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L'auto in TV negli Eighties: analisi dei mitici spot


PaoloGTC

Messaggi Raccomandati:

Vabbè che all'epoca di Tv ne guardavo praticamente zero,ma di questi spot non me ne ricordo nes-su-no! E quello che credevo di ricordare "E' tanto che aspettavo un'occasione così" convintissimo che fosse della Supercinque..:roll:

Se un pianto ci fa' nascere, un senso a tutto il male forse c'è !

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  • 5 mesi fa...

Visto che oggi piove, approfittiamone per riesumare topic andati persi.

Pescando nell'archivio e con l'aiuto della grafica :D parliamo di... questo.

Di tale spot abbiamo anche un making of, sempre sul web.

Però, visto che la lingua è quella che è, vediamo se si trova qualche cosa da raccontare in mezzo alle scartoffie.

Oh si, c'è. :)

Sedetevi in DeLorean, digitate 1986 e se riuscite a spingere abbastanza il polmone :D arrivate ad 88 miglia l'ora. Son qui che vi aspetto.

Ah bene, ce l'avete fatta (alla faccia di ACS e del suo PRV :D)

Allora potete leggere.

Dalla rivista AUTO – 1986

INCREDIBILE MA VERO

Alcuni dei nostri lettori si saranno certamente chiesti se quello che viene mostrato nelle varie pubblicità televisive risponde al vero. Il dubbio può essere particolarmente forte di fronte a certi spot cosiddetti 'dimostrativi' nei quali, appunto, si cerca di convincere il pubblico con l'aiuto di una dimostrazione delle qualità del prodotto in questione.

Una certa generica diffidenza verso la pubblicità è di carattere popolare; basta ricordare la frase ricorrente nel linguaggio comune '...tutta pubblicità' per indicare una certa esagerazione riguardo a certi avvenimenti.

Di fronte poi a spot come quello recente dell'Audi, l'incredulità può prendere il sopravvento. E' forse bene, allora, cogliere l'occasione per ricordare brevemente ai nostri lettori che in pubblicità non tutto è lecito.

Esistono leggi, regolamenti che devono essere rispettati da inserzionisti, agenzie pubblicitarie e media (TV, giornali, ecc.).

Il contenuto della pubblicità deve essere veritiero e non ingannevole o sleale.

La pubblicità 'dimostrativa' in particolare è la più esposta al rispetto di questi regolamenti e ciò che si vede negli spot deve essere dimostrabile nella realtà.

Ciò vale sia per un'automobile, come nel nostro caso, come per un detersivo che lava più morbido.

Quindi anche se resta sempre la componente della 'iperbole pubblicitaria' le affermazioni verbali e/o visive devono essere vere.

Certo che, nel nostro caso, si stenta ad accettare l'idea che un'auto di serie riesca a risalire niente di meno che un trampolino da sci completamente innevato.

Eppure l'Audi 100 Quattro ce l'ha fatta.

Probabilmente gli stessi responsabili della casa automobilistica tedesca e della sua agenzia pubblicitaria DB avevano qualche timore sulla riuscita dell'impresa, ma l'idea era talmente affascinante ed efficace (se fosse riuscita) che si è deciso di organizzare ugualmente l'impegnativo e oneroso spot.

La prima fase è stata la ricerca del posto più adatto, la cosiddetta location.

La scelta è caduta su uno dei più alti trampolini olimpici in Finlandia: un'impressionante struttura con il 40% di pendenza che si erge solitaria in un caratteristico paesaggio finnico.

Poi si è dovuto pensare a come risolvere i problemi di sicurezza. E se la macchina fosse slittata all'indietro? Che ne sarebbe stato dell'auto e, soprattutto, del pilota?

Bisognava trovare una soluzione poco visibile, semplice e sicura.

I tecnici dell'Audi hanno brillantemente risolto il problema: un cavo di acciaio, ancorato alle cime del trampolino, è stato fatto scorrere attraverso uno speciale meccanismo fissato sotto al pianale; in caso di slittamento all'indietro il meccanismo avrebbe bloccato il cavo arrestando la caduta della vettura.

Il cavo è stato appoggiato sulla neve e gli spettatori più attenti l'avranno forse notato, anche se poco visibile.

Ma questa misura di sicurezza non è stata giudicata sufficiente: alla base del trampolino è stata installata una robusta rete, stesa nella neve e ricoperta di teli bianchi per non renderla visibile, destinata ad alzarsi di scatto per frenare in extremis l'eventuale caduta dell'Audi 100.

Fatto questo ed applicato un enorme marchio Audi alla base del trampolino olimpionico (l'analogia dei simboli ad anelli non è casuale), bisognava trovare un valido e coraggioso pilota.

E' stato interpellato il campione tedesco rally '82 ed '84 Harld Demuth, che ha accettato volentieri.

IL GRAN GIORNO

Si ultimano i preparativi.

Un'enorme gru solleva l'Audi 100 rossa fino al tratto finale del gigantesco trampolino. L'allestimento del set viene completato: riflettori, diverse macchine da presa, tecnici, direttore della fotografia, regista e ben due elicotteri attrezzati per le riprese dall'alto.

Tutti gli uomini chiave della troupe, compreso il pilota, sono collegati via radio, si sta per effettuare il primo ciak, si è lavorato a lungo e duramente con un impegno finanziario non indifferente e tutti sono in trepida attesa.

Riuscirà l'Audi 100 4x4 a superare la parete ghiacciata con pendenza del 40%?

Harld Demuth accende il motore tra il silenzio generale; ingrana la prima, alza la frizione: l'Audi 100 comincia a salire.

Sale, sale sempre di più, tra l'entusiasmo generale: le 4 ruote motrici, le gomme chiodate e la tecnica Audi hanno fatto il miracolo.

Poi un sapiente montaggio del filmato completa l'opera.

Nasce così uno dei migliori spot pubblicitari dell'anno: incisivo e lapidario, solo immagini, rumori e musica; le parole sono superflue.

