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Inviato (modificato)

la daimler ha iniziato a negare alcune componenti meccaniche , colonne dello sterzo e convertitori di coppia per i modelli 300- Dodge Challenger - Charger,, per fare pressione sulla chrysler . La Daimler vuole ben 78 milioni di dollari dalla Chrysler per la mancata acquisizione di un TOt di diesel 2.2 litri per la PT cruiser venduta in europa.La casa Usa l'ha già messa giù brutta, magistratura, ma la casa tedesca fa orecchie da mercante. Ciò a breve comporterà il blocco di alcune linee chrysler

Chrysler Group LLC has joined its unsecured creditors in suing its former owner Daimler AG. However, unlike the creditors, who are suing over Daimler’s alleged past misdeeds, Chrysler is suing because it claims Daimler is not honoring its contracts to supply Chrysler with components now.

The latest lawsuit was filed last Friday in U.S. Bankruptcy Court in New York City.

“Daimler’s conduct threatens to shut down Chrysler Group’s manufacture of key product lines,” according to Chrysler spokesman Gualberto Ranieri who noted Daimler’s actions could shut down production of the Grand Cherokee production at the Jefferson North assembly plant in Detroit and the Dodge Charger, Challenger and Chrysler 300 lines at the Brampton, Ontario plant.

Chrysler says Daimler is refusing to supply steering columns and torque converters, threatening production of new Chrysler vehicles. Daimler claims Chrysler owes it 55 million euros (more than $78.6 million) as compensation for the Detroit automaker’s failure to purchase an agreed-upon number of 2.2-liter diesel engines. In its Friday filing, Chrysler says the shortfall issue was resolved along with other disputes in an agreement made last April 17, before Chrysler LLC filed bankruptcy. The agreement was ratified later by the bankruptcy court.

Ranieri accused Daimler of extortion and said the German company’s conduct is in direct violation of the April 17 agreement.

Daimler spokeswoman Julia Engelhardt said the company rejects Chrysler’s claims, adding, “We believe these claims are without merit, and we will defend ourselves vigorously.

Modificato da simonepietro

... Le Alfa del futuro, Mazda a parte, dovrebbero essere ingegnerizzate là. Ma io dovrei comprare un'Alfa fatta dagli ingegneri della Chrysler ?

( Cit . Giugiaro da Quattroruote )

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I più attivi nella discussione

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Inviato
E Napoleone si voleva portare a casa anche la Opel? Ne avrà qui di gatte da pelare...

vedremo, fino ad ora dal punto di vista legale ha sempre avuto ragione (vedi GM ecc.), certo in futuro i motori diesel Daimler a chrysler non li venderà più così facilmente.

Ciao e buona giornata

Alfa_Milano

Inviato

Forza la Daimler e' messa ancora piu $male$ di quanto sembrava.

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

Inviato
vedremo, fino ad ora dal punto di vista legale ha sempre avuto ragione (vedi GM ecc.), certo in futuro i motori diesel Daimler a chrysler non li venderà più così facilmente.

anche perchè spero che se li faccia in casa col gruppozzo, sennò ste benedette economie di scala a che servirebbero?

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

Inviato
anche perchè spero che se li faccia in casa col gruppozzo, sennò ste benedette economie di scala a che servirebbero?

Tempo...... Ci vuole tempo....... Sarà tutto fatto in casa.......

<<Scarface>>

Non esiste peggior ignorante di quello convinto di sapere...

Inviato
I PRIMI CENTO GIORNI DI MARCHIONNE

Due operai intenti ad assemblare una vettura, un terzo sopraggiunge, corpulento e debordante in una canottiera consunta, estrae un fazzoletto dalla tasca, ci sputa sopra e va a pulire, si fa per dire, un montante della carrozzeria. Scenette come questa, che molti telespettatori italiani avranno visto tra le immagini di repertorio dei servizi televisivi dedicati all'alleanza Fiat-Chrysler, sono destinate a sparire. Negli stabilimenti della Casa americana sta per arrivare lo stile Fiat: niente sprechi, organizzazione rigida e probabilmente uniformi per tutti gli operai, come a Melfi e a Cassino. La riorganizzazione produttiva è una delle prime azioni a cui il nuovo management si sta dedicando.

La Chrysler Group Llc, ragione sociale della Chrysler uscita dalla procedura di bancarotta controllata, è nata il 10 giugno. A quasi tre mesi di distanza che cosa è stato fatto? Come sta impiegando Sergio Marchionne i primi cento giorni alla guida della Chrysler? Viene tanto più da chiederselo quanto più il profilo comunicativo scelto dai vertici è basso: ridotte all'osso le dichiarazioni ai giornali, molta la discrezione. Pochi annunci, tanto lavoro. E buona parte di questo lavoro è per ora dedicato alla organizzazione interna.

