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Il punto sul motomondiale.


Guest EC2277

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Guest EC2277

Secondo me, con quest'intervista, il buon Reggiani si è giocato il posto nella redazione di Fuorigiri.

Loris Reggiani: «Stoner il più talentuoso, ma la testa di Valentino fa la differenza; attenti al Dovi.»

Il popolare telecronista che, insieme a Guido Meda, ci racconta le imprese dei piloti della Moto GP, ci parla, alla luce dei risultati fin qui ottenuti, dei protagonisti impegnati nella classe regina del motomondiale, con un occhio anche ai nuovi che arriveranno nella prossima stagione. Nato a Forlì, 7 ottobre 1959, Loris Reggiani è stato un valente motociclista. Nel 1980 esordisce nel motomondiale nelle classi 125 con la Minarelli (quattro Gran Premi, una vittoria in Gran Bretagna); 250 con la Yamaha (quattro gare) e 350 con Bimota (una corsa). Nella stagione seguente correrà in più classi, e nella 125, ancora con la Minarelli, a seguito delle vittorie in Jugoslavia e San Marino diventa vice-campione del mondo dietro solamente al grande Angel Nieto. Nel 1987, con l'Aprilia termina per primo il Gran Premio di San Marino (prima vittoria per la casa italiana nel Motomondiale) ed arriva sesto nella classifica generale con 68 punti. Torna al successo nel 1991 con la stessa scuderia e nella stessa classe in Francia. Nel 1992 vince le corse di Spagna e di Francia arrivando secondo nel mondiale della "due e mezzo" dietro a Luca Cadalora. L'ultimo suo successo è in Repubblica Ceca nel 1993: dopo questa vittoria corre per due anni nella 500 con l'Aprilia e poi si ritira dall'agonismo.

Domanda Loris, questo mondiale appare alquanto combattuto e incerto nell’esito, con almeno quattro piloti in lotta per la vittoria finale. E con altri pronti a sfruttare al meglio gli errori dei contendenti, per difendere o per conquistare un posto in una squadra di primissimo piano. Potresti tracciarci un profilo dei diversi piloti alla luce delle loro prestazioni ottenute in questa prima parte di mondiale? Cominciamo con il numero uno: Valentino Rossi.

Risposta Intanto vorrei partire dicendo che di quei quattro piloti lì, Valentino Rossi, Stoner, Pedrosa e Lorenzo, a livello di talento, forse si equivalgono tutti: non saprei dire chi è il più forte, talentuosamente. Forse metterei davanti a tutti Stoner, davanti anche a Valentino. Comunque, mettiamoli alla pari, perché è difficilissimo dire chi dei quattro prevale. Sono tutti forti, praticamente su tutti i circuiti o quasi tutti, quando hanno la moto a posto. Quello che fa veramente la differenza fra i quattro è la testa, la forza mentale, la condizione mentale e Valentino Rossi, da questo punto di vista, è un vero carro armato, massacra tutti. E’ chiaro che per vincere così tanto e per diventare forte come lo è Rossi devi avere un talento smisurato ed è altrettanto chiaro che senza tutto il resto non si arriva a tali traguardi. Ma, soprattutto, Valentino ha una forza psicologica che non è normale, è fuori dal comune.

D. Quindi si può dire che ha questo punto della stagione Valentino ha dimostrato di essere il più forte, il pilota ancora da battere grazie a questa dote?

R. Ancora una volta, sì. Da quando lo vedo correre, vale a dire dalla 125, mi sono reso conto di essere di fronte ad un personaggio talmente convinto dei suoi mezzi da essere indistruttibile a livello psicologico. E, non solo nel motociclismo ma anche in tutti gli altri sport, questa è una dote basilare per primeggiare.