Film come questi non hanno prezzo.”

Fine.

Considerazioni paolesche:

-spot ben realizzato, ma fatto trenta, si poteva far trentuno: osservando il filmato si vede chiaramente che vi è un'inquadratura da telecamere piazzate verso la cima del trampolino (quando vediamo la 100 di fronte attaccare la rampa) e credo proprio sia nel punto in cui, nell'inquadratura finale, si vede del materiale piazzato in alto a destra sul trampolino.

Non si poteva coprir di teli bianchi come è stato fatto con la rete?

-sarò io che mi adagio sul pensiero comune 'tutta pubblicità” ma ho sempre pensato che quel cavo non fosse lì solo teso per entrare in azione in caso di scivolone. Vero che nel momento in cui si vede leggermente, gli spruzzi di neve che alza possono essere dati dal fatto che da sotto la neve il cavo si sta alzando per scorrere nella carrucola sotto il pianale, ma io ho sempre pensato che in qualche modo quell'auto fosse stata aiutata e tirata.

Mi sembrava troppo composta e poco seduta al posteriore, ma può essere che le sospensioni fossero state irrigidite per non far sollevare troppo il muso mentre il posteriore squattava.

Però... boh: anche la voglia di spiegare come e perchè c'era un cavo, mi ha sempre messo in testa che si trattasse di una mezza verità per coprire una bugia più grande.

“Spieghiamo perchè c'è il cavo, lasciamo anche che lo vedano un po': gli diremo il motivo e nessuno penserà che la 100 non ce l'avrebbe fatta.”

Poi... sbaglierò.

Però... :D

Ma ora cambiamo genere.

Dalla Germania alla Francia, dalla neve alla sabbia.

Insomma la BX che ne faceva di tutti i colori.

Non siete ancora risaliti sulla DeLorean per andare a vedere se Nando ha preso l'Alfa, giusto?

Bene, state qui ancora un attimo.

BX, OLTRE L'IMPOSSIBILE

Il desiderio e la necessità di ottenere il massimo impatto, di catturare cioè l'attenzione degli spettatori divisa tra centinaia di messaggi pubblicitari, sta spingendo alcune Case automobilistiche verso una pubblicità televisiva sempre più spettacolare ed impegnativa.

Ne è un esempio il recente spot realizzato dalla Citroen per la nuova BX GTI.

Anzi, proprio la Citroen, grazie anche a produzioni europee che permettono maggiori investimenti, è stata tra le prime Case a seguire questa strada.

Basterà ricordare l'allegro Visa (“Vavavuma”), lo splendido spot CX GTI con Grace Jones ed il famoso '30 secondi' della Visa GTI con portaerei e sottomarino.

Continuando per questa strada, ormai un po' obbligata, l'agenzia RSCG di Parigi ha realizzato uno spettacolare spot per la BX che è stato utilizzato anche in Italia.

Il recente film è ricco di effetti speciali che sono costati mesi di preparazione ed hanno richiesto tecniche particolarmente sofisticate oltre che, ovviamente, parecchi milioni di franchi.

Il cosiddetto 'storyboard', cioè la sequenza disegnata dello svolgimento del film, prevedeva diverse sequenze della vettura in corsa, con abbattimento di cancelli e di muri ma, soprattutto, l'attraversamento di una duna ed addirittura del mare (tipo Mosè).

L'obbiettivo era infatti quello di sottolineare le prestazioni della BX attraverso una irruenza che non si ferma davanti a nulla.

TECNICHE SOFISTICATE

Le più grosse difficoltà sono sorte, naturalmente, per realizzare la sequenza finale dell'attraversamento delle acque.

Per girare questa scena con le tecniche tradizionali in 35 mm, come quelle utilizzate da Cecil de Mille per Mosè, ci sarebbero voluti cinque mesi di preparazione ed uno stanziamento considerevole.

Si è fatto ricorso allora alla tecnologia più recente utilizzando il sistema VHD: una tecnica di riprese in video ad alta definizione (4000 linee contro le 625 del video normale) messo a punto recentemente dalla Sony, che permette più ampie possibilità di effetti speciali.

Con una tecnica mista 35 mm-video ad alta definizione (sperimentato per la prima volta) si sono realizzati separatamente e poi si sono sovrapposti i vari effetti speciali negli studi parigini di David Niels: gli unici al mondo attrezzati per questa sofisticata lavorazione.

Per gli effetti speciali si è fatto ricorso inoltre ad un altro esperto, Jean François Lamaire.

Per le nubi e l'effetto 'ribollimento' dell'acqua si sono utilizzate materie sintetiche particolari, strutture di 6 metri x 6 con 30 centimetri d'acqua, ventilatori ed iniezioni di aria compressa.

Più impegnativa è stata la costruzione del bacino per la sequenza dell'apertura delle acque: 20 metri di lunghezza per 10 di larghezza con strutture laterali di cemento di un metro e mezzo per fare scorrere 100 tonnellate d'acqua (4 camion cisterna da 38 tonnellate) recuperate poi da potenti pompe idrovore.

Per simulare le pareti d'acqua sono stati inoltre utilizzati 200 kg di materiale sintetico speciale.

IL TRUCCO C'E'

Le altre scene sono state girate nel deserto a sud di Laayounn nel Marocco, dove oltre a diverse sequenze dell'auto in corsa, è stata realizzata anche quella dell'attraversamento della duna.

La duna è stata ricostruita (riportando tonnellate di sabbia) sopra ad una struttura di legno con un tunnel per il passaggio della BX.

Sei metri di larghezza, un tunnel di 12 metri per 1,75, dieci giorni per la costruzione, 22 operai e un cascadeur d'eccezione alla guida della BX: il famoso Remy Julienne.

Per l'effetto del sollevamento della sabbia al passaggio della BX (tipo talpa) è stato utilizzato un modellino tirato da un cavo d'acciaio.

Un notevole impegno organizzativo e finanziario : il risultato in termini di impatto e comunicazione c'è (anche se la parte finale non è perfettamente riuscita); ci si chiede però se giustifichi del tutto lo sforzo produttivo.

