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Ci Sarà Pure La Crisi


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Inviato
Se il tempo lo permette ogni sabato e domenica vado al mare, anche perchè durante la settimana non posso e poi d'estate per il weekend non ci sono molte alternative.

Vabbè...ma te sei sul mare :lol::lol: è come se lo dicesse un genovese..

Lui intendeva i padani che partono in massa ( a volte mi ci metto pure io...), che si sentono moralmente obbligati a scendere, e magari si lamentano pure dei prezzi (i liguri sono abbastanza strozzini, è vero, ma nessuno ti obbliga ad andare giù...)

p.s. non dico che bisogna blindarsi in casa, le gite le faccio pure io....ma non le sento come un obbligo morale, nè mi sento sfigato se non le faccio

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Inviato
Vabbè...ma te sei sul mare :lol::lol: è come se lo dicesse un genovese..

Lui intendeva i padani che partono in massa ( a volte mi ci metto pure io...), che si sentono moralmente obbligati a scendere, e magari si lamentano pure dei prezzi (i liguri sono abbastanza strozzini, è vero, ma nessuno ti obbliga ad andare giù...)

p.s. non dico che bisogna blindarsi in casa, le gite le faccio pure io....ma non le sento come un obbligo morale, nè mi sento sfigato se non le faccio

Principalmente io odio il mare :lol: e già lo si intuisce dalle mie parole velenose :lol: però come dici tu io ce l'ho specialmente con quella massa bue priva di ratio che si riversa ovunque appena possibile :roll: te credo che "gli italiani non fanno più le vacanze lunghe" altro che crisi...qui a furia di fare ponti e week-end alla fine dell'anno scommetto che gli viene a costare molto di più che la classica settimana al mare ;) però la spesa è spezzettata e quindi più "digeribile"

Che scemi i nostri nonni che accantonavano tutto l'anno per farsi 2 sane settimane di ferie tranquille :roll: siamo più furbi noi a imbottigliarci nello stress dell'esodo del venerdì sera ogni santa settimana :mrgreen:

 

花は桜木人は武士

Inviato
Vabbè...ma te sei sul mare :lol::lol: è come se lo dicesse un genovese..

Lui intendeva i padani che partono in massa ( a volte mi ci metto pure io...), che si sentono moralmente obbligati a scendere, e magari si lamentano pure dei prezzi (i liguri sono abbastanza strozzini, è vero, ma nessuno ti obbliga ad andare giù...)

p.s. non dico che bisogna blindarsi in casa, le gite le faccio pure io....ma non le sento come un obbligo morale, nè mi sento sfigato se non le faccio

Sarà che io son abituato così:redd, se abitassi al Nord o all'interno può darsi lo farei anch'io:confused:

P.s. : tendenzialmente anche i marchigiani sono tirchioni

volvouserbartm7.gif

image.php?type=sigpic&userid=11159&dateline=1246806395

Inviato
pare quasi che sia un reato starsene buoni buoni la domenica a casa...ma io ci sto così bene :D

Concordo, quando vado in giro, prevalentemente in montagna, ci vado il sabato, le poche volte che mi è capitato di andare la domenica, anche in montagna c'era casino...:(((

Inviato

molte cose son saltate fuori anche qui nel forum....

da corriere.it

Cambiano i consumi: meno vestiti, più weekend

Nuove abitudini: forte attenzione al prezzo nella spesa di tutti giorni, mortadella al posto del prosciutto. Ma lo champagne di alta qualità resiste

Gli italiani hanno un’arma se greta contro la crisi. Si chia ma Nutella. Il posto di lavo ro traballa? Gli investimenti in Borsa valgono la metà? Giù una cucchiaia ta di crema magica. E non sembra più la fine del mondo. Il centro ricer che Nielsen fa notare che i consumi consolatori stanno aumentando. E’ il caso, per esempio, dei vini di quali tà. Gli italiani non si privano di un buon bicchiere. Purché al prezzo cor risponda un’adeguata gratificazione. Al quartier generale Ferrero di Pino Torinese confermano: nell’ultimo an no in Italia è stato venduto il 5,5 per cento di Nutella in più. Ma questo è soltanto uno dei cambiamenti nei consumi indotti dalla crisi.

