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Kawasaki si ritira!


Navarre75

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Come ho già detto in passato, il problema della MotoGP ha due nomi: Dorna e Honda. Vedasi il nuovo, squallido, regolamento della Moto2.

Io mi ci trovo più in questo articolo:

Dove si parla della crisi, degli artigiani del passato, di FIM e di Dorna

La storia sa essere giudice competente, ed a volte incredibilmente veloce. Pochi anni fa – era il 2004 – La Dorna con la complicità della FIM, fermò la WCM a Welkom, in Sud Africa, impedendogli di prendere parte alla prima prova del mondiale della MotoGP perché la quattro cilindri del team capitanato da Peter Clifford aveva il motore derivato da quello di una Yamaha R7. Più tardi la squadra anglo-americana si mise in regola rifacendo completamente carter ed albero motore della sua creatura. Non era un fulmine di guerra, la WCM, ma consentì a Michel Fabrizio di mettersi in luce. La stagione successiva partecipò nuovamente al campionato cambiando il nome in Blata, ma l’attesa sei cilindri del costruttore (di mini moto!) Ceco non andò al di là dei modelli in legno.

STORIE DI PERDENTI - Una sorte simile, anche se di maggior successo, ha avuto la KR progettata e messa in pista dal team di Kenny Roberts. Nata con un motore tre cilindri a due tempi, sperando di ripetere i successi della Honda NS, passò ad un cinque cilindri costruito dalla malese Proton (“un’ancora”, lo definì KR), poi al quattro cilindri KTM ed infine al cinque e poi al quattro cilindri Honda prima di arrendersi.

Non senza aver fatto vedere di cosa sarebbe stata capace nel 2006, quando con Kenny Junior alla guida si classificò sesta assoluta nel mondiale piloti e quinta in quello costruttori. Per la cronaca: davanti alla Kawasaki ufficiale.

Storia assai più breve – 2004 e 2005 – ebbe la Moriwaki, telaio tubolare nel quale era inserito un cinque cilindri Honda RC211V, e la Ilmor X3. Splendida moto, quest’ultima (come realizzazione), partorita dall’ingegnere svizzero ex F.1 Mario Ilien, schiacciata dalla mancanza di sponsor fin dal debutto.

L’IMPORTANZA DEGLI ARTIGIANI - Perché questa breve cronistoria? Semplicemente per ricordare che la Dorna e la FIM niente hanno fatto negli ultimi anni per favorire l’ingresso e la permanenza nel mondiale della MotoGP di team “artigiani”. Anzi, è sembrato che gonfi d’orgoglio per avere tutti e quattro i costruttori giapponesi quasi se ne siano vergognati, cercando di farli sparire al più presto. Un errore, e non solo perché oggi ci sarebbero più delle diciassette moto attualmente presenti dopo il ritiro della Kawasaki sullo schieramento di partenza. Un errore, perché proprio i costruttori “artigiani” avrebbero potuto essere un freno all’escalation dei costi. Certo, la Dorna avrebbe dovuto crederci, ma non ci ha creduto, seppellendo così parte della storia del motomondiale fatta di Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki, ma anche di Koenig, Paton, Linto, Morbidelli, Sanvenero, Elf X, per citare solo realizzazioni artigianali che non avevano vere case costruttrici alle spalle.

LE COLPE DI DORNA E FIM - Non diamo però solo colpe alla Dorna: corresponsabile della attuale situazione è senza dubbio la FIM. Sotto l’era Zerbi il motociclismo è cresciuto, ma poiché la FIM non avuto la scaltrezza di inserire nelle sue strutture validi professionisti (la realtà è che non ne ha inserito affatto), il risultato è che nel bene e nel male gli unici professionisti a decidere sono stati quelli dell’organizzatore iberico.