Ma la Citroen è decisa a continuare su questa strada, anzi su quella della Cina, come ha fatto per lo spot della nuova AX.”

Fine.

Considerazioni paolesche:

-no, forse non era giustificato un investimento del genere per promuovere una versione sportiva della media di Casa. Però... che bello. Prima che arrivasse il computer, voglio dire. La cosa che mi ha sempre affascinato era vedere quante cose venivano realizzate da zero per un effetto, quali stratagemmi si usavano nella realtà per produrre una finzione.

Non me ne voglia chi lavora con la grafica in queste cose. Massimo rispetto al suo testone e a ciò che riesce ad ottenere, ma... passerò per irrispettoso lo stesso, perchè quelle di oggi son pippe secondo me, a confronto. :)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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  • 1 anno fa...

Eeeh ma adesso facciamo la polvere anche qui eh?

Se io vi dico... “Da un po' di tempo, con un pieno, i chilometri che faccio son sempre di meno...”

Viene in mente niente?

Spot90(86,88) - Pubblicità Agip Filtri Aria e Gasolio (con Gigi e Andrea) (1986) - YouTube

(purtroppo abbiamo a disposizione solo questo; gli spot erano diversi e anche il racconto che state per leggere cita situazioni che qui non si vedono)

GIGI E ANDREA SUPERTESTIMONIAL

Nella nostra esplorazione dei segreti della pubblicità automobilistica, usciamo questa volta dal mondo delle quattro ruote in senso stretto per occuparci di un settore complementare altrettanto interessante e concorrenziale: quello dei carburanti e lubrificanti.

Ce ne dà lo spunto una campagna televisiva che ai tempi divenne molto popolare, come era confermato dalle citazioni spontanee, nel linguaggio comune di allora, di frasette tipo “di un bello più bello” o dell'esclamazione “ooohi”.

Ovviamente stiamo parlando della celebre campagna televisiva Agip, un buon esempio di come si potevano utilizzare i “personaggi”, quelli che, nel linguaggio anglofilo dei pubblicitari, si chiamano “testimonial”.

Spesso la prima domanda del pubblico di fronte alla presenza di personaggi famosi nella pubblicità è del genere “ma quanto gli daranno a quello (o quella) per fare pubblicità?”. Seguono altre considerazioni tipo “ma guarda, anche quello (o quella) fa pubblicità” ed ancora “però è simpatico” oppure “è antipatico!”.

Insomma, l'uso dei testimonial in pubblicità è apparentemente semplice ma, in realtà, presenta costi supplementari non indifferenti (certi), ed insidie legate all'immagine ed alle vicende dei personaggi usati (incerti).

I costi possono, come è intuitivo, variare molto secondo l'importanza e la notorietà del personaggio. Già ai tempi potevano partire dalle centinaia di milioni per arrivare alle...migliaia. I compensi erano sempre tenuti segretissimi, naturalmente, tuttavia circolavano spesso le solite “voci”.

Così a quei tempi si parlava di cifre a 9 zeri per la Carrà per un contratto pluriennale ed altrettanto per Isabella Rossellini (ma su scala internazionale)

E Manfredi? E Tognazzi? Non si è mai riusciti a sapere certi compensi, ma il costo era spesso giustificato dai risultati, se i testimonial erano utilizzati al meglio.

Utilizzare al meglio vuol dire fare delle attente valutazioni sull'immagine che i vari personaggi hanno presso il pubblico in funzione di un certo prodotto da pubblicizzare.

Non c'è dubbio che le cifre investite dall'Agip per l'ingaggio di Gigi e Andrea (probabilmente a 6 zeri) ebbero ampiamente il loro ritorno.

I due comici bolognesi furono scelti dopo accurate riflessioni e verifiche da parte dell'agenzia pubblicitaria milanese MAC (autrice dell'idea base dello spot) alla ricerca di una soluzione creativa che potesse coniugare un concetto di “servizio completo” con una immagine emotiva di gradevolezza e simpatia.

Gigi e Andrea in precedenza avevano rifiutato altre proposte pubblicitarie ritenendo, giustamente, l'abbinamento con certi prodotti rischioso per la loro immagine (non sappiamo quali prodotti furono loro proposti).

Nel caso dell'Agip, invece, accettarono di buon grado, tanto da non limitarsi a recitare ciò che l'agenzia pubblicitaria aveva puntigliosamente stabilito, ma dando un contributo determinante al successo degli spot.

Pare che avessero in un primo tempo proposto la battuta “Agipicchia”, subito bocciata dai severi “creativi” della campagna. Come pure dovettero rifare una scena perché Gigi dava un piccolo schiaffo sulla mano ad Andrea.

Gigi poi (nella parte del gestore della stazione di servizio) dovette tagliarsi i baffi in un certo modo per eliminare certi “monili” che usava portare.

Ma dopo aver girato tutto secondo le regole stabilite, i due comici si resero conto che ci voleva qualcosa in più: una frase, una battuta che potesse rimanere nella testa della gente.

Si ricordarono di un commento di un loro amico attore di fronte a Dalila Di Lazzaro: “che era di un bello!”, e ci aggiunsero un'espressione tipicamente bolognese che deriva dal “oui” francese, cioè “si” ed usata spesso per commentare le bellezze femminili, ed il gioco era fatto.

La perfezione venne poi raggiunta dalla verve naturale dei due comici e dai suggerimenti dell'agenzia. Lavorando a più mani, nacquero anche espressioni come “bombolina” invece di bomboletta, mentre in un altro caso si sdrammatizzava il controllo dell'olio con la battuta dei 100.000 km con molta marcia indietro.

La cosa funzionò così bene e piacque talmente ai responsabili della campagna pubblicitaria che si decise di rigirare nuovamente tutti gli spot, inserendo le battute destinate a diventare popolari.