Meno consumi, più risparmio. Il quadro di riferimento in cui si muovono gli italiani è quello dipinto nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia. «Nel 2008 i consumi delle famiglie sono diminuiti dello 0,9%, mentre in termini pro capite sono scesi al livel lo iniziale del decennio scorso — ha fatto presente nella sua relazione an nuale il governatore Mario Draghi —. Alla contrazione del 7,3% della spesa in beni durevoli (dagli elettro domestici al computer, ndr;) si è af fiancata quella dei non durevoli (-1,3%). In particolare, nella parte fi nale dell'anno, si è inasprita la con trazione dei consumi alimentari (-2,3%)». Se si spende meno è anche perché nell’ultimo anno il potere d’acquisto è diminuito di mezzo pun to percentuale. Viste le difficoltà, inoltre, da brave formiche gli italiani hanno aumentato la propensione al risparmio.

Il party? È a casa. Oltre a concedersi qualche gratifi cazione in più, i consumatori stanno prendendo una serie di contromisu re. «Sono ben il 60% gli italiani che fanno la spesa con la lista in mano, per non farsi irretire da prodotti non strettamente necessari — racconta Stefano Galli, amministratore delega to di Nielsen Italia —. Nel carrello en trano prodotti basici, come farina, latte, uova, affettati. Per risparmiare a casa si cucina di più. Il 34 per cento dei consumatori dichiara di prepara re torte, biscotti, pasta, pane. Per la prima volta da 15 anni a questa par te, inoltre, si sono ridotti i consumi fuori casa».

La crisi ricompatta gli italiani in torno al focolare domestico. Che poi vuol dire davanti alla tv (più 5 per cento nei primi quattro mesi dell’an no i minuti incollati al piccolo scher mo). E se c’è da festeggiare una co munione o il compleanno dei ragaz zi, niente ristorante: si fa tutto in sa lotto, tra festoni e palloncini colora ti. «Non a caso — continua Galli —. La vendita di candeline registra au*menti a doppia cifra».

Più pollo, meno roast beef .I punti vendita Coop fanno notare come gli italiani, da alcuni mesi a questa parte, continuino a comprare più mortadella e meno prosciutto; più carne di pollo e tacchino e meno roast beef. «A dire il vero notiamo an che una certa polarizzazione del mer cato — fa il punto Maurizio Cavaz zan, responsabile marketing Coop Lombardia —. Da una parte c’è una forte attenzione al prezzo, tanto che stiamo introducendo in alcuni punti vendita i dispenser per comprare i detersivi 'alla spina'. Dall’altra c’è una fetta di consumatori che, grazie anche alla riduzione dei prezzi degli ultimi mesi, sta affinando i propri ac quisti. Qualche esempio: tengono be ne gli champagne d’alta gamma, le paste o gli olii più ricercati». Per fini re, secondo Nielsen continuano a cre scere anche le vendite di insalate e prodotti pronti, sebbene più costosi. Per quanto riguarda i punti vendi ta, i consumatori scelgono sempre di più i discount (i metri quadrati della distribuzione «povera» sono cresciu ti del 13,5 per cento nell’ultimo an no, per un totale di 4.000 punti vendi ta contro 9.000 tra super e iper). In sofferenza gli alimentari di vicinato.I consumi della crisi sono fatti di paradossi.

Piangono i centri specia lizzati in elettrodomestici mentre au mentano le vendite di tv a schermo piatto (più 35% in quantità e 5% in valore grazie, tra l’altro, al passaggio al digitale in alcune regioni). Buone performance anche per tutto il com parto della cura della persona. Male, invece, l’abbigliamento.

Moda in panne. «In aprile, rispetto allo stesso me se del 2008, gli acquisti fatti da stra nieri in Italia sono diminuiti del 15%. Un segnale che ci consente di vedere il bicchiere mezzo pieno. Basti pensa re che a gennaio avevamo registrato un meno 24%. La caduta si è ferma ta », si autoincoraggia Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda. «Per di più nel primo tri mestre dell’anno sono aumentate le vendite (e il fatturato) degli outlet— continua Boselli —. Segno che il con sumatore non accetta più i rapporti qualità prezzo del passato. Ma resta disposto a spendere».

Il primo risultato è la moltiplica zione in tutte le principali città di promozioni e ribassi anticipati rispet to al periodo dei saldi. «I consumato ri ritengono che la qualità dei prodot ti proposti, in termini di tessuti e confezioni prima che di modelli, non sia all’altezza del prezzo richiesto — diagnostica lo stilista Elio Fiorucci —. La gente sa valutare il rapporto prezzo/qualità. E non si sente di but tare il danaro nemmeno quando ha una buona disponibilità economi ca ». «Dopo questa crisi nulla sarà più come prima, la moda deve torna re ai fondamentali», tira le somme lo stilista.

