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Emergenza violenza nelle nostre città?


Motron

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be' ow luca nessuno dice che fra gli stranieri non ci siano i delinquenti infatti

«I detenuti romeni sono pochissimi, ma anche i denunciati sono pochi, rispetto a quanti siamo qui. Per questo non si può fare di ogni erba un fascio», afferma Dmitru Jlnca, 38 anni. Jlnca vive a Padova ed è un personaggio molto conosciuto nel Nord Est, oltre ad essere esponente del Pdl romeno, il partito liberale di centrodestra. Alle prossime elezioni europee sarà candidato nel Ppe. «Per il 99 per cento di noi - dice - l'Italia è una seconda patria». Ma allora come si spiega che molti assassini e stupri sono opera di romeni? «Purtroppo il passaparola c'è anche tra i criminali: hanno visto che in Italia se commetti un reato esci dal carcere dopo tre giorni e quindi hanno pensato che è conveniente venire qui... Il problema dell'Italia è la certezza della pena. Chi sbaglia deve pagare, punto e basta, e i processi devono essere più veloci. Anzi, per me i detenuti, compresi quelli romeni, dovrebbero lavorare in carcere per mantenersi e pagarsi le spese: non è giusto che anche con le mie tasse si mantengano dei criminali». Venerdì prossimo alla Stanga di Padova, il quartiere di via Anelli, si svolgerà una fiaccolata di solidarietà con le donne vittime di violenza carnale, e Dmitru Jlnca ci sarà: «Ma niente ronde, è lo Stato, e non i cittadini, che deve pensare alla sicurezza»
ovviamente ripreso dai tuoi articoli riportati

e direi che questa e' la prova che non si puo' colpevolizzare un popolo ed'etichettarlo

Eppure, secondo Alessandro Silj, del Consiglio italiano per le Scienze sociali Etnobarometro, «poiché la Romania entrerà nell'area Schengen solo nel 2011 e i controlli di frontiera dovrebbero essere tuttora in vigore, non dovrebbe essere impossibile per le autorità filtrare i cittadini che emigrano». «Non a caso - sostiene - alcune associazioni di immigrati romeni intendono rivolgere un appello al governo di Bucarest affinché prenda iniziative in merito, inclusa addirittura la non concessione del passaporto ai concittadini che in patria sono stati già implicati in atti di violenza». Il motivo per Silj è evidente: «Altrimenti il discredito si riversa indistintamente su tutta la popolazione romena presente in Italia».
magari fino a poco tempo la cosiddetta micro-criminalità non ci spaventava molto..

oggi è diverso..furti...violenze varie..stupri..sono anche molto feroci e ormai le cronache sono giornaliere..

e non solo nelle grandi città incasinate..ma anche nei centri urbani più piccoli...quelli in cui una volta si chiudeva la porta e si lasciava la chiave nella toppa...

in questi reati gli immigrati la fanno da padrone...è inutile nascondersi..non c'è stato nessun tipo di filtro in entrata...non ci sono i mezzi x rimpatriare chi gli viene dato il foglio di via...

Vero ma questo con 5 cambi di governo (dx e sx ) che si sono succeduti
io sono a favore delle ronde...è giusto che i cittadini si tutelino se lo stato non è capace di farlo...
Anche lo stesso stato che non'e capace di farlo lo e' ma prova a chiederti il perche' .....
poi aggiungo un discorso...le pene ballerine che vengono inflitte x questi reati derivano da un modo di pensare tipico post-68...abbiamo pressochè depenalizzato il singolo individuo considerando certi comportamenti colpa della società alienatrice...

ecco com'è nato il concetto di micro-criminalità..mentre la grande criminalità era solo mafie varie e terrorismo vario....

