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[NBA 2008/09] La Finale: L.A. Lakers - Orlando Magic


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Lakers-Magic' date=' al via la finale

Kobe: "Sono preoccupato"[/size']

Nba: questa notte in California gara-1 fra Los Angeles e Orlando. Il giocatore simbolo dei Lakers cerca il primo titolo dopo la partenza di Shaq: "Ci hanno battuto due volte in stagione regolare e tre delle ultime quattro. Ma siamo pronti"

LOS ANGELES (Usa), 4 giugno 2009 - Piove. Non capita spesso in Southern California. Ma all’interno dello Staples Center le uniche nuvole visibili sono quella sopra la testa di Kobe Bryant. L’ultima conferenza stampa alla vigilia di gara-1 offre al pubblico un Bryant totalmente diverso da quello che siamo abituati a vedere.

kobe sente il peso — Cupo, sguardo cattivo, mai un sorriso, non una battuta, risposte secche e concise. Forse sente il peso di una finale che può solo perdere, almeno secondo la stragrande maggioranza dei pronostici. Quella finale che dovrebbe mettere a tacere una volta per tutte i critici che lo accusano di non aver mai portato a casa un anello dopo la partenza di Shaq. Kobe nega, deciso: "Chi capisce di basket sa che sono fesserie - attacca - Shaq senza di me non avrebbe mai vinto, mai, neppure in un milione di anni. Così come io e lui non ce l’avremmo fatta senza Robert Horry e gli altri. E’ uno sport di squadra. E non sento la necessità di vincere senza Shaq per validare la mia carriera".

su orlando — I Magic lo preoccupano: "Ci hanno battuto due volte in stagione regolare e tre delle ultime 4. Sono molto preoccupato. Ma siamo pronti, sicuramente più di quanto non lo fossimo un anno fa. Non c’è più l’effetto 'prima volta' per molti". E sulla mancata sfida con LeBron: "Mi dispiace per lui perché è un amico, ma allo stesso tempo sono contento per Howard, anche lui mio amico. Ma per me conta essere qui, contro chi, poco importa".

jackson vs gundy — Phil Jackson contro Stan Van Gundy. E’ argomento molto gettonato alla vigilia. Il nove volte campione contro il debuttante sfigato (più che altro per come si presenta e non si sa vendere). Il coach dei Magic se la ride però: "La sfida è Magic-Lakers, non Jackson-Van Gundy. Per fortuna non scendiamo in campo noi due, sarebbe un problema. Lui ha vinto un titolo da giocatore con i Knicks, io ero un modesto giocatore di terza divisione. I problemi all’anca di Phil potrebbero spostare un pochino l’ago della bilancia ma non basterebbero...".

occasione unica — Quando nella stanza entra Dwight Howard, l’atmosfera cambia rispetto a quando parlava Kobe. Il sorriso contagioso di Superman coinvolge subito i giornalisti. Ma poi si fa sul serio: "L’ho detto ai compagni dopo gara-6 con i Cavs: è solo un passo verso l’obiettivo finale. Godiamoci questa vittoria, ma il traguardo è un altro. E cerchiamo di approfittarne, perché è un’occasione che potrebbe non ripresentarsi".

da La Gazzetta dello Sport

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Prova di forza

I Lakers stendono Orlando

Micidiale prestazione di Los Angeles che ipnotizza i Magic e li batte 100-75 nella gara-1 della finale Nba. Bryant strepitoso mette a referto 40 punti. La parata per il 15° titolo è solo questione di sbrigare le prossime tre pratiche previste dal regolamento

LOS ANGELES' date='[/b'] 4 giugno 2009 - Un massacro. Venticinque punti (100-75) di scarto e partita già segnata all’intervallo. Se i Magic sono questi, ma, soprattutto Kobe (40 punti con 16/34 al tiro, 8 rimbalzi e 8 assist in 38’) è quello visto ieri notte in gara-1, a Los Angeles possono già preparare le transenne lungo le strade del centro. La parata per il 15° titolo è solo questione di sbrigare le prossime tre pratiche previste dal regolamento. Superman Howard (12 punti con 1/6 al tiro) ha trovato ad aspettarlo la kryptonite: una difesa fatta di costanti raddoppi (quando non lo marcava Bynum, limitato dai falli). Ma il fallimento di gara-1 dei Magic (29.9% dal campo contro il 46.1 dei Lakers) è stato totale. Turkoglu (13 con 3/11), Lewis (8 con 2/10), Alston (6 con 2/9): nessuno si è salvato al debutto in una serie per il titolo. Il segnale peggiore è stato l’atteggiamento di Orlando, una volta andata sotto di molti punti: ha mollato, cosa che non gli era mai accaduta in questi playoff. Per i trionfatori, tutti invece hanno contribuito: Gasol (16 e 8 rimbalzi), Odom (11 e 14) ma anche Walton (6) e Fisher (9) sono stati importanti, accanto al Kobe Show.

