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Champions League 2009/'10


Prestige

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Moratti: "Mou è fantastico

noi interisti gli siamo grati"

Il presidente dell'Inter: "Una gara perfetta, sono felice come 45 anni fa. L'allenatore ha detto che molto probabilmente ci lascia per il Real? Spero ci sia ancora uno spiraglio per convincerlo. Ma ci ha fatto vincere tutto, lo ringrazio comunque"

MADRID, 22 maggio 2010 - "Un momento bellissimo, la squadra ha giocato con grande responsabilità , ha giocato una gara perfetta dal punto di vista tattico": Massimo Moratti passerà alla storia come il primo presidente nerazzurro capace di conquistare il "triplete". Ha seguito gli ultimi minuti di gara sul campo, ha proferito poche parole prima di schizzare a condividere una gioia irrefrenabile con i protagonisti in campo del trionfo, fra abbracci e lacrime. Particolarmente intensa la stretta con Mourinho, scoppiato in un pianto incontrollato, consolato dal presidente. "Stasera sto provando la stessa felicità di tanti anni fa. Per me è una grande emozione rivivere le stesse cose a distanza di tanti anni. Adesso scusate ma vado ad abbracciarli tutti". E poi via, a festeggiare, a salire sul palco con i giocatori, con il presidente dell'Uefa Michel Platini che consegna anche a lui la medaglia dei vincitori: "Sì, a me non spettava - spiegherà poi il presidente nerazzurro - mi è stata data per simpatia, credo".

resentimento — "No, io non ho pianto. Le lacrime di Mourinho? Non vorrei che fossero dettate in un certo senso dal senso di colpa, preferisco pensare che siano d'affetto e di commozione. L'ho visto felice, molto felice, come me, come i giocatori, che sono stravolti dalla felicità. Vuole dire che questa è davvero una roba seria". Il presentimento di Moratti diviene realtà di lì a pochi minuti, quando Mourinho davanti alle telecamere dice chiaramente che molto probabilmente lascerà l'Inter per il Real: "Ne parleremo presto - è la reazione a caldo del presidente, che non si scompone anche se accusa il colpo -. Resto comunque grato a Mourinho perché ci ha fatto vincere tanto, anzi tutto. Non solo: ha portato professionalità e mentalità vincente: ha grandissimi meriti, è una persona indimenticabile". Ma non sarà una notte di trattative: "Io stanotte resto a Madrid, lui torna a Milano con la squadra. Ma non credo abbia firmato per un'altra squadra, da persona seria qual è. Avrà fatto una chiacchierata, spero ci sia ancora qualche margine per convincerlo a cambiare idea". Realisticamente però il presidente traccia anche il profilo di un eventuale successore: "Mourinho è unico, nessuno come lui sa allenare, motivare e comunicare. Se dovesse arrivare qualcun altro al suo posto non dovrà cercare di imitarlo, ma andare avanti con la sua personalità e saper gestire un gruppo che si è tolto i complessi e che ha ancora molto da dare". La chiusura è un inno nerazzurro: "E' stata una Coppa bellissima, strameritata".

Moratti: "Mou è fantastico*noi interisti gli siamo grati" - Risultati e ultime notizie calcio e calciomercato - La Gazzetta dello Sport

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Milito: "Gioia indescrivibile

Se rimango? Vediamo..."

L'eroe della finale di Madrid: "Sto vivendo qualcosa che non avevo mai provato. Dedico la vittoria al presidente, il primo a meritare il trofeo". E sulle voci di mercato ammette: "Ho ricevuto un'offerta importante"

MADRID, 22 maggio 2010 - Quando Diego Milito entra in sala stampa, dai giornalisti di tutta Europa presenti in sala parte un insolito applauso. Poi però la prima frase rischia di gelare la gioia interista (beh, stasera è difficile): "Io sto molto bene all’Inter, ma devo valutare il mio futuro. Adesso voglio godermi questa serata, ma poi parlerò col mio procuratore e vedremo il da farsi". Non è difficile immaginare quali siano le offerte che l’attaccante sta valutando. Mou potrebbe portarselo al Real: "Sarò eternamente grato a Mourinho per quel che ha fatto per me. Ha dato alla squadra una forma e ha sempre creduto in me. E lui, con il presidente, Branca e Oriali, che mi ha voluto all’Inter. E a lui che devo dire grazie".

