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A Dresda la prima fabbrica spettacolo


maxsona

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DRESDA — Nella strategia che ha accompagnato l'ingresso della "Automobile del Popolo" nell'Olimpo del lusso più esclusivo ci sta anche una fabbrica spettacolo, che ha la primaria funzione di sorprendere, esaltare l'immagine e creare un alone particolare attorno al prodotto che in essa nasce. La fabbrica di vetro di Dresda è un monumento, prima che un impianto industriale, e rappresenta un caso unico nella storia dell'industria automobilistica dove, normalmente, quel che conta nella produzione sono soltanto la logistica e i costi. In questo caso, invece, lo stabilimento diventa un'altra strada per promuovere un modello come la Phaeton che, nel suo segmento, non ha né retroterra commerciale né appigli storici, ma può solo contare sulla notorietà del marchio. Lo sbarco Volkswagen nei territori delle superammiraglie ha seguito la filosofia di un'azienda affetta da grandeur (non esiste il corrispettivo tedesco) che aveva già esibito il gusto dello Show industrialtecnologico con la faraonica Autostadt di Wolfsburg, e così uno stabilimento in centro città, splendente come una vetrina e con le linee di montaggio foderate di parquet, è quasi una logica conseguenza.

Con un investimento di 186,2 milioni di euro, uno spicchio del parco naturale, con annesso orto botanico, che si estende per oltre 8 ettari nel centro di Dresda è diventato il più esclusivo luogo di produzione per oggetti a quattro ruote, dove 800 persone in camice bianco allestiranno in totale trasparenza 150 ammiraglie al giorno, accoglieranno i loro proprietari con tutti gli onori e con una serie di intrattenimenti degni di una Disneyland per adulti superabbienti.

Hospitality, Spazio Eventi, Sfera Audiovisiva, Simulatore di guida, sono alcune delle strutture collaterali che trovano posto nei 55.000 metri quadri della fabbrica articolata su tre piani, due dei quali dedicati all'assemblaggio delle vetture. La cosa più sorprendente è che l'impianto non ha nulla della fabbrica: non ha depositi, né autoporto, né altre di quelle strutture che sono indispensabili al funzionamento e all'approvvigionamento delle linee di produzione. In realtà queste ci sono, ma tenute pudicamente nascoste o distanti: c'è una pista di collaudo sotterranea e il centro logistico si trova a Friedrichstadt ai margini della città; da qui i componenti meccanici arrivano alla fabbrica in tram. Non normali vetture, ovviamente, ma specialissimi mezzi che sfruttando la normale linea urbana fanno silenziosamente ed ecologicamente la spola fra i magazzini e la fabbrica; supernavette da un milione e 800 mila euro l'una diventate un'originale attrattiva della nuova Dresda.

In quel mix di follia e di marketing che è all'origine del progetto Phaeton e della sua straordinaria fabbrica ci sono però anche risvolti pratici che mettono l'iniziativa al riparo da eventuali rischi; infatti, grazie alle particolari condizioni offerte dai laender orientali, i costi di gestione sono molto più bassi che in altri stabilimenti tedeschi e inoltre è previsto che, se il successo della ammiraglia non fosse sufficiente a coprire la piena capacità produttiva, dietro le finestre della fabbrica di vetro potrebbero prendere forma anche le versioni più esclusive della Touareg che, non a caso, ha molte parti meccaniche in comune.

La “Fabbrica di Vetro” viene alimentata utilizzando un nuovo sistema di trasporti “just in time” che sfrutta il circuito tranviario cittadino. Dal centro logistico di Friedrichstadt, alle porte della città, partono infatti dei tram appositamente costruiti e che, utilizzando il normale circuito tranviario cittadino, trasportano i vari componenti e le parti precedentemente approntate per l’assemblaggio finale. In questo modo la città non viene gravata da incrementi di traffico e di emissioni nocive.

Squadre di operai in tuta bianca, che si muovono su un pavimento semovente a scaglie in lindo parquet, compongono le parti e completano il tutto fino ai test finali dinamici e di qualità.

