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Gm venderà Opel a Magna ? [era: FIAT acquisterà OPEL?]


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Quà dipende dalla furbizia, dalla scaltrezza e da un po' di "come si chiama". Tutte cose che al momento non han deposto a favore di Marchionne (da quà il mio sempiterno e scassaballe dire che con strategie e pallottolieri relativi ci acchiappa, come prodotto proprio no). UNA COSA è realizzare pianali e/o intiere vetture che nascono sotto marchio premium, COERENTI alla bisogna ed al marchio, e successivamente "prestate" ai marchi meno prestigiosi, anche eventualmente verso "fine serie" nell'ottica di spalmare su più pezzi i costi, ma facendo salva l'unicità ed il prestigio del modello (e suo marchio) al lancio.

Per capirsi..... Exeo di Seat è una A4 vecchio modello. Nessuno si straccia le vesti: primo, perchè A4 di quel modello è già passato, secondo perchè una nuova A4 (bella o brutta che sia) Audi ce l'ha, non è che si è visto nello stesso tempo un modello Audi in salone e identico marchiato Seat nel salone accanto.....

Questo, ad oggi, onestamente a Fiat non è mai appartenuto, eccezion fatta per certune componenti (es. il motore 6 cilindri storico di Alfa, che ha girato tutte le ammiraglie del gruppo).

Un altro discorso è invece realizzare la "solita fiat", buona o mediocre che sia, e volerci ricavare "all'americana" (GM in questo è sempre stata fulgens) 3,4,5 modelli anche a marchio premium. E con tre pianali e stesse componenti meccaniche saturare 6 gamme.... alla inglese maniera (ricordiamoci di Leyland, che le Mini e le Allegro, ma anche la roba precedente, le ha fatte con tutti i marchi di cui disponeva, magari con la differenza di UN faro).

E' la prima auto al mondo con motore a 6 cilindri a V di 60 gradi e con frizione, cambio e differenziale in un unico blocco sull'asse posteriore, transaxle, ..., è il 1950 e lei è l'Aurelia. (www.lancia.it)

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alla luce dei fatti apparentemente "indecifrabili" che si stanno susseguendo negli ultimi giorni intorno al mondo fiat sto iniziando a riconsiderare alcuni fatti che in precedenza mi risultavano un pò oscuri.

Fiat negli ultimi anni è stata piuttosto parca nella messa in produzione di nuovi modelli e piuttosto avvezza al rinvio di modelli già schedulati (più di altri concorrenti non meno inguaiati dalla crisi) ma allo stesso tempo abbiamo notizie di investimenti importanti sia in campo motoristico che di pianali (xevo C-D).

Ora io mi son sempre chiesto, ma cosa se ne faranno mai di queste nuove tecnologie se poi non le sfruttano per presentare nuovi prodotti che possano aumentare il numero di aquirenti.

Beh la risposta mi sembra che ce l'abbiamo tutti sotto il naso ormai e le motivazioni di tutto ciò sono ormai piuttosto chiare:

1) Ci vuole tanto (troppo) tempo per aumentare considerevolmente le quote di mercato di un marchio che ha perso appeal e soprattutto rete di vendita, e questo vale in diversa misura per tutti i marchi gestiti attualmente da fiat. Non basta una generazione di buoni prodotti ma ce ne vogliono almeno 2 il che si traduce in almeno una decina di anni di investimenti scarsamente redditizi.

2) L'azionista di controllo (Agnelli) non è in grado di sostenere da solo lo sforzo di cui al punto 1 e non lo vuole nemmeno, visto che sono anni che sta cercando di diluire il suo investimento nell'auto data la scarsa redditività del settore.

3) L'unico modo per aumentare la redditività e quindi fondamentalmente riuscire ad attrarre investitori, finanziare ricerca e accumulare cash flow per i periodi di inevitabili crisi congiunturali, è quello di aumentare drasticamente il numero di auto prodotte e il numero di mercati di sbocco.

Ultima considerazione, è vero che lo spin off dell'auto andrebbe a diluire considerevolmente il controllo diretto italiano sul gruppo automobilistico che andrebbe a crearsi ma è altrettanto vero che la parte restante del gruppo Fiat andrebbe ad aumentare notevolmente il suo giro d'affari con FPT, Marelli e Comau che diventerebbero fornitori principali del nuovo gruppone.

niente da dichiarare...

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alla luce dei fatti apparentemente "indecifrabili" che si stanno susseguendo negli ultimi giorni intorno al mondo fiat sto iniziando a riconsiderare alcuni fatti che in precedenza mi risultavano un pò oscuri.

Fiat negli ultimi anni è stata piuttosto parca nella messa in produzione di nuovi modelli e piuttosto avvezza al rinvio di modelli già schedulati (più di altri concorrenti non meno inguaiati dalla crisi) ma allo stesso tempo abbiamo notizie di investimenti importanti sia in campo motoristico che di pianali (xevo C-D).

Ora io mi son sempre chiesto, ma cosa se ne faranno mai di queste nuove tecnologie se poi non le sfruttano per presentare nuovi prodotti che possano aumentare il numero di aquirenti.

Beh la risposta mi sembra che ce l'abbiamo tutti sotto il naso ormai e le motivazioni di tutto ciò sono ormai piuttosto chiare:

1) Ci vuole tanto (troppo) tempo per aumentare considerevolmente le quote di mercato di un marchio che ha perso appeal e soprattutto rete di vendita, e questo vale in diversa misura per tutti i marchi gestiti attualmente da fiat. Non basta una generazione di buoni prodotti ma ce ne vogliono almeno 2 il che si traduce in almeno una decina di anni di investimenti scarsamente redditizi.