"traguardo storico" — Poi si torna alla normalità: "Abbiamo fatto una cosa storica, che non era mai successa nel calcio italiano. E tutto il movimento deve essern contento. Ma ancora non ci rendiamo ben conto di quanto siamo riusciti a fare". Diego è anche il secondo della famiglia Milito a vincere la Champions, prima ci era riuscito Gaby: "Già è strano che due fratelli arrivino a giocare a così alti livelli, che poi vincano entrambi la coppa è speciale".

Milito: "Gioia indescrivibile*Se rimango? Vediamo..." - Risultati e ultime notizie calcio e calciomercato - La Gazzetta dello Sport

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Mou: "Probabile che vada

Il Real mi ha cercato"

Il tecnico dell'Inter a fine gara ammette un futuro in un altro club. "Io vado dietro a nuovi stimoli, nuovi rischi. Sono entrato nella storia: voglio essere l'allenatore che vince tre Champions League con tre squadre diverse"

MADRID, 22 maggio 2010 - Così non lo avevamo mai visto. In lacrime dopo il fischio finale di Howard Webb. José Mourinho esulta e lancia baci ai tifosi interisti, senza trattenere le lacrime. Stringe la mano al rivale Van Gaal un minuto prima del fischio finale, abbraccia il presidente Moratti sceso anche lui sul terreno di gioco. Abbraccia Diego Milito, capitan Zanetti e Julio Cesar. Festa incredibile e immagini che la dicono lunga sul suo futuro. E le parole non tardano ad arrivare: dopo i "tituli" l'addio. "Se si può dire che sono più le possibilità che vada via che non che resti? Sì. Non è al cento per cento, ma io vado dietro a nuovi stimoli, nuovi rischi. Sono entrato nella storia: voglio essere l'allenatore che vince tre Champions League con tre squadre diverse". Elementare Watson.

festa nostra. punto — Ma lui è l'uomo più felice del mondo. Splendida l'immagine in cui si porta sulle spalle il figlio sul manto erboso del Bernabeu. Felice, ma con gli occhi ancora umidi. E' l'addio. Dice: "Sono felice per la nostra grande famiglia. Non ci sono parole; hanno dovuto aspettare 45 anni. E' stata una Champions fantastica: Chelsea, Barcellona, il Bayern. Insieme a Madrid abbiamo preparato bene la finale. Avevo paura solo di Van Gaal, perché lo conosco bene. Sa come sa caricare una squadra". Per poi aggiungere: "La squadra nerazzurra mi piacerà per sempre. Inter, interisti, la festa è nostra. Punto".

tutto — E' finita. Lo dice con un sorriso a metà tra l'amaro e il soddisfatto. "Adesso piedi per terra e godiamoci questo momento. Ringrazio tutti, non dimentico nessuno. La stagione finisce e vado in vacanza, però oggi devo pensare alla mia carriera. Voglio scegliere una nuova vita professionale". E ammette: "Il Real è l'unico club che si è interessato a me anche se non ho parlato con nessuno. Avevo promesso che lo avrei fatto dopo la finale. Ora ho dato tutto e per questa ragione mi sento libero di scegliere il mio futuro. Perché solo due anni? Abbiamo vinto tutto. Supercoppa e Intercontintale per me non sono importanti. Ringrazio il calcio italiano, è stata una grande esperienza".