PRIMO TEMPO — Parte forte Bynum con 3 canestri nei primi 4’, mentre i Magic puntano sull’isolamento per Howard, che riceve palla fuori area ma ha spazio per metterla a terra e penetrare. I Lakers rispondono con Kobe che cerca di abusare della marcatura del leggerino Courtney Lee in post basso. Il risultato è un 12-12 dopo 6’30" al primo timeout. I primi cambi vedono Pietrus per Lee e Battie (che spara sul ferro due volte da 4 metri) per Lewis. I Lakers hanno problemi di falli, con Bynum e Ariza che vanno a sedere con due nel giro di 18" verso la fine del primo periodo. Ma anche Orlando finisce nei guai, quando uno sfondamento molto dubbio di Howard su Gasol spedisce Superman in panchina con due falli 30" più tardi. I primi 12’ si chiudono con i Magic avanti di 2 (22-24 con 9 di Turkoglu) nonostante una sola tripla (su 2 tentativi) a segno, con i Lakers che difendono forte sul perimetro. Il secondo quarto vede il rientro di Jameer Nelson dopo 4 mesi d’assenza (giocherà 12’ filati). Il play fa subito sentire la sua presenza orchestrando alla grande (2 punti e 3 assist in 3’) il primo break della partita (28-33 a 8’32" dalla pausa), con Kobe in panca a rifiatare. Ma basta che torni Bryant, Pietrus sparacchi a salve (0/4) e Walton metta 6 punti pesanti e L.A. risorpassa (34-33 a -6’30"). Allora è Van Gundy a rimettere Howard e Turkoglu ma i Magic non trovano più il canestro dal campo e Kobe scalda la mano (16 punti con 8/15). Il vantaggio gialloviola arriva a 7 (41-34 con tripla di Fisher a -4’). Dopo 5’29" d’astinenza, la tripla di Pietrus toglie il tappo al canestro dei Lakers (43-39). Ma ora i californiani difendono alla morte e Orlando va un po’ in confusione. Kobe è immarcabile e va al riposo con 18 punti e 6 assist e i suoi avanti di 10 (53-43) con 9 punti pesanti di Fisher. L.A. tira con il 52%, Orlando con il 36%.

Ripresa Kobe apre la ripresa con 4 punti in fila (57-43), i Magic hanno un sussulto con due triple di Lee (59-50) ma ricadono nel baratro quando Alston non punisce i raddoppi su Howard (1/6 a quel punto della gara) e Bryant sforna assist per Odom e Gasol che valgono il 68-50 a 5’42" dalla fine del terzo quarto. Orlando sembra impotente dinanzi all’orchestra gialloviola. Kobe entra in un’altra dimensione, vede il canesto grande come la piscina di casa, segna in ogni modo e da qualsiasi posizione, uno spettacolo straordinario. I Lakers toccano il +23 (75-52) con il 24 gialloviola a quota 34 con 15/27 al tiro. L’ottavo assist del Mamba Nero per il trepunti di Ariza porta a 25 il vantaggio interno (80-55). Il quarto periodo è pura accademia. Domani notte si torna allo Staples per gara-2. Van Gundy farà bene a trovare qualche rimedio, anche se contro un Kobe così, c’è davvero poco da fare.

da www.gazzetta.it

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Kobe' date=' favoloso killer[/size']

Bryant dopo lo show in gara-1 contro Orlando non si concede nulla: "Dimenticare in fretta questa partita, è la cosa migliore". Vuole il primo titolo senza O'Neal: "Sono motivato come non mai". Phil Jackson: "Gioca sempre così le partite che contano"

LOS ANGELES, 5 giugno 2009 - Lo stesso sguardo della vigilia, gli stessi occhi della tigre, le stesse parole (poche), la stessa intensità che aveva dimostrato in campo sino a pochi minuti prima. Per Kobe Bryant non è cambiato nulla. Il +25 di gara-1 lo lascia quasi indifferente, anche se alla fine un sorriso gli scappa.