D. Prima hai accennato a Casey Stoner. Guai fisici allo stomaco, prestazioni altalenanti, magari una Ducati non performante come quella di due anni fa…

R. Sicuramente due anni fa è stato avvantaggiato da dei pneumatici che altri non avevano: Valentino Rossi, nella fattispecie, non li aveva e si sono dimostrati vincenti. Poi Stoner ha approfittato anche di qualche episodio sfortunato capitato a Valentino stesso. Però Casey, in quella stagione, ha dimostrato di poter battere Capirossi, che pensavamo essere un pilota molto forte, come e quando voleva: in pratica lo ha massacrato, sportivamente parlando. Stessa cosa con Melandri l’anno successivo, quel Melandri di cui pensavamo un gran bene. Quest’anno l’australiano sta facendo la stessa cosa con Hayden. Io sono portato a pensare che la Ducati non sia quella gran moto che tutti decantano e che quindi Stoner stia facendo molto di più di quello che normalmente si farebbe con quella moto. Per questo dico che Stoner è un talento forse più forte di Valentino Rossi. Naturalmente mi piacerebbe vederli in sella alla stessa moto: o Stoner in sella alla Yamaha o Valentino con la Ducati. Rossi, secondo me, potrebbe essere l’unico in grado di andare molto forte anche in sella alla Ducati, nonostante sia considerata una moto molto difficile. D’altronde Valentino ha già dimostrato una volta di saper andar forte con un’altra moto, quando è passato dalla Honda alla Yamaha, appunto, considerata una moto non vincente. Di sicuro c’è che la Ducati è una moto difficile da gestire e i risultati ottenuti da Stoner in questi anni, che lui solo è riuscito ad ottenere, stanno a dimostrare che è un talento indiscutibile. I problemi allo stomaco che lo hanno perseguitato nei mesi scorsi, credo, ma è solo un’ipotesi, siano dovuti allo stress di questi anni, alla troppa pressione che gli è stata messa addosso, al fatto che stia per parecchio tempo lontano da casa, lui che è così legato alla sua terra.

D. Prendiamo in considerazione quello che sembra il rivale più pericoloso di Rossi, vale a dire il suo compagno di squadra Jorge Lorenzo…

R. Cominciamo col dire che Lorenzo usa la stessa moto di Rossi e la Yamaha è la moto vincente, la migliore del lotto da un paio d’anni a questa parte. Lorenzo sta sfruttando la situazione nel miglior modo possibile, beneficiando anche della messa a punto di base portata avanti da Valentino in questi anni. Io se fossi nei panni del pilota spagnolo non me ne andrei dalla Yamaha per due semplici ragioni: la prima è che la Yamaha, come ho appena detto, è la miglior moto attuale, quindi battere Valentino Rossi con la Yamaha è più facile che farlo con qualsiasi altra moto. La seconda è che battere Rossi a parità di moto è molto più appagante ed è un risultato di maggior valore che non farlo con un’altra moto. Credo che Jorge sia abbastanza intelligente da rimanere dov’è e che tutto quello che è stato detto circa una sua partenza faccia parte di una strategia che ha il solo scopo di arrivare ad un ritocco dell’ingaggio. Comunque anche lui è un bel talento. Quello che ancora di Lorenzo non sappiamo è se è in grado, da solo, di mettersi a posto la moto e se sia in grado di guidare una moto che non sia una Yamaha, quindi una moto un po’ più tosta e difficile, che è lo stesso limite che ha Pedrosa. Pedrosa lo ritengo un talento superiore a Lorenzo (anche se stiamo parlando di differenze minime) con grosse difficoltà, però, nello sviluppo e messa a punto del mezzo meccanico. E’ troppo spesso ancorato al passato: gli piace sempre il telaio dell’anno prima, la sospensione dell’anno prima. Non si fida delle novità e soprattutto ha un grosso problema nella sua fragilità, nella tenuta fisica: quando cade si fa male e si fa male troppo spesso e quindi dopo diventa difficile restare ad altissimi livelli.