non 'e esatto la mafia cosi' come la camorra si avvale proprio dei ragazzetti e li indottrina alla malavitaggine , questo deriva dall'ignoranza e da quella sorta omerta' che permette alla mafia e alla camorra di prosperare senza che lo stato (dx e sx ) faccia nulla in tal senso .....
la regola poi sarebbe gli italiani in galera e gli stranieri a scontare la pena nel loro paese...ecco sarebbe la regola....
Nel loro paese per crimini commessi in altri paesi non scontano nessuna pena e c'e li ritroveremmo qui dopo un una settimana dal rimpatrio ..... io ti direi che sarei favorevole ai lavori forzati cosi' te lo paghi tu il rimpatrio (dopo aver scontato la pena ) ma non per razzismo semplicemente perche' l'italiano sconti il suo debito con la giustizia (prigione ) e con la collettivita' (lavoro ) e poi allora mi parlino di reinserimento nella societa' e lo straniero sappia che se torna e delinque paghera' per questo ...

le ronde possono avere un'utilita' solo se non pensano di farsi giustizia da se altrimenti servono solo a fomentare odio e violenza e dubito che qualcuno ne trarrebbe dei vantaggi

ma la domanda che mi sorge e' :

chi controllera? (se la polizia non'e in grado manco di controllare la criminilita' ) chi controllera' che chi fa' le ronde non vada a menare qualche rumeno -albanese marocchino dicendo poi ma l'ho visto che stava seguendo una ragazzina o stava intorno a una macchina ?

come gia' detto io sto alla finestra e attendo gli eventi ....

Modificato da gamera one

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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magari fino a poco tempo la cosiddetta micro-criminalità non ci spaventava molto..

oggi è diverso..furti...violenze varie..stupri..sono anche molto feroci e ormai le cronache sono giornaliere..

e non solo nelle grandi città incasinate..ma anche nei centri urbani più piccoli...quelli in cui una volta si chiudeva la porta e si lasciava la chiave nella toppa...

in questi reati gli immigrati la fanno da padrone...è inutile nascondersi..non c'è stato nessun tipo di filtro in entrata...non ci sono i mezzi x rimpatriare chi gli viene dato il foglio di via...

io sono a favore delle ronde...è giusto che i cittadini si tutelino se lo stato non è capace di farlo...

poi aggiungo un discorso...le pene ballerine che vengono inflitte x questi reati derivano da un modo di pensare tipico post-68...abbiamo pressochè depenalizzato il singolo individuo considerando certi comportamenti colpa della società alienatrice...

ecco com'è nato il concetto di micro-criminalità..mentre la grande criminalità era solo mafie varie e terrorismo vario....

la regola poi sarebbe gli italiani in galera e gli stranieri a scontare la pena nel loro paese...ecco sarebbe la regola....

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allora siccome abbiamo gia' i mafiosi tolleriamo (in 41 bis) anche gli altri delinquenti ?

i ragazzetti mafiosi sono gli unici che sono certi della pena se sgarrano, mentre qui parliamo di reati tanto diffusi quanto insensati:

Lite a colpi di machete nella Chinatown di Milano: 1 morto e 5 feriti - Milano

È accaduto nel corso della notte in una discoteca durante una festa. Due ricoverati in gravi condizioni

e quindi o lo stato mette veramente un militare ad ogni portone oppure ci responsabilizziamo un po ' tutti senza arrivare alla guarda giurata di condominio di A,G&G

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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ho letto ora su repubblica che il 60% degli stupri è commesso da italiani..

se consideriamo che gli immigrati sono il 5-6 % della popolazione..beh il loro tasso di violenza sessuale è altissimo...nove volte quello degli italiani..c'è di che riflettere...

x il resto niente da dire..alla base c'è la mancanza di filtro e di leggi specifiche e pene certe..tutto parte da lì...

questo senza voler criminalizzare popoli o etnie...ma rimane il fatto che la percentuale di delinquenza degli immigrati è molto alta..non solo x gli stupri...in certe zone d'italia gli immigrati sono il 70% delle persone denunciate x reati vari..

cifre che fanno spavento...

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Quoto Sadowa.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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è lungo (come sempre) ma vale la pena. riprende un articolo di Ricolfi, su LaStampa:

[...]