dimenticare in fretta — La domanda su cosa dovranno fare i Lakers nei due giorni che separano le squadre da gara-2, dopo la larghissima vittoria, ancora più netta di quanto lo scarto già ampio lasci intuire, è l’assist che aspettava: "Dimenticare in fretta questa partita, è la cosa migliore". Tenere alta la guardia, perché Orlando non potrà giocar peggio di quanto fatto nella prima gara per l’anello. Il primo capitolo della saga che dovrebbe portare i gialloviola al 15° titolo e Bryant al primo senza Shaq e al primo premio di mvp delle finali, si chiude lì, sulle scarne parole del figlio di Jellybean. La maschera che indossa, sistemandosela con cura dietro le quinte da attore consumato qual è, resterà incollata al viso del 24 gialloviola sino alla sirena dell’ultima partita di questa serie che pare già segnata. "Non avete idea di quanto voglia vincere - prosegue - Sono motivato come non mai". Ci crediamo Kobe.

fenomeno con maschera — Con o senza la maschera da killer, che invece rischia solo di alimentare le critiche sulla sostanza del campione, su quello che c’è sotto il vestito. Eppure è tanto semplice. Chi lo ha visto dipingere pallacanestro sul parquet dello Staples Center giovedì sera è rimasto incantato. Chi lo ama lo ha osannato, chi lo odia non ha potuto non applaudirlo. Persino coach Phil Jackson, "nemico" per la pelle di Kobe, pur trovando il modo di tirargli una frecciatina ("Lo abbiamo cercato un po’ troppo spesso in attacco") ha ovviamente riconosciuto la prova stratosferica del suo campione: "Sorpreso? No, gioca sempre alla grande nelle partite che contano". La maschera sino alla fine, anche quando si tira in ballo la famiglia: "A casa le mie bambine mi chiamano brontolone in questi giorni". Ok Kobe, fermati pure, ci hai convinti. Ci sono momenti in cui ti viene voglia di strappargliela, di vedere cosa c’è dietro, di capire perché ha così tanto bisogno di legittimazione da parte di tutti, amici o nemici, bianchi o neri, avversari o compagni. Ma poi ripensi a quello che ha fatto qualche decina di minuti prima, a quei tiri sospeso in aria, finta, avvitamento, difensori storditi, solo il fondo della retina. E allora abbassi lo sguardo e, almeno per una sera, lo accetti per quello che è. Un fenomeno paranormale. Con o senza maschera.

da La Gazzetta dello Sport

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Orlando' date=' prime crepe[/size']

Dopo il brutto -25 di gara 1 c'è polemica dentro ai Magic. Alston: "Il coach mi ha lasciato seduto tre quarti d'ora". La replica di Van Gundy: "Storie". Preoccupa la passività a rimbalzo. Ancora Van Gundy: "Se loro ci vanno in 5 e noi fermi non c'è schema che tenga..."

LOS ANGELES (Usa), 5 giugno 2009 - Il giorno dopo il -25 che ha iniziato nel peggiore dei modi la seconda finale della loro storia, c’è già qualcuno dei Magic che si lamenta. Non della prestazione clamorosamente sottotono (solo 23 tiri realizzati in tutta la partita con il 30% al tiro), ma dello scarso impiego e dei troppi minuti consecutivi passati in panchina. Ad alzare la cresta è Rafer Alston, il play arrivato a febbraio da Houston per sostituire l’infortunato Jameer Nelson.

rimasto seduto — "Sono rimasto a sedere per tutto il secondo quarto - raccontava ieri "Skip to my Lou" all’allenamento dei Magic - Se ci aggiungete l’intervallo, ho passato un buon tre quarti d’ora senza giocare. Normale che quando sono rientrato fossi freddo". Coach Stan Van Gundy non sta nemmeno ad ascoltarlo: "Vero, non avrei dovuto far giocare 12’ filati a Nelson al rientro, ma le parole di Rafer mi sembrano solo scuse". Alla faccia del compattare le fila in vista di gara-2... Il tecnico ha comunque ribadito che Alston partirà in quintetto anche in gara-2: "Non credo proprio di poter pensare a Nelson come play titolare, non dopo che è stato fermo 4 mesi. Nelle prossime gare non lo utilizzerò più di 6-7’ alla volta".

senza un perchè — Hedo Turkoglu, uno dei pochi a non sfigurare, almeno in avvio, ripete ossessivamente lo stesso ritornello: "Avevamo poca energia, una partita in cui non è andato bene niente, abbiamo sbagliato tiri facili, che normalmente vanno dentro. Sono certo che non si ripeterà". Ma la domanda sul perché in una finale Nba, la prima della loro vita, i giocatori di Orlando siano scesi in campo spenti, resta senza precisa risposta. Van Gundy rincara la dose: "Il migliore è stato Marcin Gortat". E, con tutto il rispetto, se il polacco è il numero uno di una finalista Nba, beh, qualcuno in Florida dovrebbe preoccuparsi.