La fotocopia di Mirafiori

Tanto per cominciare sono stati sfoltiti i livelli manageriali, da otto a cinque. La struttura organizzativa - più snella e, si presuppone, più veloce nelle decisioni - è la copia carbone di quella di Mirafiori, con ciascun marchio del gruppo - Chrysler, Dodge, Jeep e Mopar (parti di ricambio) - responsabile del proprio conto economico. Peter Fong guida Chrysler, Michael Mainley è a capo di Jeep, Michael Accavitti di Dodge e, infine, l'italiano Pietro Gorlier è il numero uno di Mopar. Un dato che è piaciuto agli americani: non c'è stata la temuta invasione degli italiani. Ai tempi dell'alleanza con Daimler il numero dei tedeschi in azienda, inclusi i "pendolari" che tornavano a Stoccarda nel weekend, era vicino alle duecento persone.

Lo stile Marchionne

Ma è il clima che è cambiato: lo stile Marchionne, diretto e concreto, ha impressionato favorevolmente i dipendenti sin dal discorso inaugurale del 10 giugno (prima foto). "Nel business e nella vita non succede sempre che ti venga data una seconda possibilità", ha detto il manager italo-canadese, sottintendendo che questa la si deve cogliere. Il megaufficio al 15° piano della sede Chrysler a Auburn Hills (seconda foto) è rimasto chiuso a chiave. Marchionne si è sistemato in un ufficio più modesto, ai piani bassi, vicino ai collaboratori diretti, questione di stile e pure di sostanza, così si velocizzano anche i processi decisionali. Mossa, ovviamente, apprezzata dai quadri.

La dura legge di Torino

Qualche preoccupazione in più serpeggia tra gli operai. "Lo spreco è immorale", ha detto Marchionne. E adesso i lavoratori temono che si razionalizzino anche i movimenti che devono compiere. O l'acqua che si consuma: "Possiamo tenere soltanto una bottiglia d'acqua alla nostra stazione di lavoro", ha dichiarato un operaio canadese al quotidiano "Detroit News". La disciplina che regola i ritardi non comunicati per tempo o le assenze ingiustificate dal lavoro è molto più rigida: dopo sette passi falsi, sei fuori. Ma ci sono aspetti positivi, che premiano la responsabilità individuale: gli operai sono stati riorganizzati in team di dieci persone (prima erano più ristretti), il numero di supervisori è stato ridotto e i team leader si sono guadagnati più responsabilità. Quanto alle divise, per ora la decisione è rinviata, anche per motivi di costi. "Le uniformi? Vedremo. Quel che conta adesso è la sostanza, l'organizzazione produttiva secondo i principi del World class manufacturing che è implementato in tutte le realtà produttive della Fiat, anche non automobilistiche, e che richiama da vicino il metodo Toyota", ha detto a "Quattroruote" Gualberto Ranieri, capo ufficio stampa del gruppo Chrysler.

Fix it again Tony? Dimenticato

In effetti a leggere i servizi dei quotidiani locali, che hanno il polso diretto della situazione attraverso i contatti con i lavoratori, sembra che la Chrysler sia stata comprata non dalla Fiat bensì proprio dalla Toyota. "L'obiettivo al momento è fare tutto meglio", scrive il "Detroit News", e aggiunge. "I margini d'errore tollerati si sono fatti più risicati e più alta è la precisione richiesta in ogni operazione. Le tolleranze nell'assemblaggio sono ridotte rispetto agli standard precedenti di Chrysler. E se un problema emerge durante la lavorazione, va risolto immediatamente, anche fermando la linea se necessario. Il vecchio sistema in Chrysler prevedeva di terminare l'assemblaggio e solo in un secondo tempo mettere da parte l'esemplare difettoso e aggiustarlo". Insomma, fa un certo effetto sentir parlare della Casa italiana in questi termini, specie in un Paese dove fino a una ventina d'anni fa l'acronimo Fiat veniva ironicamente svolto come Fix it again Tony (aggiustala di nuovo Tony). Ma da quando la Fiat lasciò gli Usa per problemi di qualità e di ruggine sulle carrozzerie è passata tanta acqua sotto i ponti.

Alfa Suv su Jeep

Il piano prodotti è, naturalmente, un altro capitolo su cui il management della nuova Chrysler è al lavoro. Ma è anche quello sul quale il riserbo è totale. Pochi i fatti finora confermati ufficialmente. Uno, la Chrysler PT Cruiser (di cui lo scorso anno sono state vendute circa 50 mila unità) sopravviverà: Marchionne ha cancellato la decisione di cessarne la produzione, che al contrario andrà avanti fino al 2011. Due, anche la Viper, supercar iconografica, è stata risparmiata dalla scure. Tre, il pick-up Dodge Ram a gasolio, atteso l'anno prossimo, sarà cassato. Per il resto si fanno speculazioni. Le più plausibili, che furono anticipate da "Quattroruote" nel numero di giugno, riguardano l'impiego del pianale C Evo, cioè un'evoluzione della meccanica della Fiat Bravo, per i modelli eredi della Dodge Caliber e della Jeep Compass, mentre la futura Grand Cherokee (con sospensioni a ruote indipendenti) fornirebbe la base per la famosa, sognata, inseguita e mai realizzata Sport utility Alfa Romeo (nella nostra ricostruzione - terza e ultima immagine - insieme alla Jeep Grand Cherokee), da commercializzare anche sul mercato Nordamericano. E in Nordamerica, oltre alla 500, che farà marchio a sé come la Mini, sbarcherà probabilmente anche la Panda, da vendere come la più piccola delle Jeep.

