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Marchionne sulla crisi


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Ha venduto ma e' stata criticatissima perche'....non era migliore e costava meno contemporaneamente. :)

con un altro stemma sul cofano sono sicuro che la critica sarebbe stata piu' indulgente.

In fondo anche oggi Audi ed MB pesano uguale e non e' che abbiano motori migliori.

BMW resta meno abitabile.

E tutte e tre costano un botto di piu' a listino a parita' di motorizzazione ed accessori.

Ma alla tride tutto viene perdonato...:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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E tutte e tre costano un botto di piu' a listino a parita' di motorizzazione ed accessori.

...:)

ma cosa dici.......fra minirate,miriade di kmo ecc te le tirano dietro...attento di farti male:):):) quando le tirano:):)

Cmq hai ragione anche una stilo 3 volumi con patacca alfa farebbe 700 auto mese nel mercato di riferimento.....spero che gli ultimi mesi di 159 siano un caso perchè se continua così arriva l'effetto thesis.):):)

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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A parte tutto il discorso più che condivisibile della crisi e del fatto che questa accellererà i processi di aggregazione tra gruppi automobilistici e quindi porterà ad una maggiore omologazione e standardizazzione delle tecnologie, ma sta storia che SM dice che gli piacerebbe solo vestire le auto non mi piace molto.

Vogliamo come paese dire qualcosa nel campo della tecnologia o vogliamo ridurci a fare i sarti delle tecnologie altrui? (con tutto il rispetto per i veri sarti) poi magari fra qualche anno viene fuori che quello che facevamo così bene c'è qualcun'altro che può farlo meglio e a costo più basso perchè i nostri prodotti non si basavano su alta tecnologia... e giù licenziamenti e grida e lacrime.

Bisogna iniziare a puntare e investire sull'alta tecnologia, quella è la strada... e non vale solo per gli investimenti privati ma anche per quelli pubblici... ma con il governo di m*** che ci troviamo...

niente da dichiarare...

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Comunque quando un marchio si crea una nomea - positiva o negativa che sia - non cade dalle nuvole. E poi, nel bene o nel male, è difficile cambiare di nomea.

Non crederti che con una nomea di BMW, la strada è tutta in discesa.

Anzi, hai una riputazione da mantenere. È come un pilota di F1 che diventa campione del mondo... Il più difficile non è raggiungere il top, ma riconfermarsi al top. La gente si crea aspettative al suo riguardo. Ci si aspetta di più di un Raikkonen campione del mondo, nonché di un Lewis Hamilton arrembante, o no ?

Mi ricordo che all'uscita della Serie 1, molti commenti di giornali erano del tipo "la finitura e i materiali non sono all'altezza dei standard della casa". Ed è un perfetto esempio di cosa intendevo.

Poi se la gente viene ad avere pregiudizi sulle Case, e giudicano a prescindere, è l'ultimo annello della catena, ma anche il più resistente. Questo è inevitabile, perché non si può conoscere in maniera approfondita ogni reparto. E dunque, per farsi un'idea di una cosa sconosciuta, ci si volta verso i pregiudizi... che comunque da qualche parte provengono.

Se sento ancora gente che dice che "le italiane - specialmente le Alfa - arrugginiscono" è perché è successo. Certo, è successo tanto tempo fa... ma è successo, e non in maniera isolata.

Al contrario BMW si è messa d'impegno a costruire auto robuste, rifinite bene, messe bene in strada e appaganti da guidare. Audi, che costruiva carrettoni inguardabili, è diventata il benchmark per le finiture e la qualità costruttiva, e di sobrietà.

Anche qui, mi sembra che i preconcetti non siano troppo distanti dalla realtà.

Ora è vero che la Triade vive un pò di "rendita" e che le si perdona un pò di più. Ma è altrettanto vero, che quando cannano, hanno molto meno inerzia per reagire che il Gruppone.

"But before the most charismatic car maker of them all finally went, they left us with a final reminder of what they can do, when they try" (Jeremy Clarkson, Top Gear)

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verissimo: In una tedesca nuova è difficile trovare difetti di assemblaggio. Con i km purtroppo mostrano la corda anche loro (segno che a differenza di un tempo i risparmi sono stati fatti dove non si vede), ma quello che compri è esattamente quello che ti aspettavi. 159 quasi mai nella sua vita produttiva. E la maggior parte delle volte sono cazzatine che fan perdere tempo e soldi in assistenza.

E che fanno sopratto scappare i clienti.