D. Possiamo dire che, parlando di carattere, determinazione, Pedrosa tra i quattro sia il più carente?

R. Secondo me no. Io ho visto più carente l’anno scorso, sotto questo punto di vista, Lorenzo che a un certo punto della stagione è andato in crisi dopo un paio di brutte cadute e aveva quasi palesato la voglia di mollare tutto. Una grossa debacle psicologica che però quest’anno non ha mostrato. Sono curioso di vedere come andrà nel finale di stagione perché il maiorchino sta prendendo delle batoste non indifferenti da Valentino: penso che per lui questo potrebbe essere l’anno della svolta perché, se non dovesse andare in crisi, allora sì che lo potremo annoverare tra i piloti dal carattere forte. Ma aspetterei ancora un attimo. Pedrosa lo vedo debole nel corpo a corpo, con poca grinta, soprattutto con Rossi. Con gli altri non lo vedo particolarmente a disagio, con Rossi sì: un paio di sorpassi di Valentino e Pedrosa si mette dietro, forse perché ha capito che c’è poco da fare. Per il resto direi che di testa tiene bene: lui riesce a risalire in moto dopo essersi ripreso da infortuni seri e ad andare subito forte, cosa che non era riuscita l’anno scorso a Lorenzo. Se posso dirlo anche Stoner, lo scorso anno, mi ha un po’ deluso in questo senso: dopo la batosta subita da Valentino Rossi a Laguna Seca è andato progressivamente in crisi. Però rimane sempre l’incognita su che tipo di moto abbia tra le mani: alle volte mi vien da pensare che stia guidando una moto che solo mettendoci del suo riesce a portare così in alto. Insomma, è lui che fa la differenza. Poi, però, i miracoli non li fa nessuno e in fin dei conti Stoner guida una moto difficile da gestire: alle volte ci riesce, alle volte no.

D. Lo consideriamo un anno di apprendistato quello di Dovizioso in sella alla Honda Ufficiale?

R. Quando ho accennato ai fantastici quattro, all’inizio, in verità mi veniva in mente anche un quinto: Dovizioso appunto. Andrea è un pilota a se stante rispetto ai quattro di cui sopra: ha talento, forse non esuberante, che non viene fuori in tempi brevi. Viene fuori con il metodo e lo ha dimostrato prima in 125 e poi in 250: lui arriva a piccoli passi, ragionando, e quando fa un miglioramento, anche piccolo, magari riuscendo ad andare due decimi più forte al giro, sa il perché e quindi riesce a ripetersi. Lui arriva più lentamente di altri, ma quando arriva, lì resta. Altri, tipo Melandri, sono più esuberanti, arrivano con prepotenza, più velocemente al risultato ma non sanno spiegarsi il perché. Dovizioso dovremo aspettarlo forse ancora per un po’ di tempo ma se la Honda, così come sembra, gli rinnoverà il contratto, quando arriverà in cima, da lì sarà difficile scalzarlo. Psicologicamente, non dico che è forte come Rossi, ma ci va molto vicino.

D. Abbiamo praticamente parlato dei primi della classifica iridata. Scegli tu qualcuno che non abbiamo citato ma che merita una tua riflessione. Capirossi?

R. Capirossi è uno che ha un grande cuore, ma gli anni ci hanno dimostrato che non può stare costantemente tra quei quattro o cinque là davanti. In alcuni circuiti si esprime a buoni livelli, in altri meno. Poi non è più un ragazzino: sarà dunque difficile che abbia a disposizione una moto competitiva per vincere: comunque vederlo correre ti provoca sempre una grande emozione perché, ripeto, quello che ha lo butta tutto in pista, come un ragazzino di tredici anni. Encomiabile. Canepa non pervenuto. Anche perché con una Ducati è difficile capire il vero valore del pilota. Kallio, l’altro debuttante con la Ducati, è andato leggermente meglio di Canepa, ma Kallio ha una diversa esperienza rispetto all’italiano: arriva dalla 250 che abbiamo visto essere una fucina di talenti. Canepa arriva dalla superstock: tutta un’altra cosa.