Grazie Indulto

Scrive Ricolfi che il tasso di criminalità degli stranieri è ovviamente molto più alto di quello degli italiani, anche perché gli stranieri che vengono in Italia non sono un campione rappresentativo delle loro nazioni.

I rumeni che ci sono in Italia non sono una rappresentanza dei rumeni che ci sono in Romania. I marocchini che ci sono in Italia non sono una rappresentanza dei marocchini che ci sono in Marocco.

Esattamente come gli italiani che andavano in America non erano rappresentativi degli italiani che c'erano in Italia: chi scappa dal suo Paese per andare in un altro, se non è costretto da ragioni politiche o religiose o di guerra, di solito appartiene alle fasce più marginali della società, quelle che non riescono a ottenere e a fare fortuna nel proprio Paese la vanno a cercare, disperati, in un altro.

Non confondiamo i rumeni che ci sono in Italia da quelli che ci sono in Romania come non dobbiamo confondere gli italiani che andavano in America e che molto spesso cadevano vittime della criminalità organizzata della mafia italo-americana proprio perché erano dei disperati disposti a tutto.

Quindi, non c'è nulla da meravigliarsi se il tasso di criminalità degli stranieri che sono immigrati in Italia è superiore di quello degli italiani che risiedono in Italia.

Gli stranieri che risiedono in Italia si dividono in due categorie, ma dovremmo abituarci a dividerli in tre categorie: oggi noi siamo abituati a parlare di quelli regolari, che lavorano, e di quelli clandestini, che vengono qua per delinquere.

In realtà i clandestini a loro volta si dividono in due sottocategorie: quelli che sono venuti qua per restare clandestini perché vogliono delinquere – ci sono e sono tanti – e quelli che sono venuti qua per lavorare ma devono rimanere clandestini a causa della legge Bossi-Fini che rende per loro praticamente impossibile la regolarizzazione e per quei pochi che la ottengono la rende lentissima.

Basti pensare che chi trova un lavoro in Italia quando ci è entrato da clandestino, con un visto turistico o con degli altri escamotage, per essere assunto e messo in regola e diventare un immigrato regolare deve di nuovo uscire dal Paese e aspettare di rientrare nelle quote giuste, rientrare in Italia e nel frattempo il suo lavoro l'ha già preso un altro.

Nessuno lo fa, quindi abbiamo centinaia di migliaia di irregolari che lavorano e che per questa ragione non vogliono uscire, perché sanno che poi impiegherebbero molto tempo a rientrare.

Non lo fanno e quindi non ottengono la regolarizzazione.

Ne abbiamo anche molti che avrebbero diritto ai documenti, prevede la legge entro poche settimane, credo due mesi al massimo, e che invece non li ottengono perché i tempi medi sono un anno e mezzo o due anni.

In attesa di quell'anno e mezzo o due anni tu che avresti diritto alla regolarizzazione subito continui a rimanere formalmente irregolare fino a che ti danno finalmente il permesso di soggiorno.

Dovremmo imparare a dividere i clandestini fra clandestini per necessità o incapacità dello Stato per follia della Bossi-Fini e clandestini per scelta, e questi sono quelli che dovremmo colpire.

Fra quelli regolari, comunque, il tasso di criminalità è molto più basso rispetto a quelli clandestini perché quando uno è emerso con nome e cognome, documenti, integrazione non ha più motivi, o ne ha meno, per delinquere e nello stesso tempo ha più paura a delinquere perché è più facile prenderlo, visto che è regolare e risulta alle autorità.

In ogni caso, è chiaro che pur essendo pochi i regolari che delinquono questi sono comunque il quadruplo rispetto agli italiani che delinquono; è assolutamente comprensibile per le ragioni che dicevo prima.

