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Marchionne sulla crisi


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Calma però.

Non è "dall'oggi al domani".

Da questo lato dell'oceano, i tagli al personale prospettati e dichiarati sono sulla scala temporale dei mesi o degli anni: fin'ora, si sono concretizzati solo dei tagli a dipendenti a tempo determinato o addirittura interinali.

Il grosso dei dipendenti (e praticamente tutti i dipendenti a tempo indeterminato) che sono state investite dai tagli, saranno lasciate a casa nel corso del 2009 e 2010.

Ovviamente se si esclude chi ha chiuso o fallito.

No Rega, non è così purtroppo.

Almeno non dappertutto: c'è gente assunta a tempo indeterminato da anni che è già stata messa in mobilità nel settore auto (non nell'indotto..). E parlo di alcune centinaia di persone.

Ma in un periodo in cui Telecom parla di 9.000 esuberi, Alitalia è sull'orlo del burrone e molti altri colossi anche, cifre minori passano in silenzio.

Per ora... :?

<<Scarface>>

Non esiste peggior ignorante di quello convinto di sapere...

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prime interpretazioni sulle dichiarazioni di SM:

dal Sole24ore.com

Chi vuole mettersi con Fiat può aspettare che diventi più debole (WSJ)

di Elysa Fazzino

10 DICEMBRE 2008

«Chi vuole accoppiarsi con Fiat?». Secondo il Wall Street Journal la ricerca di un partner non sarà facile per il gruppo italiano. Anche perché c'è il rischio – avverte il quotidiano finanziario statunitense - che chi è interessato aspetti che la Fiat sia alle corde per strappare un affare migliore.

Senza speranza di un salvataggio stile Usa, i produttori automobilistici europei devono cavarsela da soli. L'ad di Fiat spa, Sergio Marchionne, «ha riconosciuto che l'azienda automobilistica italiana ha bisogno di un partner. Ma cercare e trovare non è la stessa cosa», scrive Sean Walters nella rubrica "Heard on the Street" ("sentito per strada"). Il giornalista analizza brevemente la situazione e conclude che la disponibilità della Fiat di essere un "junior partner" dimostra «consapevolezza delle realtà economiche». Ma c'è un intoppo: «I potenziali offerenti potrebbero aspettare fino a quando la Fiat si sarà indebolita ulteriormente prima di fare la loro mossa».

Walters ricorda che Fiat, «il più piccolo dei sei grandi produttori di auto europei»,

produrrà quest'anno poco più di due milioni di automobili, «molto al di sotto dei quattro milioni che secondo Marchionne sono necessari per la sostenibilità». Anche se quest'anno Fiat dovrebbe avere un utile di 2 miliardi di euro, «le prospettive per l'anno prossimo sono fosche». Le vendite di auto europee – spiega - sono crollate del 25% a novembre e J. P. Morgan Chase prevede che nel 2009 il mercato si restringerà del 15%.

Ogni 1% di declino della domanda equivale grossomodo a un 5% di declino dell'utile operativo. Secondo Goldman Sachs, riportare il settore ai livelli di redditività del 2007 richiederebbe un taglio del 26% della forza lavoro, ovvero 350.000 posti di lavoro, con un costo di 23 miliardi di euro. «I governi non possono fare molto, viste le regole Ue sugli aiuti», continua il Wall Street Journal. La Francia sta prestando 1 miliardo di euro ai rami finanziari di Renault e Psa Peugeot Citroen, la Germania sta tagliando le tasse automobilistiche, con un costo per lo Stato di 1,4 miliardi di euro.

«Non restano che le fusioni, in teoria», scrive Walters. «In pratica, gli accordi automobilistici si sono dimostrati difficili, grazie a una combinazione di sindacati, piattaforme e tecnologie incompatibili e conflitti culturali».

Accordo con Psa?

I siti francesi intanto rincorrono le voci sulla possibilità di un accordo con Psa, la casa automobilistica francese cui appartengono i marchi Peugeot e Citroen. Gli articoli d'Oltralpe citano Repubblica, secondo cui lo scenario più probabile è un avvicinamento a Psa, che già produce monovolume e utilitarie nel nord della Francia, mentre un'alleanza con la francese Renault o la tedesca Bmw è considerata meno probabile. «Interpellato da Afp - riferisce Les Echos - un portavoce di Fiat si è rifiutato di commentare queste informazioni. Dal canto suo, neppure Psa ha voluto commentarle. "La nostra priorità – ha dichiarato un portavoce - è di proseguire e accelerare gli sforzi di competitività del piano di sviluppo Cap 2010 del gruppo francese"». Sulla stessa falsariga, il Nouvel Observateur, che riporta la vicenda anche nelle pagine web dedicate all'auto, "Lequotidienauto.com" .