Mou: "Probabile che vada*Il Real mi ha cercato" - Risultati e ultime notizie calcio e calciomercato - La Gazzetta dello Sport

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Zanetti: "Grazie Mourinho

l'Inter saprà vincere ancora"

Il capitano spende parole di gratitudine per l'allenatore che ha di fatto annunciato l'addio: "Ha fatto un grandissimo lavoro con noi, si sentiva nell'aria che ci poteva lasciare. Ma qui c'è un grande gruppo, molto disponibile e che ha ancora una grande fame"

MADRID, 22 maggio 2010 - "Mourinho ha fatto un grandissimo lavoro con noi, non ce l'aveva anticipato ma si sentiva nell'aria che ci poteva lasciare. Si tratta di una sua scelta personale, penso si sia stancato dell'Italia, ha avuto tanti nemici". Così il capitano interista Javier Zanetti ha commentato l'addio quasi certo di Josè Mourinho. "Ci lascia un grande uomo ed un grande allenatore" ha detto ancora Zanetti. Nell'abbraccio finale Zanetti ha indugiato dicendo qualcosa all'orecchio di Mourinho: "L'ho ringraziato per quanto ha fatto in questi anni. Ci ha fatto fare un grande salto, gran parte del merito di questa vittoria è suo". La partenza più che probabile di Mourinho non significa però ridimensionamento: "Ci spiace che Mourinho ci lasci, ma questa squadra ha ancora molto da vincere, e questo gruppo ha tutti i mezzi per farlo".

Coppa al cielo — "Alzare la Coppa è stata un'emozione unica, la inseguivo da 15 anni, finalmente è arrivata. Sono il capitano di una grande Inter: siamo entrati nella storia d'Italia e di questo club". Il pensiero va ai tifosi nerazzurri: "Anche loro hanno meritato questa vittoria, e stanotte la porteremo a Milano per festeggiare insieme a loro". Sulla partita: "Sapevamo che loro palleggiavano bene e potevano sorprenderci in attacco. Per questo Mourinho ci ha chiesto di stare indietro, pronti a colpire in contropiede". Sul dopo-Mourinho: "Qui c'è un grande gruppo, molto disponibile e che ha ancora una grande fame. Negli ultimi anni abbiamo acquisito questa mentalità, e la porteremo avanti".

Cambiasso — "Provo una grande felicità, un senso di attaccamento a questa maglia e non solo nel ricordo di Giacinto Facchetti ma per tutti gli interisti lassù che sono felici per questa annata straordinaria, fantastica, storica".. Esteban Cambiasso, pilastro dell'Inter campione d'Europa, parla così: "In questo percorso per i bookmakers siamo stati favoriti ed in alcune occasioni sfavoriti. Ma quello che conta è quello che fai in campo ed è una vittoria meritata".

Sneijder e Chivu — "È il più grande allenatore che esista al mondo, il suo lavoro tattico, nel preparare le partite al meglio, è stato eccezionale". Wesley Sneijder indica in Josè Mourinho il principale artefice del trionfo nerazzurro in Europa. E Chivu: "Io non sapevo neppure se tornavo a giocare, è una gioia fantastica per me e per tutti quelli che mi sono stati vicini. Non è facile vincere anche se tutto sembra esserlo. È il frutto di un lavoro fatto tutto l'anno, abbiamo dimostrato di avere un grande carattere nelle difficoltà, capito che si vince solo se siamo una squadra. Ci mancava questa Coppa, finalmente abbiamo capito cosa ci voleva, cioè un pò di fortuna".

Balotelli — "L'abbraccio con Mou? Ho detto grazie a lui come a tutti». Così Mario Balotelli, con addosso il tricolore, ha commentato il suo abbraccio con l'ormai quasi ex tecnico dell'Inter. "Se ne va? Non leggo i giornali" ha detto facendo capire di non voler commentare questo evento.

amterazzi — Marco Materazzi, dopo il Mondiale con l'Italia, ora può sollevare anche la Champions con l'Inter. "E' stato premiato il lavoro di un anno. Dove mi tatuerò la Coppa? Ho l'appuntamento in settimana, lo vedrete. Intanto il marchio della tripletta lo dovremmo registare noi, siamo stati i primi a farlo".