Invece, gli irregolari hanno una “propensione” a delinquere ventotto volte superiore rispetto a quella degli italiani: come vede tra un regolare che ha tre, quattro volte più degli italiani la propensione a delinquere e l'irregolare che ce l'ha ventotto volte, conviene fare più regolari possibili per diminuire la percentuale di quelli che delinquono.

La violenza telegenica

Scrive Ricolfi, vengono attribuite agli extracomunitari tutte le nefandezze e le nequizie, a cominciare dagli stupri, soltanto perché i giornali sono morbosamente attratti dal delitto – lui lo chiama - “la violenza interetnica”. Sono molto poco attratti dalle violenze intraetniche, quelle che avvengono all'interno della stessa etnia e a volte all'interno della stessa famiglia.

Voi sapete che secondo l'Istat circa i tre quarti delle violenze sessuali avvengono in famiglia a opera di padri, zii, suoceri, fidanzati, partner più o meno ufficiali e spesso non risulta nemmeno negli atti giudiziari perché la propensione a denunciare da parte delle vittime è bassissima.

Soprattutto se la violenza è avvenuta in famiglia, è più difficile denunciare un parente o un amico che non denunciare uno straniero.

Poi, naturalmente, ci sono dei calcoli su quali sono i tipi di reati più frequenti in questa o quella comunità straniera: ci sono quelli che lavorano di più di coltello, quelli che lavorano di kalashnikov, quelli che in base alle organizzazioni criminali che provengono dai loro Paesi si danno al traffico di droga, di armi, alle rapine.

Ci sono effettivamente queste differenze.

Per esempio, scrive Ricolfi, tra i romeni la propensione allo stupro è 17 volte più alta degli italiani ed è molto superiore a quella degli altri stranieri presenti in Italia.

Pare che i romeni abbiano questo “record” tra le comunità straniere presenti in Italia: non significa assolutamente che siano tutti stupratori, sappiamo che ci sono più stupratori fra i rumeni che non fra stranieri di altra provenienza.

Nelle rapine, per esempio, i rumeni hanno il doppio di propensione rispetto agli altri stranieri, nel furto addirittura il quadruplo. Sono invece ritenuti meno pericolosi per quanto riguarda gli omicidi, le lesioni: altre comunità sono considerate più propense al delitto di sangue.

Del resto ogni comunità ha le sue specialità, noi per esempio la corruzione e le bancarotte: la propensione dello straniero immigrato alla bancarotta è abbastanza bassa e anche quella della corruzione del testimone nel processo penale, reati nel quale, come avete saputo, eccelle il nostro Presidente del Consiglio e i nostri banchieri, a proposito della bancarotta.

E' importante quello che dice Ricolfi perché a un certo punto trae le conseguenze: “la qualità dell'immigrazione – ce lo siamo detto più volte al Passaparola – di fatto la decidiamo noi”.

Posto che gli immigrati continueranno ad immigrare e che non ci saranno grandi possibilità di arginare un fenomeno mondiale, di massa, epocale a meno che non si riesca a frenare il peggioramento della situazione dei continenti del terzo e quarto mondo causata anche dagli effetti della globalizzazione.

E' evidente che un fenomeno di massa non lo possiamo arrestare come singoli Paesi, quindi forse dovremmo cominciare a domandarci come disciplinarlo per migliorare la qualità di coloro che vengono e si fermano qua.

Italia: la Mecca del crimine

Infatti Ricolfi spiega quello che abbiamo detto spesso, l'ho sentito dire anche da Piercamillo Davigo l'altra sera a Ballarò: nessun Paese può adottare, rispetto al crimine, misure molto più severe di quelle dei Paesi vicini oppure molto meno severe. Nel primo caso esporterebbe criminalità e i vicini si incazzano, nel secondo caso importa criminalità e dovrebbe incazzarsi lui con se stesso per non essere un Paese considerato serio e severo nei confronti della criminalità.