Roberto Lo Vecchio

Fiat-Chrysler - I PRIMI CENTO GIORNI DI MARCHIONNE - News - Quattroruote
Inviato
da automotive news

MONTVALE, N.J. -- Mercedes-Benz USA is getting back into the commercial van business Jan. 1 and will appoint up to 120 dealers to sell Sprinter vehicles.

That means Mercedes will yank the Sprinter from nearly 350 Dodge dealers who now carry the van.

The vans will be sold by the newly created Daimler Vans USA, which is sharing headquarters with the car division here.

Contracts will be terminated by Jan. 1 with the nearly 350 Dodge dealers who sell most of Daimler's Sprinter vans in the United States. The Dodge version of the Sprinter will be discontinued, said Ernst Lieb, CEO of MB USA.

Dodge has been selling the Sprinter since 2003.

About 45 Freightliner dealers who have the Sprinter franchise will continue to sell the Sprinter as a Freightliner, Lieb said. Beginning 2010, Sprinters sold by Mercedes-Benz dealers in the United States and Canada will be branded as Mercedes vehicles.

In January, the Sprinter will be launched with a 3.0-liter, V-6 common rail diesel that currently is used in the Mercedes-Benz M and GL SUVs and sold in all 50-states.

Freightliner or Dodge

When Daimler launched the Sprinter in the United States in 2001, it was branded either a Freightliner or a Dodge because U.S. buyers didn't know the vehicle, said Lieb.

"It has now established itself," he said.

Claus Tritt has been appointed general manager of the new van unit. He previously worked at the van division for the now-defunct DaimlerChrysler in Auburn Hills.

The Sprinter is assembled at a semi-knockdown factory in Ladsen, S. C., which has a capacity of 32,000 units a year, said Tritt.

Freightliner dealers who also handle Daimler's commercial vehicles in the United States have a separate Sprinter franchise. They account for about 30 percent of Sprinter sales.

That means U.S. Mercedes dealers could sell about 18,000 Sprinters annually.

Lieb said Mercedes-Benz will approach dealers about taking the Sprinter franchise "based on their potential in the market."

Said Lieb: "We are dealing with a product that has been sold for nine years here, so we know where it sells best and in what market we can pinpoint where we need a dealer."

Dodge dealership impact

Dodge Sprinter sales peaked in 2006 when Dodge sold 21,961 units. Dodge sold 14,600 in 2008.

Earl Hesterberg, chairman of Houston-based Group 1 Automotive Inc., said the departure of the Sprinter would hurt revenue on at least one of his company's eight Chrysler stores -- Rancho Chrysler Jeep Dodge in San Diego, which does a large business servicing them.

"It will create a challenge for us at at least one of our dealerships due to lost parts and service business," he said.

However, Hesterberg said sales of Sprinters has been slow because big customers like FedEx and DHL buy their vehicles direct from Chrysler and there has been no financing available for small business owners in need of such a van.

"They had the proper configuration of vehicle, which is the walk-in box and they had a diesel engine with automatic transmission," he said. "DHL, Fed Ex and UPS have committed to that configuration."

Chrysler's new management team, headed by Sergio Marchionne who is also CEO of Fiat, is studying the idea of bringing Fiat-based commercial vehicles into North America to fill the hole left by the Sprinter's departure.

The Sprinter is sold only in Dodge dealerships that have a franchise called BusinessLink. Those dealerships have special tools and service bays equipped to service the Sprinter and other Dodge commercial vehicles.

About 80 percent of Sprinters are sold east of the Mississippi River, said Daimler's Tritt.

The average dealer would have to invest $30,000 to $50,000 in the Sprinter franchise and put up a sign, dedicate service and sales personnel and purchase some special tools and equipment, said Lieb.

Mercedes-Benz would not require a separate facility for the display of Sprinters, but they won't be on the showroom floor with passenger cars or light trucks. Dealers can dedicate part of their outside lot and "it could be a roofed area -- that is how we did it in other countries," said Lieb.

Lieb said he will lay out the van plan to potential dealers in early October. They will be asked to stay an extra day after a regular dealer meeting in Denver.

Sprinter U.S. sales

2001 -- 1,893

2002 -- 2,970

2003 -- 7,150

2004 -- 15,280

2005 -- 23,655

2006 -- 25,694

2007 -- 19,589

2008 -- 18,282

* Source: Daimler Van USA LLC

In breve lo sprinter, da gennaio non verrà più venduto dai concessionari Chrsler e per questo Mb sta cercando di metter su una rete, nei posti dove la domanda è consistente.

Tornerà ad avere il logo Mb

Pur non essendo, in volume, enormemente consistente come vendite,mette alcuni concessionari dodge in difficoltà, non avendo più un prodotto comunque importante.

Questo forse comporterà, non a brevissimo, il debutto del ducato o del daily

Inviato

ma anche i commerciali devono passare i crash test?

Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.

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