rimbalzo — Altro fattore importante, secondo Van Gundy quello decisivo, è stato il dominio a rimbalzo dei Lakers: "Posso darmi colpe per tante cose, non mi sono mai nascosto, ma se quando la palla si alza loro vanno in cinque a rimbalzo e noi siamo passivi, c’è poco che possa fare dalla panchina, non esiste uno schema per risolvere quel problema". In effetti i californiani hanno banchettato nell’area dei Magic, segnando 56 punti e catturando 55 rimbalzi totali (15 offensivi) contro i 42 di Orlando. Anche Turkoglu punta il dito su questo aspetto della sconfitta: "Dobbiamo assolutamente fare un lavoro migliore nel difendere l’area, altrimenti sarà un’altra lunga serata. Ma sono fiducioso, abbiamo sempre reagito alle sconfitte quest’anno, anche quando tutti ci davano per spacciati. Lo faremo anche stavolta".

da La Gazzetta dello Sport

Modificato da Navarre75

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Finale Nba: i Lakers volano sul 2-0

Orlando battuta 101-96 in gara-2

Continua' date=' seppur con qualche brivido, la marcia dei [b']Los Angeles Lakers verso il titolo Nba. La squadra di Kobe Bryant si è aggiudicata anche gara-2 della finale, battendo a Los Angeles 101-96 gli Orlando Magic dopo un tempo supplementare. I tempi regolamentari si erano infatti chiusi sul punteggio di 88-88 dopo che a 0,6 secondi dalla fine Courtney Lee (Orlando) ha avuto tra le mani il pallone del canestro decisivo, ma ha colpito il ferro.

All'overtime, i Lakers hanno piazzato la stoccata vincente con un parziale di 13-8 e hanno ipotecato l'anello destinato ai campioni. Los Angeles ringrazia il solito Kobe Bryant (29 punti e 8 rimbalzi), ben assistito da Pau Gasol (24 punti e 10 rimbalzi). Il lungo spagnolo merita elogi non solo per il canestro che ha fruttato l'88-88, ma anche per la difesa che nell'ultima azione dei tempi regolamentari ha impedito a Lee di concludere in maniera più comoda.

Ai Magic non sono bastati i 34 punti di Rashard Lewis (12/21 al tiro e 6/12 da 3 punti) e i 22 di un ispiratissimo Turkoglu, che a 1"8 dal termine del quarto periodo, con una difesa magistrale, ha impedito a Bryant di chiudere la sfida nei 48' canonici.

8 giugno 2009

da www.sportmediaset.it

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Lakers sempre più favoriti

Kobe frena: "Non è finita"

Dopo aver rischiato di perdere gara-2' date=' Los Angeles sembra essere riuscita a respingere l'assalto di Orlando e vola verso il titolo Nba. Van Gundy non si rassegna: "La prossima partita può far girare la serie. E se le nostre guardie si svegliassero..." [/size']

LOS ANGELES (Usa), 8 giugno 2009 - Il giorno dopo gara-2 passa sotto silenzio. Non tanto per l’eco dell’errore di Courtney Lee che è costato ai Magic l’1-1 e molto probabilmente ogni chance di titolo - quello risuona ancora, eccome - quanto perché le squadre si sono spostate da una costa all’altra, oltre 3000 km e 5 ore di volo per passare dalla California alla Florida, senza quindi il quotidiano incontro con la stampa.

i dubbi di stan — Ma ci sono le tante parole spese subito dopo la fine della partita di domenica per analizzare gara-2 e cercare di prevedere cosa accadrà stasera all’Amway Arena di Orlando in gara-3. Stan Van Gundy, coach dei Magic, ha annunciato al mondo di aver esaurito i quintetti da opporre ai Lakers: "Le ho provate tutte: Turkoglu come play, guardia, ala piccola. Lewis da ala piccola o ala pivot, due lunghi, niente play... Ma per ora nulla ha funzionato". In realtà i progressi dei Magic sono stati evidenti in gara-2. Sono passati da un -25 senza storia a una sconfitta al supplementare che avrebbe potuto trasformarsi facilmente in vittoria se Lee non avesse sbagliato quel rigore. "Il problema principale è stato l’apporto delle nostre guardie - rincara Van Gundy -. Al momento i Lakers devono marcare solo 3 giocatori su 5... Devono iniziare a far canestro da fuori, anche perché hanno sbagliato tanti buoni tiri". Il solo fatto che Orlando debba studiare soluzioni alternative per cercare di frenare i gialloviola, fa capire che in queste finali c’è una squadra che comanda e l’altra che si adegua, chiaro segnale di debolezza. Normalmente una finalista gioca per sfruttare i suoi punti di forza, pur effettuando correzioni in corsa per adattarsi agli avversari, ma senza snaturare completamente il proprio gioco, cosa che a volte Orlando ha fatto nelle prime due partite.