Pendolari del fine settimana. Ma come si spiega il fatto che le città si svuotino a ogni ponte? «Au mentano i pendolari della vacanza. Coloro che, per risparmiare, evitano il pernottamento», spiega il sociolo go Enrico Finzi. Gli italiani fanno il possibile per non rinunciare a ferie e fine settimana. «Tant’è che, per la pri ma volta dall’inizio dell’anno, nei week end di maggio le battute di cas sa nei ristori sulle autostrade sono state pari a quelle dello stesso mese del 2008», interviene Lino Stoppani, presidente della Fipe-Confcommer cio. «Al contrario, durante la settima na le battute di cassa si sono ridotte in media del 10%», completa il di scorso Stoppani. Gli albergatori temono il peggio. «Secondo le nostre stime durante il ponte del due giugno si sono mosse le stesse persone dell’anno scorso. Ma la spesa procapite è diminuita del 14 per cento», fa notare il presi dente di Federalberghi, Bernabò Boc ca. Anche perché sono aumentati gli ospiti in case private (dal 39,9% del*l’anno scorso al 44,1). Morale? «Ci ap pelliamo agli italiani — allarga le braccia Bocca —. Perché invece di concentrare le ferie in agosto scelga no anche altri periodi. Da parte no stra faremo di tutto per mantenere l’occupazione».

Rita Querzé

06 giugno 2009

Inviato

Gli albergatri mi fanno sonoramente ridere :roll:

Questo qui dice che teme il peggio, altri dicono che sono fiduciosi, altri sono contenti perchè gli italiani sono tornati a frequentare le spiagge italiane e non quelle marocchine,egiziane,tunisine,polinesiane,caraibiche :roll:

Non lo dico in dialetto se no passo per un rozzo ma che si mettano d'accordo :roll: ci fanno più bella figura queste potenti associazioni degli albergatori

Quanto al resto mi fanno sempre molto ridere queste ricerche perchè i fanno sentire un "balilla" d'altri tempi :lol: la lista della spesa io l'ho sempre fatta fin da quando avevo 6 anni e abitavo in campagna mi mandavano afare la spesa con la lista :roll: e tutt'oggi è un'abitudine che non ho perso, andare negli ipermercati senza idee al grido di "compro a seconda di quello che vedo" è isterismo di massa, come dicevo pochi post addietro.

 

花は桜木人は武士

Inviato

Il centro ricer che Nielsen fa notare che i consumi consolatori stanno aumentando. E’ il caso, per esempio, dei vini di quali tà. Gli italiani non si privano di un buon bicchiere. Purché al prezzo cor risponda un’adeguata gratificazione.

Quando si dice "bere per dimenticare"

volvouserbartm7.gif

image.php?type=sigpic&userid=11159&dateline=1246806395

Inviato
Quando si dice "bere per dimenticare"

Veramente vuol dire esattamente l'opposto.

Se fosse un "bere per dimenticare" vedresti crescere i consumi dei vini di basso prezzo e delle altre bevande alcoliche.

Qui invece sembra delinearsi un "trattarsi bene nelle piccole cose".

Inviato
Il centro ricer che Nielsen fa notare che i consumi consolatori stanno aumentando. E’ il caso, per esempio, dei vini di quali tà. Gli italiani non si privano di un buon bicchiere. Purché al prezzo cor risponda un’adeguata gratificazione. 06 giugno 2009

Anche sui vini c'è stato un ridimesionamento del mercato.

Se su quelli di alta gamma (diciamo dai 20 euro a bottiglia in su), forse la crisi si sente meno, sui vini "di tutti i giorni" le cose sono un pò cambiate.

Molti viticultori in piemonte fino a 2-3 anni fa vendevano quasi solo più in bottiglia per guadagnarci di più, da un pò di tempo molti sono tornati al vino "sfuso" da comprare direttamente in azienda agricola e che ti costa 1/3; anche il prezzo delle bottiglie è comunque calato, in pratica ti ricaricano il prezzo dell'imbottigliatura o poco di più.

Inviato
Veramente vuol dire esattamente l'opposto.

Se fosse un "bere per dimenticare" vedresti crescere i consumi dei vini di basso prezzo e delle altre bevande alcoliche.

Qui invece sembra delinearsi un "trattarsi bene nelle piccole cose".

confermo che i "cioccolatai" (da Lindt, Nestlè ,Ferrero in giù) vanno molto bene. il cioccolato si vende.

il ridimensionamento nel vino è benvenuto. avevano esagerato, onestamente.IMHO le bottiglie "care" son calate.....

giusto anche il calo nel vestiario, negli ultimi anni un jeans "di marca" che partiva dalla cina a 5 euro arrivava nei negozi a 150......."downsizing" :lol::lol::lol:

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