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La cavalcata dei sogni

Dal Barça a Madrid

Ecco il percorso che ha portato l'Inter a conquistare questa storica Champions League. Dai pareggi nel girone alla mancata "remuntada" del Camp Nou, fino al trionfo di ieri contro il Bayern

MADRID, 22 maggio 2010 - Barcellona, Rubin Kazan, Dinamo Kiev, Chelsea, Cska Mosca, ancora Barcellona, Bayern alla fine. Chi si è messo sulla strada dell’Inter, prima o poi è tornato a casa a mani vuote. La terza coppa nerazzurra, quella più attesa, è arrivata al termine di una stagione da sogno. Partenza lenta, da diesel, scatto d’orgoglio a Kiev, cambio di marcia a Londra e poi in accelerazione continua fino a Madrid. Il "destino final", come dicono qui. In italiano si direbbe capolinea, ma stavolta non ci sono connotazioni negative. Anzi da qui si ripartirà, dopo un’estate di festa, verso la Supercoppa europea e il Mondiale per club.

il girone — A vederlo a posteriori, il debutto era un passaggio di consegne: subito contro i campioni in carica. Lezione di palleggio e possesso palla dei catalani, ma è 0-0. Nel gruppo l’Inter parte con la pareggite: arriva un punto anche a Kazan e in casa contro la Dinamo di Sheva. Quando Sneijder e compagni si presentano a Kiev, hanno quasi le spalle al muro: proprio l’ex milanista Shevchenko butta l’Inter nel baratro. Poi i quattro minuti che cambiano la stagione e la storia: fra 41’ e 44’ Milito e Sneijder ribaltano la gara. Ora si può incassare anche la brutta sconfitta di Barcellona senza rischiare: infatti la qualificazione arriva col 2-0 sul Rubin, firmato da Eto’o e Balotelli.

incubo ottavi e quarti — Le palline di Nyon non sono gentili. Ecco il Chelsea per gli ottavi, dove spesso la corsa si era fermata. Ma è un anno nuovo, il 2010, è vita nuova. Lo si capisce quando Cambiasso nella ripresa, 4 minuti dopo il pareggio di Kalou (vantaggio immediato di Milito), spara in porta il tiro del fondamentale 2-1. Si va a Londra senza dover fare imprese, mentre scoppia il caso Balotelli: non c’è Mario, ma cresce Eto’o, che dopo una partita capolavoro della squadra, iniziata con un 4-2-3-1 che non tradisce paura, segna l’ennesimo gol fondamentale della sua carriera. Fatto fuori Ancelotti, non può far paura il Cska: Milito firma l’1-0 di San Siro, a Mosca Sneijder ci mette 6 minuti per scacciare le paure e le discussioni sull’erba sintetica. Non c’è partita, avanti in semifinale, dove si ritroverà il Barcellona.

remuntada cancellata — Attende un Messi in formato Messia, ma "il profeta" portoghese gli studierà una gabbia capace di bloccarlo completamente. Le cose non cominciano bene, con il vantaggio di Pedro, ma l’Inter non è più squadra che si fa intimorire: Milito dà il via alla rimonta e la chiude sul 3-1, in mezzo la rete di Maicon è una prestazione da legittima candidata al titolo, pronta a togliere lo scettro ai campioni. Per farlo bisogna affrontare i 95mila del Camp Nou e l’epica della "remuntada", che i catalani montano fino all’inverosimile. De Bleeckere caccia fuori Thiago Motta nel primo tempo, mentre Busquets sbircia fra le mani, in una sceneggiata poco da campione d’Europa. La via della gloria passa per la sofferenza, l’Inter "parcheggia l’aereo davanti alla porta", come dirà Mourinho, ma Piqué la infilza quando mancano sei minuti. Infarti sfiorati al gol del 2-0. Ma non vale, l’Inter può esultare fra gli idranti accesi. A quel punto si canta "Ce ne andiamo a Madrid". E a Madrid l’atto finale, la festa, la liberazione dopo 45 anni. Campioni d’Europa.

