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Intervista a Giugiaro sul futuro dell'auto


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Giugiaro: "Così il web sta rivoluzionando l'auto"

di VINCENZO BORGOMEO

Internet sta rivoluzionando tutto, anche il mondo delle auto. Una volta Giorgetto Giugiaro, sire del car design mondiale, ci spiegò come tutti volessero auto da giovani. "Le auto da vecchi, disse, non le vuole nessuno, neanche i vecchi". Lo stesso concetto oggi si applica alle web car. Si può dire che oggi nessuno vuole più auto semplici, prive di mille gadget ed elettronica? E che tutti preferiscano se possibile proprio le 'web car'?

"Assolutamente si: dalla voglia di auto da giovani siamo passati a qella dell'auto super tecnologica. Mi diverte la definizione di web car, è tremendamente vera: lo stile mondiale dell'auto è ormai questo. Ossia tutto rivolto a proporre una macchina super tecnologica, piena di cose - mi lasci dire - del tutto inutili".

Ma se sono inutili...

"Già, è questo il punto? A che servono queste cose? A nulla. Ma è così: gli uffici marketing si scervellano per capire un fenomeno complesso che, alla fine si traduce nel poter far veder ai nipotini che si è moderni, che si gestisce una tecnologia avanzatissima. Tutti vogliono avere l'ultimo ritrovato sul fronte delle invenzioni, dei gadget, delle cose più particolari. Ma tutti abbiamo molto più di quello che serve: negli abitacoli c'è una tecnologia spaziale"

Possibile fare una distinzione fra le cose utili e quelle inutili?

"Io dico che basta solo la spia della benzina, il resto non serve a nulla. Oggi le auto sono talmente perfette che non hanno più bisogno di 'chiedere' qualcosa. Però la concorrenza fa sì che si cerchino sempre soluzioni nuove per attirare, per motivare l'acquisto, per spingere la gente a cambiare la vettura. Con una sempre più ricca di accessori elettronici, al di là delle dimensioni e del segmento di mercato".

Non le sembra che le case automobilistiche stiano prendendo in giro i propri clienti?

"Non è un problema loro: chi ha i mezzi vuole avere sempre di più per differenziarsi. E la tecnologia regala questa fantastica illusione di avere chissà che cosa...".

Va bene, non li prendono in giro, però si arricchiscono alle loro spalle...

"Magari. Neanche quello: a forza di mettere roba in macchina diventa difficile guadagnare perché i prezzi non possono essere aumentati più di tanto. Mettere, mettere, mettere: siamo noi alla fine che paghiamo tutto questo in modo sproporzionato. Mi spiego meglio: le macchine non devono fare rumore, nell'abitacolo deve essere tutto soft, tutto si deve fare con facilità, bisogna potersi collegare con il mondo in un secondo. Voglio capire dove si fanno gli utili. Bisogna produrre 10 milioni di vetture per salvarsi? Pazzesco".

Tutti vogliono tutto, l'auto è uno specchio dei tempi.

"Si, perfetto: l'auto segue esattamente lo sviluppo della nostra società che vuole sempre di più, sempre di più".

Ma ci sarà un vantaggio in tutto questo?

"Si, non si può ignorare il fatto che le auto siano migliorate sotto tutti gli aspetti, quindi anche in quello - fondamentale - della sicurezza. Il resto va al di là di ogni necessità. Se uno potesse progettare una macchina limitandosi alle vere necessità si potrebbero avere macchine più leggere, più economiche e pulite. Io vedo nello sviluppo dell'auto una sorta di dimostrazione dell'intelligenza dell'uomo, quasi volessimo far vedere fino a dove possiamo arrivare".

Dove possiamo arrivare?

"Arriveremo a un'auto piccolissima, più leggera della persona che trasporta, magari che vola e che ci porti in città e in campagna".

