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E' morto Mike Bongiorno


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Ho visto ora passare al TG5 una serie di immagini... penso provenienti da una serata dei Telegatti.

Mike, Sandra e Raimondo, Corrado e Pippo, che si prendono un po' per i fondelli l'uno con l'altro.

E' stata l'immagine che mi ha ampliato la visuale rispetto alla "specifica" tristezza per la scomparsa di Mike. Corrado ci ha lasciati da tempo, oggi ci ha lasciato Mike, Sandra e Raimondo ultimamente abbiamo sentito che non se la sono passata troppo bene se non sbaglio. Pippo lui va avanti come un treno, così come ha fatto Mike fino ad oggi.

La mia tristezza si è amplificata, perchè come scrissi già un paio di mesi fa riguardo a MJ, quando accadono queste cose, non solo accadono a questi personaggi che abbiamo amato e hanno dipinto le varie fasi della nostra vita.

"Ci", accadono.

Navigando qui e là si legge più volte che oggi si chiude un'era per la televisione italiana, si chiude un'era per la cultura italiana, si chiude si chiude si chiude.

Oggi si chiude un'era per tutti, per come la vedo io.

Penso che qui dentro, tutti siamo nati che Mike era Mike.

Tutti siamo cresciuti che Mike era Mike.

Oggi lo perdiamo tutti.

Non è necessario poter dire di essere stato un suo grande fan, di sapere tutto e di aver seguito ogni singolo passo della sua vita.

Mike per noi c'è sempre stato, era una di quelle persone che avevamo nella vita. Quando lo guardavamo, quando non lo guardavamo, quando ridevamo della sua imitazione alla radio da parte di Fiore.

Oggi perdiamo tutti un pezzettino della nostra vita, per come la vedo io.

Ciao Mike, ti saluto col sorriso, sperando che dove vai ora tu possa riposare in pace e soprattutto possa avere l'occasione di organizzare qualcuno dei tuoi quiz con chi c'è lassù.

Mi raccomando, non scordare le tre buste... che anche lassù si possano divertire a vedere cosa c'è "nella uno, la due o la trèè."

Riposa in pace.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Già, ma a Pomeriggio 5, facendo zapping, ho beccato quella zoccola (altro non è) della D'Urso al telefono con Superman..

" Io proponevo i programmi, lui accettava "

" Io non ne ho mai sbagliato uno.. sempre successo"

è vergognoso..

Qualcuno gli ricordi che è stato cacciato da Canale 5 ..

 News al 02/12/2015: Mazda 2.

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Certo grande dispiacere per un grande professionista e precursore in Italia di quello che poi la Tv è diventata in vari aspetti, con i suoi pregi e difetti.

Su vivaL e su Forum dei Deltoni lo ricordano cosi con questa foto fatta con la sua personale Delta Integrale Martini acquistata quando era di moda e che mai ha rivenduto come altre auto, che anzi ogni tanto usava per qualche raduno Lancia..

RIP

75945jjjjj.jpg

Modificato da Lanciaboxer
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Mi accodo anch'io nel ricordare questo Grande personaggio televisivo:io personalmente lo ricordo per "Rischiatutto" bellissima trasmissione per quei tempi,di cui non mi perdevo una puntata,e che ha portato,forse,un po di cultura generale in molte case. Grandissimo professionista,forse come uomo un po meno...ma come si dice "Nessuno è perfetto". Spero che da lassù o dove si trova possa continuare ancora a spargere "Allegriaaaaa!!!" P.S.= Per me la più bella auto che ha posseduto il buon Mike fu la favolosa Chevrolet Corvette,se non sbaglio targata MI 880000 .

Se un pianto ci fa' nascere, un senso a tutto il male forse c'è !

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Gli articoli dedicatigli da Gramellini su LaStampa:

Da icona della piccola borghesia a "filosofo" del berlusconismopixel.gifpixel.gifL’Italia l’avrà fatta Garibaldi, ma gli italiani, se permettete, li ha fatti lui, che di italiano non aveva neppure il nome. E qui per italiani non s'intendono le minoranze snob delle metropoli, che lo hanno trattato con degnazione per tutta la vita e in morte lo rimpiangono come capostipite di una società televisiva meno ignorante e volgare di questa. Gli italiani veri, diceva Mike, vivono in provincia.

