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Impianti fotovoltaici: che sia la volta buona?


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Italia e Germania impianti fotovoltaici in Africa

IMPIANTI IN AFRICA PER L’ENERGIA DA IMPORTARE IN EUROPA

Il sole catturato dal deserto

nei piani di Germania e Italia

Grazie agli incentivi del governo tedesco la quota delle energie rinnovabili ha raggiunto il 14%. Nel nostro Paese i sussidi più alti nell’area Ue

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BERLINO — Sembreranno file infinite di sedie a sdraio, nella sabbia del deserto del Nord Africa. Blu, come lo sono i pannelli solari. Si chiama Desertec ed è un progetto da 400 miliardi (sì, miliardi) di euro che sarà lanciato il 13 luglio a Monaco. L’idea è del gigante assicurativo Munich Re, che ha messo insieme un gruppo di imprese per realizzare un vecchio sogno: produrre energia pulita dove c’è molto sole ed esportarla in Europa. Secondo il piano, dal 2019 il Vecchio Continente potrebbe essere approvvigionato, per il 15% dei suoi consumi, da energia solare in arrivo dal Sahara. Alla conferenza ci saranno imprese come Deutsche Bank, Siemens, Rwe, E.On, il governo di Berlino, la Lega Araba, il Club di Roma, centri di studio tedeschi e probabilmente anche imprese italiane e spagnole. Una cosa seria. Non risolverà il problema della dipendenza energetica da aree politicamente instabili e non sarà facile da realizzare. Ma è il segno che il sole è pronto a fare un salto di qualità nell’economia del mondo e che la Germania dirige le danze. Nonostante il Paese non sia un paradiso tropicale, da quasi un ventennio i governi tedeschi — ancor più quello in carica di Angela Merkel — incentivano lo sviluppo delle tecnologie per estrarre energia dal sole. Dal 2004 in modo aggressivo.

Il risultato di questa politica (e dell’amore dei tedeschi per l’ambiente) è che la Germania produce oltre il 14% dei suoi consumi elettrici da energie rinnovabili (anche vento e biomasse). Se ci fosse più sole, i risultati sarebbero straordinari. L’incentivo, simile a quello italiano ma precedente, consiste nel fatto che lo Stato compra dai privati (anche famiglie) l’energia solare prodotta con pannelli e non consumata a un prezzo più alto di quello di mercato: un sussidio per incentivare le fonti rinnovabili. Interi quartieri, ad esempio in città come Friburgo e Ulm, hanno tetti a pannelli fotovoltaici. Alcune cittadine, Marburg per dire, tendono a rendere obbligatorio il sistema solare sul tetto. Grandi aree sono dedicate allo stesso scopo: a fine 2008, un ex campo d’aviazione della Germania Est — Waldpolenz — è diventato il primo o secondo parco fotovoltaico del mondo: 40 megawatt. Nel Paese ci sono 160 istituti che fanno ricerca nel campo. Il primo produttore mondiale di celle fotovoltaiche è tedesco, Q-cell, e i grandi gruppi, a partire da Siemens, sono coinvolti nelle diverse fasi del processo. L’idea dei tedeschi è che quella del sole (ma anche del vento) sia l’industria del futuro, in gran parte destinata all’export. Tra dieci anni — calcola il professor Eicke Weber, del Fraunhofer di Friburgo, nel campo, l’istituto forse più importante al mondo — «l’energia solare costerà meno del l’energia tradizionale, il fotovoltaico avrà una grande diffusione.

I Paesi che si occupano in modo positivo e aggressivo di questa tecnologia avranno un futuro migliore. I lettori del Corriere della Sera dovrebbero rendersene conto». In effetti, l’Italia se n’è resa conto, almeno in teoria. Attraverso il Conto Energia (non troppo diverso dal meccanismo tedesco), il mercato della Penisola è diventato il più generoso in Europa in fatto di sussidi (da 36 a 49 centesimi al chilowattora), tanto che attrae molti investitori dall’estero. Uno studio recente della Scuola di Management del Politecnico di Milano prevede che nel 2011 si raggiungeranno i 1.200 megawatt di potenza fotovoltaica installata grazie agli incentivi del Conto Energia, cifra oltre la quale il sussidio dovrà calare. Ciò nonostante, lo stesso studio stima che nel 2012 si possa arrivare (nello scenario migliore) a 2.430 megawatt installati. Una forte crescita: 37 mila impianti in esercizio, 5 mila dei quali creati nel primo trimestre del 2009 (il mercato, oggi, vale mille miliardi, il triplo se si conta l’indotto). Non solo. L’Italia potrebbe essere — grazie al rendimento dei sistemi fotovoltaici e al calo dei loro costi — il primo Paese al mondo a raggiungere la parità dei prezzi di energia solare e energia tradizionale: secondo qualcuno già l’anno prossimo, più probabilmente un po’ dopo. I sussidi dovranno a quel punto essere ridotti fino ad arrivare a zero ma per il settore si aprirà una stagione nuova.