Così, da un'invenzione del momento, da poche felici parole nate casualmente (o quasi) sul set, nacque il principale fattore di successo della campagna Agip: un felice abbinamento tra testimonial e prodotti. Purtroppo non mancarono in seguito gli esempi meno felici (qualcuno anche nel settore automobilistico) ma questa è un'altra storia... oooohi!

Passiamo ora al secondo spot di oggi.

Protagonista la VW Passat nell'edizione 1988, al lancio.

Purtroppo in questo caso non c'è nulla da linkare. Posso soltanto caricare il collage di immagini che vedete qui sotto. Ho cercato ovunque ma di questo spot sul web non c'è traccia. Peccato, perchè ne ho un bel ricordo e mi avrebbe fatto piacere rivederlo.

BENVENUTA MAMMA PASSAT

vwpassat882.jpg

Così come il Maggiolino era stato prodotto per le necessita (al tempo più ridotte) delle famiglie degli anni '50 e '60, la nuova Passat è stata costruita per le moderne esigenze della famiglia d'oggi; più grande e più ricca, o, come afferma la head-line, Grande Volkswagen.”

Questa era la chiave di lettura del nuovo spot della Passat, il cosiddetto “concept”, come veniva descritta in un comunicato stampa distribuito dalla Verba, l'agenzia di pubblicità milanese che da diversi anni curava con successo le campagne pubblicitarie del Gruppo VAG.

La storia che vestiva questo concetto era semplice, simpaticamente emotiva, originale ed arguta. Fu ideata da Beppe Morri con Daniele Ravenna (copywriters) e da Pier Paolo Cornieti con Daniele Cima (art directors).

In una tranquilla e simpatica famiglia vive anche uno strano animale domestico: è vivace, affettuoso e sensibile, ma non appartiene a nessuna specie esistente. È il simpatico e mitico Maggiolino nella sua ennesima trasformazione ed umanizzazione.

Gira per la casa scodinzolando come un cucciolo, tutto agitato per l'evento inatteso sulla soglia di casa: l'arrivo della nuova Passat che, dopo alcuni istanti di “annusamento”, viene accolta con commozione e felicità da tutta la famiglia.

(n.d.GTC: a me 'sta cosa ricorda un po' lo spot Croma, con la famiglia in casa e il marito al telefono “ce la consegnano adesso!”.... ;) )

Il razionale e l'emotivo venivano coniugati con un trattamento garbato ma penetrante dove tutto il vissuto sedimentato dello storico Maggiolino (solidità, affidabilità, durata...) veniva richiamato e trasferito, senza forzature, sulla nuova Passat, ricca delle stesse qualità ma più povera in personalità.

Una strategia intelligente e ben risolta sul piano creativo. L'invenzione del cucciolo di Maggiolino evitava il ricorso a strade spettacolari, a volte un po' stucchevoli od eccessivamente iperboliche, per percorrere invece quelle del divertimento più intimo ed affettuoso, più efficaci nel mettere in luce i pregi nascosti della nuova Passat, grande e protettiva come “una buona mamma”.

A CINECITTA' – La storia, un po' controcorrente in questo senso, trovò anche l'immediato entusiasmo della regista inglese Judy Smith, ex art director pubblicitaria, ingaggiata per l'occasione dalla nota Casa di produzione milanese “Film Master”.

Il film fu girato a Cinecittà dove, in uno dei grandi studi di posa, fu costruita la scena, costituita da due stanze e da un giardinetto.

La scelta cadde su Cinecittà anche per l'esigenza di poter disporre di un ampio palcoscenico con un'alta intercapedine sottostante.

Le difficoltà maggiori nella realizzazione di questo spot furono infatti,come si può facilmente immaginare, la manovra ed il particolare movimento dei singoli modellini del Maggiolino. Tre infatti furono quelli utilizzati, realizzati in modo diverso secondo le esigenze.

I modellini venivano manovrati da una squadra di specialisti installati sotto il palco. Si trattava del team di modellisti inglesi “Lyons & C.” di Bristol, particolarmente abili nel realizzare questo tipo di effetti speciali.

BURATTINO – La preparazione dei tre modellini richiese alcune settimane. Uno era radiocomandato a distanza, anche per il movimento dei fari-occhi, gli altri erano manovrati manualmente o meccanicamente a seconda delle esigenze.

Uno, in particolare, era mosso direttamente dalla mano di un tecnico, come un burattino, per effettuare i diversi movimenti della carrozzeria, costruita per questa scena in gomma morbida simile alla pelle umana.

Per far passare il braccio dell'animatore era stato praticato un foro nel pavimento. Tutte le altre manovre erano comandate da sotto il palco tramite monitor e collegamenti radio.

I modellini erano corredati da un ampio set di ricambi, specialmente di carrozzeria e di ruote, più o meno pesanti e più o meno morbide, da utilizzare di volta in volta per le diverse sequenze.

Così se il modellino doveva arrampicarsi sul divano, veniva dotato di gomme speciali e di carrozzeria leggera; viceversa se doveva correre intorno alla Passat, veniva equipaggiato con gomme più dure e carrozzeria pesante per una maggiore stabilità.

INTERFERENZE – Nonostante queste esigenze tecniche, le riprese non presentarono particolari problemi, anche se richiesero ben cinque giorni di shooting. Un particolare curioso si verificò durante i collegamenti radio fra il team di specialisti sotto il palco e la regia; interferenze di comunicazioni della polizia crearono un po' di confusione tra gli specialisti inglesi che non parlavano italiano se non per l'appellativo “mamma” e “bambino” dati simpaticamente alla Passat e al Maggiolino.

I ritmi di questa produzione furono sostenuti; basti pensare che oltre ai cinque giorni di shooting furono necessarie tre settimane di preparazione, che furono impegnati 85 addetti per 386 ore di lavoro e che furono girati ben 2800 metri di pellicola. Nulla di particolare da segnalare per quanto riguarda le attrezzature tecniche di ripresa, a parte un dolly per alcune sequenze dall'alto.

