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fine della Powertrain torinese ??!


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La Fiom-Cgil lancia un allarme sul futuro della Powertrain

La Fiom-Cgil lancia un allarme sul futuro della Powertrain, ex Fiat Meccanica di Mirafiori, e sostiene che "senza una produzione di motori e cambi e impensabile che sopravviva la produzione di auto a Torino". Per questo ha dichiarato per venerdì un'ora di sciopero per turno con manifestazione davanti alla porta 20 alle 13,30. Il 2 dicembre è previsto un incontro fra sindacati e direzione nazionale della Powertrain. "I lavoratori della Powertrain - sostiene la Fiom - subiscono da nove anni una lenta, ma progressiva riduzione delle produzioni (motore 2ACT, il motore Diesel, motore 100 GL e il cambio della Panda), non sostituite da nuove commesse. Gli addetti sono scesi dai circa 7.000 del 1994 a poco più degli attuali 1.500".

La Fiom ricorda che "quest'anno finirà la produzione del motore Torque già ridotto ai minimi termini (180 lavoratori in cassa integrazione da 10 mesi) e resterà soltanto il cambio 5.14, in produzione dal 1991 ed in attesa di sostituzione" e che "la scelta della direzione della Powertrain è stata finora quella di non affidare nessuna nuova produzione allo stabilimento torinese, indirizzando il nuovo motore Multi-jet agli stabilimenti polacchi, il motore che sostituirà il Torque agli stabilimenti tedeschi, e il nuovo cambio M 20-28 agli stabilimenti austriaci di Aspern". "La Fiom-Cgil ed i lavoratori della Powertrain - si legge nel comunicato - chiedano che siano realizzate a Torino parte delle produzioni del Multi-jet (piccolo diesel) prodotto in Polonia e, del nuovo cambio M20-28 prodotto in Austria. Inoltre la cassa integrazione va suddivisa tra tutti i lavoratori".

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Mi sembra in linea con la tendenza in corso oramai da un bel pezzo di buttare gli operai fuori dall'area torinese.

Alla luce della cronica carenza di motori di cui il gruppo mi pare soffra, non afferro la strategia che determina questo tipo di cose.

Potrei al massimo comprendere che produrre motori in Polonia è più conveniente, ma non certo il Germania o Austria.

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C'è una sola spiegazione a questi eenti (ma anche a tanti altri)

In una economia globalizzata ed in continuo evolversi non c'è più un reale interesse alla produzione diretta. Meglio preferire quello che nell'ICT si chiama outsourcing (contratti determinati, costi e consegne certi ).

Per avere dei cambi, se in questi giorni affidare la commessa ad una ditta tedesca costa meno , bene, approfittiamone. Il prossimo mese sarà una ditta cinese che ci chiede meno. e via così

Stabilità del posto di lavoro? salvaguardia delle competenze singole ed aziendali ? cose no-global, cose dell'800, cose nobuone

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Sì, questa mi sembra una valida spiegazione che condivido in pieno.

Questo è quello che sta avvenendo e che avverrà sempre di più, ma questo è anche quello che distruggerà le multinazionali dell'auto come le conosciamo oggi. L'outsourcing fa sparire il brand che si fa tutto in casa e fa nascere una miriade di company specializzate: motori, cambi, trasmissioni, stampati, assemblaggi, circuiti, freni, sospensioni etc.

Ma a questo punto io dopodomani mi comprerò i pezzi dalle singole ditte e mi assemblerò l'auto nel garage (esagero, lo so che poi ci sono altri problemi, omologazione, sicurezza etc.).

Claudio_Z, non a caso in un post di fantasia al quale mi hai risposto proprio tu dicevo che nel futuro ci sarà un mercato che assomiglia a quello che ai giorni nostri è il mercato dei computer: ognuno si compra i pezzi e si costruisce l'auto che gli pare, oppure ci si può rivolgere allo store sotto casa per farsi assemblare il modello che si preferisce.