«Verso un matrimonio franco-italiano?», si domanda Le Figaro. Il sito del quotidiano francese ricorda le affermazioni di Marchionne sul fatto che nel giro di 24 mesi, finiremo con «un americano, un tedesco, un europeo-giapponese, probabilmente con un'estensione negli Stati Uniti, uno in Giappone, uno in Cina e un altro europeo». «Tra le righe – scrive le Figaro – Marchionne evoca così General Motors, Volkswagen, Renault Nissan, Toyota e Saic. Resta il gruppo europeo, che dovrà necessariamente presentare una massa critica». Secondo l'ad italiano, per potere guadagnare ci vuole una produzione di 5,5.-6 milioni di auto all'anno. «Il produttore italiano ne produce la metà. E' così anche per Psa. Di lì a pensare che Marchionne faccia piedino a Psa, c'è solo un passo…». «Resta il fatto che la Psa ha sempre difeso con le unghie e coi denti la sua indipendenza», osserva Le Figaro, «privilegiando partner puntuali, come è il caso con la Fiat». Per far fronte alla crisi, Psa punta sugli esodi volontari, sulla riduzione della produzione, ma anche sulla tecnologia ibrida. E per questo ha appena firmato un partenariato strategico con Bosch per la tecnologia ibrida diesel.

Un titolo a effetto sul sito del giornale economico spagnolo Expansion: «Fiat ha bisogno di un socio che lo salvi dalla bancarotta».

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Secondo Goldman Sachs, riportare il settore ai livelli di redditività del 2007 richiederebbe un taglio del 26% della forza lavoro, ovvero 350.000 posti di lavoro, con un costo di 23 miliardi di euro. «I governi non possono fare molto, viste le regole Ue sugli aiuti», continua il Wall Street Journal. La Francia sta prestando 1 miliardo di euro ai rami finanziari di Renault e Psa Peugeot Citroen, la Germania sta tagliando le tasse automobilistiche, con un costo per lo Stato di 1,4 miliardi di euro.

Secondo l'ad italiano, per potere guadagnare ci vuole una produzione di 5,5.-6 milioni di auto all'anno. «Il produttore italiano ne produce la metà. E' così anche per Psa. Di lì a pensare che Marchionne faccia piedino a Psa, c'è solo un passo…»..

punto uno

le aziende automobilistiche che danno lavoro a profusione sono cmq troppo grosse e questa mastonditicità porta ad avere un elefantismo gestionale incredibile e stratosferico, sia come costo, sia come tempi

punto due

il costo statale, cioè di tutti noi, è troppo elevato e cmq le aziende automobilistiche oggi sono troppo grandi per poter essere lasciate fallire, che le si compri o no..questa è una coda ricorsiva che va a leccarsi con il punto uno

punto tre

per mantenere questo standard servirebbe una sovraproduzione eccezionale di veicoli.

il tutto ingloba punto uno e punto due

fate i vs conti

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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Sono tutte speculazioni. E poi sino ad ora gli anglosassoni han sempre dimostrato di capirci ben poco di economia e di industria italiana.

E cmq, nel frattempo che la concorrenza attende l'indebolimento di FIAT, cosa pensa di fare nel frattempo visto che è gia debole di per se? Continuare a perdere quattrini nell'attesa di non averne piu per "comprarsi gli italiani"?

questa idea delle fusioni per acquisizione mi sembra abbia fatto il suo tempo nel settore auto avendo dimostrato limiti piuttosto seri (al gioranlista del WSJ bisognerebbe ricordare quanto è costata a GM la casa di Torino).

Evidentemente produrre auto non è come gestire aziende petrolifere o assicurative, vi sono fattori peculiari nel settore auto che rendono difficoltosa la convivenza tra management che non parlano la stessa lingua e non condividono la stessa cultura. perche di fatto, secondo il mio punto di vista, l'auto generalista pur essendo una commodity com il telefonino o il dentifricio, porta con se una serie di valori intangibili che racchiudono l'essenza di un popolo (design per gli italiani, robustezza per gli svedesi, qualità per i tedeschi etc etc) che mal si conciliano con una visione globalizzata e standardizzata tout court del prodotto, l'europa non è la cina o l'india.

io resto dell'idea che il superamento di questa crisi vada verso una piu spinta sinergia tra gruppi diversi che permetta di mantenere le corporate identities ben definite, management diversi, missions diverse ma economie di scala piu virtuose.