E' andato tutto bene e siamo molto soddisfatti del risultato finale” disse Daniele Ravenna che, assieme a Daniele Cima, era anche direttore creativo della Verba. Non si poteva far altro che condividere la soddisfazione, nel ruolo di spettatori da troppo tempo sottoposti, a quei tempi, ad una volubile qualità pubblicitaria che rendeva a volte inaccettabile la quantità.

Passiamo ora in casa Fiat con una campagna pro-rottamazione. Nel cast una giovanissima protagonista che oggi conosciamo bene per meriti televisivi e... calcistici. (i più attenti avranno già colto la notizia curiosa perchè non è la prima volta che si parla di lei come protagonista di questo spot; per gli altri... ve lo dirò alla fine chi dovete guardare e chi è oggi).

OGGI LE COMICHE

Come risolvere brillantemente una campagna promozionale per l'usato? La Fiat e l'agenzia CGSS ci sono riuscite.

Ecco un bell'esempio di come si potessero risolvere in modo simpaticamente creativo anche le campagne promozionali.

Le promozioni infatti sono sempre state particolarmente ostiche, pubblicitariamente parlando. Si tratta essenzialmente di veicolare in modo chiaro un'informazione di una certa offerta promozionale.

Ma proprio l'aridità di tale informazione ha sempre posto ai creativi non pochi grattacapi. La pubblicità doveva comunque avere impatto, creare interessi, essere memorizzabile, soprattutto con l'affollamento di messaggi dei nostri tempi (e anche di quei tempi là).

Bisognava quindi trovare una storia, un contenitore che potesse trasmettere in modo efficace e divertente il messaggio promozionale.

Ci riuscirono in modo disinvolto ed originale i bravi creativi della CGSS, l'agenzia pubblicitaria torinese che realizzò anche la campagna pubblicitaria della Tipo interpretata da Renzo Arbore.

Le promozioni in campo automobilistico erano d'altronde da alcuni anni entrate a far parte sistematica delle politiche di marketing delle varie Case automobilistiche.

Iniziate alla soglia degli anni Ottanta, rimasero costantemente come strumento per il raggiungimento di obbiettivi a breve termine, che le tensioni commerciali invece finirono per protrarre a tempo indeterminato.

Iniziò nel 1982 la Citroen con l'offerta di un valore minimo garantito sull'usato (si puntava sulle auto di piccola cilindrata ed ebbe grande successo) seguita poi da altre Case. Da allora le iniziative promozionali nel settore si susseguirono senza sosta in varie forme: dagli sconti finanziari ai regali di varia natura, fino alle supervalutazioni che equivalevano ad uno sconto sul prezzo di listino.

I messaggi pubblicitari furono di vario genere, ma non sempre felici.

RISATE E PERNACCHIE – Bisogna constatare che quelli della Fiat furono sempre tra i più indovinati ed efficaci. Merito dei creativi della CGSS: Adelaide Giordanengo (copy writer) e Silver Veglia (art), che seppero trovare un format di campagna originale, divertente e flessibile.

Ispirandosi alle vecchie comiche del cinema muto, i due creativi seppero risolvere il problema di trasmettere un'offerta promozionale in modo chiaro, personale e memorizzabile senza appesantire, ma anzi divertendo e alleggerendo la piatta offerta della supervalutazione dell'usato.

Lo fecero con una serie di spot che reinterpretano i ritmi e le tecniche delle comiche in un'ambientazione attuale volutamente caricaturale.

La storia (anzi le storie, poiché si trattava di diversi episodi, anche se noi questa sera ci concentriamo sull'ultimo) era molto semplice.

In un delizioso cortiletto d'epoca, popolato da schiere di vivaci ragazzini e massaie allegre e curiose, il nostro “signor Rossi” è per l'ennesima volta alle prese con le bizze della sua vecchia e scassata auto. Tra le risate e le pernacchie dei simpatici ma terribili ragazzini, la vecchia auto tossisce, sembra disfarsi sotto le vibrazioni del motore che non vuole avviarsi.

Tra scoppi, cofani che si aprono e gatti che schizzano dall'interno, il nostro protagonista è colto dalla disperazione.

Ma ecco che su un voglio di giornale svolazzante arriva la soluzione dei problemi: “Su con la vita! La tua vecchia auto vale fino a due milioni per passare ad un Fiat nuova.”

E tutti festeggiano felici e contenti.

Lo stile spensierato delle comiche del cinema muto (cartelli e musica compresi) rende molto gradevole e memorizzabile lo spot senza sacrificare l'informazione.

GATTI E BAMBINI – La produzione del film, affidata alla TVMA, richiese molta cura e precisione. Tutta l'ambientazione (cortile, case, fondali) fu meticolosamente ricostruita negli studi di Cinecittà.

Per questa impegnativa ricostruzione ci si avvalse della collaborazione dello scenografo Giorgio Licheri, già autore di tante originali scenografie di alcune note trasmissioni di Renzo Arbore, da “Quelli della notte” ad “Indietro tutta”.

A parte la fase di studio, la realizzazione della scena richiese una settimana abbondante e fu molto curata nei particolari, come era abitudine di Licheri.

fiatrottamazionecon1100.jpg

Importante anche il regista: Giorgio Capitani, noto autore di tanti film brillanti. Il suo contributo alla riuscita dello spot fu determinante. Come pure la presenza, nei panni del protagonista, del simpatico e bravo attore Paolo Baroni, che ricordiamo in particolare nei panni di uno dei due gemelli nel film “Sapore di sale” con Jerry Calà, oltre che in diverse presenze televisive. Provò e riprovò la parte più volte fuori dal set per arrivare alla perfezione

Impegnativo il casting dei ragazzini. Per trovare i soggetti con le facce giuste e le corrette doti interpretative si svolsero decine e decine di provini, ad un'infinità di candidati.

I prescelti si divertirono moltissimo sbizzarrendosi nell'interpretare con tutta la foga possibile la parte a loro più congeniale.