D. L’anno prossimo arriverà in Moto GP Simoncelli

R. Marco è un pilota che guida la 250 in un modo così aggressivo che ti fa pensare che quando arriverà in Moto GP andrà subito forte. Era la stessa cosa che pensavo quando lo vedevo guidare la 125: poi, però, in 250 ci ha messo del tempo per fare i risultati. E così tanto tempo nella Moto GP non te lo danno, perché costa troppo. Io spero che gli diano la possibilità per far vedere il talento che ha. Marco, quando decide che ha capito, ha capito veramente: si merita il tempo per dimostrarlo. Spero che il suo management questo lo capisca e non gli metta troppa fretta e soprattutto non pensi esclusivamente al contratto cercando più soldi da subito. Meglio un contratto a lungo respiro che consenta a Simoncelli di avere qualche stagione per adattarsi alla nuova classe. Poi io gli auguro di farcela prima. D’altronde quello che ci hanno fatto vedere questi ragazzi ti fa pensare che sia più facile il salto dalla due e mezzo alla Moto GP che non quello dalla 125 alla 250. Forse, avendo la possibilità, io avrei preferito vederlo in sella alla Yamaha piuttosto che alla Honda.

D. Si parla molto anche di Ben Spies, l’astro nascente della Superbike come talento che fa gola a molte squadre in Moto GP, non ultima la Ducati…

R. Io non la penso così, nel senso che uno che stravince nelle gare della Superbike non è detto che poi faccia bene in Moto GP: prima di Spies era appetibile Haga che arrivato in 500 non ha fatto niente; era appetibile Corser, stessa cosa; Edwards, Vermulen e Toseland idem. L’unico a vincere è stato Bayliss, ma in condizioni del tutto particolari. Andrei con i piedi di piombo sulla questione. Io sarei più convinto da un Bautista o un Simoncelli in Moto GP che non Spies. Addirittura preferirei vedere in Moto GP un Aoyama che sta vincendo in 250. Poi avendo la possibilità di ingaggiarlo, a costi relativamente bassi, un paio di stagioni in un team satellite a Ben Spies glieli farei fare come prova. Non certo in un top team.

D. Senti, un pronostico sull’esito di questo mondiale ce lo dici?

R. Valentino Rossi, assolutamente.

Maurizio Saporiti

Fonte: Il Sussidiario.net :: MOTO GP/ Esclusiva, Loris Reggiani: Stoner il più talentuoso, ma la testa di Valentino fa la differenza. Attenti al Dovi

Modificato da EC2277
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veramente son cose che ha sempre detto e sono d'accordo con lui.

In telecronaca tifa Rossi? Ci sta, IMHO.....ci fosse un tedesco i tedeschi farebbero uguale, così in Francia ,USA,Giappone, UK.....

Secondo me Il Reggio scontenta solo i tifosi Ducati che vorrebbero veder tifare Ducati e basta.Se Rossi fosse su una Ducati ci sarebbero ZERO problemi con Reggiani, sarebbe il Vate.....

Modificato da Matteo B.
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Reggiani a mio modo di vedere è sempre stato più obiettivo del resto della cricca, che poi tifi per Rossi e per gli altri italiani credo sia lecito e normale

Questa intervista rispecchia in pieno il mio pensiero, quoto Reggiani ;)

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"Ai consideres des fleg of de Iunaite Steiz nos onli a fleg of e cantri, bus is a iuniversal messagg of fridom e democrassi"

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Guest EC2277

Lasciando perdere l'intervento di Matteo che, ansioso com'è d'ergersi a Paladino dell'Obbiettività ed a Messia della Verità, ha risposto ad un commento che non è stato fatto mi soffermo su queste affermazioni di Reggiani:

...

Io sono portato a pensare che la Ducati non sia quella gran moto che tutti decantano e che quindi Stoner stia facendo molto di più di quello che normalmente si farebbe con quella moto.