Già, nel frattempo siamo a bolidi da due tonnellate pieni di elettronica, cavalli e finiture. E' possibile ipotizzare un'inversione di tendenza?

"Solo le necessità potranno portare a questo. Si ricorda la moda? Dopo i tessuti nobili si è arrivati ai jeans che oggi si indossano senza più imbarazzo. Domani avremo dei mezzi che ci danno questa stessa sicurezza, ma senza orpelli inutili".

Torniamo al Giugiaro pilota. Come usa le auto moderne?

"Male: io da una vita non uso tutto ciò che ho in auto. Vado sempre di fretta, certo, ma mi concentro sulla guida. Come dovrebbero fare tutti. Fra l'altro a breve saremo bombardati da informazioni in auto grazie alla tecnologia touch screen. E questo semplificherà enormemente tutto: spariranno pulsanti e pulsantini, rotelle e mouse. E si comunicherà con l'auto come con un palmare. Così dallo schermo dell'auto potremmo già sapere cosa abbiamo in frigo o conoscere le date dei compleanni in arrivo".

Che telefono usa?

"Un iPhone".

Mi arrendo.

"Lo so, lo so, le ho appena detto che non sono amante dei gadget ma solo in auto. In realtà la situazione è ancora peggiore di quanto non possa immaginare: uso l'iPhone proprio per tutte le sue applicazioni. Per esempio io faccio moto alpinismo e guardo il tracciato del sentiero sul telefonino. Oggi abbiamo dei mezzi pazzeschi".

Rispetto a un iPhone l'auto però è ancora all'età della pietra. Forse è per questo che non è ancora affascinato dai suoi gadget.

"In un certo senso si: è come se oggi l'auto stesse prendendo fiato, per lanciarsi in una corsa formidabile. A breve avremo tutto questo in auto. Lei immagini questo: un enorme schermo sulla plancia che fa scomparire tasti, tastini e comandi. E' tutto lì. E i primi a darci questo saranno i cinesi. Sono sicuro".

Quindi il design dell'abitacolo sarà stravolto. Succederà lo stesso per il design esterno?

"Per fortuna no: l'esterno segue una strada sua, indipendente da quello che ha l'auto. E' sempre stato così; chi fa l'esterno non fa l'interno. Per la forma della carrozzeria il gioco sarà sempre quello di attrarre, evolvere le forme, come è sempre stato. Si passa da proporzioni diverse. Ma il discorso si complica: oggi abbiamo tutto. Auto molto alte, ma anche auto bassissime. In vendita ci sono macchine di ogni tipo, anche senza cofano porte parafanghi, guardi ad esempio la X-Bow della KTM".

Gli inglesi dicono che sembra di guidare una scatola dell'Ikea.

"Si, è un prodotto senza logica. Ma ne ho appena provata una e l'esperienza, per uno che fa il mio lavoro, è straordinaria perché questa macchina non ha la carrozzeria, non ha la vernice, E una cosa folle è geniale allo stesso tempo".

I gusti cambiano in fretta, ma esiste ancora un'attenzione per il classico? Una volta ci raccontò che i coreani venivano da lei con le mazzette di colori per sapere come abbinare i colori dei tessuti interni. Oggi i cinesi le chiedono lo stesso?

"No, noi ci siamo abituati alle cose più strane. Alcuni abbinamenti cromatici che una volta giudicavamo orrendi oggi sono piacevoli. Ed è un bene: io dico che i colori smuovono il cervello. Le faccio un esempio per capire il discorso: io vengo da una famiglia di pittori e mio nonno, mio padre non usavano mai alcuni colori vivaci. Oggi, un po' grazie alla pubblicità, un po' grazie al web queste tinte forti (il giallo fosforescente, il fucsia, l'arancione) sono la norma: nell'auto abbiamo cambiato i gusti dei colori, ma non nella moda. Paradossalmente l'abbigliamento dell'uomo una volta era più colorato, oggi siamo in una specie di ritorno al passato. I colori in questo settore sono solo per gli stravaganti. Guardi Lapo che ha un suo look, coraggioso, che esce dal grigiore, lui usa i colori".