E' chiaro che l'Italia – dice Ricolfi – con la lentezza dei processi causata da questa classe politica che ha tutto l'interesse a processi sempre più lenti, a prescrizioni sempre più facili e a impunità per le classi dirigenti, va a riverberarsi sulla qualità degli immigrati: se l'immigrato arriva, noi siamo l'avamposto dell'Europa sul mediterraneo, invece di andarsi a cercare un Paese dove sia più conveniente delinquere resta in Italia, perché non c'è un Paese più conveniente per chi vuole delinquere, in tutto il resto d'Europa. Non c'è un Paese dove per farti un processo impiegano quindici anni, dove c'è un indulto ogni tot, dove ci sono alternative infinite al carcere, indulgenze plenarie, sconti, attenuanti e prescrizioni.

Quindi, dice Ricolfi, siamo diventati la Mecca del crimine, “attiriamo ingenti minoranze criminali provenienti da un po' tutti i Paesi” e così facendo creiamo pure l'illusione prospettica dello straniero delinquente perché se gli stranieri sono tutti come quelli che, in una certa proporzione, vengono in Italia uno dice “ma sono proprio brutti!”.

In realtà non sono brutti, sono i peggiori fra gli stranieri quelli che si fermano, molto spesso, in Italia. Poi ci sono anche quelli che vogliono lavorare ma spesso non li vediamo perché sono costretti alla clandestinità: noi siamo l'unico Paese in Europa che fa ponti d'oro agli stranieri che vogliono delinquere, con i processi lenti e le leggi farraginose che non funzionano e le forze dell'ordine con le volanti senza il pieno e a cui non si riparano i guasti perché non ci sono i soldi, e dall'altro lato facciamo un mazzo così a quelli che vogliono venire a lavorare e che devono espiare un trattamento terrificante.

Tant'è che spesso per andare a lavorare si rivolgono a Paesi più furbi che invece fanno ponti d'oro agli stranieri lavoratori e un mazzo così agli stranieri delinquenti.

Non è che lo straniero è più pericoloso dell'italiano perché è straniero: è la porzione di stranieri che vengono in Italia che è di qualità ancora peggiore rispetto alla porzione di stranieri che emigrano dai loro Paesi verso l'Europa.

Gli stranieri hanno un tasso di pericolosità x, quelli che emigrano hanno un tasso di pericolosità x per 3, per 4, per 5 perché sono i più poveri e derelitti. Gli stranieri che emigrano e rimangono in Italia hanno un tasso di pericolosità di x per 4, per 5, per 6... per il fattore “I”, il fattore Italia, che fa si che da noi si fermino quelli che percentualmente sono i più pericolosi per le ragioni che abbiamo detto prima.

Ma siccome non si possono distinguere ad occhio nudo quelli buoni da quelli cattivi, ecco il razzismo, la xenofobia, la diffidenza che dal nostro punto di vista li accomuna tutti.

Dice Ricolfi che l'unica cosa da fare sarebbe quella di rendere l'Italia un paradiso per gli stranieri di buona volontà e un inferno per i criminali stranieri o italiani che siano.

I criminali e i colleghi al governo

Mettetevi nei panni di uno straniero che è entrato in Italia l'altro giorno, ha scoperto che hanno condannato il principale coimputato del Presidente del Consiglio, ha detto: “ah, perché il presidente del Consiglio è imputato? E di quale reato? Di avere corrotto un testimone perché mentisse sotto giuramento nei suoi processi. Ah però! In un Paese dove c'è un collega al governo, anche io che non ho mai pensato di fare fondi neri all'estero, fondi neri, corruzione di testimoni... pensavo di fare qualche scippo, di spacciare qualche canna, ho trovato il Paese giusto: c'è un collega molto più importante e pericoloso di me che mi governa. Potrà mai quel Paese chiedere a me un comportamento più legale di quello che ha tenuto il suo presidente del Consiglio?”

No, quindi si ferma qua e capisce che ha trovato il posto giusto.

Questa è la ragione per cui questo governo, come gli altri che lo hanno preceduto ma questo è l'apoteosi, non potrà mai darci una politica di sicurezza; allora, come ha detto Davigo, invece delle leggi per la sicurezza si fanno le leggi per la rassicurazione.

