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Gm venderà Opel a Magna ? [era: FIAT acquisterà OPEL?]


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adesso chiudiamo anche gli stabilimenti che non sono nostri (Pininfarina) ???

:D

al TG6 di stasera uscira' l' esclusiva che vogliono chiudere 3 cinema nelle marche,1 catena di girrarosti a venezia ed alcune case chiuse :mrgreen:

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I più attivi nella discussione

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Analisi gia' piu' obiettiva di quanto letto ieri...

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Niente chiusure, produzione -22%

Marchionne: "È l'ultima proposta"

di PAOLO GRISERI

TORINO - Tagliare nel lungo periodo evitando il più possibile traumi sociali. È questa la filosofia del piano di ristrutturazione che Sergio Marchionne ha presentato nei giorni scorsi alle autorità tedesche per rilevare la Gm Europa. Un piano che, contrariamente alle indiscrezioni, non prevede chiusure di stabilimenti di assemblaggio finale, almeno nell'immediato, ma punta su quella che viene definita "la riduzione graduale della capacità produttiva". Nel testo viene anche indicata l'entità di quella riduzione, il 22%. Questo significa che, nel giro di qualche anno, verrà chiusa, in media, una linea di produzione su cinque. Marchionne non ritiene però di dover arrivare al risultato con misure drastiche. Per due motivi: non si possono chiedere aiuti economici ai governi interessati mentre si annunciano misure che avrebbero un drammatico impatto sociale. In secondo luogo non si può chiedere ai politici di sobbarcarsi l'effetto boomerang dei licenziamenti e delle chiusure nel momento in cui le cancellerie europee devono far fronte a una delle crisi più dure degli ultimi decenni.

Per queste ragioni, almeno nella prima fase,

Marchionne userà una sorta di "air bag" sociale: la capacità produttiva dovrebbe essere ridotta in modo soft utilizzando misure come il blocco del turn over e gli ammortizzatori sociali. Parallelamente partirà la riorganizzazione produttiva per ridurre i costi realizzando sulle stesse linee auto di marchi diversi. In questo quadro il piano prevede di dare "una nuova missione" allo stabilimento di Termini Imerese, dove oggi si produce la Y e dove l'Ue ha recentemente concesso un finanziamento di 46 milioni di euro per la produzione di un nuovo modello erede della stessa Y. Analogamente il piano prevede una nuova missione per lo stabilimento inglese di Luton dove oggi Gm produce la Opel Vario e ha una joint venture con la Renault per il Trafic. Secondo un'indiscrezione tutte le operazioni di fusione verrebbero realizzate scambiando azioni con stabilimenti e tecnologie, senza esborsi di denaro.

In una intervista che compare oggi sull'Economist l'ad del Lingotto spiega che è preferibile snellire le fabbriche piuttosto che chiuderle. Una prudenza che, secondo il settimanale inglese, costerà 250 milioni all'anno. Garantendo di non chiudere gli stabilimenti di assemblaggio finale, Marchionne lascia capire al governo di Berlino che la prima fase della razionalizzazione riguarderà una sola fabbrica sulle quattro tedesche di Opel, la fabbrica di motori di Kaiserslautern. Altri tagli dovrebbero riguardare lo stabilimento belga di Anversa. La fusione con Opel, secondo l'Economist, frutterebbe comunque risparmi per un milione all'anno. "Ma bisogna muoversi in fretta - dice Marchionne al settimanale - perché così si riducono le spese generali e si parte prima con i nuovi modelli". Secondo l'ad "Fiat e Chrysler sono in grado di raggiungere la convergenza sulle principali piattaforme produttive entro il 2012. Ma con Opel si potrebbe fare anche prima". Marchionne chiede ai governi dove hanno sede i siti Gm un prestito-ponte tra i 5 e i 7 miliardi: "In cambio - dichiara - offro al governo tedesco un'azienda automobilistica che sarà effettivamente senza debiti e mi farò carico delle passività, comprese le pensioni. A loro dico: se avete un'offerta migliore, prendetela".

Oggi l'ad del Lingotto vola a Wiesbaden per incontrare Roland Koch, governatore dell'Assia, la regione tedesca dove si trova Russelsheim, il quartier generale della Opel. Koch è tra i più scettici sul piano Fiat.

(8 maggio 2009)

Niente chiusure, produzione -22% Marchionne: "È l'ultima proposta" - economia - Repubblica.it

Modificato da lelasquez
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L'analisi odierna del Corriere

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Gm ora vuole il 30% di Fiat

La società a chiesto a Washington prestito di 11 miliardi di dollari. Elkann: soci pronti a intervenire per Opel

dal nostro inviato Massimo Gaggi

NEW YORK - Per cedergli le sue attività in Europa (soprattutto Opel) e Sud America, la General Motors chiede a Sergio Marchionne il 30% della nuova società che dovrebbe raggruppare le attività automobilistiche della Fiat dopo questo complesso round di ristrutturazioni. Ma intanto il suo direttore finanziario, Ray Young, avverte che — dopo il «Chapter 11» di Chrysler — anche per GM cresce la possibilità del ricorso alla bancarotta come via d'uscita da una si*tuazione grave e inestricabile. An*che perché i risultati economici del primo trimestre 2009, pubblicati giovedì, vanno al di là delle previsioni più nere: il gruppo di Detroit ha perso altri 6 miliardi di dollari, ma, soprattutto, ha bruciato 10,2 miliardi di liquidità in appena tre mesi. Ogni giorno 113 milioni gettati in una fornace.

