questi dati non brillanti tra i vertici Fiat, e solo l’ultima settimana permetterà di raddrizzare un po’ la situazione; può darsi quindi che l’appello in favore di incentivi per il sostegno al mercato permetta a Fiat di “nascondere” un momento di debolezza nel difendere le quote conquistate nei mesi scorsi.

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Davvero brutti questi dati del Gruppo Fiat. Come si spiega la quota di mercato così in calo? I segmenti A e B hanno forse subito una contrazione maggiore rispetto a quelli superiori?

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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La crisi di Caterpillar stà duramente colpendo l'indotto dalle mie parti (Varese), nonchè milanese e comasco, dove vengono prodotti una grande parte dei componenti CAT: mi riferisco agli anelli planetari per corone e ingranaggi, nonchè i pignoni.

Ieri sera sentivo su class-cnbc il chief-manager di Caterpillar che cercava di rassicurare gli investitori: certo si può dire che è la più dura crisi nella storia di Caterpillar, a riprova che l'onda lunga ha ormai definitivamente colpito anche il settore agricolo/movimento terra

Dalle notizie che ho sulla mia scrivania, aziende come John Deer, Landini e Same non se la stanno passandro certamente bene.

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Ma Marchionne conosce già anche i primi dati sul mese di gennaio 2009, che nelle prime tre settimane vedono il gruppo attorno al 26% complessivo del mercato (Sole 24 Ore di oggi); su un mercato proiettato sulle 170.000 immatricolazioni, con un calo del 27% circa rispetto allo scorso anno, sembrano star bene solo Ford vicina al 10% (grazie a Ka e Fiesta), VW attorno al 9,3% per l’ottimo andamento di Golf VI ed Audi al 6,8% con A4 nella top ten. .

Ecco l'occhiometro stavolta non sbagliava e chi compra.......o va alle svendite o vuole novità........vedi ford-ww-audi.

mito-delta nemmeno in gennaio fanno qualcosa ? fosse così un pò se lo meritano.

Modificato da Stefano73

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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Personalmente accantonerei per il momento l'idea di incentivi alla rottamazione, per concentrarmi su altri obiettivi, ad esempio:

a) l’introduzione di una sorta di «Tremonti-ter» che preveda la detassazione, parziale o totale, del reddito d’impresa o del lavoro autonomo reinvestito in beni strumentali, al fine di ridare impulso alla vendita dei veicoli commerciali, nonchè favorire le flotte aziendali, vero traino del mercato.

B) anticipare l’ammortamento da quattro a due anni, allo scopo di favorire il ricambio delle flotte, e l’innalzamento dei limiti della quota annua di ammortamento (oggi fissata al 40% su 18mila euro) almeno al 50% su 36mila euro

Si tratta di due espedienti abbastanza semplici che forse darebbero un pò di ossigeno al settore.

Poi il problema è sempre nelle banche: se il sistema creditizio non inverte la tendenza ci sarà ben poco da fare; devono assolutamente riprendere a concedere crediti a famiglie e imprese.

sono d'accordissimo!! se poi ci metti che il precedente governo aveva anche peggiorato tutti i parametri di detrazione fiscale dei mezzi aziendali, gravanfo ancora di + sia su aziende che "beneficiari" del mezzo ad uso promiscuo (ed il tutto SOLO per dare il contentino a chi vedeva l'auto aziendale solo come il caghenne del piccolo imprenditore evasore, e non le migliaia di berline medie di tecnici e commerciali a farsi migliaia di km all'anno per poi sentirsi dire che solo una minimissima parte sono attribuibili alla professione!!).

L'incentivo all'acquisto è SOLO una droga per il mercato, perdì+ in questo momento non sono tanti ormai ad essere nelle condizioni di aspettare giusto i 2K di incentivo. Dopo anni ed anni il parco auto è ormai abbastanza recente, e nelle zone dove non lo è, non sono 2K a far smuovere la situazione.

L'unico rimedio serio è una riforma strutturale del trattamento fiscale che apra il settore flotte in maniera definitiva. Magari anche ai privati.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Ma Marchionne conosce già anche i primi dati sul mese di gennaio 2009, che nelle prime tre settimane vedono il gruppo attorno al 26% complessivo del mercato (Sole 24 Ore di oggi); su un mercato proiettato sulle 170.000 immatricolazioni, con un calo del 27% circa rispetto allo scorso anno, sembrano star bene solo Ford vicina al 10% (grazie a Ka e Fiesta), VW attorno al 9,3% per l’ottimo andamento di Golf VI ed Audi al 6,8% con A4 nella top ten. Forse ci sarà un po’ di delusione per questi dati non brillanti tra i vertici Fiat, e solo l’ultima settimana permetterà di raddrizzare un po’ la situazione; può darsi quindi che l’appello in favore di incentivi per il sostegno al mercato permetta a Fiat di “nascondere” un momento di debolezza nel difendere le quote conquistate nei mesi scorsi.