Cosa vuol dire? La legge per la sicurezza è quella che rende più sicuri i cittadini davvero e rende più sicuro che i criminali saranno puniti e a qualcuno gli fa pure passare la voglia. Le leggi per la rassicurazione convincono i cittadini che stanno diventando più sicuri ma in realtà non è vero, quindi li prende in giro: quando uno si rilassa e dice “siamo tutti più sicuri”, mentre è rilassato è più permeabile, ha meno difese nei confronti della criminalità.

In realtà le leggi sulla rassicurazione finiscono per diventare dei boomerang, cioè diventare criminogene non appena i criminali scoprono che quelle leggi non funzionano e sono finte.

Faccio due esempi.

Per rendere effettive le espulsioni bisognerebbe stipulare accordi con i Paesi di provenienza degli immigrati e poi dotarsi di strumenti purtroppo costosissimi, quindi spendere molti soldi pubblici per questo, che aiutano al più presto possibile a identificarli.

Il problema drammatico è che finché non si sa uno da dove viene davvero e come si chiama davvero, non ci sarà nessun Paese che se lo prende perché bisogna dimostrare che quel tizio viene da quel Paese, altrimenti non lo vogliono.

Bisognerebbe firmare, lo scriveva l'altro giorno mi pare il Prof. Grevi sul Corriere della Sera, quella convenzione internazionale che prevede in tutta Europa non solo le impronte ma le banche dati del DNA.

Se tutti i cittadini, italiani o stranieri, dessero l'impronta e il loro DNA, da quel momento il nome può cambiare finché si vuole ma il marchio genetico consente di identificare ciascuno, di avere una caratteristica che rimarrà per sempre.

Quando hai sul documento quella caratteristica, quello sei tu: la prima volta ti danno quel codice, la seconda se ti riprendono sei recidivo, si sa chi sei, dove ti si può mandare.

Invece no, noi non ratifichiamo queste convenzioni, non investiamo in queste tecnologie anzi stiamo abbandonando le intercettazioni, stiamo tornando all'età della pietra nelle investigazioni, e nello stesso tempo facciamo leggi sulla rassicurazione.

Ronde padane, pacchetto antistupri. Pensate che idea: hanno fatto un decreto per dire che non bisogna stuprare le ragazze, perché prima non si sapeva, era ambiguo. Sono arrivati loro e hanno messo proprio per legge che non si possono stuprare le donne, così vedrete che adesso non stupreranno più nessuno.

Questa è la rassicurazione, la sicurezza è quella roba la che costa.

Oppure per rassicurare la gente si dice: “la polizia li mette dentro e i giudici buonisti li mettono fuori”. Così in realtà si semina il panico nella gente: se la gente comincia a pensare che i magistrati come sport scarcerano gli stupratori, di chi si fiderà? Andremo in giro a sparare da soli per le piazze e tutti saranno più insicuri perché bisognerà stare attenti non solo agli spari dei delinquenti ma anche di quelli che vanno a farsi giustizia da soli e che spesso si sparano nei coglioni quando cercano di tirar fuori la pistola dalla tasca e non ci riescono.

La sicurezza deve essere affidata a gente professionale non ai cialtroni.

Espulsioni impossibili

Quando uno sente parlare di espulsioni pensa che un immigrato quando viene sorpreso da clandestino venga preso per un orecchio, accompagnato alla frontiera o messo sull'aereo ed espulso.

In realtà non è così: quando un immigrato viene sorpreso senza i documenti gli si chiedono, lui non li ha, lo si porta all'identificazione che può durare anche dei mesi o in eterno. Se non riesci a individuare da dove arriva come fai ad identificarlo?

E dato che può restare nei CPT giustamente sono due mesi perché non ha commesso nessun reato e non puoi arrestare uno che non ha commesso nessun reato, ritorna nel circuito della clandestinità e spesso della criminalità, fino a quando lo riprendono.