La cavalcata dei sogni*Dal Barça a Madrid - Risultati e ultime notizie calcio e calciomercato - La Gazzetta dello Sport

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L'Inter è campione d'Europa

Doppietta di Milito, Bayern affondato

Dopo la Coppa Italia e lo scudetto numero 18, l'Inter corona una stagione straordinaria vincendo anche la Champions League. A Madrid i nerazzurri di José Mourinho battono il Bayern Monaco 2-0 e si laureano campioni d'Europa per la terza volta nella loro storia 45 anni dopo l'ultimo trionfo. A mettere la firma sul "triplete" interista ci pensa il solito, splendido, Diego Milito, che firma, al 35' e al 25' della ripresa, entrambi i gol.

LA PARTITA

Ci voleva un Principe per la Regina d'Europa. Non poteva, quindi, che pensarci il Principe Milito a regalare la coppa dalle grandi orecchie all'Inter. Mostruoso, l'argentino. Per i due gol, uno per tempo, bellissimi - tocco sotto sull'uscita di Butt nel primo tempo; finta, dribbling e piattone micidiale nella ripresa -, ma anche, più in generale, per la qualità pazzesca di ciascuna delle sue giocate. Se Mourinho è stato per tutto l'anno l'uomo copertina di questa, implacabile, Inter, nella notte di Madrid, la più importante da 45 anni a questa parte, il nome che spicca è quello di Milito. Che, non a caso, proprio lo Special One sostituisce al 91' per regalargli la meritatissima ovazione dei tifosi.

Fatto sta che, alla fine, alla fine di una serata più difficile di quanto non fosse prevedibile, è l'Inter a festeggiare. E non importa se non è stata l'Inter migliore. Non importa nemmeno se, tutto sommato, il Bayern meritava forse qualcosina di più. Ha vinto l'Inter perché ha più qualità della formazione di Van Gaal e la qualità individuale, in partite come questa, fanno spessissimo la differenza.

Non è stata una bella finale. Un po' perché la tensione era palpabile e anche qualche pezzo grosso dell'Inter ha preferito starsene un po' sulle sue piuttosto che rischiare. E un po' perché, evidentemente per scelta, Mourinho ha preferito lasciare il pallino del gioco al Bayern Monaco. Che sarà anche votato all'attacco, come ha detto e ridetto il suo tecnico, ma ha una manovra lenta da far addormentare e, Robben a parte (bravissimo, al solito), là davanti non fa paura nemmeno un po'. Oddio, per la verità qualche occasione per avere paura i nerazzurri l'hanno pure avuta: un tiraccio a inizio ripresa di Muller respinto da Julio Cesar, una conclusione di Olic deviata da Cambiasso e un sinistro da tremare di Robben respinto dal portierone brasiliano. Per il resto, però, molo rumore, una buona organizzazione di gioco, ma, visto che siamo a Madrid, nada otro.

La banda di Mou, dal canto suo, ha infilato due volte Butt ed è andata vicinissima al gol in almeno altre due occasioni. Una con Sneijder, nel primo tempo. E una con Pandev, nella ripresa. Assist, entrambi, manco a dirlo, di Milito. Giusto, allora, che a fianco del sorriso aperto e incontenibile di Massimo Moratti e Javier Zanetti ci sia quello del Principe. Un Principe per la Regina d'Europa. Di Mou, che oggi ha chiuso vincendo tutto, se ne riparlerà. Presa la coppa ha salutato il pubblico. Un addio solo sussurrato. Da numero uno.