Elui li aveva frequentati e plasmati. Settimana dopo settimana nei suoi quiz. E sera dopo sera durante gli interminabili tour estivi nelle piazze, organizzati per rimpinguare lo stipendio Rai: un milione a puntata, che anche al cambio d’oggi sarebbe una paga di gran lunga inferiore a quella di tanti non insostituibili eredi.

La vera abilità di Mike è consistita nell’arrivare sempre primo. Primo a condurre programmi radiofonici nell’Italia della ricostruzione. Primo a fare quiz televisivi. Primo a lasciare la Rai per la tv commerciale, le televendite e i giochi a premi. Fra i primi anche ad andarsene verso la nuova frontiera della tivù a pagamento, sulla scia di Fiorello e con la rabbia di chi si sentiva trattato come un rudere da dirigenti ingrati. Ogni volta che da qualche parte stava per cominciare il futuro, arrivava lui. Il suo suggerimento ai giovani era proprio questo: per sfondare nella vita non basta fare meglio di tutti quello che già fanno gli altri, dovete inventarvi qualcosa di nuovo. È una strategia di marketing che si insegna nelle università, «l’Oceano Blu», ma lui anziché teorizzarla la applicava. Come dice un altro genio della tv, Carlo Freccero, per poter restare lo specchio immutabile degli italiani Mike era costretto a cambiare di continuo. Ma senza dichiararlo apertamente, perché il pubblico è conservatore di natura e non glielo avrebbe mai perdonato.

Ancor più delle sue gaffe, ci resteranno i suoi tormentoni: «fiato alle trombe», «un cantante che va per la maggiore» e naturalmente «allegria», la cui ripetizione ossessiva serviva a marcare i vari passaggi del rito televisivo di cui era il serissimo officiante. Sì, serissimo, perché sarebbe impossibile rintracciare un'ombra di ironia nelle sue celebri lavate di capo alle vallette o nelle tecniche di seduzione con cui si rivolgeva agli stomaci degli spettatori per piazzare latticini, insaccati e persino l'amico Silvio, alla vigilia del suo esordio in politica: «Ci sono di nuovo le elezioni, come vola il tempo, e stavolta si presenta anche Berlusconi, uno di cui vi potete fidare perché con me ha sempre mantenuto le promesse». Ma qui siamo già nel Mike 2, il banditore della tv commerciale. Umberto Eco lo aveva ormai elevato a icona della mediocrità ben poco aurea dei tempi moderni. Chissà se lo avrà mai letto: lui preferiva le cronache di atletica leggera, l'unica materia in cui avrebbe potuto presentarsi come concorrente al Rischiatutto. L’incontro con Berlusconi fu memorabile. Socrate aveva trovato il suo Alcibiade, Aristotele il suo Alessandro, Seneca il suo Nerone. Silvio convocò le sottilette Kraft e altri sponsor davanti al laghetto di Milano 2, poi montò su una cassetta e disse: «Amici, ho qui Mike Bongiorno che verrà a lavorare da noi, mi date una mano?». Gliela diedero, e lui ne diede due a Mike stracolme di bigliettoni, pagandolo in un anno come la Rai in tutta la vita.

È stato davvero il filosofo del berlusconismo? E qui torniamo al punto di partenza: l’Italia di provincia, quella vera, formata a immagine e somiglianza della tv. Nell’immediato dopoguerra fu lui, torinese d'America naturalizzato milanese, la faccia del Nord benestante che milioni di massaie e contadini analfabeti impararono a conoscere e a sognare. Di quel popolo Mike parlava così: «È gente buona, semplice, sono ingenui come bambini. Li conquisti con due parole, una speranza e un sorriso». Lo ripeteva a tutti. I fenomeni della sinistra se ne infischiavano, Silvio prendeva appunti.