Viviamo in un mondo troppo abitudinario?

"Si, bisogna rompere gli schemi, dobbiamo lasciare gli artisti liberi di creare".

Sembra uno slogan riferito al suo mondo. Traducendolo potremmo dire 'fateci fare auto belle ma scomode'?

"Si, alla fine la vettura la sceglie chi la guida e poco importa che chi sta dietro sbatte la testa quando entra. Se ci affidiamo alla razionalità, agli ingegneri e ai loro studi di ergonomia siamo perduti: a un'auto non si può chiedere tutto. E' impossibile".

L'auto però è un processo creativo, anche chi progetta un motore ci mette del suo.

"Si, in un'auto c'è la passione di tutti quelli che ci hanno lavorato. Ma noi designer alla fine siamo dei privilegiati perché con le nostre carrozzerie copriamo il lavoro di tutti gli altri".

Stiamo sconfinando pericolosamente nel mondo dell'arte. Già che ci siamo rimaniamoci un attimo: un famoso slogan di una casa automobilistiche diceva "La bellezza non basta". Un creativo come lei potrebbe sostenere il contrario? La bellezza basta?

"No, non basta, deve essere proporzionata alla sostanza della macchina, al peso e ai cavalli che ha. Se una macchina non ha il mix giusto è un flop. Chi compra una cosa solo per l'estetica rimane sempre deluso. L'importante è sempre sapere dove si va con un progetto: quando faccio un'auto non mi illudo mai di fare un'opera d'arte".

Ma qualcuno le sue auto le considera proprio così...

"Senza volerlo si fanno cose che hanno 'anche' un contenuto artistico. Una bella differenza no?"

(27 maggio 2009)

Giugiaro: "Così il web sta rivoluzionando l'auto" - Motori - Repubblica.it

Intervista interessante (come non mi sarei aspettato dalla firma dell'articolo) con molti spunti. Non so se la sezione sia la piu' adatta, lascio giudicare ai moderatori.

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Guest EC2277
...

"Io dico che basta solo la spia della benzina, il resto non serve a nulla. Oggi le auto sono talmente perfette che non hanno più bisogno di 'chiedere' qualcosa. Però la concorrenza fa sì che si cerchino sempre soluzioni nuove per attirare, per motivare l'acquisto, per spingere la gente a cambiare la vettura. Con una sempre più ricca di accessori elettronici, al di là delle dimensioni e del segmento di mercato".

...

Mi vengono in mente i topic nei quali gli autopareristi si scannavano sulla qualità della Bravo e sulla stoltaggine della FIAT che non aveva foderato tutta la plancia in materiale morbidoso, morbidoso. Leggevo certe discussioni e mi chiedevo: «Ma stanno parlando delle tette di una donna o della plancia di un'auto?

Io, quando guido la mia Corsa del 2001, non mi metto a palpeggiare la plancia; a dire il vero manco la guardo poiché sono concentrato sulla guida. :?»

Insomma confermo tutto. Siamo talmente ossessionati dal nostro voler avere sempre di più che le Case automobilistiche c'infarciscono l'auto di cretinate inutili, spacciandocele però come figate irrinunciabili e, così facendo, siamo felici di cambiare, complice la svalutazione, l'auto ogni 3 anni quando potrebbe camparne 20. :roll:

Modificato da EC2277
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Mi vengono in mente i topic nei quali gli autopareristi si scannavano sulla qualità della Bravo e sulla stoltaggine della FIAT che non aveva foderato tutta la plancia in materiale morbidoso, morbidoso. Leggevo certe discussioni e mi chiedevo: «Ma stanno parlando delle tette di una donna o della plancia di un'auto?