Il risultato lo vediamo oggi: chi c’è fatica a rimanere come la Suzuki che è lì che trema a causa del fatto che recentemente si è dovuta ricomprare parte delle sue azioni che la GM, in piena supercrisi, stava per rimettere sul mercato e chi, come la Honda, si è salvata solo grazie al sacrificio del team di F.1 ed alla filosofia di Takeo Fukui. Forse l’unica che non ha corso rischi è stata la Yamaha perché ha Rossi, l’intoccabile.

I GRANDI, PICCOLI, COSTRUTTORI - Così la realtà, oggi, è che il mondiale è ancora in piedi non grazie alla Honda, bensì alla Ducati, una industria da 40.000 pezzi l’anno che schiera ben cinque GP9. Una Ducati peraltro non è nuova a questi salvataggi visto che nel recente passato ha permesso alla Superbike in crisi per la fuga dei costruttori giapponesi di sopravvivere.

Dunque è così che vanno le cose: i giapponesi mollano, quando meno te lo aspetti. E’ la storia a dircelo, mentre i piccoli costruttori devono morire prima di arrendersi, come hanno dimostrato nel passato MV Agusta, Gilera, Moto Guzzi, Cagiva.

IN ATTESA CHE EZPELETA PARLI - Dopo tanti anni al seguito del motomondiale nulla ci stupisce. Siamo passati attraverso la progressiva estinzione di alcune classi, all’incredibile e velocissimo peggioramento di altre che ci sembravano inaffondabili – pensiamo alla 250 – che ormai siamo quasi rassegnati al fatto che il motomondiale, come la Dakar, non è immortale. La F.1 è divenuta quella che è, non subito, ma nel corso degli anni, ma indiscutibilmente è peggiorata. Stessa sorte sta subendo la MotoGP. Chissà, forse è giunto veramente il momento della Superbike. Non si può mai dire. In fondo ai tifosi piace la lotta, e a chi tifava Senna poco importava del frazionamento e della cilindrata della sua monoposto. Però ci piacerebbe che Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato della Dorna, si facesse sentire, come ha fatto il Presidente della FIM, Vito Ippolito, in questo momento difficile. Sappiamo che sta lavorando – moltissimo – per tenere in pista le due Kawasaki, ma un semplice comunicato per rasserenare gli animi non è poi così difficile da scrivere. Professionalità è anche metterci la faccia quando si ha tutto da perdere.

Ernesto Emmi

bene o male la penso così sopratutto su Ezpeleta...da quando è scoppiato il casino non si è più fatto sentire, di cagate ne ha dette molte da quando è AD della Dorna, una in più non gli troncherebbe di certo la carriera e almeno tranquillizzerebbe un po gli animi

 

花は桜木人は武士

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La Kawasaki continua!

Ezpeleta convince i "verdi"' date=' le moto in gestione a Martinez[/b']

La Kawasaki continua a correre. Facilmente senza il verde ufficiale addosso, ma l'intervento che Carmelo Ezpeleta ha fatto personalmente sui vertici giapponesi proprio oggi è stato risolutivo.

Il viaggio del manager spagnolo del resto aveva proprio questo scopo. E il fatto che i vertici di Kawasaki fossero disposti a confrontarsi e non si fossero ancora pronunciati con un comunicato ufficiale di ritiro, lasciava spazio ad una soluzione positiva per lo schieramento di partenza.

Ormai in Giappone è notte fonda e un comunicato congiunto di Dorna e Kawasaki è atteso per le prossime ore. Al momento siamo in grado di dirvi che le due moto giapponesi correranno e che la pista della gestione Martinez è certamente la più plausibile.

Significa in pratica che Ezpeleta ha convinto la dirigenza di Akashi, oppure che Akashi ha fatto una proposta che Ezpeleta non poteva rifiutare per avere il minimo regolamentare di moto alla partenza. Che peraltro, a questo punto, saranno una in più rispetto all'anno scorso, essendosi aggiunta l'iscrizione della Ducati di Sete Gibernau.