La fabbrica così direttamente inserita nel contesto del centro cittadino si è fatta naturalmente carico del massimo rispetto ambientale. Sono stati piantati 350 alberi, installate speciali lampade a vapori di sodio la cui luce non disturba gli insetti del vicino orto botanico e la profondità di scavo è stata calcolata in modo da non interferire sui regimi delle falde acquifere sotterranee. Il completo rivestimento in vetro ha infine anche la funzione di isolare acusticamente l’impianto così da non recare molestia alle abitazioni situate nelle immediate vicinanze

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Guest T a u r u s

Prima cosa non e' una vera fabbrica e' uno stabilimento di assemblaggio e le grandi parti arrivano gia' preassemblate(esempio gruppo anteriore...)..da altri stabilimenti e in Dresda avviene l'assemblaggio finale un po una messa in scena piu' per motivi pubblicitari...

Preferisco il nuovo stabilimento-giardino della Ferrari per la produzione dei motori Ferrari-Maserati presentato un anno e mezzo fa...dove davvero si produce il motore non si fa solo l'assemblaggio finale di parti preassemblate......

Comunque il fatto della decisione di produrre anche Touareg li ha a che fare con lo scarso successo della Phaeton che invece delle 25.000 annue prevsite nella presentazione vendera' circa 6.000 esemplari nel 2003....

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Guest DESMO16
...

Preferisco il nuovo stabilimento-giardino della Ferrari per la produzione dei motori Ferrari-Maserati presentato un anno e mezzo fa...dove davvero si produce il motore non si fa solo l'assemblaggio finale di parti preassemblate.......

..temperatura costante estate-inverno. palestra per i dipendenti ed altro, il tutto facente parte di un progetto denominato "Formula Uomo" qui di seguito ho stralciato un art.

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Lo stabilimento, concepito dell'architetto Marco Visconti di Fiat Engineering, si sviluppa su una superficie di 15.000 metri quadrati ed i suoi elementi sono distribuiti su 15 isole. Al suo interno vengono lavorati e prodotti tutti componenti fondamentali dei motori Ferrari e Maserati.

Le caratteristiche della costruzione consentono di lavorare per il miglioramento del prodotto, prestando attenzione all'ecologia del processo ed alla qualità della vita dei dipendenti. L'impianto si occupa inoltre dello studio degli effetti biologici ed inquinanti legati agli edifici e agli arredamenti, per questa ragione permette di sfruttare al meglio l'energia, naturale ed artificiale, le quali sono impiegate per l'illuminazione, il riscaldamento. Sono adottati materiali che non inquinano e tecnologie sostenibili. Alla squadra hanno partecipato anche : Benedetto Camerana, Roger Preston e ECD di Londra per gli aspetti di ecocompatibilità e bioclimatica, l'Università del Michigan per lo studio dell'illuminazione naturale.

Nell'ambito del progetto sono state adottate una serie di misure atte a migliorare la qualità e l'efficienza della struttura. Si è operato in modo da realizzare un'ottima illuminazione naturale. Si è aumentato al massimo il comfort termico evitando però il carico solare all'interno. I rumori sono stati ridotti al minimo per creare il massimo comfort acustico. Si è anche badato alla qualità dell'aspetto degli interni, riducendo la gamma dei colori e creando diverse aperture verso l'esterno, dove si trovano due piccoli giardini. Sono stati evitati materiali che avrebbero potuto produrre inquinamento indoor e per quanto riguarda l'aerazione sono stati impiegati metodi naturali ove possibile.

L'estetica dell'edificio è stata concepita per conferire all'officina un'aspetto tecnologico e moderno. Le facciate sono trasparenti e le pareti sono state realizzate in seguito all'analisi di esposizioni e irraggiamenti solari.

L'impianto consente uno sfruttamento ottimale di ogni fonte d'energia e quindi è in grado di sviluppare prestazioni energetiche superiori rispetto a quelle di uno stabilimento tradizionale di standar medio-alto.

Le cifre relative al consumo energetico sono sintomatiche della funzionalità eccezionale che è stata raggiunta attraverso l'impiego delle moderne tecnologie per la costruzione della nuova officina meccanica. Utilizzando solo serre attive si risparmiano 9.000 metri cubi di gas metano in inverno ed in estate 70.000 KWh non sono impiegati per il raffreddamento. Si risparmiano inoltre 40.000 KWh all'anno di energia elettrica per l'illuminazione diurna grazie alla trasparenza dell'edificio.

La nuova officina meccanica della Ferrari è un'opera che testimonia la continua ricerca da parte della casa di Maranello dell'impiego delle ultime e più avanzate tecnologie per la realizzazione di prodotti di qualità e competitività sempre superiori.

http://f1.racing-live.com/it/index.html?http://f1.racing-live.com/it/headlines/magazine/detail/20021210134118.shtml

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Michael Jackson ha costruito Neverland e il suo livello artistico è notevolmente migliorato.