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Comunque da quello che ho capito dall'intervista i progetti futuri sono stati bloccati anche perchè l'idea è quella di non fare più progetti su piattaforme proprieatrie , ma quella di trovare partner per piattatforme condivise o di trovare piattaforme gia pronte da utilizzare. Non mi sembra sia una idea così malsana. Nell'intervista si parla di mezzo milardo di euro per sviluppare una piattaforma ex novo che nell'ipotesi di vendere un milione di auto su quella piattaforma (e la fiat questi numeri li può fare solo nel segmento A e B ) significano 500 euro a vettura che è una bella cifra soprattutto per un settore maturo come l'automobile (qual'è il costo industriale di una G.Punto? 5-7000 euro?).

Che senso ha fare una piattaforma proprietaria per le segmento c-d fiat-alfaromeo? con prospettive di vendita nella migliore delle ipotesi di 500.000 auto l'anno? ( se mai ci arriverà FIAT a quelle cifre )

ok, ma sbaglio o la 159/Brera son nate da una piattaforma NON proprietaria? e tutto è stato detto loro compreso il fatto che fosse la base di partenza ad essere inadatta ad un'Alfa? Cioè, IMHO, qua si rischia di andare di male in peggio, date le premesse... :?

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Fiat più sana, carte migliori di altri nel gioco delle fusioni (FT)

di Elysa Fazzino

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Più sana di altri, Fiat potrebbe avere carte migliori da giocare quando comincerà la partita delle fusioni: sul Financial Times, Paul Betts valuta positivamente le prospettive del gruppo automobilistico italiano, in vista del consolidamento previsto dall'ad Sergio Marchionne e dal presidente Ifil, John Elkann. Nel commento intitolato «Fiat si prepara al consolidamento globale», che si può leggere sul sito web del quotidiano finanziario britannico, Betts ricorda il travagliato accordo tra Gm e Fiat, la cui soluzione è stata «il primo atto della svolta da manuale» impressa da Marchionne al produttore italiano.

«Vedere Rick Wagoner, ad di General Motors, alla guida della delegazione a Washington in cerca di un salvagente per l'industria dell'auto Usa aiuta a ricordare come i grandi cadono», scrive Betts. Nel caso di Gm, a suo parere, il «marciume» risale all'inizio del 2005, quando Wagoner accettò di dare 2 miliardi di dollari per il divorzio consensuale dall'ex alleato Fiat.

I tempi cambiano e «oggi Fiat Auto è irriconoscibile rispetto al caso da ospedale ereditato da Marchionne quattro anni fa». Ma la crisi si fa sentire anche in Europa. Secondo Betts, il consolidamento previsto da Elkann sarà probabilmente innescato dagli Usa. Se il Congresso verrà in soccorso dei Big Three – afferma - detterà condizioni per limitare lo spandersi dell'aiuto alle operazioni oltreoceano. Il business europeo di Ford e Gm sarà finanziariamente lasciato a se stesso, «una situazione che renderà il consolidamento nel mercato europeo quasi inevitabile».

«Con Renault e Peugeot alle prese con le loro sfide, Volkswagen e Fiat appaiono i giocatori più sani rimasti sul campo». Elkann e Marchionne hanno imparato nel modo più duro - continua Betts - che non ci sono soluzioni facili per un'industria dell'auto in crisi. Marchionne ha detto che la crisi è senza precedenti e che saranno necessarie misure draconiane: a suo parere tra due anni potrebbero restare solo sei grandi produttori. «La Fiat, che ha vissuto il proprio inferno cinque anni fa ed è emersa come uno dei giocatori più forti, potrebbe avere una "mano" migliore da giocare quando comincerà la partita delle fusioni. Marchionne intende certamente farlo. Se la Fiat non agisce, avverte, il gruppo italiano rischia di diventare nel migliore dei casi un giocatore marginale».

Le dichiarazioni di Marchionne trovano spazio su molti altri siti dei media esteri. Il britannico Guardian, con il titolo «Fiat non sopravviverà senza fusione, dice l'ad», osserva che «la scomparsa di Fiat come impresa indipendente sarebbe un colpo devastante all'orgoglio nazionale italiano». In ottobre – ricorda il corrispondente John Hooper - il premier Silvio Berlusconi aveva detto che l'Europa dovrà seguire gli Usa nell'estendere prestiti ai produttori automobilistici, «ma da allora il suo entusiasmo è stato raffreddato dal ministro delle Finanze, Giulio Tremonti».

«Fiat cerca un partner tra i timori di crollo dell'industria», titola il Times, che definisce Marchionne «stoico» sulla prospettiva di perdere il proprio lavoro: ci sarà gente che perderà il diritto di dirigere aziende «e tra questi potrei esserci io». Il Daily Mail punta l'attenzione sulla preoccupazione per il futuro, che impone alla Fiat di cercare un partner: «La Fiat è l'ultimo grande produttore automobilistico ad ammettere che potrebbe non sopravvivere all'attuale crisi, che ha paralizzato i mercati dell'auto globali».

