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Inviato

Per me ha sbagliato a tradurre....si tratterà di 100...pollici cubici...ovvero...circa 1600.

4L 1600, umh, dov'è che l'abbiamo già sentito? :mrgreen:

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Inviato

La faccenda della produzione di motori dovrebbe riferirsi al 4 cilindri 1.4, che servirà anche per la 5oo.

Non a caso le due alternative al vaglio sono produrre i motori in Messico, vicino all'impianto che produrrà la 5oo o produrre i motori in Michigan, con maggiori costo del lavoro e necessità di trasportare una parte dei motori fino in Messico.

Lo sgravio fiscale offerto dallo stato del Michigan serve proprio per incentivare la seconda scelta.

Inviato

No no vi sbagliate sicuramente!! è un motore americano, costruito in america, da americani antiitaliani, che lo faranno sicuramente lentissimo e assetatissimo, ma soprattutto indegno di essere montato sulle auto italiane che sono notoriamente il top della tecnologia nei motoria a benzina :evil: :twisted:

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato

Perchè mc cain riporta questo quando è stato lui inizialmente a lanciare il discorso sugli aiuti alle case automobilistiche?

While the outlook may be looking up for GM, Senator McCain believes that Chrysler is unlikely to survive. He commented, "[The bailout] was all about the unions. The unions didn't want to have their very generous contracts renegotiated so we put $80 billion into both General Motors and Chrysler, and anybody believes that Chrysler is going to survive, I'd like to meet them."

Inviato

farlo a Dundee porta a fiat US4.6 milioni (su US179 milioni di costo del progetto)

In più permette di passare dal 20 al 25% di quota chrysler detenuta

  • 3 settimane fa...
Inviato

ampliato il periodo di chiusura di ben 5 stabilimenti chrysler. Era previsto uno stop di 10 giorni e invece saranno 3 settimane

... Le Alfa del futuro, Mazda a parte, dovrebbero essere ingegnerizzate là. Ma io dovrei comprare un'Alfa fatta dagli ingegneri della Chrysler ?

( Cit . Giugiaro da Quattroruote )

Inviato

Sterling Heights Assembly Plant, che assembla sebring e avenger, non verrà chiusa ad inizio anno come previsto, ma continuerà ad operare per tutto il 2010, e forse parte del 2011.

Le prossime sebring e avenger, su base fiat, saranno probabilmente assemblate altrove.

Anche a novembre, per chrysler, break even raggiunto

Inviato

Nuove dichiarazione di Marchionne

Nella stessa ora in cui John Elkann e la moglie Lavinia entravano nel palco della Scala per la Carmen di Bizet, a Washington Sergio Marpionne faceva il suo ingresso nel palazzo di vetro dell'Istituto Peterson che si trova al numero 1750 di Massachusetts Avenue. Come al solito il 57enne manager italo-canadese indossava quel pullover sgualcito che ormai è diventato uno status symbol ostentato nelle piccole e nelle grandi occasioni.

SERGIO MARCHIONNE pensieroso

In questo caso l'evento era di tutto rispetto perché l'Istituto Peterson è considerato uno dei think-tank più prestigiosi d'America. A fondarlo nel 1981 è stato Fred Bergsten, un economista americano che ha assistito Henry Kissinger e adesso si diverte a riunire il gotha della politica estera. Il capo di Fiat-Chrysler si è seduto davanti a un minuscolo tavolino e ha suonato lo spartito del grande manager che cerca di portare Chrysler fuori dall'abisso.

Secondo gli ultimi operai della Fiat, che smanettando sul sito del Peterson Institute hanno ascoltato l'intera registrazione dell'incontro, Marpionne ha parlato in un inglese perfetto e ha detto cose estremamente interessanti. Una traccia si trova nel resoconto scritto dal giornalista Mario Platero del "Sole 24 Ore", ed è una traccia che fa capire molte cose. Parlando per oltre un'ora a braccio il figlio del carabiniere Concezio ha citato Chomsky, Machiavelli, e perfino quella canzone americana "Don't worry, be happy", che è diventato il motto della Chrysler.

Le cose più importanti però le ha dette a proposito del mercato mondiale dell'auto dove prevede una riduzione del 20% in ognuno dei prossimi due anni, e a questo ha aggiunto considerazioni che dovrebbero far gelare il sangue ai sindacati e agli ultimi operai della Fiat.

In pratica - ha detto Marpionne - produrre le auto in America renderà molto di più dell'Italia dove, se fosse stato per lui, nessuno degli stabilimenti esistenti (nemmeno Mirafiori) si troverebbe al suo posto. E poi con un po' di indulgenza al suo mito ha raccontato ancora una volta che lavora sette giorni alla settimana per 24 ore al giorno e con una frase buttata lì ha aggiunto: "non so quanto potrò resistere, prima o poi dovrò decidere dove starò".