LE PAGELLE

Milito 10 - Perfetto. Due gol, due assist, moltissimo lavoro al centro dell'attacco nerazzurro. Giocatore incredibile, che ha cambiato l'Inter

Julio Cesar 8 - Non è stato il suo anno migliore perché qualche errorino, qua e là, l'ha fatto. A Madrid, però, nella partita più importante, ha estratto dal suo cilindro una prestazione sontuosa. Almeno due parate fondamentali

Pandev 7 - Scelto al posto di Balotelli, è stato il migliore, Milito a parte, per larghi tratti. Nella ripresa Butt gli ha negato la gioia del gol

Van Gaal 5 - Ha attaccato l'Inter alla vigilia ripetendo un ritornello noiosino: noi facciamo spettacolo. Ma davvero? A Madrid non si è visto. Squadra equilibrata, per carità, ma che lentezza. E dietro... mamma mia. L'olandese ci mette anche del suo: fuori Altintop, uno dei migliori dei suoi. Bell'idea

Mourinho 7 - Prepara, al solito, molto bene la partita. Il che, tradotto, significa squadra corta, attenta in difesa e pronta a ripartire. Non ha dominato, ma importa a qualcuno?

di Alessandro Franchetti

IL TABELLINO

BAYERN MONACO-INTER 0-2

Bayern M. (4-2-3-1): Butt 6; Lahm 6, Demichelis 5, Van Buyten 5, Badstuber 6; Schweinsteiger 6, Van Bommel 6; Robben 7, Muller 5,5, Altintop 6,5 (17' st Klose 6); Olic 6 (29' st Gomez sv). A disp.: Rensing, Contento, Pranjic, Gorlitz, Tymoshchuk. All.: Van Gaal

Inter (4-2-3-1): Julio Cesar 8; Maicon 6, Lucio 5,5, Samuel 6,5, Chivu 5,5 (23' st Stankovic 6); Zanetti 6, Cambiasso 6,5; Eto'o 6, Sneijder 7, Pandev 7 (34' st Muntari sv); Milito 10 (46' st Materazzi sv). A disp.: Toldo, Cordoba, Mariga, Balotelli. All.: Mourinho

Arbitro: Webb (ING)

Marcatori: 35', 25' st Milito

Ammoniti: Demichelis, Van Bommel (B), Chivu (I)

Espulsi: nessuno

L'Inter è campione d'Europa. Doppietta di Milito, Bayern affondato - calcio - SPORTMEDIASET

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Sneijder è il "dieci" perfetto

Milito è il Principe del gol

di Enzo Palladini

MOURINHO 10. Un voto ripetitivo, che va a ricalcare quello del campionato. Ma non c'è niente da fare, il popolo nerazzurro identifica questa grande annata con il suo allenatore e la sua eredità sarà pesantissima. Rimarranno nella storia alcuni capolavori tattici come la vittoria di Stamford Bridge sul Chelsea e quella di San Siro contro il Barcellona, ma la vera genialata è stata l'impostazione della partita del Camp Nou.

JULIO CESAR 9. Quasi sempre perfetto, quasi sempre puntuale, ha solo sulla coscienza forse il gol preso a San Siro contro il Chelsea, ma per il resto ha fatto tutto il possibile e un po' di impossibile.

CORDOBA 6,5. E' stato impiegato in momenti di emergenza, ma tra gli attori non protagonisti è stato il più autorevole candidato all'Oscar, nonostante l'età e nonostante la mancanza di continuità nell'utilizzo.

JAVIER ZANETTI 9. A 37 anni ha centrato l'annata perfetta, la stagione senza la minima sbavatura, sempre a tirare il gruppo, sempre a dare l'esempio, un uomo che non ha mai lasciato passare 24 ore della sua vita senza allenarsi almeno una volta.

LUCIO 9,5. Ha dato sicurezza a tutti ma ha anche riempito gli occhi con quelleprestazioni straordinarie nelle partite decisive come quella di Barcellona, con quegli anticipi fenomenali che facevano ripartire la squadra. Mezzo punto in meno per qualche incertezza di troppo in finale

MAICON 9. In Europa forse la sua potenza esplosiva risulta meno letale che in Italia, ma resta tanta roba. Padrone della fascia destra in quasi tutte le partite che ha disputato, adesso costringerà i suoi dirigenti a respingere assalti furiosi sul mercato.