L’abbassamento dell’asticella del buongusto e la definitiva trasformazione dei quiz di cultura in giochi e lotterie (anche quelli, con la Ruota della Fortuna, li ha comunque battezzati lui) lo fecero invecchiare di colpo. Non era più il suo mondo. Mike, così serio, professionale, anche cattivo e non solo con i concorrenti (ricorderete il Tapiro sfasciato sul pavimento e le liti in diretta con Loretta Goggi e Vittorio Sgarbi) aveva però un debole per i personaggi ossessivi di Lascia o Raddoppia? e del Rischiatutto. Gente monomaniaca, ma il cui messaggio al pubblico era che i soldi bisognava guadagnarseli con la schiena curva sui manuali di storia e di ornitologia (ahi ahi ahi signora Longari), anziché accendendo risposte multiple o ricorrendo agli aiutini.

Come capitò a Montanelli, altro campione della piccola borghesia con il quale condivise la prigionia nazista a San Vittore, negli ultimi anni di vita ha assistito alla rivalutazione della sua opera da parte dell’intellighenzia che si era sempre presa beffe di lui. Il percorso verso la santità fu accelerato dalla decisione di trasferirsi a Sky, la tv del più grande padrone di media del mondo che l'anomalia italiana ha trasformato in ultimo avamposto della democrazia d'opposizione. Ma un giudizio sereno non può che assegnare a Mike il ruolo di unico e vero ideologo del berlusconismo: inteso non come movimento politico, ma come fenomeno di massa, ebbene sì, culturale. Il contatto con la gente comune, la centralità della televisione, il linguaggio semplice ma non sgrammaticato, le gaffe, l’amore per il denaro e l’allergia per i salotti del potere. Tutto in lui faceva sì che la sua gente, guardandolo, dicesse: sicuramente non è uno di loro e forse è addirittura uno di noi. Uno che fa domande a cui non saprebbe mai rispondere. Come i grandi filosofi, appunto

L'ultimo sponsorpixel.gifpixel.gifpixel.gifpixel.gifCredo non ci sia maschio, anche se di successo e rosolato allo spiedo delle telecamere, che non sogni di essere ricordato dalla sua donna nell’ora della propria morte con queste parole: «Hai avuto una vita splendida e io sono così fortunata che l’ho condivisa con te. Grazie. Ti amo». È il testo con cui Daniela Zuccoli ha salutato il marito Mike Bongiorno dalla pagina dei necrologi del «Corriere». Un testo asciutto e perciò così commovente. Qualsiasi uomo che alla fine degli esami ottenga una pagella simile dalla persona che ha amato potrà ben dire di non aver vissuto invano. È come se dopo la grappa, i prosciutti e le pellicce, Mike (cui ci vollero tre matrimoni prima di trovare quello giusto) avesse deciso di congedarsi con un’ultima fenomenale televendita dedicata alle coppie. A quelle fisse, stabili e ancora innamorate, nonostante tutto. Che non inseguono più le emozioni ma i sentimenti, e quindi non fanno notizia, ma fanno la vita e la costruiscono insieme, un giorno dopo l’altro.

L’amore di coppia non va «per la maggiore», avrebbe detto lui. Non fa vendere giornali, se riguarda i vip, e non alimenta pettegolezzi, se riguarda i nostri amici. È un elemento statico in un mondo che il mercato vorrebbe in movimento perpetuo. Inoltre è un mestiere faticoso, impone rinunce e compromessi continui, e presenta il conto a milionari e poveracci, senza distinzioni. Non prevede ricompense né riconoscimenti ufficiali. Solo due righe di necrologio e la sensazione di essere un po’ più vicini degli altri al cielo.

Leggevo i commenti dei lettori al secondo brano....

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Editoriali/commenti.asp?ID_blog=41&ID_articolo=678&ID_sezione=56&sezione=Buongiorno

E non so se arrabbiarmi o provare pena per certe persone, cariche inutilmente di livore e invidia:|

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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