2) L'azionista di controllo (Agnelli) non è in grado di sostenere da solo lo sforzo di cui al punto 1 e non lo vuole nemmeno, visto che sono anni che sta cercando di diluire il suo investimento nell'auto data la scarsa redditività del settore.

3) L'unico modo per aumentare la redditività e quindi fondamentalmente riuscire ad attrarre investitori, finanziare ricerca e accumulare cash flow per i periodi di inevitabili crisi congiunturali, è quello di aumentare drasticamente il numero di auto prodotte e il numero di mercati di sbocco.

Ultima considerazione, è vero che lo spin off dell'auto andrebbe a diluire considerevolmente il controllo diretto italiano sul gruppo automobilistico che andrebbe a crearsi ma è altrettanto vero che la parte restante del gruppo Fiat andrebbe ad aumentare notevolmente il suo giro d'affari con FPT, Marelli e Comau che diventerebbero fornitori principali del nuovo gruppone.

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Finalmente un'analisi scevra di considerazioni e prurigini sognanti adolescenziali ;)

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Ma in tutto questo ferrari e maserati che fine fanno?

Fiat 125 Special '71 "Gommone" con topi di serie

Fiat GPunto 1.3 '07 Biancotaxi "MultiJettamiappenapuoi" rumorini di ultima generazione

Honda Civic 1.6 Vti '93 Spoon Style

Opel Speedster Turbo '06 Drunk car

Vw Bulli '65 "Man'docazzt'hotrovat"

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Guest EC2277

Ferrari e Maserati sono da sempre estranee a FIAT-Auto e, se non erro, dipendono direttamente dalla società alla quale anche FIAT-Auto fa capo.

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Ma in tutto questo ferrari e maserati che fine fanno?

Se nasce il nuovo soggetto "Fiat-Chrysler-GM Europe" scorporato da Fiat spa, Ferrari e Maserati restano fuori e rimangono incorporate in Fiat spa, insieme a Iveco, CNH, FPT ecc...

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alla luce dei fatti apparentemente "indecifrabili" che si stanno susseguendo negli ultimi giorni intorno al mondo fiat sto iniziando a riconsiderare alcuni fatti che in precedenza mi risultavano un pò oscuri.

Fiat negli ultimi anni è stata piuttosto parca nella messa in produzione di nuovi modelli e piuttosto avvezza al rinvio di modelli già schedulati (più di altri concorrenti non meno inguaiati dalla crisi) ma allo stesso tempo abbiamo notizie di investimenti importanti sia in campo motoristico che di pianali (xevo C-D).

Ora io mi son sempre chiesto, ma cosa se ne faranno mai di queste nuove tecnologie se poi non le sfruttano per presentare nuovi prodotti che possano aumentare il numero di aquirenti.

Beh la risposta mi sembra che ce l'abbiamo tutti sotto il naso ormai e le motivazioni di tutto ciò sono ormai piuttosto chiare:

1) Ci vuole tanto (troppo) tempo per aumentare considerevolmente le quote di mercato di un marchio che ha perso appeal e soprattutto rete di vendita, e questo vale in diversa misura per tutti i marchi gestiti attualmente da fiat. Non basta una generazione di buoni prodotti ma ce ne vogliono almeno 2 il che si traduce in almeno una decina di anni di investimenti scarsamente redditizi.

2) L'azionista di controllo (Agnelli) non è in grado di sostenere da solo lo sforzo di cui al punto 1 e non lo vuole nemmeno, visto che sono anni che sta cercando di diluire il suo investimento nell'auto data la scarsa redditività del settore.

3) L'unico modo per aumentare la redditività e quindi fondamentalmente riuscire ad attrarre investitori, finanziare ricerca e accumulare cash flow per i periodi di inevitabili crisi congiunturali, è quello di aumentare drasticamente il numero di auto prodotte e il numero di mercati di sbocco.

Ultima considerazione, è vero che lo spin off dell'auto andrebbe a diluire considerevolmente il controllo diretto italiano sul gruppo automobilistico che andrebbe a crearsi ma è altrettanto vero che la parte restante del gruppo Fiat andrebbe ad aumentare notevolmente il suo giro d'affari con FPT, Marelli e Comau che diventerebbero fornitori principali del nuovo gruppone.

Ottima analisi, anzichenó. Era quello che pensavo da circa un anno.

La cosa che non mi piacerebbe, personalmente, é se sull'altare di questo scopo si arrivasse a dare via la sede del gruppo dall'Italia, a rimpicciolire Torino e l'Italia nel contesto automobilistico mondiale.

E inoltre i discorsi sulla proprietá sono importanti, per me: se gli Agnelli dal 30% di Fiat group (cioé dal 100% di Fiat Auto) passassero al 30% di Fiat Auto con altri investitori istituzionali (modello Renault, ENI, BMW, PSA) va benissimo. Ma un 20% FIAT Group (Agnelli) e un 30% tedeschi e GM significa abdicare dall' Italia automobilistica. É lapalissiano. Al primo contrasto gli Agnelli sarebbero liquidati con plusvalenze e ti saluto e sono.

Eppoi ai voglia a stare a speranza di stranieri: il caso Fiat Ferroviaria, Motorola a Torino, GM Powertrain di Torino, Alcatel insegnano molto

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