MATERAZZI 6,5. Per lui vale lo stesso discorso fatto per Cordoba, rispetto al quale forse conserva un po' più di peso all'interno dello spogliatoio.

SAMUEL 8,5. Una sicurezza assoluta in Champions come in campionato, anche se forse in Europa è stato meno scintillante di Lucio. Si tratta solo di un fatto visivo e non tecnico, perché comunque si parla di un giocatore di affidabilità assoluta.

CHIVU 7,5. Assorbito il trauma del cambio di ruolo con ritorno al passato, assorbito il colpo alla testa preso a inizio gennaio, ha datop il suo contributo alla causa interista, magari in maniera poco appariscente ma sempre efficace.

SANTON senza voto. Pochi minuti e una stagione da resettare.

STANKOVIC 8,5. In campo sempre con il cuore, ha confermato la sua fama di giocatore che dà sempre il 100 per cento anche quando è costretto a girare come una trottola perché gli viene chiesto un continuo cambio di posizione in campo.

QUARESMA senza voto. L'unica grande delusione dell'era Mourinho.

THIAGO MOTTA 7,5. Qualche prestazione di alto livello c'è stata, ma il voto si abbassa inevitabilmente per l'espulsione del Camp Nou che gli è costata la partecipazione alla finale contro il Bayern.

SNEIJDER 10. Non ha sbagliato niente, è stato un numero 10 perfetto per le abitudini del nuovo millennio, ha interpretato in maniera magistrale il ruolo di "chi sta tra le linee", come dicono adesso i tecnici.

MUNTARI 6,5. Nel gruppo degli attori non protagonisti, si è fatto trovare pronto quando è statoli suo momento.

MARIGA senza voto. Il giorno della sua presentazione, Mourinho disse che aveva molto da imparare. La volontà è tanta, prima o poi arriverà.

CAMBIASSO 9. In giro per il campo a calamitare palloni, straordinario direttore d'orchestra capace anche di vincere qualche segno di scetticismo che il suo allenatore aveva mostrato nei suoi confronti.

MILITO 10. Per ovvie ragioni la perfezione è stata raggiunta nella gara più importante. Un pochino di fatica nella prima fase del torneo, poi si è dimostrato il fuoriclasse che tutti conoscono. In finale due gol bellissimi e pesantissimi e due palle gol non sfruttate da Sneijder e Pandev. Mostruoso

PANDEV 7,5. E' entrato a lavori in corso ma nessuno si è accorto di questo particolare. Perfettamente integrato, è stato utilissimo in diverse occasioni.

ETO'O 9. Nella prima parte della stagione è rimasto un po' in ombra, in Champions come anche in campionato. La primavera l'ha fatto esplodere, come l'anno scorso nel Barcellona, ha giocato alcune gare-capolavoro, ha segnato una meraviglia di gol a Stamford Bridge, ha corso come un ragazzino di vent'anni sacrificandosi per il trionfo.

BALOTELLI 7. Per il bellissimo gol contro il Rubin Kazan, gol liberatorio che ha dato la certezza della qualificazione, merierebbe forse di più. Ma non si può cancellare la bruttissima serata che ha vissuto a San Siro contro il Barcellona, rovinando un po' il gusto del trionfo.

22 maggio 2010

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"Rivivo l'emozione di 45 anni fa"

Moratti: "Addio di Mou è nota triste"

Al fischio finale di Webb è esplosa la gioia di Massimo Moratti, che ha coronato il suo sogno. "La squadra sentiva una grande responsabilità, ha fatto una partita perfetta. E' una bellissima emozione. Per me è una grande felicità rivivere le emozioni di tanti anni fa. E' un momento importantissimo, ma adesso ho solo voglia di abbracciarli tutti. L'addio di Mou è una nota triste, ma gli sono gratissimo", ha detto il presidente nerazzurro.