Pochi i problemi con i gatti, concentrati più che altro nella fase di interazione con l'auto come loro improvvisata dimora. Doverosa citazione, infine, per la protagonista su ruote dello spot, la Fiat 1100 103, già vista negli spot precedenti a questo e riverniciata per l'occasione.

Ed ora veniamo al filmato, forse molti di voi avranno già capito di chi stavo parlando all'inizio di questa recensione, perchè più di una volta negli anni passati, in svariate occasioni televisive, è stata raccontata questa chicca. Per chi non la conoscesse, la svelo ora, prima di lasciarvi al filmato dello spot (perchè tanto lo capireste dal titolo.... )

Guardando il video, osservate la bambina bionda con le codine.... è la Iena signora Totti. :D

Spot80 - Pubblicità Fiat campagna rottamazione con Ilary Blasi (1987) - YouTube

Vorrei inoltre inserire qui di seguito alcuni spot che ho trovato solo di recente su youtube. Una volta non c'erano. Bene bene, il ripescaggio di spot d'annata prosegue.

Nuova Ritmo, Viva Ritmo!

Ancora l'erede di 128 in uno spot che io non avevo mai visto in vita mia, probabilmente ero troppo piccino per ricordarmelo oggi, essendo quasi coetaneo della Ritmo :D

L'evoluzione della specie.

Pubblicità Fiat Ritmo - Anni 80 - YouTube

Uno Turbo... anche questo non lo ricordavo. Certo che quel “Nessuno è come noi” era un toccasana per l'orgoglio...

E chiudiamo con un classico.

Cosa disse mai quel tizio con quella parola.... questa si che è pubblicità memorizzabile. Chi può dire di non ricordarsi quella parola e da dove viene?

E per ora stoppete. Ce ne sono altri da raccontare ma devo dividermi un po' :lol: fra raid, bozzetti, spot, scrivere stupidate... :lol:

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Proseguiamo, oltre a quelli di ieri ce n'è ancora uno.... che qui dentro credo ricordino in molti. Quelli che si chiamano Nick, poi... figuriamoci. :)

Cosa vi viene in mente se vi dico “Delllta campionemonnnndoo...”? :D

Spot80 - Pubblicità Lancia Delta (1988) - YouTube

NELLA MORSA DI GHIACCIO

Tra le distese innevate della Finlandia, la Lancia ha trovò il terreno ideale per il film che celebrava la vittoria iridata della Delta.

Qualche piccolo imprevisto capita sempre nella realizzazione degli spot. Ed a volte è anche del tutto insolito, come, ad esempio, non trovare la neve al Circolo Polare Artico nel mese di febbraio.

Fu quello che (quasi) capitò alla troupe italo-finlandese che, dopo parecchi giorni di preparazione, era pronta per l'inizio delle riprese del nuovo spot Lancia Delta.

Soltanto poco prima della data fissata, quando ormai si pensava ad un rinvio, una abbondante nevicata ricreò il tipico paesaggio invernale delle alte latitudini finlandesi.

Un paesaggio selezionato, dopo attente ricerche in Scandinavia, per le sue immense e deserte distese innevate, disseminate di boschi e laghi, e per i riferimenti rallistici (1000 Laghi) che lo spot doveva richiamare.

VITTORIA IRIDATA – Lo sfruttamento nella pubblicità dei risultati sportivi a sostegno dell'immagine della produzione di serie è tentazione costante e ricorrente. Vincere un campionato del mondo costa molto denaro e fatica ed i benefici commerciali devono essere coerentemente amplificati tramite i canali pubblicitari classici, anche per compensare il basso ritorno spontaneo sui mass media.

I responsabili pubblicità della Lancia e della sua agenzia (ai tempi la torinese Conard) si trovarono così alle prese con il vecchio problema di come risolvere creativamente il tema delle vittorie sportive coniugandolo con la produzione di serie.

Si erano viste varie soluzioni, più o meno originali, anche poco tempo prima, adottate da altre Case automobilistiche.

Il problema presentava varie insidie, tra cui la ripetitività e l'enfasi.

Bisogna prendere atto che nonostante qua e là appaiano citazioni un po' scontate, questo film era molto equilibrato e misurato nel tono e nello stile. La spettacolarità non mancava ma era tenuta nei giusti limiti. Il richiamo delle prestazioni era ben presente ma non ostentato od enfatizzato oltre i limiti della credibilità, come spesso accadeva in questi casi.

Anche l'obbligato richiamo all'alloro mondiale, tramite la battuta indiretta dei due occasionali spettatori, fu risolto con quel gusto e quell'eleganza che percorrevano tutto il breve film.

Certo, ci volle tanta professionalità tanto nell'ideazione quanto nella realizzazione. Non per niente questa fu affidata alla BRW, una delle più quotate case di produzione milanesi.

Come accadeva spesso, specie per le produzioni all'estero, la troupe era internazionale, composta da una quarantina di persone tra cui figuravano anche diversi finlandesi: in particolare diversi tecnici (uno dei quali si improvvisò anche attore per la battuta finale) e la modella passeggera della Delta.

Finlandese era anche il pilota protagonista delle evoluzioni sulla neve della nera Lancia HF, il campione locale di Formula 3.

Italiano invece il direttore della splendida fotografia; era Daniele Nannuzzi, già noto per alcuni film famosi come “Ballando ballando” e “Il segreto del Sahara”.

FREDDO GLACIALE – Durante le riprese, durate una settimana, il freddo fu intenso, con punte di -35. Ma a questo la troupe era preparata, e certe difficoltà di carattere tecnico erano state in buona parte previste e risolte.

Come la speciale protezione delle macchine da ripresa e l'adozione di particolari lubrificanti per il funzionamento dei vari meccanismi. Apposite attrezzature furono inoltre montate sull'elicottero utilizzato per le numerose riprese dall'alto.