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Se piccoli tocchi di buon gusto , come un sobrio parco divertimenti in giardino e rubinetti d'oro in bagno, hanno dato nomea di raffinato ed elegante esteta al Michael.

Moira Orfei vuole liberarsi dell'immagine di mummia cotonata?

Facile,basta far pubblicare da Novella 2000 le foto della roulotte della divina, con accessori in oro massiccio, busti di Buddha in oro massiccio, tazzine, bicchieri, teiere in oro massiccio, sottovasi in oro massiccio.

Il bidet a 24 carati con diamanti incastonati del Sultano del Brunei ha dimostrato che egli è un sovrano illuminato e non un beduino che cerca prestigio sociale bruciando kili di banconote in pacchiani tentativi di impressionarci.

Non vedo perchè una fabbrica-cacciavite con pavimento in parque e con nastri trasportatori rivestiti di legno pregiato come quella di Dresda non dovrebbe bastare a rendere la Phaeton più elegante di qualsiasi Ferrari o Mercedes, che sono costruite in fabbriche studiate ergonomicamente, ma senza radica!

Se proprio volessero strafare in Vw ,potrebbero far assemblare la Lupo da operai reclutati al Rotary,allora sì che diventerebbe una super car!

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Guest DESMO16

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Scorci della facciata sud, protetta da imponenti frangisole in alluminio, e del prolungamento della serra esposta ad est.

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Guest T a u r u s

Ferrari Formula Uomo

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Maranello, 28 giugno – In occasione di Formula Uomo, l’evento che ha presentato alla stampa di tutto il mondo il layout della Ferrari, il Presidente del Gruppo Ferrari Maserati, Luca di Montezemolo, è intervenuto per parlare degli obiettivi che l’Azienda si pone con questo progetto e per svelare in anteprima la nuova nata della Casa del Cavallino, la “Enzo Ferrari”, che sarà presentata ufficialmente a settembre al Salone di Parigi.

“Per costruire prodotti eccezionali, c’è bisogno di uomini eccezionali che siano messi in grado di operare in un ambiente di lavoro eccellente” – ha esordito il Presidente Montezemolo – “Questo accade in Ferrari, dove tutti lavorano come parte dello stesso team e dove cultura e tradizione si fondono con il futuro e l’innovazione; questo è ciò che rende la Ferrari

una delle più prestigiose aziende al mondo”.

“Quando nel 1997 abbiamo messo mano al progetto di un vero e proprio Villaggio Ferrari a Maranello, ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un ambiente di lavoro che potesse mettere i nostri dipendenti nelle migliori condizioni per lavorare. La migliore strada percorribile era mettere al centro dell’intero progetto l’uomo (da qui il nome di Formula Uomo). Il miglior simbolo è la strada alberata, via Enzo Ferrari, intorno alla quale ruota tutta l’evoluzione dello stabilimento” – ha proseguito Montezemolo – “Abbiamo deciso di realizzare ambienti di grandissimo livello ecologico, con una perfetta organizzazione, in grado di regalare stimoli e motivazioni continue a chi vi lavora, per diventare la fabbrica più innovativa in questi termini”.

“Siamo molto felici di ciò che abbiamo fatto perché è il risultato di unità, passione e determinazione, improntata sull’innovazione a 360° e sulla massima attenzione verso l’ambiente di lavoro, il prodotto, il marketing e le tendenze”. Basta lanciare uno sguardo alle cifre: nel 2001 gli investimenti in Ricerca&Sviluppo ammontano a 225 milioni di Euro, pari al 21% del fatturato, con un incremento del 76% rispetto all’anno precedente, e tutto tramite autofinanziamento.

“Voglio ringraziare gli architetti Visconti, Sturchio e Fuksas, per essere riusciti a interpretare alla perfezione le nostre idee” – ha detto il Presidente – “La Ferrari comunica attraverso i propri prodotti, le automobili, e non con strabilianti realizzazioni architettoniche. Il progetto non doveva perciò tradire questo principio fondamentale ed è per questo che ringrazio gli architetti per aver rispettato perfettamente questo principio. Entro il 2005, sia la Ferrari sia la Macerati saranno completamente nuove”.