"Ci ha fatto vincere tutto e ci ha portato tanta professionalità in un momento in cui c'era bisogno. E' una persona indimenticabile, un fantastico allenatore e motivatore. Mi ha colpito il suo pianto, sincero. Le persone sono belle quando fanno qualcosa che non ti aspetti. Comunque, adesso digeriamo la vittoria e lunedì ne parleremo. Non credo che lui abbia fatto niente di più che una chiacchierata, non ha firmato perché è una persona seria. Cosa avrebbe fatto papà? Sia lui che io abbiamo rispetto degli altri, caratteristica della famiglia. Papà fece una cosa fantastica, andò via lui anticipando Herrera. Mou mi ha anticipato", ha aggiunto.

"Per il futuro non vorrei uno che lo imiti, vorrei un personaggio con sue caratteristiche, che sappia tenere un gruppo. Sempre che Mourinho vada via, nella vita non è detto mai".

"I giocatori - ha poi ringraziato la squadra - erano stravolti dalla felicità: vuole dire che questa è davvero una roba seria. Spero rimanga nel cuore e nella mente di tutti come quelle che avevamo vinto tanti anni fa. La medaglia? Credo me l'abbiano data per simpatia, il presidente non credo che debba averla".

22 maggio 2010

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"E' più probabile che vada via"

Mou conferma l'intenzione di lasciare

Come previsto, alla fine della finale vinta contro il Bayern Monaco, José Mourinho ha detto quello che i tifosi interisti non avrebbero mai voluto sentirsi dire in questo momento. "Voglio essere l'unico allenatore che vince Champions con tre squadre diverse. E' più possibile che vada via piuttosto che io rimanga. La squadra nerazzurra mi piacerà sempre. Il Real è un'opzione forte", annuncia l'allenatore portoghese al termine della partita.

Il portoghese poi precisa: "Non ho ancora parlato con nessuno e non ho firmato nulla. Lunedì incontrerò Florentino Perez. In questo momento sono l'allenatore dell'Inter e sono orgoglioso di esserlo. Dico questo perché ancora non conosco il progetto del Real Madrid. Quello che so è che loro vogliono vincere, che io voglio vincere. A me piacciono le sfide. Io quando vinco non mi fermo, e qui ho vinto tutto".

"Questo mi fa sentire una grandissima tristezza, nella mia vita professionale cerco di essere il più freddo possibile - sottolinea - . Io sono entrato nella storia dell'Inter, non voglio parlare molto, se parlo piango e non voglio farlo. Voglio una sfida diversa per la mia carriera, è venuto il momento di decidere, l'importante per l'Inter che rimangano Moratti e Zanetti".

Poi Mourinho parla della partita: "E' fantastico, è la tripletta. La Champions è veramente speciale per tutti. Sono super felice per il mio piccolo contributo a tutta la famiglia nerazzurra. Sono l'uomo più felice del mondo. Non ci sono parole: è stata una Champions fantastica e assolutamente impressionante. Ho vissuto questo giorno in modo più equilibrato possibile, non ho paura di nessun allenatore, ma se devo aver paura di qualcuno io temo Van Gaal".

Quindi qualche bacchettata al mondo del pallone italiano. "Io ringrazio il calcio italiano. Dopo due anni me ne vado migliore di quando sono arrivato. Però tante cose non mi sono piaciute. Un presidente dice che come allenatore sono scarso, un allenatore che non lascerò nulla al calcio italiano perché sono portoghese, le squalifiche, e quando non c'e' l'arbitro la procura che sta vicino alla panchina. No, queste cose non mi sono piaciute. Ci sono persone che capiscono di calcio, ma non sono oneste quando giudicano l'Inter: penso alla partita col Barcellona, giudicata solo perché non erano loro a giocare la finale...", conclude.

22 maggio 2010

"E' più probabile che vada via". Mou conferma l'intenzione di lasciare - calcio - SPORTMEDIASET

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