Quanto potrà durare? Poco, visto che le risorse nelle casse GM sono scese di nuovo ai livelli minimi di sussistenza, nonostante gli oltre 15 miliardi già versati dal governo. La società ha chiesto a Washington un altro prestito di 11 miliardi, ma è improbabile che questo denaro venga erogato prima di fine maggio, quando il gruppo ora guidato da Fritz Henderson dovrà presentare un nuovo e più credibile piano di salvataggio. Basato, tra l'altro, proprio sulla cessione delle attività europee che nei primi tre mesi 2009 hanno perso 2 miliardi di euro. Per questo l'amministratore delegato della Fiat continua a fare la spola tra Usa e Germania, conducendo il negoziato su due binari: quello politico, soprattutto con le autorità tedesche, e quello industriale con GM. Che alle spalle ha però, ormai, stabilmente il governo americano.

Il moltiplicarsi dei tavoli di negoziato, l'accavallarsi delle notizie finanziarie e delle prese di posizione politiche e sindacali rendono il quadro assai confuso. I protagonisti del negoziato sem*brano muoversi, però, con una certa sicurezza anche nella nebbia. Sicurezza e anche rapidità, visto che GM rimane vincolata alla scadenza di fine maggio: il termine fissato dalla Casa Bianca per decidere la sua sorte. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa americana, alla richiesta GM del 30% del capitale della nuova società automobilistica, Marchionne avrebbe risposto offrendo una partecipazione nella «newco» inferiore al 10%. Resterebbe confermato che Fiat non intende versare denaro per le attività GM che verrebbero conferite alla nuova società.

Giovedì, comunque, John Elkann, vicepresidente del Lingotto e presidente di Exor, la società della famiglia Agnelli che controlla poco più del 30% del capitale Fiat, ha detto che gli azionisti sono pronti a valutare la possibilità «di partecipare finanziariamente all'operazione» per Opel. Ma ha anche aggiunto che quello di cui si sta discutendo «non è un'acquisizione, ma un matrimonio che ha l'obiettivo di dare vita a un protagonista europeo del settore auto, con basi solide e prospettive sostenibili nel lungo termine».

La trattativa è ancora lunga, i colpi di scena saranno ancora molti. Probabilmente è presto per fissare i rapporti di forza in una nuova conglomerata automobilistica che non si sa nemmeno se nascerà. Restano molti nodi politici e sindacali da sciogliere, ma anche sul piano più strettamente finanziario il valore della transazione dipenderà dal ventaglio di aziende, stabilimenti e marchi coinvolti. Oltre a Opel e Saab, Marchionne punta con decisione sulla GM sudamericana. È comprensibile, anche perché questi impianti operano con tecnologia Opel, ma Detroit prova ad attribuire un valore più elevato a queste partecipazioni ché, a differenza di quelle negli Usa e in Europa, sono redditizie.

08 maggio 2009

http://www.corriere.it/economia/09_maggio_08/gm_perdite_fiat_gaggi_93f76992-3b94-11de-a872-00144f02aabc.shtml

Modificato da lelasquez
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Gli Agnelli al 10% dell'auto

di SALVATORE TROPEA

TORINO - Tra una missione e l'altra sulle due sponde dell'Atlantico Sergio Marchionne dovrà trovare il tempo per spiegare alla famiglia Agnelli che cosa potrà accadere in termini di assetti societari e quote di partecipazione dopo che sarà stata doppiata la storica boa dello spin-off. E', questo, un chiarimento che sostanzialmente ruota attorno a una domanda, resa ancor più di attualità da quanto sta accadendo in alcune grandi famiglie dell'industria mondiale dell'auto, dalla Germania alla Francia. E cioè: quanto conteranno gli eredi dell'Avvocato nella nuova società che nascerà dalla fusione di Fiat, Chrysler e Opel e Gm Sud America? L'appuntamento è per il 20 maggio, data della riunione dell'accomandita, ovvero della società-cassaforte di famiglia che attualmente tramite Exor controlla Fiat con una quota del 30,45 per cento. Ma se ne parlerà prima, forse se n'è già parlato.

L'ipotesi più accreditata sembra essere quella che vuole la famiglia al 10 per cento, ma si tratta di una quota sulla quale ancora ci sarà da discutere. In ogni caso è certo che la futura società dell'auto che sarà quotata in Borsa, proprio per le sue caratteristiche, provocherà una diluizione della partecipazione oggi in mano agli Agnelli. Lo ha ammesso il presidente di Exor, John Elkann, il quale peraltro non ha escluso "la possibilità di partecipare finanziariamente all'operazione". Anzi ha detto che "nel caso si ponesse questa ipotesi, la valuteremo con attenzione". Ciò vuol dire che dovranno mettere mano al portafoglio, si vedrà poi in quale misura e in quale forma.