L'articolo completo (che riporto) mette in luce un problema ancora più grave:

Procede al rallentatore il mercato italiano auto, partito con un portafoglio di soli 157.500 ordini a inizio gennaio. Notevolmente inferiori ai quasi 226mila inevasi di avvio 2008 e al più basso livello da quando, nel 1998, è iniziata la rilevazione degli ordinativi a cura di Anfia per le marche italiane e di Unrae per quelle estere. In una serie che evidenzia quanto gennaio abbia potuto contare su un ricco portafoglio: per garantire a tale mese, insieme a marzo, i massimi livelli immatricolativi dell'annata.

Ma il crollo della domanda a 2.034.059 ordini nel 2008, in calo di quasi 483mila unità e del 19,2% sui 2.517.036 precedenti, ha falcidiato la dote di inevasi. Con riflessi aggravati dalla scadenza, il 31 dicembre scorso, degli ecoincentivi al rinnovo del parco, con un bonus sino a 800 euro per la rottamazione sia delle Euro 0, sia delle Euro 1 e con estensione, nel 2008, alle Euro 2 targate prima del 1997.

Nulla di strano se, in un simile contesto, il corrente mese sia stato caratterizzato da una limitata affluenza ai saloni delle concessionarie. Da parte di una clientela che, nell'ipotesi di permutare la vettura, si è spesso vista negare l'erogazione di un credito rateale, strumento che nel 2008 ha interessato l'80% delle vendite di auto a privati e l'85% nel 2007. Per restrizioni sui finanziamenti correlate alle incerte prospettive occupazionali e di reddito offerte, nell'attuale congiuntura, dai potenziali beneficiari.

Criticità che si avvia, nondimeno, a trovare parziale rimedio negli emendamenti introdotti, con la votazione alla Camera, dal decreto anticrisi. Con il quale si dispone (art.3, comma 13 bis) che "per agevolare il credito automobilistico, l'imposta provinciale di trascrizione (IPT) per l'iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA) di ipoteche sui veicoli è prevista in 50 euro. La cancellazione di tali ipoteche è esente da tale tributo". Una variazione di non poco conto che, dopo il vaglio entro questo mese del Senato, offrirà a chi eroga il prestito una ulteriore forma di garanzia; oggi pressoché inutilizzata, a causa di un costo gravante sull'acquirente dell'1,46% sul valore del veicolo e per un ammontare che (con minimo di 150,80 euro) viene riscosso tanto per iscrivere che per cancellare l'ipoteca.

Al momento attuale resta comunque il fatto che, decorse ormai tre settimane di gennaio, l'avanzamento delle immatricolazioni è ai minimi termini e con notevoli differenze nelle quote traguardate dalle varie case. Con i livelli, ad esempio, particolarmente brillanti di alcune marche estere, a cominciare da Ford vicina al 10% di share e grazie all'ultima presentazione di Ka, in aggiunta a quella recente di nuova Fiesta. Stanno procedendo alla grande anche le consegne del gruppo Volkswagen, per merito di una marca capofila al 9,3% di penetrazione, supportato dall'ottima accoglienza di Golf VI, mentre la consociata Audi al momento presenta un peso del 6,8% e con la presenza di A4 tra i dieci modelli più venduti.

Si presenta meno brillante il provvisorio consuntivo del Lingotto, vicino al 26% di share e con la marca Fiat intorno al 21% di quota, ma saranno i prossimi giorni a ristabilire gli equilibri. In una settimana cruciale per l'accelerazione delle consegne e nella quale il principale brand torinese potrà fare affidamento, dopo il "porte aperte" di questo fine settimana, sulle nuove versioni a Gpl di Panda, Grande Punto e Bravo.

In attesa dei conclusivi aggiustamenti sui livelli di share, resta invece confermata la modestia di un gennaio proiettato a circa 170mila immatricolazioni, per una flessione nell'ordine del 27,3% sulle quasi 234mila immatricolazioni di un anno addietro e ben del 32,1% se riferita alle oltre 250mila auto consegnate in avvio del 2007 record.

Ovvero la chiusura al credito.

E' vero che qualcuno in tempi passati ne aveva fatto un uso troppo disinvolto...ma la chiusura del credito a privati e aziende è l'ingrediente finale per il disastro......

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ovvero la chiusura al credito.

E' vero che qualcuno in tempi passati ne aveva fatto un uso troppo disinvolto...ma la chiusura del credito a privati e aziende è l'ingrediente finale per il disastro......

Ecco che anche questo nodo viene al pettine.

Da un lato, la crisi falcia un sacco di contratti a tempo determinato e pure azzoppa parecchi a tempo indeterminato: quindi poche o nessuna garanzia.

Dall'altro banche e istituti di credito in generale hanno stretto di brutto i cordoni della borsa e non fanno più credito nemmeno a chi le garanzie le aveva.

La seconda cosa, soprattutto, è scandalosa IMHO: 4/5 dei soldi tirati fuori dai governi per contrastare questa crisi sono stati destinati al sostegno e al salvataggio del sistema di credito.

E sono arrivati pure subito.

Ma il sistema internazionale e locale del credito sembra si sia messo in tasca il gruzzolo, ma non sia tornato a prestare i soldi, ma solo a chiederli.

Consumo e produzione sono ammazzati da questa cosa, più del crollo occupazionale o del calo dei consumi stesso.

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