Da Londra fu fatta arrivare una apparecchiatura chiamata “tailer mouse”, necessaria per stabilizzare la cinepresa continuamente mossa dai sobbalzi del velivolo causati dal forte vento. Dalla Germania arrivò al Circolo Polare anche uno speciale camion scoperto equipaggiato con una macchina da ripresa montata su un lungo braccio contrappesato; l'operatore era così in grado di effettuare riprese in movimento a 360 gradi di rotazione (dolly out head).

Per poter realizzare invece le riprese raso terra in soggettiva furono invece applicati una complessa intelaiatura tubolare sul frontale della Delta ed uno speciale supporto sulla fiancata; i comandi delle cineprese erano rinviati all'interno della vettura.

Curiosa, infine, la soluzione adottata per realizzare le immagini dal basso.

Si scavò una buca nella strada, coperta di neve in cui poi fu incassata una cinepresa comandata a distanza, in sincrono con il passaggio della Delta.

(soluzione curiosa ma di certo non originalissima. Chiunque abbia visto un po' di puntate di Hazzard ha bene in mente la moltitudine di scene in cui il Generale passava “sopra” la telecamera)

RENNE DEPORTATE – Il branco di renne che si vedeva nel film fu convogliato appositamente sul luogo; pare infatti che nella zona non ne fossero presenti. Nessun problema invece per la slitta con relativi cani che fu reperita facilmente sul posto.

Di questo spot, chi scrive ebbe modo di vedere quello che viene chiamato “backstage”, cioè il film del film, dove vengono evidenziati trucchi, apparecchiature e preparativi dello spot. Fu così facile constatare la difficoltà di certe riprese e trovare conferma delle descrizioni raccontate da uno dei responsabili della Casa di produzione presente alle riprese.

La sola cosa che non si poteva vedere nel “backstage” erano le allegre e improvvisate gare in motoslitta dei membri della troupe italiani, sfidati dai più esperti finlandesi nei ritagli di tempo (pochi, a dire il vero, perchè le riprese iniziavano alle quattro e mezzo del mattino per terminare alle cinque del pomeriggio, finchè c'era luce a sufficienza).

Fine

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Lo spot della Delta mi fa semplicemente venire una nostalgia ed una tristezza incredibili, se faccio il paragone con la situazione attuale.

Quello della Ritmo 1a serie ("L'evoluzione della specie") invece non l'ho mai visto...tra l'altro se ricordo bene all'epoca in Italia non si trasmettevano neppure gli spot in tv per le automobili. Dove sarà stato proiettato dunque questo spot/filmato?

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  • 2 anni fa...

Buona domenica a tutti.

Rieccomi a spolverare questo vecchio topic per parlare del celebre spot della Renault 19 che spuntava dalle acque come una belva assassina.

http://youtu.be/ZhC36MxQgX0

Purtroppo per questo spot non abbiamo a disposizione immagini del backstage, ma faremo il possibile per dare un'idea di ciò che accadde.

Ai tempi in cui venne lanciata questa pubblicità, il filone spettacolare sembrava un po' esaurito e superato nel mondo degli spot automobilistici.

Si veniva da anni di spot Citroen e Peugeot indubbiamente spettacolari ma anche molto impegnativi e costosi in termini di produzione, i cui risultati, in termini di efficacia della comunicazione, non erano stati sempre quelli desiderati.

Molti avevano iniziato a parlare di spettacolarità fine a sé stessa, e in qualche caso poteva anche essere vero; in altre situazioni però dinamicità e spettacolo erano finalizzati all'immagine della marca e del modello in fase di lancio, o meglio della maniera in cui si stava cercando di porlo sul mercato.

Era questo forse il caso che si avvicinava di più alla strategia scelta da Renault Italia per il lancio della nuova 19. Strategia piuttosto sorprendente, visto lo stile della pubblicità Renault nelle stagioni precedenti.

Il film era spettacolare ed aggressivo, ideato e realizzato in Italia nonostante la tendenza della Renault alle campagne internazionali. Evidentemente la filiale italiana riteneva la situazione di mercato nel nostro Paese tale da richiedere una specifica strategia di comunicazione.

L'agenzia Saatchi e Saatchi, che in Italia curava già le campagne per la 21, si mise al lavoro un anno prima del lancio dello spot per trovare le soluzioni creative, perché anche per realizzare spot spettacolari e senza limiti di spesa, nonostante qualcuno ai tempi la pensasse diversamente, ci volevano delle idee, e buone.

Non era facile comunque trovare qualcosa di valido, proprio perché nei tempi antecedenti in tv s'era fatto e visto di tutto e di più in questo settore pubblicitario. Però i creativi (Maurizio D'Adda e Giampiero Vigorelli) ne vennero a capo anche quella volta.

Capitò così che un film come “Lo squalo” di Spielberg, che tutti noi ricordiamo, potesse far scattare la prima idea.

Si trattava poi di adattarla alle esigenze di comunicazione, con un paziente e meticoloso lavoro a tavolino, anche perché, più il film ideato è complesso e spettacolare, più la verifica della sua fattibilità diviene determinante.

A quel punto intervenne la casa di produzione del film, in quel caso la Emmevision di Roma, cui spettò il compito, assieme ai creativi dell'agenzia, di trovare le soluzioni tecniche, i luoghi dove girare, la selezione degli attori e tutta l'organizzazione del set.

Per prima cosa bisognava trovare la spiaggia adatta. La ricerca fu lunga, si perlustrarono chilometri di costa in Francia ed in Yugoslavia ma si trovò poi la soluzione ideale in Sardegna, presso S.Margherita di Pula.

Sulla spiaggia esisteva già un pontile; venne rinforzato ed interamente ricoperto di legno nuovo, perché avrebbe dovuto fare da passerella alla 19 che usciva dall'acqua, sequenza che si presentò subito come il problema più impegnativo.

Non era possibile ricorrere, come si faceva usualmente, a modellini in scala: i risultati sarebbero stati insoddisfacenti per le esigenze di “realtà” del film.