Appare più chiaro ancora a questo punto che il ritiro di Kawasaki come team ufficiale era in parte pretestuoso. Si tiravano via per la crisi, ma anche e soprattutto per una mancanza cronica di risultati che da "ufficialissimi" non gli faceva fare una buona figura.

Il team ufficiale dunque non c'è più, non ci sarà più - immaginiamo - Michael Barthlemy alla guida del team. Ma le moto, che sono già state progettate, costruite e provate, non vengono disperse. Nessuno, dal costruttore ai piloti all'organizzatore, poteva avere interesse che un reparto corse così strutturato mandasse i suoi prototipi al museo.

Come se fosse già stato tutto in parte organizzato, come se quel comunicato ufficiale di ritiro che non arrivava mai, non fosse in realtà mai stato scritto nè pensato.

8 gennaio 2009

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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MotoGp: e' ufficiale, la Kawasaki lascia

09 gen 08:08 Sport

TOKYO - La notizia era nell'aria da giorni, ora e' ufficiale: la Kawasaki ha annunciato che intende ritirare con effetto immediato la propria scuderia dal Motomondiale. La casa nipponica ha addotto motivazioni di carattere economico, spiegando che in questo modo risparmiera' circa quattro miliardi di yen l'anno (pari a oltre 31 milioni di euro). "L'effetto della crisi economica internazionale in corso e' stato determinante - e' scritto in una nota ufficiale di Kawasaki - e abbiamo deciso di abbandonare le corse della MotoGp per riorganizzare al meglio le nostre risorse". Dopo la Honda (Formula 1), la Subaru (Mondiale rally) e la Suzuki (rally), la Kawasaki e' il quarto costruttore storico giapponese a ritirarsi da gare motoristiche per effetto della crisi economica internazionale. (Agr)

Effettivamente 30 milioni di € per non concludere nulla :roll:

 

花は桜木人は武士

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Contrastanti notizie sull'epilogo"vero"della vicenda:

Kawasaki' date=' ora è ritiro formale[/size']

Addio team ufficiale MotoGP, ma correrà

Dopo le indiscrezioni è arrivata la conferma ufficiale di quello che era noto da tempo: la Kawasaki ha deciso di ritirare la propria formazione dalla MotoGP. Alla base dell'addio, il sensibile calo delle vendite per la pesante crisi economica internazionale. La decisione permetterà alla Kawasaki di risparmiare oltre 31 milioni di euro a stagione. E' quasi certo, però, che le ZX-RR verranno portate in pista dal team spagnolo di Jorge Martinez.

"L'effetto della crisi economica internazionale in corso è stato determinante - ha fatto sapere il gruppo Kawasaki Heavy Industries in un comunicato diffuso a Tokyo - e abbiamo deciso di abbandonare le corse della MotoGP per riorganizzare al meglio le nostre risorse".

Le voci in merito all'abbandono delle competizioni da parte del costruttore nipponico, una decisione già annunciata da tempo ai piloti che avrebbero dovuto prendere parte al mondiale 2009, John Hopkins e Marco Melandri, si erano susseguite con sempre maggiore insistenza dalla fine dello scorso anno, senza tuttavia trovare, nessuna conferma ufficiale da parte dalla Casa di Akashi.

Dopo Honda in F1, Suzuki e Subaru nei rally, si tratta del quarto costruttore del Sol Levante ad abbandonare le competizioni motoristiche.