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Può darsi che le cose stiano effettivamente così e questo spiegherebbe perché Livio Suppo, al termine della stagione 2007, asseriva che la vittoria del Mondiale fosse in gran parte merito di Stoner.

...

Kallio, l’altro debuttante con la Ducati, è andato leggermente meglio di Canepa, ma Kallio ha una diversa esperienza rispetto all’italiano: arriva dalla 250 che abbiamo visto essere una fucina di talenti. Canepa arriva dalla superstock: tutta un’altra cosa.

...

Io non la penso così, nel senso che uno che stravince nelle gare della Superbike non è detto che poi faccia bene in Moto GP: prima di Spies era appetibile Haga che arrivato in 500 non ha fatto niente; era appetibile Corser, stessa cosa; Edwards, Vermulen e Toseland idem. L’unico a vincere è stato Bayliss, ma in condizioni del tutto particolari. Andrei con i piedi di piombo sulla questione. Io sarei più convinto da un Bautista o un Simoncelli in Moto GP che non Spies. Addirittura preferirei vedere in Moto GP un Aoyama che sta vincendo in 250. Poi avendo la possibilità di ingaggiarlo, a costi relativamente bassi, un paio di stagioni in un team satellite a Ben Spies glieli farei fare come prova. Non certo in un top team.

Tralasciando la Classe 500, nella quale tutti i campioni del mondo dal 1982 al 1998 provenivano proprio dalla Superbike (ma erano altre moto: più scorbutiche e senza elettronica), volevo aggiungere un paio di considerazioni: anzitutto la paradossale circostanza che, tra tutti i piloti di MotoGP provenienti dalla Superbike, quello che ha ottenuto i migliori risultati sia stato proprio il meno talentuoso: Niky Hayden. In seconda istanza aggiungo la spiegazione che, in tempi e con parole diverse, sia Agostini che Dovizioso diedero degli scarsi successi ottenuti dai piloti di Superbike in MotoGP. Secondo loro infatti non è una questione di talento ma di scuola: i piloti provenienti dalle Classi 125 e 250 sono abituati a guidare moto leggere, agili e docili percui, avendo sviluppato uno stile di guida precisa e pulita, si trovano avvantaggiati nel passaggio alla MotoGP mentre chi proviene dalla Superbike, avendo guidato moto goffe, pesanti e che si scompongono facilmente, ha una guida sporca e quindi poco redditizia. Solo stravolgendo totalmente il proprio stile di guida possono riuscire ad esprimersi al meglio anche su di una MotoGP ma ciò è molto difficile.

Modificato da EC2277
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Lasciando perdere l'intervento di Matteo che, ansioso com'è d'ergersi a Paladino dell'Obbiettività ed a Messia della Verità, ha risposto ad un commento che non è stato fatto mi soffermo su queste affermazioni di Reggiani:

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veramente il commento lo hai fatto prima dell'articolo. la mia frase era riferita proprio a quel commento.

a parte quello nel tuo ultimo post hai scritto cose condivisilibi e vere. cmq non dimentichiamo che sono persone e ognuna è giocoforza diversa dall'altra anche nel feeling con la moto.

EDIT: in pratica parlando di piloti 2+2 non fa quattro SEMPRE

E cmq il primo pilota che ha vinto un Mondiale della classe maggiore proveniendo dalle minori dopo molti anni (penso ad un buco di almeno 20...) è un certo Valentino Rossi da Tavullia..meglio ricordarlo..non si sa mai...:mrgreen: al quale si è aggiunto Casey Stoner da Kurri Kurri (che però non ha mai vinto un Mondiale nelle serie minori)

EDIT: scusate....non è vero...Criville vinse nelle serie minori e poi l mondiale 500.

Uncini e Lucchinelli invece no. (cmq provenivano dalla 350)

Modificato da Matteo B.
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