È molto probabile che oltre ad essere un appassionato cultore di musica classica, il manager italo-canadese abbia letto anche Flaubert e quell'invito dello scrittore francese a guardarsi allo specchio ogni mattina. Ed è altrettanto certo che quando si guarda allo specchio Marpionne sia sempre più convinto che l'America è ormai la sua vera patria, quella dove riuscirà a vincere la sfida contro i colossi di Detroit che continuano a sbeffeggiare la piccola "500".

Non a caso dopo Washington è saltato sull'aereo ed è andato a New York dentro la sede della Brookings Institution, un'altra associazione no-profit dove lo aspettava l'amico Larry Summers, l'ebreo ex-segretario al Tesoro che l'ha fatto sedere nelle prime file per ascoltare dal vivo Barack Obama. Così mentre in Italia il povero Sciaboletta Scajola, ministro dell'aeroporto di Albenga, parlava al Motor Show di Bologna e assicurava alla Fiat il proseguimento degli incentivi, l'italo-canadese figlio del carabiniere Concezio faceva lobby a 360 gradi.

Per chi non l'avesse capito quest'uomo dal pullover sgualcito sta cambiando Oltreatlantico la sua carta d'identità e quella della Fiat.

Inviato

altre info ma più o meno il succo è lo stesso fonte ansa

WASHINGTON - L'industria automobilistica europea ha bisogno di razionalizzazione: si tratta di un bisogno "non più negabile". Il problema della sovracapacità va affrontato e risolto "alla radice" e con "un'ottica comune" perché gli interventi unilaterali dei singoli governi rischiano di essere "pericolosi".

E proprio in 'ottica di razionalizzazione della produzione, ''se dovessi" disegnare Fiat "non realizzerei mai gli impianti dove sono ora". A tracciare il quadro del settore automobilistico mondiale è l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, intervenendo al Peterson Institute for International Economics in qualità di co-presidente del Council for the United States and Italy, fondato nel 1983 da Gianni Agnelli e David Rockfeller. Facendo un parellelo fra gli Stati Uniti e l'Europa, Marchionne osserva come "la direzione imboccata dagli Usa è unica. Abbiamo assistito a un coraggioso cambiamento strutturale negli Stati Uniti con il governo, le società, i sindacati e le istituzioni finanziarie che hanno lavorato fianco a fianco per salvare l'industria automobilistica" osserva Marchionne, mettendo in evidenza come l'esperienza statunitense ha messo in luce "la straordinaria determinazione del governo e il profondo senso di responsabilità dimostrato da tutti gli attori coinvolti".

"In Europa, sfortunatamente, il problema centrale della sovracapacità non è stato affrontato" con i singoli governi che, "ognuno per la sua strada", "hanno dato appoggio al settore" attraverso incentivi per stimolare la domanda e altre iniziative. Ma, "per loro natura", "questi interventi unilaterali sono pericolosi - avverte Marchionne -, perché mettono alcuni in una posizione di vantaggio mentre altri, quali Fiat, sono costretti a competere con le mani legate dietro la schiena". "Gli Stati membri" dell'Unione Europea "guardano all'interno dei loro confini e agiscono in modo unilaterale nel loro interesse più che guardare al'interesse delle collettività: guardano agli alberi ma non vedono la foresta" sottolinea nel corso del suo intervento, dal titolo 'Prospettive per l'industria automobilistica: dal Chapter 11 al Chapter 1', l'amministratore delegato di Chrysler e Fiat ammettendo di leggere "religiosamente il Financial Times ogni giorno".

Con riferimenti al Machiavelli e alla cantante Tracy Chapman, Marchionne passa poi a parlare di Chrysler che "é e resterà un marchio americano" e che anche in ottobre ha raggiunto il break even. Ribadendo gli obiettivi illustrati nel piano industriale lo scorso 4 novembre, "il primo giorno della nuova Chrysler", l'ad annuncia che la Fiat 500 sarà prodotta in Messico mentre il motore negli Stati Uniti. Fra gli impegni Fiat e Chrysler "lavoro sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Questo non può andare avanti per sempre" osserva Marchionne.

A suo avviso Fiat e Chrysler hanno bisogno di una soluzione permanente per il ruolo di amministratore delegato e questo argomento va affrontato nei prossimi 24 mesi. "Non vi aspettate qualcosa a breve, dovranno passare almeno altri due Natali". Per quanto riguarda invece la questione delle emissioni di Co2, Marchionne senza entrare nel merito dei piani di rottamazione ha osservato come è necessario rinnovare il parco circolante e togliere dalla strada le auto più vecchie.

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