Io, quando guido la mia Corsa del 2001, non mi metto a palpeggiare la plancia (a dire il vero manco la guardo poiché sono concentrato sulla guida). :?»

Insomma confermo tutto: siamo talmente ossessionati dal nostro voler avere sempre di più che le Case automobilistiche c'infarciscono l'auto di cretinate inutili, spacciandocele però come figate irrinunciabili e, così facendo, siamo felici di cambiare, complice la svalutazione, l'auto ogni 3 anni quando potrebbe camparne 20. :roll:

sottoscrivo......le pippe sul goffrato delle plastiche e la qualità percepita son da lettino dello psicanalista IMHO :lol:Happy:clap:b1:b9

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ma soprattutto ...

Giugiaro] Voglio capire dove si fanno gli utili. Bisogna produrre 10 milioni di vetture per salvarsi? Pazzesco".

le case devono proporre sempre cose nuove perche' il nostro e' un mercato gia' saturo ; ma piu' lo fanno e piu' i clienti ricercano a loro volta cose nuove, e così le case devono di nuovo rilanciare...

il problema e' che cose nuove vuol dire spesso inutili e comunque sempre "costose"

difficile fermare il circolo vizioso . Solo l' introduzione di nuove tecnologie mirate all' ecologia ed al risparmio potrebbero riportare il tutto su un piano un po' piu' pratico e meno effimero

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Guest EC2277
ma soprattutto ...

le case devono proporre sempre cose nuove perche' il nostro e' un mercato gia' saturo ; ma piu' lo fanno e piu' i clienti ricercano a loro volta cose nuove, e così le case devono di nuovo rilanciare...

il problema e' che cose nuove vuol dire spesso inutili e comunque sempre "costose"

difficile fermare il circolo vizioso . Solo l' introduzione di nuove tecnologie mirate all' ecologia ed al risparmio potrebbero riportare il tutto su un piano un po' piu' pratico e meno effimero

Direi che semmai servirebbe un (utopico) cambiamento nella mentalità dell'automobilista medio può riportare il mercato dell'auto nei limiti del buonsenso poiché, quando vedi la gente che (tanto per fare un esempio) cambia il proprio cellulare ogni sei mesi avendo visto l'amica con il nuovo modello avente la fondamentale fotocamera con ben 0,2 megapixel in più, allora vuol dire che è proprio il nostro cervello ad essere sbagliato.

Modificato da EC2277
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ma soprattutto ...

il problema e' che cose nuove vuol dire spesso inutili e comunque sempre "costose"

Ci sono delle cose su cui mi sento di spendere dei soldi senza battere ciglio e cioè i dispositivi di sicurezza, altre di cui non mi frega nulla e che ti "appiccicano" facendotele pagare salate (che so il cassetto portaoggetti refrigerato, i cerchi in lega, la luce di cortesia sull'aletta parasole ecc.)

Le uniche tre cose "effimere" di cui non mi sentirei più di fare a meno sono l'autoradio il clima ed i vetri elettrici e se vai ben a veder sono cose che 30 anni fa qualsiasi scassone di macchina americana aveva già mentre da noi erano optional anche sulle macchine più costose.

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approvo il "j'accuse" al consumismo. In fondo di quello si tratta.

Volevo aprire un topic sul perchè una gpunto con il 1.6 pesa 1400 chili. Però meglio di no.

Voglio i sedili termomassaggianti in fibra di pilu.

In principio fu lo scudo, poi i bulloni, quindi i cerchi a turbina, poi i fari,quindi i led,poi il pianale,quindi il nome,poi venne il turno della plafoniera, non fu da meno il bagagliaio, infine (per poco ancora) il volante con i tasti della punto. Ho dimenticato qualcosa? :mirror:

Ah si, il peso dichiarato rispetto la Bravo, il feeling dello sterzo, lo schema delle sospensioni, i motori.

Ovviamente anche il devioluci ed il prosciutto, la maschera della plancia.

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