kobe prudente — I Lakers, dal canto loro, continuano con il profilo basso, strada tracciata dal loro leader, KobeBryant. Che anche dopo gara-2 ha proseguito con la recita nel ruolo da duro a tutti i costi: "Sorridere? E perché mai dovrei sorridere? C’è ancora molto lavoro da fare. Non mi pare che sia finita qui". Chissà se ci crede davvero. Non essendo stupido, avrà capito anche lui che il divario tra Lakers e Magic non può essere colmato con il solo fattore campo. Certo, in casa Orlando tirerà meglio e magari vincerà anche una o due partite, ma il 15° anello dei gialloviola è già in cassaforte.

quella volta che wade... — "Sappiamo benissimo dove ci troviamo, sotto 2-0 - spiegava Van Gundy domenica -. E sappiamo che per vincere il titolo dobbiamo passare in casa dei Lakers. Non ci siamo riusciti nelle prime due partite, il compito si fa più arduo, ma non impossibile. Ai ragazzi ho detto che una grande gara-3 può far girare la serie. Ricordo bene le finali 2006. Ero ancora a Miami senza avere un accidente da fare - dice con ironia, visto che durante la stagione era stato cacciato da Pat Riley, che prese il suo posto sulla panchina degli Heat, portandoli al titolo -, Dallas era avanti 2-0 e stava dominando gara-3. Poi Wade s’inventò un finale pazzesco e i Mavs non si ripresero più".

howard limitato — Già, ma questi Lakers non sono nemmeno lontani parenti di quei Mavs, anzi, l’esatto opposto, forti di testa e con un killer come leader. Cosa potrà cambiare in gara-3? Poco, se non le percentuali di tiro dei Magic, che, almeno stando alla legge dei grandi numeri, dovrebbero migliorare. Ma il vero problema, ovvero far sì che Dwight Howard torni a fare sfracelli in area come contro i Cavs in finale Est, pare irrisolvibile. "Devo essere più paziente quando arrivano i raddoppi - spiegava Superman dopo gara-2 -. E dovremo cercare di correre di più. A difesa schierata è difficile far male ai Lakers. Phil Jackson è intelligente, mi raddoppia con un altro lungo, ingabbiandomi, così faccio fatica a ributtare la palla fuori". E poi riparte con il mantra: "Abbiamo sempre reagito ad ogni avversità durante la stagione, lo faremo anche ancora". Ma stavolta non pare crederci nemmeno lui.

da La Gazzetta dello Sport

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Orlando c'è: Lakers battuti

Finisce 108-104' date=' ora è 2-1 Los Angeles[/size']

Si riaprono i giochi per il titolo del campionato Nba di basket: dopo aver perso le prime due partite, in gara 3 gli Orlando Magic hanno sconfitto i Los Angeles Lakers 108-104, portandosi così sul 2-1 per quanto riguarda le finali, che si giocano al meglio delle sette partite. Guidati da un Dwight Howard tornato all'altezza della sua fama, gli Orlando Magic hanno ottenuto una vittoria senza ombre, restando sempre in vantaggio per tutta la gara.

A metà partita il risultato era di 59-54, 81-75 dopo i primi tre tempi, 108-104 alla fine. Nella prossima partita, in programma giovedì prossimo ancora ad Orlando, in Florida, i Magic hanno così la possibilità di pareggiare i conti e portarsi sul 2-2 nelle partite di finale.

Le due gare successive, però, si giocheranno a Los Angeles e proprio per questo i Lakers continuano ad essere dati per favoriti per il titolo finale. Per gli Orlando Magic, oltre a quella di Howard, autore di 21 punti e 14 rimbalzi, ottima la prestazione del giovane e 'piccolo' Rafer Alston, che ha messo a segno 20 punti. Tra i Lakers il migliore è stato ancora una volta Kobe Bryant, con 31 punti.

10 giugno 2009

da www.sportmediaset.it

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Alston' date=' che fenomeno[/size']

Rivincita da playground

ORLANDO (Florida), 10 giugno 2009 - Lo chiamano Skip to my Lou, soprannome che Rafer Alston si è guadagnato sui playground di New York, dei quali è ormai una leggenda. Non ha un significato particolare, è solo una canzone folk, e l’aggancio al play che ha contribuito in maniera fondamentale alla vittoria dei Magic in gara-3 delle finali Nba è legato al modo in cui palleggia (lo skip è un passo fatto saltellando).