La pensano così tutti i rami della famiglia presenti nell'accomandita? Non dovrebbero esserci grandi sbarramenti. E per una ragione molto semplice che è stata presa in esame in questi giorni. Partiamo dal meccanismo dello spin-off. Esso prevede lo sganciamento delle attività dell'auto che verranno conferite in una sorta di Fiat Uno, mentre le altre attività, ovvero Iveco, Cnh, Magneti Marelli e il resto resteranno in Fiat Due. Di quest'ultima gli Agnelli continueranno a detenere il pieno controllo, mentre nell'altra scenderebbero al 10 o attorno ad esso. E' un ridimensionamento che, tutto sommato, sembra star bene alla famiglia la quale sa che, in quel caso, sarebbe in possesso della fetta di una torta più grande. E questo, a quanto si sa, potrebbe anche convincerla a qualche impegno finanziario.

Ma c'è altro. Quello dell'auto, come sosteneva un vecchio manager della Fiat, è un settore nel quale si possono rapidamente guadagnare o perdere tanti soldi. Dunque con lo scenario che si va configurando a livello mondiale, il fatto di essere in un grande gruppo consente di assicurarsi maggiori profitti e per contro di attutire il colpo nei momenti di crisi. Insomma, come mettersi al vento, nel bene e nel male. È questo che deve aver convinto tutti o quasi gli eredi Agnelli. "In fondo nel 2003 abbiamo rischiato veramente di restare con un pugno di mosche in mano, non possiamo dimenticarlo" ricorda uno di essi.

Il riassetto che si annuncia in casa Agnelli non è un fatto isolato. Dopo un relativo silenzio attorno alla strategia di Marchionne, ad agitare le acque hanno provveduto i discendenti di Ferdinand Porsche, cioè il ramo omonimo e quello Piech, i quali attraverso la Porsche detengono il 50,76 per cento di Volkswagen. Mercoledì, nella quiete mozartiana di Salisburgo, hanno deciso di fare quello che era in progetto da tempo ma non aveva mai preso forma, cioè procedere alla fusione di Porsche con Volkswagen. La mossa, inutile dirlo, è la risposta non tanto a quello che la Fiat ha fatto in Usa con Chrysler ma a quello che conta di fare in Germania con Opel e, soprattutto, con le attività di Gm in Sudamerica. Queste attività valgono 1,2 milioni di auto vendute nel 2008 col marchio Chevrolet in Brasile e nel resto del Sud America. Ce n'è abbastanza per motivare il nervosismo della Volkswagen e delle famiglie che la controllano le quali non si sentono tanto tranquille neppure in casa con una Opel risanata.

Per ora allo scoperto sono usciti solo i tedeschi di Wolfsburg. Ma anche dalla Francia cominciano ad arrivare rumori. I due grandi gruppi d'Oltralpe sinora hanno seguito da spettatori non disinteressati le manovre, senza però dare segnali precisi. Renault e Nissan sono alle prese con un processo di risanamento, mentre Peugeot è entrata in partita ma solo perché periodicamente la si è voluta interessata ad alleanze con Fiat e con Bmw. Non bisogna però dimenticare che c'è un piano per per l'industria francese dell'auto voluto da Nicolas Sarkozy e per il quale il presidente francese ha messo sul tavolo un cip da 6 miliardi di euro. Un po' tanto per un biglietto da semplice spettatore.

(8 maggio 2009)

Gli Agnelli al 10% dell'auto Via al riassetto del settore - economia - Repubblica.it

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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il 10% mi sembra proprio poco...

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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la richiesta del 30 % mi pare veramente da ultima spiaggia, ma guardando bene anche accettare quella di meno del 10 % : come faresti a competere negli states con una azienda di cui detieni parte del capitale.

venendo alle questioni nostrane: okkio che il "matrimonio" non e' una acquisizione sotto tutti i punti di vista ...... ma in fondo "Cos'è il genio? Fantasia,intuizione e rapidità d'esecuzione! " (CIT):mrgreen:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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...fantasia, intuizione, colpo d'occhio e rapidità d'esecuzione... :mrgreen:

Cosa dovrebbe fare Napoleone? spiegare cosa a chi?

Spiegare il piano a chi gliel'ha commissionato?

Ma sta gente di mestiere cosa fa?

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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al TG6 di stasera uscira' l' esclusiva che vogliono chiudere 3 cinema nelle marche,1 catena di girrarosti a venezia ed alcune case chiuse :mrgreen:

Ma se sono già chiuse.. che fai, chiudi a due mandate? :mrgreen:

"Chi ti dà una serpe quando chiedi un pesce, può darsi abbia solo serpi da dare. La sua, dunque, è generosità."

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