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Fiat-Chrysler: firmato accordo per una alleanza


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Significa che l'accordo con BMW è andato a carfagne?

Non ho letto niente del genere in giro, però è pur vero che BMW e PSA stanno stringendo.. gli accordi sarebbero mutuamente esclusivi dato che Fiat e PSA producono le stesse categorie di macchine?

Ultimo giro di dichiarazioni delle case:

NO BMW+PSA, per ora.

Work in progress BMW&Fiat.

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Non si tratta di autarchia, ma si tratta di dire "io ti dò i soldi (sotto forma di sgravi fiscali), ma devi mettere in moto l'economia del MIO paese, non quella di un'altro.....", mosse tra l'altro perfettamente legali anche nell'UE, la Spagna ci è andata avanti per anni con politiche simili.

Fatto anche dalla Gran Bretagna in più situazioni...5 anni di sgravi fiscali, però non ricordo per quale costruttore (forse per Mini?)

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Il mio sito "Gruppo Hainz": http://www.gruppohainz.it - I miei articoli su Automotivespace http://www.automotivespace.it/author/enzo/ - E quando ci sarà il nuovo sito di Autopareri anche su http://www.autopareri.com - I video del salone di Ginevra 2012 http://www.youtube.com/playlist?list=PL7CA738888644DB9

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NEW ORLEANS — «Fiat 500 e Bravo le potrei vendere bene, aumenterei del 20% le consegne annue. Sì, le vorrei subito». Chuck Eddy, concessionario Chrysler, Dodge e Jeep dell'Ohio, non ha dubbi, anche se parla di auto che non conosce. Così, s'informa delle misure e dei prezzi: «Se restiamo fra i 18 e i 20 mila dollari — prosegue — queste si vendono eccome, da noi». Eddy è stato concessionario Alfa e Maserati e oggi è un dirigente dell'associazione dei dealers Chrysler: «Per noi l'accordo con la Fiat è perfetto: loro non hanno una rete di vendita negli Stati Uniti, quindi non rischiamo di farci concorrenza, mentre noi non abbiamo piccole macchine, quindi le Fiat sarebbero proposte originali nei nostri show room».

Chuck Eddy e molti altri venditori Chrysler sono riuniti a New Orleans, insieme con alcune migliaia di colleghi di altre marche, per l'annuale Convention della Nada, l'associazione dei concessionari Usa. Un'occasione ideale per tastare il polso di chi, domani, potrebbe seriamente vendere le Fiat in America. Wes Lutz, dealer Chrysler e Dodge del Michigan, vede le auto piccole come una necessità: «Gli americani continuano ad amare le grandi dimensioni, i Suv, ma è il governo di Washington che chiede di comprare auto piccole: noi dobbiamo adattarci. Sono convinto che prima o poi, qui da noi, la metà del mercato sarà composto da small cars. Insomma, l'accordo con gli italiani è prezioso». Mister Lutz è convinto che 500, Panda, Bravo e Grande Punto possano avere molto successo in Florida e in California, «dove il clima è più mite e dove, specie in California, l'attenzione all'ecologia è molto forte». Già, perché l'introduzione di small cars, più leggere e dai consumi contenuti, è la chiave per mettersi in regola con i severi standard in fatto di emissioni inquinanti. Una gamma che parte dalla piccola e parsimoniosa 500 («Abbiamo bisogno di auto da 40-50 miglia a gallone», scende nel dettaglio Lutz) è indispensabile per rispettare i limiti imposti dal governo.

Chiediamo a Marshall Hebert, che vende Chrysler in Louisiana, se il marchio potrebbe avere importanza: in altri termini, meglio una Fiat 500 o una Chrysler 500? «Va bene anche il badge Fiat, purché arrivi presto! Anzi, tutto sommato, sarebbe pure meglio, perché un nuovo brand incuriosisce, richiama». A favore delle piccole con il marchio Fiat si schiera anche «JJ» Vigorito, quarta generazione di italiani in America, concessionaria nello stato di New York: «Penso che il brand Fiat stia bene sulle auto piccole: trasmette qualità. Ma è anche vero che per dare notorietà ai nuovi modelli occorreranno almeno sei mesi. E ci vorrà una grande campagna pubblicitaria». «Io ne so qualcosa — aggiunge il padre di «JJ», John Vigorito, che ha ceduto l'attività al figlio —, perché ai miei tempi ho faticato molto a vendere le Yugo, anche se devo ammettere che fra quelle auto, davvero sconosciute, e le Fiat di oggi c'è una bella differenza».

Non è dello stesso avviso Wes Lutz, il quale ritiene che sarebbe meglio averle sì subito, ma con il marchio della Casa americana: «Per i miei clienti, la notorietà del nome è importante e qui i prodotti italiani sono assolutamente sconosciuti». Sulle attese della clientela, anche Marshall Hebert ha le sue idee: «Vedo in futuro il parco auto delle famiglie americane composto da un Suv e da una piccola auto. Con la benzina a quattro dollari il gallone la vita degli americani è cambiata e ora, anche se il pieno costa la metà, in molti si sono convinti che con una small car si possono risparmiare tanti dollari». I 3.285 dealers Chrysler sanno che dovranno aspettare un paio di mesi per sapere se l'accordo con Fiat andrà in porto. Intanto devono far fronte alle richieste del copresidente della loro Casa, Jim Press, che proprio qui a New Orleans, nel corso di un'animata riunione, ha chiesto ai suoi uomini della rete «almeno» 78 mila ordini per poter rimettere in moto la produzione. Ma i venditori fanno fatica a reagire alla crisi come vorrebbe il copresidente, visto che nell'insieme il loro stock, cioè le auto già parcheggiate nei piazzali delle concessionarie, è di quasi 400 mila unità.