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. perche di fatto, secondo il mio punto di vista, l'auto generalista pur essendo una commodity com il telefonino o il dentifricio, porta con se una serie di valori intangibili che racchiudono l'essenza di un popolo (design per gli italiani, robustezza per gli svedesi, qualità per i tedeschi etc etc) .

secondo me invece queste differenze si sono quasi annullate soprattutto nei segmenti bassi dove opera fiat

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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secondo me invece queste differenze si sono quasi annullate soprattutto nei segmenti bassi dove opera fiat

non ne sono cosi convinto invece. ero pochi giorni fa a CANNES e di fronte all'hotel Ritz sulla croisette sai cosa c'era parcheggiata? non c'era una Ferrari o una Aston Martin ma una Fiat 500 gialla fiammante che pubblicizzava una società che affitta auto di lusso.

La 500 non sarà una panda e nemmeno una Polo ma è un'utilitaria che sembra aver stampato a caratteri cubitali immaginari "made in Italy" sul cofano.

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Sono tutte speculazioni. E poi sino ad ora gli anglosassoni han sempre dimostrato di capirci ben poco di economia e di industria italiana.

E cmq, nel frattempo che la concorrenza attende l'indebolimento di FIAT, cosa pensa di fare nel frattempo visto che è gia debole di per se? Continuare a perdere quattrini nell'attesa di non averne piu per "comprarsi gli italiani"?

questa idea delle fusioni per acquisizione mi sembra abbia fatto il suo tempo nel settore auto avendo dimostrato limiti piuttosto seri (al gioranlista del WSJ bisognerebbe ricordare quanto è costata a GM la casa di Torino).

Evidentemente produrre auto non è come gestire aziende petrolifere o assicurative, vi sono fattori peculiari nel settore auto che rendono difficoltosa la convivenza tra management che non parlano la stessa lingua e non condividono la stessa cultura. perche di fatto, secondo il mio punto di vista, l'auto generalista pur essendo una commodity com il telefonino o il dentifricio, porta con se una serie di valori intangibili che racchiudono l'essenza di un popolo (design per gli italiani, robustezza per gli svedesi, qualità per i tedeschi etc etc) che mal si conciliano con una visione globalizzata e standardizzata tout court del prodotto, l'europa non è la cina o l'india.

io resto dell'idea che il superamento di questa crisi vada verso una piu spinta sinergia tra gruppi diversi che permetta di mantenere le corporate identities ben definite, management diversi, missions diverse ma economie di scala piu virtuose.

quoto al 100% ed infatti a mio parere sarà l'unico modo per sopravivere proficuamente.

Il che significa accordi incrociati tra + partners per siluppare poche piattaforme condivise da N marchi, e stessa cosa per i motori.

In poche parole quello che napoleone ha cominciato a fare qualche anno fa dovrà diventare la prassi per il settore.

In questo modo si salvano anche i marchi con + particolarità e meno mercato di massa, ma TUTTI gli attori del settore dovranno adeguarsi.

Salvo massivi interventi statali in aiuto...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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......Salvo massivi interventi statali in aiuto...

Che potrebbero anche arrivare...:lol::lol:8-)

(ANSA) - ROMA, 10 DIC - Il governo sta lavorando alla proroga degli incentivi alla rottamazione delle automobili, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteoli, precisando che 'ci sta lavorando' il ministro Scajola. Matteoli ha commentato il pacchetto di aiuti deciso a favore del settore auto Usa. Se verra' approvato - ha detto - 'ci saranno ripercussioni in Europa e in Italia e bisognera' quindi trovare una soluzione per evitare di venire travolti dagli Usa'. index.asp?articolo=650509&titolo=Auto%3A+governo+lavora+a+proroga+incentivi

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Che potrebbero anche arrivare...:lol::lol:8-)

ANSA) - ROMA, 10 DIC - Il governo sta lavorando alla proroga degli incentivi alla rottamazione delle automobili, in scadenza il prossimo 31 dicembre.

Sinceramente ma in giro c'è ancora molto da rottamare........mah.......

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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Questo tipo di aiuti sono aspirine per un malato di cancro...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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