Se invece riescono finalmente a individuarlo o lo scoprono la seconda volta dopo avergli già fatto un provvedimento di espulsione a cui non ha ottemperato, allora lo possono arrestare. Ma non esiste l'espulsione come ce la immaginiamo noi: prendono uno, non ha i documenti, lo accompagnano alla frontiera e via.

Cosa fanno, di solito? Gli fanno il foglio di via dopo averlo identificato, un foglio dove c'è scritto: “vai via”.

Quello non va via, e come fai a scoprire se è andato via o no? E' sparito... ha semplicemente cambiato quartiere o città.

La seconda volta gli dici: “ma ti avevo già detto di andare via, perché non l'hai fatto? E' reato non ottemperare al provvedimento di espulsione senza giustificato motivo”. A quel punto lui dice: “ma io un giustificato motivo ce l'ho: non ho i soldi per prendere l'aereo o il treno”.

Quando si faranno furbi e useranno tutti questo alibi faranno saltare anche la possibilità di condannare a pochi mesi per mancata ottemperanza dell'espulsione perché è uno stragiustificato motivo quello di non avere i soldi per non andare via. E' lo Stato che ti manda via che te li deve dare, è triste dirlo, è seccante ma è così.

In quale prefettura o questura ci sono i soldi sufficienti per pagare il biglietto di ritorno a tutte queste migliaia di persone che dovrebbero andarsene?

Non hanno manco i soldi per la benzina delle volanti, non possono neanche riparare le macchine, figuriamoci se possono pagare il viaggio a questi.

E' assolutamente ridicolo pensare di poter risolvere questo problema prolungando di qualche mese la permanenza nei CPT che sono poi dei lager dove stanno accatastati.

E se li tieni per due mesi è un conto, ma se li tieni per 18 mesi e non costruisci nuovi lager dove li metti quelli che invece di due mesi rimangono 18? Esplodono questi posti, con problemi di ordine pubblico: vedete che già a Lampedusa ne abbiamo un'anticipazione.

Non potendo rendere più seria la giustizia e non avendo soldi per rendere più seria l'azione dell'ordine pubblico, si butta del fumo negli occhi della gente come la stupidaggine delle scarcerazioni facili.

Meglio ammazzare che stuprare

Hanno letto sul giornale che un giorno un giudice ha mandato agli arresti domiciliari un ragazzo che si era consegnato e autoaccusato dello stupro di una ragazza alla festa di capodanno e hanno detto: “è una vergogna, li mettono ai domiciliari, non si può, lo stupratore deve stare in galera”e hanno fatto una legge per vietare i domiciliari a chi? Ai condannati per stupro?

No, non stiamo parlando dello stupratore condannato, che ovviamente deve essere giudicato al più presto possibile e portato in carcere e lasciato lì dentro il più a lungo possibile, su questo siamo tutti d'accordo.

Qui stiamo parlando di dove metterli prima del processo: gli arresti domiciliari come misura cautelare sono stati vietati da questo pacchetto sicurezza.

Per i reati di mafia e per lo stupro, non si possono più dare i domiciliari al sospettato. E' obbligatorio tenerlo in galera durante il processo. Tenete presente che è solo un sospettato, anche se ha confessato è solo un sospettato perché sarà uno stupratore solo quando sarà stato condannato in terzo grado. Allora facciamo i gradi di giudizio più in fretta possibile, diamo più mezzi, togliamo un grado di giudizio. No, non lo vogliono fare perché varrebbe per tutti, anche per se stessi.

Cosa fanno? Vietano di dare i domiciliari in custodia cautelare obbligando i giudici ad arrestare la persona anche se non ci sono le esigenze cautelari cioè, se il tizio non rischia di fuggire, ripetere il reato o inquinare le prove, anche se per scongiurare quei tre rischi basterebbe chiuderlo in casa durante il processo.