Tommaso Tommasi

02 febbraio 2009

Corriere della Sera

Indicatore dei tempi che cambiano.

Cmq 50 miglia/gallone sono 21.2 km/l, se non sbaglio li misurano a 60miles/h che sono 96 km/h a velocità costante, limite raggiunto facilmente dalle auto a gasolio di mezza europa.

Però di auto a benzina che consumano così poco sono molto poche..

Almeno fino all'arrivo del bicilindrico Fiat

Facciamo un favore a questo mondo... Meno SUV, più 4C e Lotus...

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Fatto anche dalla Gran Bretagna in più situazioni...5 anni di sgravi fiscali, però non ricordo per quale costruttore (forse per Mini?)

O Nissan? :confused:

Cmq, è una strada percorribilissima per attenuare il fenomeno della delocalizzazione e darci ossigeno, ridurre il costo del lavoro (occhio, non gli stipendi, ma le tasse che ci gravano sopra...), perchè così sposti di parecchio gli equilibri di convenienza.......

Peccato che chi di dovere non riesce a fare una semplice analisi differenziale dei benefici/costi......è vero che defiscalizzando incassi meno di quanto incasseresti non facendolo, ma un lavoratore in CIG o disoccupato non versa niente....ergo......:roll:

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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L' accordo con Chrysler non ci porterebbe alcun beneficio in quanto Mito sarebbe prodotta negli Usa e altro da produrre per mandare li non abbiamo . Anche perche' dubito che sarebbe economicamente fattibile.

C'erano anche voci di produrre la prossima Mini se l' accordo con Bmw fosse andato avanti

tutto quello che vendi in Usa devi produrlo li, altrimenti i prezzi diventano fuori mercato.

Su 500 c'è chi riportava anche la possibilità di un'iniziale esportazione da tichy per accellerare i tempi, ma la produzione in loco è comunque inevitabile.

Chrysler non ha rinnovato il contratto per la produzione a Graz dei suoi modelli per l'Europa:

Chrysler Voyager

Grand Voyager

300C

Jeep Commander (soppressa)

Grand Cherokee

Quini mi\vi\ti chiedo:e' proprio impossibile che vengano dirottati negli impianti nostrani a far numero?

la produzione non è enorme però è superiore a Thesis, 166, multipla e forse anche idea

da qualche parte andranno anche assemblate

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Per quei modelli che hanno qualche possibilitò di avere un buon successo in Europa forse si, ma è ancora prematuro pensarci poiché, per essere prodotti negli stessi stabilimenti della FIAT è necessario che siano realizzati anche sulle stesse piattaforme.

Modificato da EC2277
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Fiat: Marchionne, alleanza con Chrysler e' biglietto lotteria (Wsj)

ROMA (MF-DJ)--Fiat sta ancora studiando l'alleanza con Chrysler, ma punta a chiudere l'accordo presto, entro il 17 febbraio. Entro quella data, infatti, l'azienda di Detroit dovrebbe presentare un piano per richiedere ulteriori aiuti al Governo federale, e in questo ambito l'accordo con Fiat sarebbe un elemento chiave. E' quanto afferma l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, intervistato dal Wall Street Journal.

Fiat, spiega Marchionne, fornira' utilitarie e motori ad alta efficienza, di cui il colosso statunitense ha bisogno e il cui sviluppo costerebbe almeno 3 mld di dollari. In cambio dovrebbe acquisire il 35% delle azioni della compagnia. Tuttavia per Fiat, prosegue l'a.d., l'alleanza con gli americani e' "un biglietto della lotteria" che potrebbe non valere nulla se Chrysler non uscira' dalla crisi. L'obiettivo e' "avere il 35% di un'azienda che vale qualcosa, io non voglio trovarmi per i prossimi cinque anni a possedere il 35% di niente. L'obiettivo e' portare valore per gli azionisti di Fiat".

L'alleanza con Fiat ha sollevato dubbi sul fatto che il sostegno del governo federale possa implicare il sostegno a un produttore straniero, ma Marchionne afferma che Fiat non togliera' un dollaro a Chrysler fino a quando non avra' rimborsato il prestito al Governo.

In base all'accordo, ha spiegato inoltre Marchionne, Fiat potrebbe vendere i veicoli propri, e quelli dei marchi che il Lingotto controlla, a partire da un anno dalla chiusura dell'accordo. Per permettere a Chrysler di uscire dalla crisi, Fiat investira' 3-4 mld in tecnologia nei prossimi anni: "daremo un supporto dove possiamo a livello operativo"

image.php?type=sigpic&userid=3529&dateline=1225268901
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Peccato che chi di dovere non riesce a fare una semplice analisi differenziale dei benefici/costi......è vero che defiscalizzando incassi meno di quanto incasseresti non facendolo, ma un lavoratore in CIG o disoccupato non versa niente....ergo......:roll:

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