PROTAGONISTA INATTESO — Alston era stato ceduto da Houston a Orlando prima della chiusura del mercato, a febbraio, dopo l’infortunio del play titolare dei Magic, Jameer Nelson, un all star da 15 punti a partita. I Rockets se ne erano liberati perché lo ritenevano inadatto a servire il loro centro di 2.29, il cinese Yao Ming. In effetti Rafer non è esattamente parente di John Stockton in quanto ad assist o regia. È, appunto, un giocatore da campetto, con finte e controfinte ubriacanti, invenzioni da circo, ma anche fesserie che fanno venire i capelli bianchi ai suoi allenatori. Nelle prime due partite delle finali era stato disastroso, arrivando a mettere insieme una striscia di 1/13 al tiro dopo i primi canestri di gara-1.

CONCORRENZA — Uno dei motivi del calo di rendimento può essere direttamente correlato al rientro di Nelson, buttato nella mischia da coach Van Gundy in gara-1 (e lasciato in campo per tutto il secondo quarto) dopo 4 mesi senza aver toccato palla in partita. Alston si era sentito un po’ tradito e aveva perso fiducia. "Io e coach ci capiamo al volo - spiegava ieri dopo la vittoria sui Lakers, ancora avanti 2-1 nella serie al meglio delle 7 -. So benissimo che non era nulla di personale, entrambi facciamo quello che riteniamo giusto per far vincere i Magic". Da parte sua, l’allenatore di Orlando spiegava in modo divertente la resurrezione di Skip to my Lou in gara-3: "Sono un genio della motivazione. Ho pensato due giorni interi a cosa avrei detto a Rafer per caricarlo e alla fine me ne sono uscito con questa frase: <Vai e fai la tua partita>. Geniale, vero?".

PARTITONE — E la sua partita, Alston l’ha fatta. Attaccando il canestro, spaccando in due la difesa dei californiani, finendo con 20 punti (8/12 al tiro con 1/1 da 3), 4 assist e 3 palle perse in 37’. Con Nelson (11’ giocati) ridotto a fare la riserva di Rafer, quando Van Gundy lo richiamava in panchina per rifiatare. "Cosa è cambiato rispetto alle prime partite? - proseguiva il newyorchese - Che non me ne stavo più fermo oltre la linea da tre punti ad aspettare la palla manco fossi Ray Allen... Sono stato aggressivo, ho giocato con maggior energia. Sono felice per la vittoria, ma, pur tirando con il 65%, un record per le finali, abbiamo rischiato di perdere. Dovremo migliorare ancora in gara-4 se vogliamo pareggiare la serie".

da www.gazzetta.it

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Kobe il duro' date=' Dwight fa sms

E le finali ora si infiammano [/size']

Vigilia di gara 4. Tra i Lakers Bryant respinge la tesi di Jackson per cui sarebbe stanco: "E se anche fosse? Andrei oltre lo stesso. Preoccupato di Orlando? No, ma dobbiamo difendere meglio". Tra i Magic c'è Howard che carica i compagni coi messaggini

ORLANDO (Florida), 10 giugno 2009 - Kareem che critica Howard. Mourning che attacca Phil Jackson. Le finali stanno prendendo quota. Quando le notizie non arrivano solo dal campo, ma dagli spogliatoi o da chi guarda anche da lontano le partite, vuol dire che si sta arrivando al momento topico della serie. Kareem Abdul Jabbar dice che il gioco in attacco di Superman è "troppo prevedibile". L’ex pivot di Miami, invece, sostiene che "il vero allenatore dei Lakers è Bryant. È lui quello che prende le decisioni. L’unica cosa che fa Phil è chiamare timeout". Il giorno dopo gara-3, con la prima vittoria in finale nella storia di Orlando, ci si ritrova in mattinata all’Amway Arena. Sono passate poche ore dalla vittoria dei Magic, troppo poche per poter sperare di scoprire qualcosa di diverso rispetto a quello emerso subito dopo la sirena.

notte in bianco — "Non ho nemmeno avuto il tempo di rivedere tutta la partita - ammetteva coach Jackson - Mi sono fermato al primo tempo, poi era già ora di venire all’allenamento e a parlare con voi giornalisti. Non sono il tipo che passa la notte in bianco a riguardar filmati...". I Magic hanno la stessa faccia di quando perdevano. Equilibrati nel bene e nel male, come ricorda Rafer Alston: "Howard ci ha definito una squadra di sciocchi. Ha ragione: ci piace far comparire un sorriso sul volto dei compagni, serve per alleviare la tensione. Dwight ci manda un sacco di sms con messaggi motivazionali. Siamo fatti così".