Il quotidiano economico francese Les Echos mette la vicenda Fiat tra i principali fatti del giorno e sul sito web vi dedica diversi titoli: «Fiat vuole sposarsi con uno dei gruppi che sopravviveranno alla crisi», «L'ad Fiat scommette sul consolidamento», «Davanti alla crisi, Fiat ha bisogno di un partner». Nonostante il raddrizzamento finanziario degli ultimi anni, scrive Les Echos, il gruppo Fiat considera che oggi non può più proseguire da solo. Secondo Marchionne, «il gruppo torinese non ha le spalle abbastanza larghe per figurare tra i cinque o sei produttori mondiali generalisti che, come sopravvissuti, emergeranno dalla crisi attuale. La sua soluzione: allearsi a uno di loro». La politica di «alleanze mirate» prevalsa dopo la rottura con Gm, «imitando il modello Psa», non è più all'ordine del giorno. Les Echos si domanda se la Fiat si avvicinerà al gruppo Psa, la casa automobilistica francese cui appartengono i marchi Peugeot e Citroen, «un gruppo familiare con il quale coopera da tempo nel campo dei monovolume e delle utilitarie». Marchionne «si rifiuta di entrare nei dettagli, ma insiste che niente sarà più come prima».

Il Wall Street Journal, al quale Elkann ha inviato una dichiarazione via e-mail, pubblica un servizio di Stacy Meichtry intitolato «Fiat cerca un alleato prima che la scelta si assottigli». Il fabbricante italiano è a caccia di un partner, «L'interrogativo è se ci saranno offerenti». Per anni la Fiat ha difeso strenuamente l'indipendenza della sua unità automobilistica, scrive il quotidiano Usa, sottolineando che Marchionne ha riportato l'azienda alla redditività «evitando ampie alleanze e formando relazioni più mirate, come quella con l'indiana Tata». «Adesso, un'alleanza potrebbe perfino avere la benedizione della famiglia Agnelli, che detiene la quota di controllo del 30% del produttore automobilistico». «In uno scenario di consolidamento – afferma Elkann nella sua dichiarazione – la priorità va a trovare il partner giusto e la combinazione giusta». «Il livello della partecipazione – sottolinea Elkann - diventerebbe di secondaria importanza rispetto alla posizione competitiva e al valore aggiunto apportato da una nuova combinazione».

Secondo il quotidiano newyorchese, Fiat se l'è cavata meglio di altri nella crisi economica globale. «Gli analisti dicono che Fiat deve agire in fretta. Essendo tra i più piccoli giocatori europei, l'azienda italiana è più sotto pressione di altri per trovare un partner che permetta di fare economie di scala», scrive il Wall Street Journal citando l'analista della Deutsche Bank Gaetan Toulemonde. Il servizio osserva che tra gli altri piccoli produttori europei c'è Psa Peugeot Citroen, ma il portavoce di Peugeot non commenta. La Fiat compete con Ford e Gm sul mercato europeo delle piccole, così che «ogni scossone a Detroit sarebbe rapidamente sentito in Italia».

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Guest DESMO16

semiOT: finalmente a Torino si sono degnati di mettere sul mercato versioni a gpl.........dopo che diversi concessionari del gruppone lo proponevano/incentivavano già su qualche modello ;)

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«la scomparsa di Fiat come impresa indipendente sarebbe un colpo devastante all'orgoglio nazionale italiano»

Vorrei chiedere... ma quale orgoglio nazionale italiano ? A parte qualche sussulto qua e là, mi sembra che l'orgoglio nazionale italico sia proprio ai minimi....

Basta vedere la quota di mercato delle Case nazionale sul proprio mercato : quando arrivano a 32% fanno festa. Forse uno potrebbe dire "si ma l'italiano è stufo di comprare cessi di Fiat". Ma se si guarda cosa succede in Francia, la quota di mercato dei marchi francesi sul mercato di casa sta abbondantemente sopra al 50% (55% mi sembra). E non è che producano auto perfette, anzi (penso sopratutto alla Renault, con buona pace di Teknos ;))

Forse se la Ferrari venisse ad essere ceduta, succederebbe qualche cosa. Ma per la Fiat, non penso proprio.

"But before the most charismatic car maker of them all finally went, they left us with a final reminder of what they can do, when they try" (Jeremy Clarkson, Top Gear)

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Io non ho capito chi vende cosa a chi, cosa chi vende dove, dove cosa chi vende, perché compra il che cosa.

Il quando, invece, l'ho capito! È giusto: festeggiamo il 100nario Alfa col botto, poi ognuno a casa sua e il resto lo vendiamo.

io manco quando sinceramente..questa è una cazzatona che ha sparato oggi..:lol:

Ao che c'è pure la malaugurata idea che Sergione si sbagli...... :D :D ....... lo so sono un eterno ottimista!!!
quoto.

negli anni 80 si dicevano le stesse cose (puntualmente poi non verificatesi nei termini descritti all'epoca) ci sarà di sicuro un grosso rimescolamento, ma non credo allo scenario di SM. Poi i tempi..."nel giro di due anni"....mah.......