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IL GRUPPO FERRARI-MASERATI ALL’AVANGUARDIA

DALLA FORMULA UNO

ALLA "FORMULA UOMO"

«Se i dipendenti stanno bene il prodotto migliora», dicono i dirigenti.

E allora via, dalla palestra alla dieta.

Dalla spesa su Internet alla banca on-line, dall’agenzia di viaggi al servizio per la ricerca della casa, dalla palestra aziendale fino al Learning point, un centro multimediale con accesso libero e gratuito ai dipendenti per seguire corsi di aggiornamento.

A Maranello l’azienda non è solo un posto di lavoro, è un vero e proprio microcosmo, un sistema vivente, come lo definisce Marco Agazzani, responsabile della comunicazione interna del Gruppo Ferrari-Maserati.

«Cerchiamo di rispondere a tutte le esigenze dei nostri dipendenti», spiega Agazzani, «non solo a livello professionale, ma anche personale. Vogliamo fornire loro un supporto al tempo libero, senza invadere la loro sfera personale».

Secondo un sondaggio del centro di ricerca Great place to work institute Italia, realizzato fra un campione di dipendenti scelti fra varie imprese, il Gruppo Maserati risulta al primo posto nella classifica 2002 degli ambienti di lavoro migliori in Italia. E il Gruppo Ferrari-Maserati è stato selezionato fra i migliori ambienti in Europa. «Chiediamo alle persone una capacità particolare nel risolvere i problemi e realizzare soluzioni», commenta Agazzani. «E per fare un prodotto eccezionale servono un ambiente di lavoro eccellente e persone con capacità eccezionali».

Mettere i dipendenti nella migliore condizione di lavoro possibile, per il Gruppo di Maranello significa in primo luogo un ambiente sano, confortevole e sicuro. «La sicurezza, nel settore produttivo, viene costantemente monitorata con dispositivi di protezione individuali, sui cui si eseguono costanti controlli», spiega Agazzani, che aggiunge: «All’interno degli ambienti di lavoro abbiamo realizzato spazi a misura d’uomo (il progetto "Formula uomo") caratterizzati da luce diffusa, climatizzazione costante – tra 21 e 25 gradi –, ampi spazi verdi, soprattutto nella struttura della Ferrari Nuova Meccanica, dove ci sono giardini interni, sale insonorizzate per fare formazione, aree di relax dove riposarsi nei cambi di turno, magari bevendo un caffè, leggendo una rivista, guardando le postazioni informatiche. I risultati di questo sforzo sono molto incoraggianti».

L’attenzione alla persona si realizza anche attraverso la "Formula benessere". «Tutti i dipendenti», spiega Agazzani, «hanno la possibilità di accedere a un check-up medico-sportivo, con medici del Coni, una volta l’anno, seguìto da un programma di allenamento e di dieta alimentare personalizzato».

Una strategia aziendale così vasta e innovativa richiede certamente un impegno economico da parte dell’azienda. Ma i vertici non hanno dubbi che ne valga la pena. «Abbiamo dei dipendenti molto soddisfatti», conclude Agazzani, «e siamo convinti che la loro soddisfazione si rifletta anche sulla qualità del nostro prodotto».

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Tutti sciovinisti questi italiani!

E dire che basterebbe professarsi tifosi McLaren per vivere della luce riflessa della qualità germanica.

Facessero tutti come te,vivremmo in un mondo migliore.

Scusaci se non ci inchiniamo davanti a chi si qualifica come "sommo sacerdote dell'automobilismo germanico". Una firma che nasconde qualcosa,dietro una forzata ironia: la volontà di apparire "diverso" e "migliore" lecc.. ops, lodando i vincitori.

Il bello è che non sei capace di sostenere le tue tesi nemmeno se hai ragione! E' vero che l'industria automobilistica tedesca è oggi superiore e di maggior successo rispetto a quella italiana (ma il giappone..), ci vuole poco a vederlo. Ma questa industria nemmeno sa che esisti, quindi è inutile che ti inventi dati falsati (vedi difesa Tdi Polo) per il gusto di essere "sommo" e "anticonformista".

E non ci vedo nulla di sommo nel rimanere incantati davanti ad una pacchianeria come la fabbrica con il parque e i nastri trasportatori in legno . Potrei vederci al massimo un po' di provincialismo.

Scusa se deludo il tuo desiderio di acquisire gloria dalle "buone" idee tedesche,ma è il mio punto di vista.

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