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Guest Phormula

Concordo, ormai le case automobilistiche curano solo la progettazione, la messa a punto e l'assemblaggio. Sempre più spesso interi sottoassiemi vengono prodotti là dove costa meno. Quando non delegano anche l'assemblaggio ad una società esterna, in modo da non avere problemi. Non occorre licenziare gli operai, basta non rinnovare la commessa...

Del resto lo si è visto nell'elettronica. Philips per anni è stato un colosso che si faceva praticamente tutto in casa, limitando al massimo l'acquisto da fornitori esterni. Avevano un servizio ricambi che meritava 10 e lode, trovavi i pezzi di una radiolina di dieci anni prima.

Poi hanno rischiato di fallire, per sopravvivere hanno dovuto vendere certi settori poco redditizi ed altri per far cassa (i gioielli di famiglia, come direbbe qualcuno). E oggi, al pari di tutti i giganti dell'elettronica di consumo, delegano intere produzioni ad altre aziende, quando non fanno delle vere e proprie operazioni di re-badging.

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si questo potrebbe essere vero....

però credo che i sindacati .... parlando di power train ormai trattino di fiat-opel insieme...

in sostanza quando si parla di stabilimenti tedesco e austriaco credo non si parli di outsoucing .... ma di stabilimenti gm

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Guest T a u r u s

Si pero' non dimentichiamo che la sede della Fiat GM Powertrain e' Torino...semplicemente Torino e' la sede direzionale progettuale della Fiat GM Powertrain non la sede produttiva....E comunque anche prima di GM la produzione di motori nell'area torinese era minima...il torque soltanto oggi....mentre Fire e i Pratola Serra vengono prodotti in Italia..non dimentichiamo che anche il 2.0DTi e 2.2DTi Opel/Saab che erano prodotti in Germania saranno sostituiti dal 1.9multijet16v prodotto in Pratola Serra per cui c'e' una ridistribuzione della produzione.Semplicemente nel caso del 1.6Torque guadagnano gli stabillimenti tedeschi nel caso dei diesel di 2.0-2.2lt lo stabilimento italiano di Pratola Serra.

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... ognuno si compra i pezzi e si costruisce l'auto che gli pare, oppure ci si può rivolgere allo store sotto casa per farsi assemblare il modello che si preferisce.

Nel mondo dei computer succede così, è vero, ma dipende dal bagaglio di competenze che chi usa il computer necessariamente acquisisce anche per la parte elettronica, ecc ecc .. , ma parliamo di elite. Anche in quel settore buona parte dell'utenza devi spiegargli che per fare l'enter non deve pigiare i tasti e - n - t - e - r . Poi il quantitativo di componenti, la difficoltà meccanica, .. sono in effetti limitati

Ma nel settore auto la questione è diversa. Al di la della difficoltà tecnica dell'operazione di assemblaggio in se, resta quello che per me è il fattore che differenzierà le case nel prossimo futuro: il customer care

Se assemblo un'auto in casa acquisendo parti da tutto il mondo (dove costano meno), quando succede qualcosa, cosa faccio, io , utente finale? devo correre dietro ai responsabili delle singole garanzie?

Anche nei computer capita più di quanto non sembri : lo scaricabarile tra fornitori di componenti "dialoganti" oppure, che è peggio, l'impossibilità di individuare lo specifico componente responsabile , data la complessità del sistema.

Secondo me sarà il vero campo di battaglia futuro dele case (dico: purtroppo) acquisire componenti diversificati e saper garantire una soddisfazione globale al proprio cliente, incassando e gestendo in proprio le anomalie e i rigetti della componentistica.

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Vero ... il discorso si è allargato troppo

anche se si può dire che lo stabilire dei confini netti tra la metodologia delle J V e la logica sempre più praticata della subfornitura non è così facile, soprattutto in considerazione che spesso sono accordi chiusi, sia in termini di qualità sia che di quantità e tempi di validità

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