La Dorna, comunque, ha lavorato e sta lavorando perché le "verdone" siano sulla griglia di partenza della prossima stagione. A gestire le moto dovrebbe essere il team di Martinez, che già corre in 125 e in 250 con le Aprilia. Ancora da definire, invece, i nomi dei due piloti che dovranno guidarle anche se Hopkins e Melandri dovrebbero mantenere il loro posto.

da www.sportmediaset.it

E' tutto vero: Kawasaki addio

Ora è ufficiale: la casa giapponese lascia la MotoGP' date=' complice la crisi finanziaria mondiale. Marco Melandri e John Hopkins, i piloti ufficiali per la stagione 2009, adesso rischiano di restare a piedi[/size']

TOKYO (Giappone), 9 gennaio 2009 - Adesso è ufficiale: la Kawasaki lascia la MotoGP. Le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni del 2008 sono diventate realtà. La casa giapponese, infatti, ha annunciato il ritiro dalla classe regina del Motomondiale. Una terribile notizia per Marco Melandri e John Hopkins, i piloti ufficiali per la stagione 2009 che adesso rischiano di restare a spasso.

CRISI MONDIALE - "Gli effetti della crisi finanziaria in corso nell'economia mondiale - ha spiegato l'azienda - sono importanti e pensiamo che sia necessario un po' di tempo per la ripresa. Abbiamo ritenuto necessario rivedere la ripartizione delle nostre risorse finanziarie e abbiamo deciso di rinunciare alla partecipazione alla MotoGP per la stagione 2009".

RITIRI GIAPPONESI - Quello della Kawasaki è l'ennesimo ritiro eccellente nel mondo dei motori dopo l'addio della Honda alla Formula 1, e quelli di Subaru e Suzuki dal Mondiale di rally. La Kawasaki era regolarmente iscritta nella entry list provvisoria per la MotoGP del 2009 con la moto numero 21 di John Jopkins e la 33 di Marco Melandri. Secondo le indiscrezioni circolate alla fine del 2008, la decisione del ritiro era già stata comunicata con una lettera ai dipendenti. Oggi l'annuncio ufficiale del ritiro che toglie ogni dubbio.

da www.gazzetta.it

Chi avrà ragione? :?

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Certo che se fossi Melandri, non sarei molto contento di restare neppure se le moto verranno affidate a dei team satelliti.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

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Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

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Certamente la prospettiva di avere una moto che, dopo le prime 4 o 5 gare, sia inesorabilmente destinata a diventare"vecchia"perché priva di sviluppo non credo sarebbe allettante per nessun pilota, al massimo per un debuttante assoluto. :?

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Le Kawasaki affidate a Bartholemy

Il team manager dovrà creare la struttura per correre

La Kawasaki ha deciso per il ritiro formale. Ok' date=' ma moto e ricambi sono già pagati e pronti per correre. Addirittura sono già state programmate le revisioni dei motori. Tutto pronto quindi. Non fosse che manca un dettaglio: qualcuno che metta in piedi una struttura in grado di gestire ed affrontare, soprattutto economicamente, l'impegnativa stagione 2009.

E come nelle crisi di governo, il mandato esplorativo per capire come muoversi in questa situazione, cercando appunto soldi e uomini, è stato dato a Michael Bartholemy. L'uomo che negli ultimi anni ha gestito la squadra giapponese, è ora chiamato a studiare un piano per portare in pista le ZX-RR per tutte le 18 tappe del mondiale.

Il team manager belga ha quindi di fatto rilevato il pacchetto Kawasaki MotoGP ed ora dovrà decidere se schierare il team solo con le proprie forze o magari trovare un accordo con Aspar Martinez; ipotesi possibile ma ricca di variabili che generano per ora incertezza.

Un déjà vu per il motomondiale che ha già negli anni '60-'70 ha visuto situazioni di moto ex-ufficiali affidate a privati per continuare a correre. Un esempio su tutti quello di Agostini, che corse con la sua MV Agusta anche dopo l'uscita di scena ufficiale del marchio.

Intanto in serata è atteso un comunicato ufficiale del boss della Dorna, Carmelo Ezpeleta, che di ritorno dal Giappone dovrebbe dare le prime indicazioni sull'evolversi di quello che è dovrebbe essere il 'piano anti-crisi' della MotoGP.

9 gennaio 2009

[/quote']

da Sport Calcio Mercato Gossip F1 MotoGp News Live Foto Video - SPORTMEDIASET

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