Cambieranno (e molto) le macchine, questo di sicuro.

Mi sento di quotare in pieno (evento raro) :lol: Matteo.

pure io..ormai sto terrone del cremino dice solo cose serie..:lol:

Più concretezza e tecnologia dove serve. questo è il mio motto.

ma se hai preso un vito:mrgreen:

[...]

Chissà cosa costerebbero? Per piacere, che non si piangano addosso. Noi possiamo piangere (per finta) perchè la tal macchina che ci piace tanto costa uno sproposito, ma forse dovremmo andare a monte e cercare di capire perchè ci piace tanto.

[...]"Io standardizzo perchè così A ME costa meno, non A VOI che comprate. Perchè voglio gestire in maniera sana e poi investire in cose sensate per andare sempre meglio? No no, perchè io voglio diventare ricco."

Certo, è una cosa ovvia. Ma se tutto fosse stato un po' più sensato (magari non arrivando a far durare un modello due anni per poi cambiarlo di due virgole e sperare di rivenderlo a tutti quando in realtà non è cambiato nulla.... sappiamo tutti quanto si butta in soldi anche solo per rifare un paraurti e due fari), con un po' più di misura, oggi non sarebbero qui a cercare di puntellare un macigno con degli stuzzicadenti.

Quando sento discorsi sulla maniera di risparmiare per sopravvivere, mi viene sempre da pensare in che maniera questo risparmio possa andare a vantaggio anche di chi effettivamente tiene in piedi un'azienda, cioè chi compra i prodotti, e non il manager che sposta fa e disfa.

[..]

queste sono parole sagge (non sarge..quello può giusto fare il riparastecchedisigarette:lol:)

inutile venire a dire "deve costare meno, altrimenti non si sta in piedi"..minchia ma l'industria a livello di elefante ce l'avete voi, mica noi..quando cresci è ovvio che costi di più..ma questo non significa spendere determinati soldi in una determinata via ottenendo un determinato risultato..

di qui volo al paragrafo successivo perché li si capisce meglio

[..]

I costi sono sempre maggiori, i margini sempre + risicati.

non cazzobubbolare..io margini di VENTI VOLTE su un ricambio NON ce li ho e non possono esistere..solo alcuni ricambi possono costare così, perché per produrli devi rivolgerti ad un numero che dire esiguo è dire tanto di aziende che cmq non producono per un numero inferiore ad un tot perché è una cosa superextraultraspecializzata..

nell'idustria dell'auto con questi centinaia di migliaia di pezzi + tutti i ricambi NON possono permettersi di avere questo lusso di farti pagare un ricambio OLTRE VENTI VOLTE..non esiste..

Però vorrei approfondire una cosa: è vero che quello che vediamo noi macroscopicamente è quello che dici tu, che il ricambio marchiato audi costa il 50% del medesimo pezzo marchiato vag.

Ma fai un conto di quanto è il fatturato ricambi mondiale rispetto al fatturato veicoli. Una goccia!!

E ti assicuro che i margini vengono praticamente solo dai ricambi e dai servizi.

Le case vendono auto per vendere i ricambi. Paradosso, le vogliamo sempre + affidabili e per stare sul mercato le case devono farle tali!!

la stampante costa 70€, la cartuccia del nero ne costa 67..dov'è il guadagno?

un conto è il consumabile (i filtri, per esempio), un altro è la roba che costa una fucilata e che sulle auto è probabile che possa rompersi (un radiatore, per dirne un'altra)..figa un turbo voi lo pagate 40€, non si può vendere a 800€ e rotti...ma come cazzo si fa???

Però non è sempre questione di uno che si arricchisce e gli altri che finiscono sul lastrico. Anche se gli ovini, i Quandt, i Peugeot, i Ford rinunciassero a qualsiasi guadagno, cosa cambierebbe??

Nulla!

condivido..cmq chi dirige deve avere una certa dose in più di cash..altrimenti tutti saremmo a fare i fattorini per il panettiere..

Non so cosa succederà, dove finiranno i posti di lavoro in eccesso tra produzione, indotto e distribuzione. Fa anch'esso parte dell'evoluzione della società umana dalla notte dei tempi, non è solo avidità, è anche miopia.

la troppa produzione, la troppa gestione di cose che non servono essere gestite, fa diventare l'azienda un elefante che corre..e sappiamo che se un elefante corre, poi non lo fermi più..

image.php?type=sigpic&userid=879&dateline=1242680787

Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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