Si doveva fare tutto dal vero.

post-8850-145026864118_thumb.jpg

Ma come far emergere una macchina dall'acqua alla velocità voluta e con possibilità di ripetizione? La soluzione la trovò l'architetto Giuseppe Mangano, noto specialista cinematografico.

Venne progettata e costruita una rampa in ferro lunga 14 metri, larga 2,5 ed alta quattro. Era dotata di quattro potenti pistoni idraulici a velocità variabile.

In seguito, tutta la struttura (del peso di tre tonnellate) venne immersa, con l'aiuto di grossi pontoni e di una squadra di sub, nelle acque davanti alla spiaggia ed ancorata il più possibile al fondo. Si sperava nella fortuna e nel bel tempo; una eventuale mareggiata avrebbe potuto spazzare via tutto.

Vennero effettuate varie prove a velocità diverse: durante una di queste si sfondò il parabrezza per l'eccesso di pressione dell'acqua, ma alla fine si trovò la giusta velocità.

Analizzando la sequenza, vorrei comunque sottolineare (anche se non credo sia il caso, perché con un minimo di attenzione è facile intuire la cosa) che il volo della 19 dalle acque al pontile è suddiviso in quattro scene diverse, delle quali soltanto le prime due mostrano l'operazione compiuta con questa rampa:

-il primo piano del muso che esce dal pelo dell'acqua (che sarà stata una scena limitata a quel movimento, senza “sparare” fuori la vettura);

-cambio di inquadratura (camera più lontana, per ovvi motivi di sicurezza), la vettura che viene “sparata” fuori dall'acqua, e va a finire chissà dove: probabilmente sarà ricascata in acqua. Qui possiamo notare (vedere la foto postata sopra) che la 19 sembra modificata a livello di meccanica, con un assetto molto basso, probabilmente bloccato per non dire finto* (vedi in fondo);

-il volo in aria che può anche essere stato un classico volo da rampa a rampa, nemmeno effettuato sul mare (si vede solo il cielo, del resto): qui le ruote completamente libere ci fanno capire che si tratta di una vettura diversa;

-l'atterraggio sul pontile, ripreso dal retro, con la 19 che atterra scendendo da un piano solo leggermente più elevato rispetto al pontile stesso. Venne costruita una pedana in pendenza dove la vettura venne issata con una gru; raccordi sul pontile e la consulenza della famosa equipe di Remy Julienne (sempre lui) tutto filò liscio.

Tornando al set, la spiaggia venne completamente arredata ad hoc con sedie, ombrelloni, eccetera. Vennero ingaggiate circa trecento persone tra cui soltanto una ventina di attori professionisti. Manovrarle in sincronismo non fu semplice, ma tra divertimento e scherzi i problemi furono risolti, compreso quello della grande sete (era la fine di agosto): durante i tre giorni di riprese vennero consumate tremila bottiglie di acqua minerale.

Tra le varie comparse erano previste anche motovedette e pescherecci, ma per questi ultimi sorsero problemi: erano i giorni di fermo pesca (fermo biologico) e la Emmevision ebbe il suo daffare con la capitaneria per fare uscire i pescherecci.

Non fu altrettanto facile concludere lo spot, con la scena clou, il finale a sorpresa con Christopher Lambert.

La sua presenza era prevista in un albergo di Cagliari, ma il famoso attore non ebbe modo di presentarsi nei giorni previsti.

Divenne necessario spostare il set a Roma, dove l'attore avrebbe potuto fermarsi brevemente. A tempo di record la casa di produzione affittò una villa romana e la trasformò in un apparente hotel con ogni sorta di arredo; il giorno successivo si dovette tornare sul set principale in Sardegna per ultimare le riprese che a quel punto si conclusero felicemente.

Il mini-kolossal richiese tre mesi di preparazione, e alla fine del tutto il direttore della produzione chiuse la vicenda con giustificato orgoglio, dicendo “sembra proprio che nessuno abbia mai realizzato dal vero scene come quelle dell'emersione dell'auto dall'acqua.”

Fine

*postilla riguardo questa parte della sequenza: ho descritto lo spot basandomi sulle info ufficiali distribuite ai tempi, che parlavano appunto di assoluta mancanza di modellini in queste riprese.

Però, osservando lo spot, riguardo la parte dell'auto che esce totalmente dall'acqua, saranno state le luci diverse, la mancanza di altri elementi nell'inquadratura a parte mare e pontile (cosa che si fa di solito utilizzando le miniature, ossia levando il più possibile i dettagli inutili per non perdere tempo a riprodurre e complicarsi la vita con possibili punti rivelatori in caso di riproduzione poco fedele).... ma io ho sempre avuto il sospetto che quella parte di girato fosse a base di miniature. :D

La foto che ho caricato mostra un'auto che si direbbe vera. Il filmato fa un'altra impressione. Voi che ne pensate?

GTC

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Per concludere riguardo la promozione 126, aggiungerei questo filmato "movimentato" (che purtroppo non è completo...) che arriva dal Tube, e andò in onda nel 1982 nella trasmissione "Blitz" di Gianni Minà.

Diretto da Giacomo Battiato. (paro paro come è scritto di là eh, non è che la so così lunga).

Good night

GTC

Sono un pò in ritardo, lo so :D ma ecco il filmato completo...

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Mersì bocù :D

Tra l'altro, a fine video mi ha indicizzato questi (li avevi già inseriti nel topic delle pubblicità?)

Io non li ricordavo affatto.

...mi fermo perchè vedo che ne sono spuntati un sacco che non ricordavo, non posso fare un minestrone :)

Però quanta roba che sta saltando fuori :)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Mersì bocù :D

Di niente.

Tra l'altro, a fine video mi ha indicizzato questi (li avevi già inseriti nel topic delle pubblicità?)

Io non li ricordavo affatto.

No, mai postati.

...mi fermo perchè vedo che ne sono spuntati un sacco che non ricordavo, non posso fare un minestrone :)

Però quanta roba che sta saltando fuori :)

Ti consiglio di dare un'occhiata a cinemaimpresatv e Centro Storico Fiat.

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