Il problema è che la burocrazia ne ostacola lo sviluppo, con cavilli, ostacoli e un sistema di autorizzazioni diverse da comune a comune. Anche così in Italia il settore attraversa un boom, che sarebbe maggiore se non ci fosse stata la crisi finanziaria, la quale, calcola il Politecnico, nel 2009 farà perdere 300 megawatt di potenza installata. Il Vaticano ha messo i pannelli sulla Sala Nervi con un progetto italo- tedesco, la Sicilia è giustamente all’avanguardia e a Noto si dovrebbe realizzare una delle centrali foto voltaiche più grandi al mondo, l’Enel finirà quest’anno un impianto da 5 megawatt con una tecnolo gia innovativa. E il colonnello Gheddafi ha parlato poche settimane fa con l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni di un grande progetto per coprire di pannelli solari parte del deserto libico meridionale: energia a basso costo per i Paesi confinanti più poveri. Sedie a sdraio ovunque.

Fonte:

Danilo Taino corriere.it

articolo con qualche punto un po' pasticciato, ma il senso è quello.. speriamo bene.

P.s.

potrebbe esserci anche il termodinamico..

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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I più attivi nella discussione

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Inviato

Spero che quel progetto vada in porto e porti buoni risultati:).

Quanto a noi italiani è vero che il fotovoltaico oggi è abbastanza diffuso, peccato che i pannelli e le celle solari per la maggior parte le importiamo da Cina e Taiwan. Sono buoni prodotti che ad origine hanno un costo un pò più basso, ma non così eccessivamente, poi spero che le aziende non li spacciano come made in Italy (però purtroppo mi sa che lo fanno). E' vero che così si abbassano un pò i costi, però IMHO sarebbe meglio produrli in Italia, anche per poter offrire nuovi posti di lavoro

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Inviato

le ditte italiane le assemblano, ma le celle più o meno arrivano tutte da lì. Anche quelle tetesche

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Inviato

no, semplicemnte x produrre celle ci vuole materia prima a basso costo e auclavi idem.

Tanto vale produrle li.. certa roba più specialistica la fanno anche in europa..ma sulla roba commerciale c'è poco da fare, a noi hanno offerto per grossi quantitativi anche roba a meno di 2,3 k euri al chilo

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Inviato

Complimenti per la pensata geniale: sostituire la dipendenza da petrolio importato da aree politicamente instabili o potenzialmente ostili con l'importazione di energia elettrica prodotta nelle stesse aree da impianti solari di costosissima manutenzione, soprattutto nel deserto: chi toglierà la sabbia dopo la prima tempesta?

Non avevamo abbastanza aree assolate nel meridione? Dobbiamo giocarci tutta l'energia prodotta in perdite di carico del trasporto con cavi sottomarini?

Bah, chissà quali colossali giri di mazzette ci sono sotto stavolta, non posso credere che qualcuno dotato di buon senso abbia varato questo progetto in buona fede.

Inviato

Un paese serio (e siamo in buona compagnia, pur con qualche virtuosismo in giro x il mondo) OBBLIGHEREBBE a ricoprire di pannelli fotovoltaici i tetti di TUTTI capannoni industriali presenti, passati e futuri, con un programma serio di incentivazione (defiscalizzazione pesante).

Probabilmente dimezzeremmo il fabbisogno energetico, e senza dover andare in Africa con elettrodotti cmq costosi e dispersivi.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

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Inviato

infatti la cosa è spiegata abbastanza male...

le dimensioni mostruose dell'impianto sono difficilmente compatibili con qualche paese europeo, forse la spagna.

I costi di manutenzione sarebbero sicuramente spaventosi (la manutenzione del fotovoltaico è molto più difficile di quanto ci vogliano far credere)

Trasportare energia elettrica da in effetti grossi problemi, ma non è che il petrolio sia una passeggiata di salute..poi le distanze sarebbero meno grandi di quanto si pensa

Io avevo sentito anche del solare termodinamico applicato a quest'impianto, utile a fa muovere turbine e in grado di eliminare il problema più grosso del fotovoltaico: la notte..

vedremo

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Inviato
Un paese serio (e siamo in buona compagnia, pur con qualche virtuosismo in giro x il mondo) OBBLIGHEREBBE a ricoprire di pannelli fotovoltaici i tetti di TUTTI capannoni industriali presenti, passati e futuri, con un programma serio di incentivazione (defiscalizzazione pesante).

Probabilmente dimezzeremmo il fabbisogno energetico, e senza dover andare in Africa con elettrodotti cmq costosi e dispersivi.

Chettelodicoaffare! ;)

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

Inviato
Un paese serio (e siamo in buona compagnia, pur con qualche virtuosismo in giro x il mondo) OBBLIGHEREBBE a ricoprire di pannelli fotovoltaici i tetti di TUTTI capannoni industriali presenti, passati e futuri, con un programma serio di incentivazione (defiscalizzazione pesante).

Probabilmente dimezzeremmo il fabbisogno energetico, e senza dover andare in Africa con elettrodotti cmq costosi e dispersivi.

il mio augusto genitore dice di aver letto da qualche parte (su internet, con la chiave UMTS:shock: ) di una ditta italiana che sta sperimentando pannelli non rigidi ma piuttosto una sorta di tessuto in grado di ricoprire qualsiasi superficie riducendo anche l'impatto visivo...

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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