kobe stanco — "Kobe è stanco, anche se non lo ammetterà mai". Parole di coach Jackson. Che ovviamente Bryant smentisce, anche se non seccamente: "Ho colpito il muro (modo di dire statunitense che equivale al nostro "essere alla frutta")? No. E anche se fosse? Lo abbatterei con una spallata". Jackson avrebbe voluto farlo riposare più a lungo ad inizio quarto periodo di gara-3, ma il punteggio non glielo ha permesso. E la tesi della stanchezza è supportata dai numeri: nelle ultime due stagioni, Olimpiade compresa, Kobe ha disputato 202 partite. Una cifra impressionante che non può non aver lasciato tracce nel corpo di un 30enne ma con oltre 1000 gare Nba nelle gambe in 13 anni di carriera pro’. Preoccupato per come i Magic hanno trovato il modo di rendere Howard più efficace, specialmente ributtando la palla fuori agli esterni? "Ovviamente sì - prosegue Bryant - Dobbiamo ribattere facendo ulteriori aggiustamenti difensivi. E non possiamo concedergli percentuali così alte come in gara-3 (62.5%, record per le finali, ndr.)".

van gundy sincero — Stan Van Gundy è commovente nella sua sincerità e semplicità. Al tecnico dei Magic non piace fare giri di parole, usare la psicologia per motivare i suoi o analizzare cose che non hanno rilevanza diretta su come gioca la sua squadra. "Siete voi media sempre in cerca di una spiegazione che magari non c’è. Ci deve sempre essere un motivo ulteriore dietro a qualcosa che magari è invece banalissimo. La risposta più semplice e ovvia, quasi sempre è quella giusta. Poca esperienza nelle finali, l’inerzia della serie, la mancanza di rispetto di chi ci dava già per morti: sono tutte cose delle quali non mi preoccupo. Non ho tempo per pensarci. Sono troppo concentrato a cercare di fermare i Lakers e vincere il titolo". Banale forse, ma sincero. Stasera vedremo se avrà trovato il modo per pareggiare la serie. O se si troverà a un passo dal baratro.

da La Gazzetta dello Sport

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Lakers a un passo dal 15° urrà

Los Angeles si porta 3-1 nella serie davanti al capitano bianconero. Fisher firma la vittoria (99-91) all'overtime' date=' il Superman di Orlando sbaglia i due liberi decisivi[/b']

ORLANDO (Florida), 11 giugno 2009 - Suicidio Magic. Sopra di 5 a 32" dalla fine, riescono a perdere gara-4 al supplementare (91-99), per colpa di due liberi sbagliati da Howard (6/14 dalla lunetta) e il solito fallo non commesso sull’ultima azione, sopra di 3, con tripla del pareggio di Fisher a 4" dalla fine. Che poi risolve anche in overtime, con un altro trepunti, quello del definitivo sorpasso a -31". Giusto così, perché se vuoi vincere un titolo non puoi permetterti fesserie del genere. E alla tua stella non possono tremare le mani quando più conta. Kobe tira male (11/31), forza moltissimo, ma pesca Fisher per il canestro decisivo. Domenica i Lakers possono festeggiare il loro 15° titolo. Orlando è invece orfana di Lewis (6 punti con 2/10 in 45’) e chiude con 17 palle perse (7 di Howard), 22/37 ai liberi, e 10 rimbalzi in attacco concessi, due sul possesso decisivo nel supplementare. Van Gundy, tecnico di Orlando, spiega così l’ultima azione: "Mancavano 11" quando hanno fatto la rimessa, troppi per far subito fallo. Abbiamo fatto un buon lavoro su Kobe ma ci siamo scordati completamente di Fisher. Ripensandoci sono pentito di non aver fatto fallo, ma solo ora, visto come è finita".

PRIMO TEMPO — C’è anche Ale Del Piero a godersi gara-4, da buon tifoso gialloviola. I primi 4 tiri di Orlando li prende tutti Lee oltre l’arco. Ne mette uno solo e poi esce con 2 falli al 3’. Kobe parte forte con 7 punti nei primi 6’ (12-11).