Tipico caso come quello di Capodanno: il ragazzo era completamente al sicuro, nessuno lo aveva riconosciuto, nessuno lo stava cercando, nessuno lo avrebbe mai accusato di quello stupro. C'è andato lui accompagnato dal padre a confessare, ha fornito ai giudici le prove contro se stesso, si è consegnato, si è dichiarato pentito. Il padre ha dimostrato che questi hanno non solo una casa ma anche una famiglia dove questo tizio può essere tenuto sotto chiave non essendo un maniaco sessuale ma il classico stronzo di buona famiglia che fa il maiale durante una festa per poi farsi bello con gli amici, la “bravata.

Domanda: lo mandi ai domiciliari? Certo, perché prima del processo non minaccia ne di ripetere il reato, né di inquinare le prove – le ha fornite lui – né di scappare – si è consegnato.

Questo dice la legge per tutti i reati, anche per l'omicidio. Classico caso della moglie che ammazza il marito che la picchia da anni: mica è una serial killer, può restare tranquillamente ai domiciliari durante il processo perché un altro marito non ce l'ha da ammazzare, quindi non può reiterare il reato; le prove come fa a inquinarle se l'hanno trovata col pugnale nella pancia del marito, anzi è stata lei ha chiamare i poliziotti? Come può scappare, dove scappa una donna in quelle condizioni?

Sono questi i casi in cui la legge prevede, giustamente, di ricorrere agli arresti domiciliari quando non è assolutamente necessario il carcere prima del processo.

E' chiaro che dopo il processo questa gente andrà in carcere, quando sarà stato condannata.

Invece no, hanno fatto una legge dove lo stupro è equiparato alla mafia, e uno può decidere se è giusta o non è giusta, l'hanno voluta i leghisti: uno fa una lista di reati per i quali è obbligatorio il carcere preventivo, può andare bene.

Domanda: quali reati ci hanno messo? Mafia e stupro. Voi direte: ci sarà anche l'omicidio, la strage. Come fai a mandare ai domiciliari gente che ha fatto una strage o un omicidio in un Paese dove è vietato dare i domiciliari a chi ha fatto uno stupro? Maggiore è la gravità dell'atto e maggiore deve essere la sanzione, anche di tipo preventivo.

No, sono talmente furbi – stiamo parlando della Lega, avete presente le facce di questi giureconsulti – che hanno deciso che per lo stupro arresti domiciliari no, carcere obbligatorio; per gli indagati di omicidio e strage invece si possono dare ancora gli arresti domiciliari. Pensate che astuzia, così d'ora in poi lo stupratore saprà che se si limita a violentare la ragazza finisce in galera dritto e filato obbligatoriamente e lo processano dal carcere, se invece la ragazza oltre a stuprarla la elimina anche fisicamente o fa saltare l'intero quartiere con una bomba per cancellare anche le ultime tracce, in quel caso ha ancora speranza di ottenere gli arresti domiciliari.

E' una legge criminogena perché rende più conveniente per lo stupratore anche l'eliminazione fisica della vittima.

Pensate in che mani è la nostra sicurezza. Passate parola."

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Un po' troppi luoghi comuni, ma concetto di base sostanzialmente corretto.

L'unica cosa che non condivido assolutamente, e non certo per motivi politici o altro, ma per buon senso misto a praticità: stando a quello che sostiene il nostro, io potrei andare in Zaire o Zimbawe ad ammazzare impunemente perchè in tivvù ho visto un bel servizio su Motubu e Mugabe che lo facevano e rimanevano impuniti... :pz :pz

E soprattutto i nostri ospiti delinquenti di bassissima lega ed istruzione non fanno altro che passare il tempo davanti al tiggì di zio emilio beandosi del fatto che così facendo hanno un futuro assicurato... :pz :pz

Per non parlare del fatto che le stesse cose succedevano anche sotto altri governi, composti di verginelli altrettanto impuniti...

Cosa non si fa per una pagnotta...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Senza saper ne leggere ne scrivere i bookmakers lo davano probabilissimo...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

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