Ma i Lakers (che iniziano con 5/17 al tiro) hanno subito problemi di falli: Bynum, Gasol e Odom ne commettono 2 nei primi 9’. Devono entrare Mbenga e Powell. Howard è una belva: 11 rimbalzi (sui 12 di squadra) e 3 stoppate dopo 9’. Ma le 5 palle perse a zero tengono in corsa L.A.: 24-20 a fine 1° quarto con 9 punti di Alston e 13 di Kobe (4/7 contro il 3/13 dei compagni). La solita penosa comparsata di Vujacic a inizio 2° quarto (0/2 al tiro e difesa matador su Redick, entrato dopo il 2° fallo di Pietrus) lancia i Magic: 37-27 con 15 di un perfetto Turkoglu, 4/4 dal campo e ai liberi. A 6’ dall’intervallo arriva anche il 3° fallo di Odom, 2’ più tardi quello di Bynum. Un buon Redick (3 punti e 3 assist) ispira il massimo vantaggio interno (43-31 a -4’30"). Kobe segna i primi punti del quarto con una tripla a 3’55" dalla pausa. Al riposo Orlando è avanti di 12 (49-37). Kobe ha 16 punti con 5/12 e L.A. tira con il 33% contro il 48.6% dei Magic, che dominano in area (24 punti a 14 e 22-14 a rimbalzo, con 14 di Howard, che ha anche 5 stoppate e 6 punti, tirando male dalla lunetta, 2/7).

RIPRESA — Orlando rientra in campo molle e i Lakers la azzannano. I primi due canestri di Ariza (0/6 alla pausa) riportano L.A. a -5 (54-49 a -8’). Ma l’ex Magic non si ferma: segna 11 punti in 5’22" e quando Bynum fa 2/2 ai liberi è sorpasso sul 54-55 a -5’58" con parziale dilatato a 18-5. Altrettanto grave per Orlando è il 4° fallo di Turkoglu (dopo un 3° da schiaffi a metàcampo) a -7’11" del 3° periodo. Kobe arriva a 24 e i Lakers sono sopra di 4 dopo 36’ (63-67) con un 30-14 nel quarto. I Magic (6/18 nel quarto) sono a quota 14 perse e hanno lasciato a L.A. 8 rimbalzi in attacco. Lewis è un fantasma (3 punti con 1/6).

Van Gundy toglie Alston, fuori giri, ma Nelson fatica. Odom commette il 5° fallo (forse non suo) a -9’. Ogni possesso offensivo di Orlando è un’avventura. Ma Kobe torna a forzare (8/21), Howard (arrivato a 7 perse sulle 16 dei Magic, tante quante tutti i Lakers) mette 2 liberi, Pietrus (già 8 punti nel quarto) vola in contropiede, segna e prende fallo, ed è di nuovo vantaggio interno (76-75 a -5’38"). Nelson ora trova Howard (arrivato a 8 stoppate e 20 rimbalzi) in area: canestro e fallo per l’82-79 a -3’02".

FINALE — Ariza trova una tripla difficilissima allo scadere dei 24" (82-82 a -2’32"), ma Turkoglu replica a -2’10" (85-82). Howard stoppa (la 9ª!) Gasol e ancora il turco in entrata sigla il +5 (87-82) a -1’34". Kobe forza da tre a -1’01", Lewis sbaglia in avvicinamento a -37", Kobe trova Gasol con un fantastico assist per il -3 (87-84) a -31", Howard prende fallo a -11" ma sbaglia entrambi i liberi. Timeout Lakers, Kobe triplicato trova Ariza. Assist per Fisher che infila la tripla (0/5 sin lì oltre l’arco) dell’87 pari a -4" e 6 decimi, con i Magic che scelgono molto stupidamente di non mandare in Lakers in lunetta. Rimessa di Turkoglu, Lewis è marcato, palla a Pietrus che sbaglia malamente da 4 metri. Supplementare.

OVERTIME — Era dall’84 (Boston-Lakers) che le finali non andavano due volte al supplementare. Apre una tripla di Lewis che in un sol colpo raddoppia il suo bottino de primi 48’. Risponde due volte Kobe (90-91), Lewis e Howard sbagliano da zero metri, Bryant non prende nemmeno il ferro ma c’era fallo di Pietrus sul tiro, non fischiato. Howard torna in lunetta, sbaglia il primo ma mette quello del pareggio a 91 con 1’01" da giocare. Kobe fallisce altre due forzature ma Orlando non riesce a prendere il rimbalzo e alla terza occasione i Lakers li affossano. Bryant è ingabbiato ma trova ancora Fisher in punta: tripla e 91-94 a -31". Orlando decide di tentare subito il pareggio ma Turkoglu sbaglia la tripla, e in contropiede Gasol schiaccia il 91-96 a -21". Il turco trova ancora il ferro e Pau inchioda (con fallaccio antisportivo di Pietrus, vera porcheria) il 3-1 Lakers. Ora Los Angeles è veramente a un passo dal titolo. E’ solo questione di giorni.

da www.gazzetta.it

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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